RISOLUZIONE - Oggetto n. 559 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Alessandrini, Ferrari, Mumolo, Pariani, Luciano Vecchi, Pagani, Piva, Zoffoli, Carini, Casadei, Moriconi, Cevenini, Marani, Barbati, Mazzotti, Sconciaforni, Naldi, Meo, Donini, Costi, Noè e Defranceschi per impegnare la Giunta, ed invitare i Parlamentari eletti sul territorio regionale, a continuare a sostenere le iniziative per salvare e liberare Sakineh Mohammadi Ashtiani e a sostenere in ogni sede la moratoria della pena di morte
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
In Iran Sakineh Mohammadi Ashtiani, 43 anni, madre di due figli, è detenuta nel braccio della morte nel carcere di Tabriz, nord-ovest del Paese.
Sakineh Mohammadi Ashtiani è stata condannata nel maggio 2006 per aver avuto una “relazione illecita” con due uomini ed è stata sottoposta a 99 frustate e quindi condannata alla lapidazione per adulterio durante il matrimonio.
Considerato che
Le imputazioni sollevate contro Sakineh Mohammadi Ashtiani sono assurde ed in contrasto con i più elementari diritti della persona.
Durante il processo, Sakineh Mohammadi Ashtiani ha ritrattato una confessione rilasciata sotto minaccia durante l’interrogatorio e ha peraltro negato l’accusa di adulterio.
Anche se due dei cinque giudici hanno ritenuto la donna non colpevole, facendo presente che era già stata sottoposta a fustigazione e aggiungendo di non aver trovato le necessarie prove di adulterio a suo carico, i restanti tre giudici l’hanno ritenuta colpevole sulla base della “conoscenza del giudice”, una disposizione della legge iraniana che consente ai giudici di esprimere il loro giudizio soggettivo e verosimilmente arbitrario di colpevolezza anche in assenza di prove certe e decisive.
Sottolineato che
Il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani ha suscitato grandissima emozione in tutto il mondo, dando il via ad una imponente campagna mediatica che ha portato alla sospensione della sentenza di morte, la cui pronuncia è addirittura stata negata dal Presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad.
La grande mobilitazione internazionale ha visto l’appello lanciato dagli organi di stampa italiani che ha raccolto 50 mila firme e l’adesione di diverse regioni italiane; la sottoscrizione promossa dal filosofo Bernard-Henri Lévy alla quale hanno risposto, tra gli altri, gli ex presidenti Jacques Chirac e Valery Giscard d’Estaing, ai tanti sostenitori in sede europea fra cui il sindaco di Bruxelles, Freddy Thielemans, lo scrittore Marc Bressant, il filosofo Luc Ferry, lo scrittore Viviane Forrester, lo storico Max Gallo, lo scrittore Marek Halter, lo scrittore Alexandre Jardin, la psicanalista Julia Kristeva, il ministro della Cultura Fadila Laanan, il deputato federale Karine Lalieux, il sociologo Edgar Morin, lo scrittore Gilles Perrault, lo storico Michelle Perrot, lo scrittore Nicolas Rey, lo storico Elisabeth Roudinesco, il filosofo Michel Serres, lo scrittore Gilbert Sinoué, il sociologo Alain Touraine, il sociologo Michel Wieviorka.
Nonostante ciò la sentenza di morte è tutt’altro che scongiurata ed il 28 settembre scorso è stata annunciata la condanna all’impiccagione per l’omicidio del marito.
Evidenziato che
L’Italia, come noto, da anni è impegnata nel portare avanti alle Nazioni Unite iniziative per la moratoria e - in prospettiva - l’abolizione della pena di morte.
Anche in sede europea l’Italia ha fatto sentire la propria voce nell’elaborazione delle misure che a livello dell’UE sono state concordate per rappresentare al Governo iraniano l’aspettativa per il rispetto del diritto alla vita in relazione al caso della signora Ashtiani ed altri casi simili come quelli di Maryam Ghorbanzadeh, Kobra Babbei e Azar Bagheri.
In questi casi si è rilevato strategico il ruolo dell’opinione pubblica internazionale per far mutare decisioni già assunte da alcuni Paesi.
Tutto ciò premesso e considerato
Impegna la Giunta ed invita i parlamentari eletti sul territorio regionale
A continuare a sostenere con convinzione ogni iniziativa per la salvezza e la liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani.
A far pervenire al Governo iraniano la propria convinta opposizione verso l’applicazione di pene in contrasto coi diritti inviolabili di ogni persona.
A sostenere in ogni sede e circostanza la moratoria contro la pena di morte.
A promuovere apposite iniziative politiche di sensibilizzazione sulla vicenda.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 7 ottobre 2010