RISOLUZIONE - Oggetto n. 8339 - Risoluzione per impegnare la Giunta a mettere in campo azioni di sostegno, anche economico, verso le imprese emiliano-romagnole che sviluppano progetti di ricerca sulla tecnologia di accumulo energetico basata sul sodio. A firma dei Consiglieri: Amico, Piccinini, Caliandro, Zamboni, Dalfiume, Mumolo, Rontini
Premesso che
le batterie agli ioni di litio negli ultimi anni hanno dominato il mercato delle tecnologie di accumulo energetico, ma hanno evidenziato un problema: contengono materie prime critiche come cobalto, grafite e nichel. Questi minerali sono considerati critici dall’Unione Europea perché la loro quantità sulla Terra è tutt’altro che abbondante e il loro approvvigionamento è spesso messo a rischio da fattori geopolitici esterni, capaci di influenzare il mercato dei prezzi e l’intera catena del valore;
diversi centri di ricerca italiani da tempo stanno sondando e testando soluzioni alternative, in alcuni casi più circolari, alle batterie agli ioni di litio, che possano diversificare i materiali per l’accumulo elettrochimico. La più promettente e più pronta, per ora, sembra la tecnologia al cloruro di sodio. Una chimica che, nonostante non sia ancora stata sperimentata su scala industriale, offre prestazioni di accumulo energetico simili a quelle delle batterie al litio;
le batterie al cloruro di sodio funzionano praticamente nella stessa maniera ma con il vantaggio di impiegare materiali non critici. A partire dal sodio, che diversamente dal litio è un elemento abbondante in natura. Il sodio, infatti, costituendo il 2,8% della crosta terrestre, è il sesto elemento più presente sul nostro pianeta.
Premesso inoltre che
rispetto alle normali batterie contenenti litio e piombo, la tecnologia per l’immagazzinamento dell’energia basata sul sodio è molto più sicura, in quanto elimina il pericolo di combustione, e molto più rispettosa dell’ambiente, grazie allo sfruttamento di una sostanza naturale come il sale;
la tecnologia al sale garantisce una performance di maggiore qualità e durata (20 anni) e può rimanere inutilizzata per molto tempo, anche a temperature critiche (-20°C/+60°C), senza danneggiarsi. Questa tecnologia è amica dell’ambiente perché la batteria al sale utilizza semplice sale da cucina, non richiede manutenzione, ha grande autonomia, è insensibile alle temperature esterne e i suoi componenti sono completamente riciclabili (non rientra neppure nella categoria dei rifiuti speciali pericolosi);
da diversi anni anche nella nostra regione esiste una realtà imprenditoriale che ha sviluppato progetti di ricerca sulla tecnologia di accumulo energetico sul cloruro di sodio e ha avviato la produzione di batterie al sale.
Considerato che
il 18 marzo scorso il Consiglio dell’Unione europea ha adottato il regolamento europeo sulle materie prime critiche, in quanto si prevede un aumento esponenziale della domanda di terre rare nei prossimi anni. Le materie prime critiche sono materie prime di grande importanza economica per l'UE, con un elevato rischio di perturbazione dell'approvvigionamento a causa della concentrazione delle fonti e della mancanza di sostituti validi e a prezzi accessibili. Il regolamento mira ad aumentare e diversificare l'approvvigionamento di materie prime critiche dell'UE, rafforzare la circolarità, compreso il riciclaggio, sostenere la ricerca e l'innovazione in materia di efficienza delle risorse e sviluppo di sostituti e rafforzare l'autonomia strategica dell'Europa;
il regolamento europeo individua due elenchi di materie (34 critiche e 17 strategiche) che sono fondamentali per le transizioni verde e digitale nonché per l'industria della difesa e dello spazio. Il regolamento sulle materie prime critiche stabilisce tre parametri di riferimento per la copertura del consumo annuo di materie prime dell'UE: il 10% da estrazione locale; il 40% da trasformare nell'UE e il 25% da materiali riciclati;
nella seduta dell’Assemblea legislativa del 26 marzo scorso è stata approvata la risoluzione della Sessione europea 2024 (Oggetto n. 8232) con la quale “si invita la Giunta a valutare l’eventuale presentazione di osservazioni sulle iniziative del Piano d'azione europeo per l'energia eolica e, più in generale, sulla necessità di sostenere maggiormente la ricerca e l’innovazione nel campo dei materiali alternativi e sostitutivi che limitino la dipendenza dai mercati extra UE nel reperimento delle materie prime critiche, elemento imprescindibile per rendere realmente sostenibili gli obiettivi posti”.
Tutto ciò premesso,
A mettere in campo azioni di sostegno, anche economico, verso le imprese emiliano-romagnole che sviluppano progetti di ricerca sulla tecnologia di accumulo energetico basata sul sodio.