RISOLUZIONE - Oggetto n. 505 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Costi, Casadei, Montanari, Montani, Piva, Ferrari, Alessandrini, Carini, Pagani, Zoffoli, Mori, Mumolo, Moriconi, Mazzotti, Marani e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla realizzazione della Riforma Federalista dello Stato tramite il coinvolgimento delle Istituzioni locali ed al ripristino delle fonti di finanziamento relative alla montagna
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l’assenza di risposte efficaci e strutturali alla crisi economica da parte del Governo nazionale, unita alla politica di tagli ai settori vitali della società italiana - dalla scuola ai servizi sociosanitari - ha portato gli Enti locali a gravissime difficoltà nella gestione ordinaria e ad una vera e propria impossibilità nel programmare strategie di sviluppo ed investimento locali;
tale situazione risulta ancora più insostenibile per gli Enti montani, storicamente alle prese con i problemi legati allo spopolamento, all’isolamento, alle carenze infrastrutturali e di servizio ed ulteriormente depressi dall’azzeramento del Fondo ordinario per la montagna (L. 97/94) disposto dalla Finanziaria 2010, mentre ancora si attendeva l’attribuzione del Fondo 2009.
Considerato che
a tale azzeramento - e nonostante l’accordo raggiunto il 20 luglio scorso col Governo - si deve sommare il blocco dei trasferimenti erariali di parte corrente delle Comunità montane relativi al fondo consolidato, destinato alla copertura del pagamento dei dipendenti, e per la copertura dei mutui con ammortamento a carico dello Stato, contratti dalle Comunità montane stesse;
i nuovi tagli dei trasferimenti vengono ad assommarsi a quelli già operati nei confronti delle Comunità montane con la legge finanziaria 2008 (legge 244/2007) e dal decreto legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 133/2008, che già avevano comportato gravissimi problemi alle Comunità montane, la maggioranza delle quali subendo ulteriori tagli si troverà nella oggettiva impossibilità di chiudere i propri bilanci.
Evidenziato che
la nostra montagna, vera spina dorsale del sistema regionale, rappresenta oltre il 41% del territorio emiliano-romagnolo, con 118 Comuni montani e oltre il 10% di popolazione residente complessiva, con 421.000 abitanti;
consapevole dell’importanza sociale ed ambientale di questo territorio, la Regione Emilia-Romagna da tempo persegue una politica di valorizzazione della montagna a partire dal “Progetto per l’Appennino” del 2002, che modificò completamente l’ottica programmatoria proponendo una visione condivisa dei problemi e delle strategie da assumere a favore della montagna regionale, assunta poi a fondamento della L.R. 2/04 “Legge per la montagna”;
in questa legislatura la Regione ha deciso di rafforzare il suo impegno nei confronti dei problemi della montagna istituendo dapprima l’assessorato alla Montagna;
in tale direzione si muovono sia il PTR che tutti i piani di settore della programmazione regionale, da quello di sviluppo rurale a quello paesistico, dai programmi comunitari a quelli di estensione infrastrutturale.
Sottolineato che
tra il 2005 e il 2008 la Regione ha finanziato investimenti per un importo medio annuo di 100 milioni di euro, a cui si aggiungono 19mln€ che sono andati ad integrare le risorse (solo 7mln€) del Fondo nazionale per la Montagna - per il sostegno agli Accordi-quadro per lo sviluppo delle zone montane - 4,8mln€ per la riorganizzazione istituzionale delle Comunità montane e delle Unioni;
la nuova programmazione 2009-11 prevede una dotazione di circa 95mln€ annui, mentre recentemente la Regione ha finanziato con 9mln€ 19 nuovi Accordi-quadro inerenti fra l’altro la difesa del suolo, la riqualificazione urbana, la valorizzazione del patrimonio e il sostegno alle imprese, ulteriori 5 mln€ sono andati alla manutenzione della viabilità ordinaria e circa 2mln€ alle opere di bonifica.
Ribadito che
la politica di tagli indiscriminati portata avanti da questo Governo - che fra l’altro non ha prorogato le agevolazioni per il gasolio e il Gpl da riscaldamento per chi risiede nei comuni montani non metanizzati e ricadenti nelle zone climatiche - è segno di miopia istituzionale, e significa azzerare la programmazione allo sviluppo in area montana e rinunciare ad una politica mirata alla specificità di questi territori;
nonostante le quotidiane affermazioni sulla volontà di attuare il federalismo fiscale, le azioni del Governo hanno minato l’autonomia degli enti montani ed umiliato la loro capacità decisionale;
anche l’istituzione delle Zone Franche Montane - insistentemente paventata in sede di Finanziaria 2010 sul modello delle Zone Franche Urbane, istituite nel 2009 ma mai in realtà finanziate - si è risolta in un nulla di fatto, lasciando sulla carta la programmazione di una fiscalità differenziata;
Invita la Giunta
a ribadire al Governo la necessità che la Riforma Federalista dello Stato sia finalmente perseguita non solo a proclami ma attraverso il reale e costante coinvolgimento delle istituzioni locali alle decisioni che le riguardano;
a richiedere, come già fatto con lettera del 3 settembre scorso dell’assessore competente al ministro Fitto, l’immediato ripristino delle fonti di finanziamento a vario titolo tagliate alla montagna;
a proseguire con forza gli interventi presso il Governo, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, affinché vengano prese le adeguate misure finanziarie per sostenere la difesa e il rilancio della montagna, con particolare attenzione alle persone, alle imprese e al territorio.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 ottobre 2010