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ORDINE DEL GIORNO - Oggetto n. 7973 - Ordine del giorno n. 2 collegato all'oggetto 7675 Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Decisione sulle osservazioni pervenute e approvazione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030)". A firma del Consigliere: Occhi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

bruciare in campo residui colturali o della vegetazione è una antica pratica di fertilizzazione diffusa in passato in terreni investiti a prato o pascolo, incendiando le stoppie o l'erba secca. La pratica del debbio o addebbiatura (così chiamato l'incendio dei residui colturali) produce sicuramente vantaggi immediati per la fertilità dei terreni, sebbene nel lungo periodo abbia un effetto contrario di impoverimento della sostanza organica nel suolo. ln alcune regioni italiane viene ancora praticata per l'eliminazione delle stoppie di cereali dopo la mietitura, dei residui di potatura in frutteti, vigneti o oliveti e degli scarti non commerciali degli arboreti da legno.

Ad oggi l'abbruciamento dei residui vegetali è normato dall'art. 182 comma 6 bis del D.Lgs.152/2006 e dall'art. 10 del D.L. 69/2023 (conv. in L. n. 103/2023).

Considerato che

sia necessario implementare e sperimentare nuove tecniche e procedure per smaltire i residui vegetali diminuendo gli impatti ambientali e massimizzando il recupero energetico.

Tra le varie tecniche sperimentate per il trattamento dei residui vegetali vi è la pirolisi.

La pirolisi è un processo di decomposizione termochimica, ottenuto mediante l'applicazione di calore e in completa assenza di ossigeno; in questo modo il materiale subisce la scissione dei legami chimici originari con formazione di molecole più semplici.

Uno dei sottoprodotti della pirolisi è il biochar.

Il biochar è carbone vegetale che si ottiene dalla pirolisi di diversi tipi di biomassa vegetale e ha funzione di ammendante dei suoli. Di particolare interesse risulta la sua produzione a partire da residui/sottoprodotti agricoli quali potature, stoppie di mais o grano, lolla di riso, mallo di mandorla, fogliame secco, ecc. La pirolisi permette di ottenere: un gas (syngas) con un potere calorifico pari al GPL che può essere utilizzato in processi produttivi che necessitano di calore (es: essiccazione o produzione di energia elettrica), e biochar o carbone vegetale. I l sottoprodotto della pirolisi è il biochar (90% di contenuto di carbonio) che, se applicato ai suoli, è un potente ammendante. Molti studi hanno già dimostrato l'impatto positivo dell'applicazione del biochar sulle rese agricole diminuendo il fabbisogno di acqua e fertilizzanti. La struttura compatta del biochar permette a questo prodotto di non essere degradato dai microrganismi del suolo e quindi di stoccare carbonio invece di farlo tornare in atmosfera sotto forma di C02 come nel caso del compost o dell'abbruciamento dei residui di potatura; inoltre l'impiego di biochar sui terreni agricoli permette di diminuire le emissioni di N20 dal suolo, gas a effetto serra con un potenziale di riscaldamento globale 296 volte maggiore della C02.

Posto che

nel 2021 l’Autorità Distrettuale del fiume Po presentò un progetto pilota per ridare vita ad alcune aree del nostro Appennino: "sostenibilità e resilienza per lo sviluppo di nuove forme di impiego e per la produzione di energia green".

Tra le varie ipotesi vi era quella di avviare il recupero di biomassa di qualità per essere impiegata nella generazione di energia tramite nuove tecnologie come la pirolisi, che avrebbe affiancato una stazione sperimentale per la produzione di idrogeno verde.

Ritenuto che

sia necessario proseguire la ricerca e la sperimentazione di processi e tecnologie in grado di migliorare la gestione dei residui vegetali, con contestuale produzione di energia o prodotti energetici.

Sia necessario continuare a implementare nuove tecnologie nel settore agricolo anche al fine di diversificare il reddito delle aziende.

Queste nuove tecnologie potrebbero aiutare alcune filiere come quelle risicola.

Impegna la Giunta regionale

a valutare, nell'ambito delle politiche di sviluppo rurale, eventuali forme di sostegno allo sviluppo della sperimentazione di nuove forme di trattamento e smaltimento dei residui agricoli anche a fini energetici.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 30 gennaio 2024

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