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Oggetto n. 7568 - Ordine del giorno n. 14 collegato all'oggetto 7122 Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2024-2026". A firma dei Consiglieri: Rontini, Zappaterra, Marchetti Francesca, Caliandro, Dalfiume, Fabbri, Costi, Daffadà, Soncini, Molinari, Costa, Sabattini, Bulbi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

il Documento di economia e finanza regionale è parte del processo di programmazione nazionale: è un atto complesso, molto articolato, che contiene gli obiettivi politico-strategici della Regione Emilia-Romagna, li collega alle missioni e ai programmi, rappresentando anche uno strumento per la valutazione interna dell'Ente.

Il DEFR 2024-2026 è il quarto della Legislatura e sviluppa il programma di mandato del Presidente, integrandolo con il Patto per il lavoro e per il clima, il bilancio regionale e la strategia Agenda 2030. Si compone di tre parti: la prima fornisce un dettagliato contesto di riferimento, includendo analisi approfondite sull'ambito economico internazionale, comunitario, nazionale, regionale e provinciale; la seconda è dedicata agli obiettivi strategici dei singoli assessorati, focalizzati sulle diverse aree di interesse; la terza delinea gli indirizzi attribuiti dalla Giunta regionale alle società partecipate, alle aziende, alle agenzie, alle fondazioni ed agli altri enti regionali.

Il DEFR viene solitamente approvato entro il mese di luglio, ma la gravità degli eventi di maggio, in Romagna e in Appennino, ha comportato la necessità di rivedere gli obiettivi alla luce dei provvedimenti emergenziali e di ricostruzione necessari alla messa in sicurezza e alla ripartenza di quei territori. Pertanto, l'approvazione del DEFR è stata posticipata per permettere una revisione e un potenziamento degli obiettivi del Documento.

L'obiettivo principale è quello di superare l'emergenza, collegarla strettamente alla ricostruzione per favorire la ripresa delle attività nelle zone colpite.

Premesso inoltre che

i sopracitati eventi calamitosi hanno prodotto conseguenze disastrose per la popolazione, le attività produttive e il territorio di parte significativa di importanti centri abitati, quali Faenza, Forlì e Cesena, e di tanti altri Comuni delle province romagnole.

In 6 giorni, nei 2 eventi, è piovuto per un totale di 80 ore. Qualche ulteriore dato per inquadrare meglio il fenomeno: l'Emilia-Romagna in un anno consuma 1,4 miliardi di metri cubi di acqua per uso civile, industriale e irriguo; in pochi giorni, su una porzione di territorio di 16mila chilometri quadrati, si sono rovesciati 4,5 miliardi di metri cubi di acqua: l'equivalente di 128 dighe di Ridracoli.

In questo scenario, sono esondati 23 fiumi e corsi d'acqua, anche in più punti. In 45 comuni si sono registrati oltre 60 allagamenti, l'Appennino è ferito da alcune migliaia di frane che interessano 74 Comuni: 1047 le principali e numerose quelle di nuova attivazione.

Un evento di dimensioni tanto straordinarie, di una portata mai vista nel nostro territorio, ha comportato danni per quasi 9 miliardi di euro: una stima che non tiene conto, ad esempio, dei costi indiretti, come i mancati guadagni delle imprese.

Sul fronte pubblico, con riferimento in particolare a fiumi, canali e infrastrutture stradali la stima è di 4,35 miliardi di euro, tra cui gli interventi urgenti e necessari per mettere in sicurezza il territorio entro la fine dell'estate. Si tratta di 5.885 interventi per un costo stimato pari a 1,8 miliardi di euro. Sul fronte imprese e privati la stima superiore ai 4 miliardi di euro.

Considerato che

l'alluvione è paragonabile, in termini di danni, ad un secondo terremoto, ma in termini di ricostruzione presenta complessità che non possono prescindere dal rimborso del 100% dei danni a privati e imprese. Tutto questo per evitare che la nostra Regione - locomotiva dell'intero Paese - fermi la sua corsa.

Rilevato che

a seguito di intesa tra il Dipartimento di Protezione civile nazionale ed il Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in qualità di Commissario di Governo delegato alla gestione dell'emergenza, è stato prontamente attivato il Contributo per Autonoma Sistemazione (cosiddetto CAS): si tratta di un sostegno economico dato alle persone e alle famiglie che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione - quella in cui alla data degli eventi alluvionali era fissata la residenza anagrafica - e che hanno trovato un alloggio alternativo (presso familiari e amici, ad esempio, ma anche in albergo o altre strutture), in attesa di poter far rientro nelle proprie abitazioni.

Il CAS si traduce in 400 euro per i nuclei composti da una sola persona, 500 euro per due persone, 700 euro per tre, 800 euro per quattro e 900 euro per i nuclei di cinque o più persone. Viene concesso fino alla revoca dell'ordinanza di sgombero oppure fino al recupero dell'agibilità dell'abitazione di residenza, necessaria al rientro. O, infine, fino a che si sia provveduto ad altra sistemazione stabile e comunque non oltre la scadenza dello stato di emergenza.

È stato altresì previsto il Contributo di Immediato Sostegno ai nuclei familiari (CIS): un primo contributo da 5.000 euro, con un acconto di 3.000, alle famiglie la cui abitazione principale è stata allagata e alle unità immobiliari che sono state direttamente interessate da movimenti franosi o smottamenti che le hanno rese inutilizzabili.

Valutato positivamente che

nelle scorse settimane la Regione ha recentemente approvato la Legge regionale n. 3 del 2023 recante "Misure urgenti a sostegno delle comunità e dei territori della Regione Emilia-Romagna colpiti dai recenti eventi emergenziali" che mette a disposizione, tra donazioni e fondi propri dell'Ente, oltre 50 milioni di euro a sostegno delle popolazioni colpite dalle emergenze 2023 (alluvione, grandinate di luglio, granchio blu).

L'articolo 2 della citata Legge reca "Misure finanziarie per i fondi oggetto di liberalità a sostegno di cittadini, imprese, altri soggetti privati ed enti locali colpiti dagli eventi alluvionali nel territorio emiliano-romagnolo nel mese di maggio 2023" prevedendo misure, rispettivamente, a favore:

1. dei cittadini residenti che, alla data del 1° maggio 2023, siano stati intestatari di veicoli danneggiati dagli eventi alluvionali;

2. delle famiglie e delle persone, residenti o con dimora principale, abituale o prevalente nei medesimi territori, in particolari situazioni di fragilità economica e sociale e delle famiglie e dei nuclei in cui siano presenti persone con disabilità;

3.delle imprese o altri soggetti privati che operano nei medesimi territori e che hanno subito danni a causa degli eventi alluvionali di cui al presente comma;

4 degli enti locali delle aree interessate dagli eventi alluvionali per interventi straordinari relativi, in particolare, a beni immobili pubblici adibiti a scuole, a impianti

Dato atto che

mercoledì 18 ottobre è stata presentata in Commissione assembleare "Territorio, Ambiente, Mobilità" la deliberazione di Giunta con la quale si procederà all'assegnazione della prima tranche delle risorse destinate dalla Regione a sostegno di alcune categorie colpite dall'alluvione di maggio, come previsto dalla sopracitata Legge. Si tratta di 27 milioni di euro per la sostituzione o la riparazione dei veicoli danneggiati nell'alluvione dello scorso maggio e 5 milioni per le famiglie fragili residenti nelle zone alluvionate. L'assegnazione delle prime avverrà attraverso un bando pubblico, che dovrebbe essere approvato già questa settimana.

Rilevato invece che

da indiscrezioni circolate circa l'attesa bozza di ordinanza commissariale, la prima rivolta alle famiglie e in via d'adozione, che dovrebbe riguardare ''gli immobili di edilizia abitativa e le relative pertinenze'; sembrerebbe che i beni mobili distrutti o danneggiati dagli eventi alluvionali, quali cucine, lavastoviglie, lavatrici ed altri elettrodomestici, non rientrino tra i beni indennizzabili.

Rispondendo all'interrogazione di attualità in Aula n. 7541, la Vicepresidente Priolo ha confermato che, ad oggi, il risarcimento per i beni mobili non è stato previsto nel Decreto 104, ''nonostante la stessa Regione abbia presentato decine di emendamenti a tal fine” e aggiungendo che "ciò crea sperequazione tra imprese e cittadini, perché le imprese hanno il mobilio riconosciuto tra gli indennizzi. Il confronto con la Struttura commissariale è eccellente ma non possono fare ciò che non è previsto nella norma”.

Evidenziato che

per le popolazioni alluvionate il pieno rimborso del mobilio è funzionale alla ripresa delle proprie vite: il mancato riconoscimento sarebbe un'anomalia, mai verificatasi nelle precedenti emergenze, che potrebbe creare ulteriore tensione sociale.

Ecco perché, intanto e comunque, nell'ordinanza in via di predisposizione si sta prevedendo di inserire il risarcimento dei mobili come ricognizione, in attesa che nella Legge finanziaria nazionale il Governo preveda le necessarie risorse e attui le modifiche normative funzionali a dare concretezza al rimborso al 100% più volte promesso dalla stessa Presidente del Consiglio.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

perché, in tutte le sedi e con tutti gli strumenti a sua disposizione, anche coinvolgendo gli eletti in Parlamento di ogni parte politica, continui a sollecitare il Governo affinché i beni mobili (quali cucine, lavastoviglie, lavatrici ed altri elettrodomestici e mobilio), contenuti negli immobili di edilizia abitativa (e nelle relative pertinenze) siano compresi tra i danni indennizzabili, scongiurando la sciagurata ipotesi del mancato rimborso, che in questi giorni preoccupa le popolazioni alluvionate e rischia di diventare ulteriore elemento di tensione sociale, oltre che configurarsi come una vera e propria disparità.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 25 ottobre 2023

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