Relazione
Il progetto di legge in esame ha quale finalità la riduzione dei costi gestionali dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale: forte segnale della volontà della politica regionale di gravare sempre meno, nell’esercizio delle proprie funzioni, sulle tasse dei cittadini che, nella maggior parte dei casi, vivono periodi di difficoltà economica e sociale importante. La grave situazione economica che colpisce il nostro paese, impone infatti scelte coraggiose volte alla riduzione dei costi complessivi della politica. Il clima di sfiducia verso le istituzioni, la crescente attenzione agli sprechi e i continui scandali sulla gestione poco trasparente di denaro pubblico, devono fare ripensare alle indennità che i politici percepiscono nell’esercizio delle loro funzioni.
Per restituire credibilità e fiducia al nostro lavoro è necessario uno sforzo, un gesto tangibile, che dimostri ai cittadini che la politica è un servizio e non un mestiere.
Il progetto di legge si compone essenzialmente di due parti: la prima prevede la riduzione del 50% dell’indennità mensile lorda e dell’indennità di funzione, mantenendo entrambe agganciate a quelle percepite dai componenti della Camera dei Deputati. In particolare, tale ultima indennità concerne solo il Presidente del Consiglio regionale, i Presidenti delle commissioni assembleari, il Presidente, Vicepresidente e componenti della Giunta regionale. Vengono invece eliminate le indennità attualmente previste per i vicepresidenti dell’Assemblea legislativa, per i segretari dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa, per i capigruppo dei gruppi consiliari e per i vicepresidenti delle commissioni assembleari.
Il progetto, inoltre, prevede l’eliminazione dei rimborsi forfettari di cui beneficiano i Consiglieri, sostituiti da rimborsi che coprano le spese effettivamente e realmente sostenute nell’esercizio delle loro funzioni. Per le stesse ragioni, si intende abolire il rimborso chilometrico forfettario dal proprio domicilio che va incluso nel rimborso spese globale.
La seconda parte del progetto di legge è volta invece ad una diversa regolamentazione dell’erogazione degli assegni vitalizi e dell’indennità di fine mandato spettanti ai consiglieri regionali. Riteniamo infatti sia un privilegio inaccettabile che deve essere abolito.
Si tratta di un buco nero del bilancio regionale, che attualmente scatta a 60 anni, cumulabile totalmente ad altre pensioni. A versare un contributo del 25% sull’indennità mensile lorda sono i componenti dell’Assemblea regionale. Ma la lista dei beneficiari del vitalizio (che comprende anche gli eredi) aumenta, naturalmente, anno per anno in corrispondenza con l’innalzamento delle aspettative di vita. E se nel 2009 la spesa della Regione per questa voce è stata pari a 4.220.000, a questa somma nel 2010 si aggiungeranno i contributi di 10 nuovi beneficiari.
Visto che l’assegno vitalizio varia in base agli anni di mandato (se il consigliere ha ricoperto il ruolo per 5 anni la percentuale è del 20%, e sale fino ad arrivare al 50% per oltre 15 anni di attività) le relative trattenute non coprono i vitalizi degli ex colleghi. E in prospettiva il disavanzo non potrà far altro che aumentare.
Mentre i contributi resteranno stabili, a salire saranno solamente il numero di pensionati ed eredi. Ancora una volta, a pagare è il bilancio della Regione, cioè i cittadini.
Il progetto di legge è volto quindi ad abrogare gli articoli della legge regionale 14 aprile 1995, n. 42, contenuti nel Capo IV, aventi ad oggetto le norme disciplinanti tali assegni vitalizi. Unica eccezione, per i consiglieri che divengano totalmente e permanentemente inabili al lavoro e la cui inabilità venga accertata ad opera di un apposito collegio medico.