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Oggetto n. 1820 - Risoluzione proposta dal consigliere Favia circa le azioni da porre in essere per preservare, consentendone la fruizione pubblica con servizi a vantaggio della cittadinanza, l'edificio che ospitava la clinica odontoiatrica "Beretta" di Bologna

Premesso che

in Via XXI Aprile 1945, n. 15, di Bologna, fino al giugno 2007 ha svolto servizio pubblico la clinica odontoiatrica “A. Beretta”;

tale edificio è ubicato in zona residenziale, nel quartiere Saragozza, all’esterno della cerchia dei viali che delimitano il centro storico di Bologna;

il fabbricato fu edificato nel 1930 per volontà del proprietario Alfredo Antinocoli su progetto redatto dall’lng. Giulio Muzii e destinato a clinica privata, nacque come “Villa Littoria” e successivamente fu denominato “Villa Sabaudia”; 

il fabbricato si sviluppa su sei livelli ed ha una consistenza catastale di 6.138 m. cubi con ampio giardino caratterizzato dalla presenza di piante ad alto fusto quali tigli, ippocastani e cedri;

l’intera area comprensiva del fabbricato e del giardino è di proprietà dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna.

Considerato che

la vocazione del luogo, l’interesse pubblico sempre esercitato ed il forte legame con la cura sconsigliano di realizzarne la classica residenza privata derivata dalla dismissione di un servizio per la collettività;

la tipologia costruttiva presenta elementi interessanti e vincolati dal punto di vista ambientale e culturale.

Rilevato che

l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna, attuale proprietaria dell’immobile, ha messo in vendita l’area in oggetto;

una prima e seconda asta è andata deserta, verosimilmente per abbassarne il prezzo di vendita o ricorrere a trattativa privata;

la città di Bologna non può privarsi con indifferenza di una preziosa e storica risorsa, continuo riferimento per le cure ed il benessere delle persone.

Tenuto conto che

la città di Bologna, l’ASL di riferimento, nonché l’Ospedale Maggiore “Carlo Alberto Pizzardi”, che si trova a poca distanza dall’immobile in oggetto, non dispongono di strutture recettive per familiari di degenti e segnatamente vi sono alcuni esempi operanti nella città di Bologna che ben funzionano, i quali consentirebbero delle entrate economiche all’ente, tali da pareggiare costi di gestione o tali da consentire il reimpiego produttivo delle eccedenze;

gli ospedali della città di Bologna non hanno disponibilità di spazi fisici per gli uffici amministrativi delle associazioni di volontariato che hanno sede presso gli ospedali; la città e l’ASL di Bologna non dispongono di alloggi destinati al personale sanitario. La mancanza di personale sta diventando un’emergenza. Le strutture sanitarie più elastiche e meglio organizzate nella gestione del personale sanitario riescono ad assumere in tempi brevissimi grazie a delle facilitazioni per il personale neoassunto, tra le quali il più appetibile è l’alloggio, seppure provvisorio;

la città di Bologna non ha un adeguato numero di strutture capaci di ospitare il turismo rappresentato da giovani che vogliano soggiornare in città o nei comuni vicini a costi accessibili, né un adeguato numero di strutture che permettono l’aggregazione giovanile, vale a dire l’opportunità per i giovani d’impegno e di utilizzo del tempo libero, possibilità di usufruire di luoghi per creare eventi a contenuti formativi e socializzanti allo scopo di favorire un corretto sviluppo psico-fisico;

fra le diverse cause che spingono alcune/alcuni giovani a fare scelte inqualificabili per rompere la loro noia, sono da computare la mancanza di spazi, servizi e opportunità, per accogliere e valorizzare questo tempo della vita, riconoscendone la cittadinanza anche attraverso la qualità urbana;

la struttura è compatibile ad un utilizzo sia di tipo recettivo sia di tipo aggregativo per giovani, cittadini in genere, comitati, associazioni;

la crisi immobiliare in atto, che coinvolge sia l’edilizia residenziale sia quella terziaria destinata a segnare i prossimi anni, facendo tramontare l’ipotesi che lo sviluppo urbano si sorregga sulla crescita edilizia, determinerebbe in caso di vendita dell’immobile un realizzo non consono al reale valore della struttura immobiliare e delle sue potenzialità per uso civico.

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna impegna

la Giunta regionale e l’Assessore competente

ad agire per preservare il bene, rinnovandone la fruizione pubblica con servizi a vantaggio della cittadinanza, anche attraverso la coprogettazione fra i diversi enti pubblici locali (Comune, Provincia, Regione).

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 ottobre 2011

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