Oggetto n. 1863 - Risoluzione proposta dai consiglieri Luciano Vecchi, Lombardi, Donini, Defranceschi, Naldi, Barbati, Manfredini, Monari e Noè per impegnare la Giunta a ribadire la necessità di monitorare il rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale e in Marocco e ad attivarsi affinchè l'Unione Europea dia sostegno al Piano di Pace delle Nazioni Unite e al referendum di autodeterminazione del popolo saharawi
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
Dal 1975, il Sahara occidentale è occupato dal Marocco e il popolo saharawi vive separato da 36 anni, tra i territori occupati e i campi profughi di Tindouf, in Algeria.
Nel 1991 il Piano di Pace dell’ONU determina il cessate il fuoco tra il Polisario e le forze di occupazione marocchine. Nel 1992 il Fronte Polisario annuncia la scelta di rinunciare alla violenza per la risoluzione della questione del Sahara occidentale.
La lotta del popolo saharawi per I’autodeterminazione continua quindi in modo pacifico per affermare il proprio diritto all’autodeterminazione, sancito dalla legalità internazionale, anche attraverso la sentenza della Corte di Giustizia dell’ONU nel 1975.
Da mesi i saharawi nei territori occupati hanno intensificato la protesta per ottenere i più elementari diritti: il lavoro, la dignità, la libertà d’espressione e di associazione, il rispetto dei diritti umani, la liberazione dei saharawi imprigionati senza un giusto processo, nonché contro lo sfruttamento illegale delle risorse naturali della propria terra.
Tutte queste proteste sono sempre represse violentemente dalla polizia e dall’esercito marocchini, che hanno causato, nel solo mese di settembre 2011, almeno un morto (domenica 25 settembre 2011), diversi feriti, nonché numerosi prigionieri.
Considerato che
I saharawi arrestati nel novembre dello scorso anno, nel corso dello sgombero forzato del campo di Gdeim Izik, e attualmente detenuti nel carcere di Sale’2, vicino Rabat, hanno lanciato, con un documento, un appello affinché la comunità internazionale faccia pressione sul Governo del Marocco per il rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale.
Nel documento i detenuti si appellano a tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani, ai Parlamenti nazionali e regionali, ai Governi, alle personalità del mondo dell’arte e dello spettacolo e a tutte le persone che hanno una coscienza a fare pressione sul Governo marocchino.
I prigionieri, che manifestavano pacificamente nel “campo della dignità” di Gdeim Izik, in Sahara occidentale, riferiscono che i reclusi nel carcere di Sale’2 sono continuamente sottoposti a pressioni psicologiche e violenze fisiche, parlando anche di una situazione sanitaria disastrosa.
Sottolineato che
Sulla base della propria risoluzione del 26 ottobre 2010, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha inviato - nel mese di marzo 2011 - una propria delegazione nei campi di rifugiati saharawi nel sud dell’Algeria.
Tale delegazione ha constatato come le condizioni di vita dei profughi saharawi siano estremamente difficili e che l’aiuto e la cooperazione internazionale siano indispensabili alla sopravvivenza e allo sviluppo del popolo saharawi.
Si è constatato con soddisfazione come la cooperazione emiliano-romagnola (sia quella sostenuta direttamente dalla Regione che quella realizzata da enti locali ed associazioni) sia particolarmente apprezzata per la sua qualità ed abbia un impatto positivo per la popolazione, in particolare in campo sanitario, alimentare e dell’istruzione.
La III Conferenza internazionale delle città gemellate con il popolo saharawi, svoltasi nello scorso mese di settembre in Italia, ha confermato lo straordinario valore dell’impegno della società civile e delle istituzioni locali italiane per la soluzione positiva della questione saharawi.
Una delegazione di alto livello del Governo della RASD ha visitato la nostra Regione nelle scorse settimane per perfezionare gli accordi di cooperazione e per sottolineare il ruolo politico straordinario che viene giocato dall’intera società emiliano-romagnola per la causa saharawi.
Evidenziato che
La riduzione degli aiuti ai profughi saharawi dovuta alla crisi mondiale, all’aumento dei territori in guerra o in stato di post calamità (vedi Corno d’Africa), da parte di tutti i donors internazionali, a partire dall’UE, dall’ACNUR e dal Ministero degli Esteri del Governo italiano, sta determinando effetti devastanti sulla popolazione saharawi residente a Tindouf (Algeria).
Si calcola che tale riduzione dovrebbe incidere per circa il 30% del budget complessivo che equivale a considerare, nel 2012, circa 45.000 profughi privati degli aiuti alimentari.
A questo occorre aggiungere che moltissimi saharawi che vivevano all’estero, principalmente in Spagna, e garantivano rimesse alle proprie famiglie a Tindouf, sono rientrati nei campi profughi perché hanno perso il lavoro.
Nelle istituzioni Europee è aperto il dibattito sul rinnovo dell’accordo di pesca tra UE e Regno del Marocco, al fine di garantire, in futuro, il rispetto del diritto internazionale e dei diritti del popolo saharawi, sinora non tenuti in considerazione in tale accordo.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
A ribadire con forza la necessità di monitorare il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale nel Sahara occidentale e in Marocco, anche con il coinvolgimento dell’Assemblea legislativa, e favorendo l’incontro della comunità regionale coi rappresentanti di associazioni marocchine e saharawi, impegnate nel campo della tutela dei diritti umani in Sahara occidentale.
A richiedere che in tutte le sedi internazionali si affermi che anche la MINURSO abbia mandato per il monitoraggio del rispetto dei diritti umani nel Sahara occidentale.
A proporre o collaborare nella realizzazione di un importante progetto infrastrutturale nei cosiddetti territori liberati del Sahara occidentale, in sinergia con altre regioni italiane ed Europee.
A chiedere al Governo italiano, di ripristinare il budget di spesa destinato agli aiuti bilaterali ai saharawi in maniera da contribuire alla sopravvivenza di questo popolo.
A proseguire l’opera di monitoraggio dei progetti cofinanziati dalla Regione Emilia-Romagna e sull’effettiva ricaduta sui gruppi più vulnerabili della popolazione saharawi.
Ad attivarsi in tutte le sedi più opportune affinché I’UE dia sostegno al Piano di Pace delle Nazioni Unite e al Referendum di autodeterminazione del popolo saharawi.
A monitorare il rispetto dei diritti umani e portare la solidarietà regionale alle associazioni saharawi e marocchine che lottano per il rispetto dei diritti umani, anche attraverso la presenza di rappresentanti istituzionali nei territori in questione.
A chiedere con forza all’Unione Europea di non siglare accordi con il Marocco che includono anche le risorse del Sahara occidentale, fino a che non venga celebrato il Referendum di autodeterminazione del popolo saharawi.
Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 12 ottobre 2011