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RISOLUZIONE - Oggetto n. 5 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad aderire alla campagna "Safe Place for Women" (Luogo sicuro per le donne), attraverso la proclamazione dell'Emilia-Romagna "Safe Place for Women" - luogo sicuro per le donne". A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Calvano, Ancarani, Costa, Lori, Parma, Daffadà, Sabattini, Carletti, Valbonesi, Ferrari, Castellari, Muzzarelli, Quintavalla, Fornili, Proni, Albasi, Bosi, Petitti, Lucchi, Costi, Massari, Gordini, Arduini, Paldino, Casadei, Critelli, Larghetti, Trande, Burani, Lembi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

il gruppo del Partito Socialista Europeo ha lanciato, all’interno del Comitato delle regioni (CdR), l’iniziativa “Safe Place for Women” (Luogo sicuro per le donne), volta a contrastare ogni forma di discriminazione di genere e a tutelare le vittime di violenza, dato che oltre la metà delle donne nell'Unione Europea ha subito molestie sessuali e una donna su tre è stata vittima di violenza fisica e/o sessuale;

la Regione Emilia-Romagna è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere (legge 6 del 2014);

nell'Unione europea il 31% delle donne ha subito violenze fisiche ed il 5% è stato vittima di stupro; circa 50 donne perdono la vita ogni settimana a causa della violenza di genere e il 43% delle donne ha subito una qualche forma di violenza psicologica da parte del partner; si stima che i casi effettivi di violenza di genere siano assai più numerosi di quelli denunciati.

Rilevato che

l’iniziativa “Safe Place for Women” è volta a tradurre in azioni concrete il principio di radicale contrasto della violenza contro le donne e si esplica in azioni di vario tipo: sensibilizzare attraverso campagne di comunicazione, programmi educativi e formativi o presentazioni nelle scuole e nelle università, vietare la pubblicità sessista, aprire centri di accoglienza per le vittime di violenza, ripensare la progettazione complessiva delle città;

l’adesione della Regione e degli enti locali a tale iniziativa favorisce, oltre a un impegno politico chiaro, l’implementazione di misure concrete, tra cui, ad esempio, il miglioramento dell’illuminazione pubblica nelle aree periferiche delle città, una maggiore formazione per gli operatori a contatto con le vittime di violenza, programmi educativi nelle scuole per sensibilizzare sulle tematiche di genere, la creazione di rifugi sicuri per le donne in difficoltà, nonché investimenti a favore dei centri antiviolenza già attivi sul territorio.

Evidenziato che

nell'Unione europea la lotta contro la violenza di genere è una responsabilità condivisa, che richiede un impegno congiunto e azioni a tutti i livelli di governo, specialmente da parte degli enti locali e regionali, i quali hanno un ruolo chiave dovuto alla prossimità e vicinanza ai bisogni dei cittadini;

l'eliminazione della violenza di genere, compresa la violenza maschile contro donne e ragazze, è una condizione preliminare per il conseguimento di una reale parità di genere;

l’iniziativa rappresenta un passo fondamentale per promuovere un cambiamento culturale e garantire maggiore sicurezza alle donne e vi hanno già aderito diverse capitali europee.

Considerato che

la violenza di genere, sia online che offline, e la mancanza di accesso a una protezione adeguata mettono a repentaglio una serie di diritti fondamentali, tra cui il diritto alla vita, il diritto alla dignità umana, il diritto all'integrità fisica e mentale, il diritto a non subire torture né pene o trattamenti inumani o degradanti, il diritto di non essere assoggettato a schiavitù e a lavoro forzato, il diritto alla libertà e alla sicurezza e il diritto al rispetto della vita privata e familiare;

l'assassinio di una donna o ragazza ("femminicidio") per motivi legati al genere dovrebbe costituire una fattispecie distinta di reato, in quanto il termine "omicidio", neutro dal punto di vista del genere, ignora le realtà della disuguaglianza, dell'oppressione e della violenza sistematica contro le donne, mentre la violenza di genere dovrebbe essere riconosciuta nell'UE come una sfera di criminalità specifica a norma dei Trattati; 

le pratiche del matrimonio precoce e forzato e della mutilazione genitale femminile, trasmesse attraverso determinate tradizioni e culture, costituiscono una violazione dei diritti di libertà, della dignità umana e dell'integrità fisica;

l'eliminazione degli stereotipi di genere e la cessazione delle pratiche repressive di genere attraverso programmi di istruzione progressivi – in cui i cicli di istruzione prescolastica, primaria e secondaria svolgono un ruolo chiave – sono determinanti per la piena emancipazione delle ragazze;

la disponibilità di un'educazione relazionale e sessuale completa, compresi programmi educativi specializzati per i ragazzi, è parte integrante di tali programmi di studio progressivi e svolge un ruolo fondamentale nella lotta contro la violenza di genere, la misoginia e gli stereotipi di genere;

il radicale contrasto da parte delle autorità pubbliche nei confronti della visualizzazione di immagini discriminatorie od oggettivanti delle donne nella pubblicità nei luoghi pubblici è fondamentale per eliminare gli stereotipi di genere che favoriscono la violenza di genere.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

ad aderire alla campagna “Safe Place for Women” (Luogo sicuro per le donne) attraverso la proclamazione dell’Emilia-Romagna "Safe Place for Women - luogo sicuro per le donne";

a mettere al centro delle politiche di prevenzione e di contrasto alla violenza i Centri Antiviolenza dell’Emilia-Romagna e a promuovere e rafforzare le reti territoriali che già li coinvolgono;

ad adottare, conseguentemente, politiche che, da un lato, garantiscano la sicurezza delle donne e, dall'altro, sanzionino espressamente qualsiasi forma di violenza di genere, assicurando il pieno ed equo coinvolgimento delle donne nel corso di tutto il processo, attraverso azioni volte a:

-  a garantire un accesso diretto e ininterrotto a servizi di sostegno specializzati, sicuri e completi per le vittime di violenza di genere, comprese le violenze domestica e sessuale;

- a garantire la rapida reazione dei servizi competenti per la registrazione e la gestione non discriminatorie degli episodi di violenza di genere e a prevedere misure per la protezione efficace e immediata delle vittime e dei loro figli;

-  a fornire una formazione in materia di sensibilità alla dimensione di genere con il coinvolgimento del personale appartenente alle Forze dell’ordine e alle forze di Polizia, delle pubbliche amministrazioni e dei centri di accoglienza specializzati, compresi i ricoveri e i rifugi, per le donne vittime di violenza di genere, dando priorità assoluta, per tale formazione, al personale dei servizi di primo intervento;

- a raccogliere dati amministrativi sulle violenze commesse dai partner e sugli omicidi di donne e ragazze per motivi legati al genere (femminicidi) al fine di contribuire a prevenire e combattere questi fenomeni;

- ad applicare una politica di radicale contrasto nei confronti della pubblicità sessista, anche negli spazi pubblici e sui trasporti pubblici, in quanto tale pubblicità rafforza e diffonde dannosi stereotipi di genere;

- a prendere sistematicamente in considerazione le esigenze di sicurezza e le altre necessità delle donne nel decidere in merito alle misure di bilancio relative a servizi pubblici quali l'illuminazione pubblica e i trasporti pubblici e alle risorse dei servizi sociali che si occupano delle vittime di violenza di genere, partendo da una valutazione dei fattori di rischio presenti nello spazio pubblico su cui concentrare i primi interventi;

- ad organizzare programmi di istruzione/formazione e/o presentazioni nelle scuole e nelle università per accompagnare i programmi di studio in materia di educazione relazionale e sessuale e per sensibilizzare i minori, fin dall'inizio dell'età scolare, riguardo agli effetti delle molestie e della violenza di genere;

-  a vigilare costantemente e sollecitare sanzioni immediate per i casi di tratta di esseri umani e per le pratiche esiziali per donne e ragazze (mutilazione genitale femminile, matrimoni precoci e forzati, sterilizzazione forzata) e a promuovere percorsi culturali di uguaglianza con le comunità con background migratorio;

- a vigilare costantemente e applicare un radicale contrasto nei confronti di qualsiasi forma di violenza di genere online in particolar modo nei confronti di minorenni e adolescenti;

- a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla violenza di genere attraverso campagne di comunicazione volte, tra le altre cose, a informare le vittime sull'ubicazione dei servizi di sostegno e sulle modalità di accesso a tali servizi, facendo della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (che ricorre il 25 novembre) il momento culminante di tali attività di sensibilizzazione.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 18 febbraio 2025

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