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RISOLUZIONE - Oggetto n. 7574 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a sollecitare il Governo affinché emani i decreti attuativi per la definizione e lo svolgimento dei bandi di gara riguardanti le concessioni balneari in linea con le indicazioni condivise dalla Regione Emilia-Romagna e dalle associazioni di categoria, sollecitando altresì un'urgente e complessiva riforma della materia in linea con la normativa comunitaria vigente. A firma dei Consiglieri: Rossi, Bulbi, Daffadà, Fabbri, Zappaterra, Costa, Pillati, Rontini, Montalti

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

l’applicazione della cd. Direttiva Bolkestein alle concessioni balneari è un problema annoso a livello nazionale, che non ha ancora trovato una soluzione definitiva e sostenibile;

al riguardo si sono succeduti negli anni diversi interventi legislativi statali di proroga della validità delle concessioni. Da ultimo la L. 145/2018 che ha disposto l’estensione della validità delle concessioni balneari al 2033, prevedendo al contempo la necessità di una riforma complessiva del settore che tuttavia non è stata avviata.

Visto che

le sentenze nn. 17 e 18 del 9 novembre 2021 del Consiglio di Stato hanno sancito la disapplicazione della L. 145/2018, prevedendo che le concessioni in essere mantengano validità solo fino al 31 dicembre 2023, termine entro il quale le Amministrazioni dovrebbero predisporre le procedure selettive, anche in assenza di una riforma statale della materia che pure si auspica;

la situazione che si è determinata, in assenza della definizione dei decreti attuativi e dei conseguenti criteri di svolgimento delle evidenze pubbliche da parte del Governo, a due mesi dalla scadenza definita dall’Unione Europea e confermata dal Consiglio di Stato, rischia di avere effetti deflagranti per il sistema turistico balneare e impone alle istituzioni a vari livelli di affrontare e risolvere definitivamente il tema delle concessioni balneari.

Reso noto che

l’attuale situazione di incertezza, che si è protratta per anni, è dannosa non solo per le imprese balneari, ma per tutta la filiera collegata, che in Riviera romagnola significa da decenni indotto e lavoro. È pertanto necessario dare una prospettiva definita e certa a migliaia di imprese, famiglie e dipendenti del settore;

a tal fine, la Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni ha più volte richiesto un’interlocuzione con il Governo affinché avviasse da subito un confronto con le Regioni, i Comuni e le Associazioni di categoria del settore, per varare entro pochi mesi dalla sentenza del Consiglio di Stato una riforma organica del Demanio, concordando con la Commissione Europea i suoi principi fondamentali per evitare nuove procedure di infrazione o eventuali nuovi ricorsi. Riforma ad oggi assente.

Sottolineato che

le Regioni hanno incontrato il Ministro Garavaglia durante la seduta della Commissione Turismo in Conferenza delle Regioni del 16 novembre 2021. In tale sede il Ministro si era impegnato ad avviare al più presto un'interlocuzione con le stesse, con le forze politiche e con l’Unione europea, per definire una proposta di normativa statale che desse finalmente soluzione a questo annoso problema;

in data 29 dicembre 2022, il cosiddetto “Decreto Milleproroghe” del Governo Meloni, di cui al d.l. n. 198 e convertito in legge n. 14 del 24 febbraio 2023, ha previsto che gli affidamenti balneari esistenti mantenessero efficacia fino al 31 dicembre 2024 e “per questioni oggettive” fino al 31 dicembre 2025 e comunque fino alla data di rilascio di nuovi provvedimenti concessori a seguito di gare;

tale nuova proroga, in contrasto con il dettato europeo, ha tuttavia trovato immediata sconfessione nella sentenza n. 2912 del 1° marzo 2023 della Sez. VI del Consiglio di Stato.

Considerato che

in condivisione con le Associazioni di categoria regionali del settore ed  i Comuni costieri, la Regione Emilia-Romagna ha dato un fattivo e propositivo contributo alla riforma della materia delle concessioni balneari, che tuttavia non è stata ancora licenziata dal Governo, sottolineando la necessità di una normativa che rispettasse l’ordinamento europeo e nazionale attraverso procedure ad evidenza pubblica ormai imprescindibili, ma rimarcando al contempo che la riforma dovesse prevedere il giusto riconoscimento al valore aziendale dell’impresa balneare e degli investimenti realizzati ed alla professionalità degli operatori che hanno esercitato la gestione del bene e tutelare il lavoro di migliaia di operatori;

nello specifico, la Regione Emilia-Romagna ha sempre indicato la necessità di prevedere criteri di valutazione precisi all’interno delle procedure ad evidenza pubblica;

tra questi criteri, risulta importante la valutazione dell’esperienza professionale ed il know-how acquisito da chi ha svolto attività di gestione di beni analoghi, anche tenendo conto della capacità di interazione del progetto con il sistema turistico-ricreativo del territorio locale, così come degli standard qualitativi dei servizi, della sostenibilità ambientale e sociale del piano di investimenti, delle politiche sociali e del lavoro;

le associazioni di categoria in accordo con la Regione chiedono inoltre, in favore dell’impresa balneare già concessionaria, il riconoscimento del valore economico, sociale e commerciale dell’azienda, e del conseguente quantum relativo all’indennizzo anche in relazione agli investimenti effettuati, nel caso in cui la procedura ad evidenza pubblica determini l’acquisizione della concessione di altro soggetto, stabilendo altresì modalità oggettive ed univoche di determinazione del valore dell’azienda.

Considerato inoltre che

risulta inoltre importante riservare una competenza concorrente alle Regioni ed ai Comuni nella determinazione dei criteri delle evidenze pubbliche, con lo scopo di valorizzare il paesaggio e gli elementi identitari della fascia costiera attraverso la qualificazione dell’offerta turistico-balneare, che possa tenere in adeguato conto le peculiarità delle diverse zone costiere;

altri elementi rilevanti riguardano la valutazione circa il numero massimo di concessioni da rilasciare a ogni operatore economico, in modo da garantire l’adeguata pluralità e differenziazione dell’offerta nell’ambito territoriale di riferimento, e la determinazione di limiti minimi e massimi di durata delle concessioni, anche per assicurare un congruo periodo al rientro degli investimenti.

Evidenziato che

da sempre i servizi offerti sono un fiore all’occhiello dell’offerta turistica balneare italiana ed emiliano-romagnola e rappresentano un elemento di forte distintività e unicità nel panorama europeo. Le imprese balneari italiane hanno spesso attuato un modello che ha garantito attrattività turistica e crescita economica e sociale del territorio, creando posti di lavoro e sviluppo;

il comparto balneare è fondamentale per l’economia turistica nazionale, caratterizzata da elevati standard di qualità, professionalità e innovazione.

Dato atto che

in assenza dei decreti attuativi del Governo, aventi la finalità di definire le modalità e i criteri di svolgimento delle evidenze pubbliche rivolte agli enti locali, gli stessi risultano impossibilitati a delineare prontamente i bandi di gara per le nuove concessioni balneari, stante che le attuali sono in scadenza a dicembre 2023;

vi è altresì assoluta urgenza che la riforma delle concessioni balneari, condivisa con i vari livelli istituzionali, le Regioni, i Comuni e le Associazioni del settore e concordata con l’UE, sia adottata in tempi rapidi per dare certezze agli operatori e al comparto turistico nel suo complesso.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

a sollecitare con urgenza il Governo affinché emani i decreti attuativi che definiscano le modalità di svolgimento e i criteri di valutazione per le evidenze pubbliche riguardanti le concessioni balneari in scadenza il 31 dicembre 2023 come da normativa europea e dettato del Consiglio di Stato;

a sollecitare altresì il Governo affinché tali criteri siano delineati secondo le indicazioni condivise dalla Regione Emilia-Romagna in accordo con le associazioni di categoria di riferimento, con il fine di mettere gli enti locali nelle condizioni di indire prontamente i bandi di gara;

a sollecitare infine un’urgente e complessiva riforma della materia delle concessioni balneari, in linea con la normativa comunitaria vigente.

Approvata a maggioranza dalla Commissione II Politiche economiche nella seduta del 27 novembre 2023.

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