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Relazione

RelazioneIl trattamento economico dei consiglieri regionali è disciplinato dalla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 (“Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale”)

La norma oggi in vigore sugli assegni vitalizi spettanti ai consiglieri regionali, rappresenta un privilegio inaccettabile che riteniamo sia giusto abolire. 

Si tratta di un buco nero del bilancio regionale, che attualmente scatta a 60 anni, cumulabile totalmente ad altre pensioni. A versare un contributo del 25% sull’indennità mensile lorda sono i componenti dell’assemblea regionale. Ma la lista dei beneficiari del vitalizio (che comprende anche gli eredi) aumenta, naturalmente, anno per anno in corrispondenza con l’innalzamento delle aspettative di vita. E se nel 2009 la spesa della Regione per questa voce è stata pari a 4.220.000, a questa somma nel 2010 si aggiungeranno i contributi di 10 nuovi beneficiari.

Visto che l’assegno vitalizio varia in base agli anni di mandato (se il consigliere ha ricoperto il ruolo per 5 anni la percentuale è del 20%, e sale fino ad arrivare al 50% per oltre 15 anni di attività) le relative trattenute non coprono i vitalizi degli ex colleghi. E in prospettiva il disavanzo non potrà far altro che aumentare. Mentre i contributi resteranno stabili, a salire saranno solamente il numero di pensionati ed eredi.

Ancora una volta, a pagare è il bilancio della Regione, cioè i cittadini.

Il progetto di legge è volto quindi ad abrogare gli articoli della legge regionale 14 aprile 1995, n. 42, contenuti nel capo IV, aventi ad oggetto le norme disciplinanti tali assegni vitalizi.

Si fa eccezione per i consiglieri che divengano totalmente e permanentemente inabili al lavoro e la cui inabilità venga accertata ad opera di un apposito collegio medico.

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