RISOLUZIONE - Oggetto n. 556 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Moriconi, Garbi, Piva, Mumolo, Monari, Ferrari, Zoffoli, Marani, Montanari, Montani, Carini, Pariani, Mazzotti, Casadei, Costi, Cevenini, Luciano Vecchi, Barbati, Meo, Sconciaforni e Donini per impegnare la Giunta a dichiarare l'indisponibilità della Regione Emilia-Romagna all'installazione di una centrale nucleare sul territorio regionale e per incentivare la ricerca e le azioni a supporto di energie alternative e rinnovabili ed il risparmio energetico
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
Nel 1987 il popolo italiano si è pronunciato per via referendaria sulla fine della produzione di energia nucleare nel nostro Paese.
Nel 2008 a distanza di poco più di vent’anni, il Governo centrale ha deliberato il riavvio del programma di sviluppo del nucleare ai fini energetici.
Nel dicembre del 2009 questa Assemblea legislativa ha espresso in una risoluzione la netta contrarietà al programma ed all’installazione sul proprio territorio regionale di nuove centrali o siti di stoccaggio delle scorie.
Si moltiplicano i comitati spontanei di cittadini contrari al ripristino dei siti quali la centrale in dismissione di Caorso (PC), o di associazioni ambientaliste che propongono un’attenzione maggiore alle fonti energetiche rinnovabili.
Considerato che
Nonostante la Regione Emilia-Romagna si sia dotata del Piano Energetico Regionale, che fa leva sul risparmio e sull’efficienza energetica per contenere il fabbisogno e punta all’autosufficienza regionale con l’uso delle fonti rinnovabili e il metano senza il bisogno di centrali nucleari sul proprio territorio, l’Italia ancora non si è dotata di un organico ed analogo strumento di pianificazione nazionale.
Le parole chiave del Piano Energetico Regionale sono: sicurezza, affidabilità, continuità ed economicità degli approvvigionamenti per il fabbisogno interno, uso efficiente delle risorse, compatibilità ambientale e territoriale e riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti dei sistemi energetici territoriali.
Il P.E.R. già prevede sostegni alla diffusione di piccoli impianti di energia da biomasse, solare termico e fotovoltaico, biogas e geotermia.
Le azioni messe in campo per attuarlo hanno impegnato risorse importanti, pari a circa 140 milioni di euro nel triennio 2007-2009, grazie ai quali si sono pressoché raggiunti gli obiettivi al 2010 di potenza installata da fonti rinnovabili, registrando sul fotovoltaico un risultato e uno sviluppo molto superiore alle attese.
Preso atto che
Il Governo centrale di centrodestra sta adottando misure contraddittorie, che contrastano con gli indirizzi comunitari di risparmio energetico, valorizzazione delle fonti rinnovabili, limitazione delle emissioni di gas serra;
lo stesso Governo adotta invece la politica degli annunci sterili, ipotizzando un imprecisato “ritorno al nucleare” quale soluzione di tutti i problemi energetici del Paese senza che a tutt’oggi siano state avanzate proposte concrete per ridurre il fabbisogno energetico.
Valutato che
La nostra Regione non è pregiudizialmente a favore o contro alcun tipo di fonte energetica sicura e affidabile e, ad esempio, ha più volte sollecitato in sede nazionale, attraverso i propri rappresentanti istituzionali, un’attività di ricerca rivolta al nucleare c.d. di quarta generazione, che garantisca in modo scientifico la sicurezza della tecnologia a salvaguardia dell’ambiente in tutte le fasi;
per quanto riguarda il nucleare di oggi, restano infatti del tutto irrisolti i problemi di impatto ambientale, sicurezza della popolazione e, in particolare, di smaltimento delle scorie radioattive, inoltre anche il c.d. nucleare di quarta generazione è, allo stato attuale della ricerca, una tecnologia non ancora concreta ed attuabile;
gli studi presentati a sostegno del programma energetico nucleare sono segnati più dalle ragioni della propaganda che della realtà: è falso che il nucleare ridurrebbe i costi per le famiglie, infatti senza un forte sostegno pubblico l’attuale nucleare non è competitivo e i costi ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani, che già oggi ogni anno pagano 400 milioni di euro sulle bollette elettriche per smaltire le scorie del vecchio nucleare;
anche l’Ufficio federale di Statistica americano valuta il nucleare come l’energia più costosa, infatti in questo momento è bloccato il percorso di costruzione di nuove centrali: sarebbe pari a 101,82 centesimi di dollaro il costo di 1 Kwh da fonte nucleare contro i 99,45 dell’eolico, 98,23 del carbone e 81,72 del gas naturale;
l’Eurispes in una ricerca del 2009 ha evidenziato bene che la scelta nucleare, oltre che troppo costosa e insicura, necessita di tempi troppo lunghi per rappresentare la soluzione energetica dell’Italia, considerato in particolare il blocco totale delle attività e della ricerca determinato dall’esito referendario del 1987;
la lista dei possibili siti di stoccaggio delle scorie proposta dalla SOGIN, la società pubblica del nucleare, non è ancora stata chiarita ma ci sono timori che il Governo, in termini dì opportunismo, pensi di assegnare alle Regioni “meno amiche” il peso delle future centrali nucleari;
l’Emilia-Romagna, con grande senso di responsabilità, ha dimostrato più volte solidarietà verso gli altri territori, contribuendo in modo importante al benessere ambientale di tutto il Paese.
Dichiara
il totale disaccordo e l’indisponibilità alla installazione o alla attivazione di una centrale nucleare sul territorio regionale.
Impegna la Giunta regionale
Ad attivarsi, presso la Conferenza Stato-Regioni ed in ogni altra sede opportuna, per riaffermare la indisponibilità dell’Emilia-Romagna ad ospitare una centrale nucleare all’interno del territorio.
A proseguire il lavoro positivo fin qui svolto per monitorare la completa fase di smantellamento della centrale di Caorso (PC).
A sollecitare l’adozione di un piano energetico nazionale elaborato col coinvolgimento delle Regioni per la definizione del reale fabbisogno energetico e della reale possibilità di risparmio energetico da svilupparsi utilizzando le fonti rinnovabili e naturali.
A valorizzare nel piano energetico nazionale l’energia solare quale eccellenza italiana sia per produzione che consumo, dando così una risposta ai temi energetici ed occupazionali per ricercatori e lavoratori in settori fortemente innovativi.
A sostenere con forza la ricerca scientifica nel campo dell’efficienza e del risparmio energetico, delle fonti rinnovabili nonché di tutte le energie alternative a quelle nucleari e fossili, con piani integrati sotto il profilo di risorse e progettualità.
A valorizzare l’efficienza e il risparmio energetico per una forte riduzione dei consumi.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 ottobre 2010