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RISOLUZIONE Oggetto n. 977 - Risoluzione proposta dai consiglieri Costi, Luciano Vecchi, Bonaccini, Alessandrini e Monari per impegnare la Giunta a promuovere iniziative, anche presso il Governo, rivolte a mantenere attiva la produzione di linee ematiche e salvaguardare l'occupazione presso la Gambro SpA di Medolla (MO)

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la ristrutturazione aziendale annunciata dai vertici di Gambro Dasco Spa si configura come un drastico ridimensionamento aziendale ed occupazionale dello stabilimento di Medolla (MO), prevedendo la esternalizzazione e conseguente cessazione dell’attività produttiva di linee sangue (bloodlines) con perdita di 400 posti di lavoro sui 738 complessivi del sito;

la decisione è assolutamente improvvisa ed in netto contrasto con quanto dichiarato dall’impresa il 24 marzo 2009 in un accordo firmato in Regione, nel quale le parti avevano condiviso gli obiettivi e i percorsi fondamentali per sviluppare gli investimenti e migliorare la competitività aziendale dello stabilimento di Medolla;

la scelta appare non giustificata dall’andamento complessivo del distretto biomedicale, che anche negli anni più difficili della crisi economica internazionale ha registrato una moderata crescita in termini di produzione e fatturato, a differenza di quasi tutte le altre importanti specializzazioni produttive.

Considerato che

Gambro è una realtà industriale storica di primissima importanza per il distretto biomedicale, data la dimensione occupazionale ed il carattere multinazionale, la specializzazione e la posizione di leadership a livello mondiale nello sviluppo di attrezzature biomedicali per la dialisi renale, anche grazie al recente sistema Artis, la presenza di un settore di R&S ed un indotto di fornitori qualificato;

il settore biomedicale, ed in generale quello delle scienze della vita, è strategico per l’intero sistema economico regionale, per l’elevato contenuto di ricerca ed innovazione dei prodotti/servizi, per le potenzialità di sviluppo tecnologico, derivanti dai repentini mutamenti della scienza e della terapia medica, per l’impatto sulle prestazioni e servizi del Sistema Sanitario regionale e per le possibili ricadute su altre specializzazioni produttive (meccanica, elettronica, chimica, servizi, ecc.) regionali e nazionali, grazie alle numerose applicazioni trasversali;

lo stabilimento di Medolla della Gambro è stato già interessato da processi di ristrutturazione aziendale con l’attivazione a fine 2008 di una procedura di mobilità per 80 lavoratori che si è conclusa, anche grazie agli accordi in sede istituzionale, con 36 licenziamenti.

Ritenuto che

si tratta di un caso di massima emergenza sociale che avrà rilevanti impatti sul tessuto sociale del territorio, per l’elevato numero di posti di lavoro a rischio nella stessa Gambro e nell’indotto;

la esternalizzazione di un’intera attività di produzione porterà ad un generale impoverimento del sistema di competenze, know-how, capacità di R&S per l’intero distretto biomedicale e per il sistema produttivo regionale nel suo complesso che ha nelle scienze della vita uno dei principali asset di rilancio e rafforzamento della sua competitività.

Dato atto che

il territorio provinciale ha messo in atto da tempo strumenti per il sostegno e rilancio dell’attività di ricerca industriale, innovazione e trasferimento tecnologico del distretto, con la costituzione del Centro di Medicina Rigenerativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia, punta di eccellenza del Tecnolopolo provinciale, e la creazione del Quality Center Network: sistema di raccordo tra Aziende Sanitarie, imprese, Università ed istituzioni a supporto dell’attività di R&D, sperimentazione e validazione di prodotti e tecnologie delle imprese.

Impegna la Giunta

a promuovere ogni iniziativa utile, a partire dal tavolo regionale e a proseguire il lavoro in tutte le sedi per fare chiarezza sulle scelte manifestate, valutare eventuali ipotesi alternative che consentano di mantenere attiva la produzione di linee ematiche e salvaguardare il livello occupazionale;

a sollecitare il Governo a farsi carico del problema dal lato occupazionale ed economico, e, più in generale, ad attuare una politica industriale per il distretto biomedicale attivando un confronto con le aziende multinazionali e nella fattispecie impegnando il Ministro della Sanità, interlocutore determinante delle linee ematiche, a richiamare l’azienda ai suoi doveri di responsabilità sociale.

Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana dell’8 febbraio 2011

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