- da notizie di stampa si apprende che centinaia di donne e ragazze del cantone curdo-siriano di Afrin, occupato dalla Turchia e dalle milizie islamiste nell’aprile 2018, sono state trasferite in Libia, per fare da schiave sessuali ai mercenari inviati da Ankara al fianco del governo di Tripoli;
- le ragazze sembra che siano state rapite e fatte passare dal confine turco-siriano per essere vendute a trafficanti e poi condotte in Libia;
- dall'inizio della guerra civile siriana sembra che rapimenti, stupri, uccisioni e sparizioni delle donne curde, sia in Siria del Nord che in Turchia, siano stati perpetrati dall’Isis, e dai mercenari supportati dalla Turchia, mercenari che negli ultimi mesi sono stati traferiti a migliaia in Libia per mezzo di navi turche e con loro donne curde, arrestate senza ragione, rapite dalle loro case e vendute come schiave sessuali e messe a disposizione di questi mercenari;
- a darne conto era stato il network Afrin Report, che cita le denunce dei residenti, già verificate e documentate dal Missing Afrin Women Project, che ha tracciato in una mappa interattiva almeno 150 sparizioni.
Considerato che
- gli Stati hanno l'obbligo derivante dal diritto internazionale di prevenire e contrastare le violazioni dei diritti umani, anche nell'ambito di situazioni di conflitto ed anche quando perpetrate da organizzazioni non statali, dovendo in particolare garantire il diritto delle donne a non subire torture ed altri trattamenti disumani e degradanti nell’ambito di un human trafficking finalizzato a schiavitù sessuale, come ricordato con chiarezza in apposita raccomandazione generale del Comitato per l'implementazione della CEDAW, la Convenzione ONU per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne, ratificata, oltre che dall'Italia e numerosi altri Stati del mondo, anche dalla Turchia;
- la tratta o human trafficking è dunque un reato internazionale, una violazione gravissima dei diritti umani, nonché una delle forme più gravi in cui si articola la violenza contro le donne così come definita dalla Convenzione del Consiglio d’Europa di Istanbul, anch’essa ratificata dal nostro Paese e dalla Turchia, ma troppo spesso inattuata ed oggi pericolosamente messa in discussione da Stati anche appartenenti all’Unione;
Evidenziato che
- in occasione della Giornata Mondiale contro la Tratta di Esseri Umani del 30 luglio 2020, l'organizzazione WeWorld, che da mezzo secolo difende i diritti di donne e bambini in 27 Paesi, ha denunciato una crescita del trafficking, le cui vittime comprendono 12 milioni di bambine e bambini in tutto il mondo e che sono, per il 70%, donne sfruttate e schiavizzate;
- la Regione Emilia-Romagna condanna ogni violazione dei diritti umani e promuove attraverso strumenti e collaborazioni internazionali i diritti fondamentali, le libertà e le pari opportunità delle persone, attuando tra le altre le Convenzioni di Istanbul e ONU contro le violenze di genere sulla base della propria legge quadro 6/2014, nonché sostenendo programmi annuali di cooperazione allo sviluppo e aiuti umanitari con particolare attenzione alle emergenze che nel mondo coinvolgono minori e donne;
- inoltre, per quanto di propria competenza, promuove e coordina dal 1996 il progetto “Oltre la Strada”, ovvero un sistema integrato di interventi di emersione e protezione rivolti a vittime di grave sfruttamento, riduzione in schiavitù e human trafficking, con l’obiettivo di accompagnarle in un percorso di uscita e inserimento sociale, avvalendosi di una rete di welfare composta di O.N.G., cooperative e associazionismo sociale.
Impegna la Giunta regionale e l’Assemblea legislativa, per quanto di competenza
- a sollecitare il Governo italiano ad adoperarsi, d'intesa con gli altri Paesi dell'Unione Europea, nel quadro degli strumenti a disposizione della comunità internazionale, ed anche in seno all'organizzazione delle Nazioni Unite, per far cessare la tratta, la schiavitù sessuale e le indicibili violenze cui sono sottoposte le donne in zone di conflitto e instabilità;
- a promuovere conoscenza e consapevolezza volte al rispetto dei diritti umani mediante le progettualità regionali partecipative e per la cittadinanza attiva nonché i programmi educativi che ogni anno coinvolgono scuole, associazioni e istituzioni culturali dell’Emilia-Romagna;
- a rilanciare, sia nelle sedi internazionali che nell’ambito delle proprie politiche di contrasto all’human trafficking, l’azione umanitaria, di cooperazione internazionale e promozione dei diritti fondamentali delle persone, delle donne e dei minori nel territorio dell’Unione Europea e nelle zone del mondo dove sono violati, mantenendo alta l’attenzione in particolare sull’attuazione delle Convenzioni ONU ed europea di Istanbul in materia di violenza contro le donne.
Approvata all’unanimità dalla Commissione per la parità e per i diritti delle persone nella seduta del 28 settembre 2023.