RISOLUZIONE - Oggetto n. 7995 - Risoluzione per impegnare la Giunta a operare, nel confronto con le Istituzioni europee e nazionali, per la tutela dei produttori italiani di derivati del pomodoro, affinché vengano messe in atto misure per proteggere i produttori locali dalla concorrenza sleale, promuovere la qualità e la sostenibilità dei prodotti italiani e garantire che i consumatori abbiano accesso a prodotti di alta qualità. A firma dei Consiglieri: Gerace, Pigoni, Mastacchi, Dalfiume, Rontini, Rainieri, Bondavalli, Zappaterra, Occhi, Caliandro, Sabattini, Fabbri, Bulbi, Daffadà
vi è preoccupazione per la crescita delle importazioni nell’Unione Europea di derivati del pomodoro dai Paesi Extra Europei che producono a basso costo ed in assenza dei requisiti etico sociali;
il pomodoro viene prodotto e trasformato, oltre che in Italia e nel resto dell’Unione Europea, anche in altri Paesi Extra Europei, purtroppo non sempre con le medesime garanzie per il consumatore e i medesimi requisiti di sostenibilità ambientale sociale ed etica;
ovviamente vi è divario tra i costi delle filiere europee che producono in modo etico e sostenibile applicando la corretta remunerazione dei fattori produttivi rispetto a quelli dei Paesi extra europei, determinando quindi le condizioni favorevoli a un fenomeno ormai diffuso tra le aziende europee di seconda trasformazione, ovvero quelle non direttamente legate alla lavorazione del pomodoro fresco, cioè l’acquisizione di derivati del pomodoro da Paesi come Cina, Iran, Turchia ed Egitto, che offrono prodotti a basso costo, anche se con standard etico-sociali ed ambientali limitati al fine di abbassare i costi di produzione;
tutto ciò danneggia le filiere europee che vendono i loro prodotti con elevati standard di sostenibilità ambientale e sociale sul mercato interno a causa delle differenze in termini di qualità, affidabilità, sostenibilità ed eticità;
pelati, passate, polpe e pomodorini che troviamo sugli scaffali dei nostri supermercati sono ottenuti da materia prima di alta qualità, 100% italiana e non hanno nulla a che fare con i semilavorati importati da Paesi Extra UE.
particolarmente preoccupante è il rapporto dell’ONU sullo Xinjiang, regione cinese di produzione agricola, anche di trasformati di pomodoro, dove sono segnalate violazioni dei diritti umani nei confronti della minoranza uigura. Diversi Paesi hanno preso decisioni in merito;
gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione di cotone e di derivati del pomodoro prodotti nello Xinjiang a causa delle preoccupazioni per il lavoro forzato. Nel Regno Unito, le aziende che utilizzano prodotti cinesi devono rispettare il Modern Slavery Act 2015;
i produttori dello Xinjiang stanno cercando di eludere queste restrizioni con false dichiarazioni sull’origine regionale dei loro prodotti;
in Europa, da un lato il Parlamento Europeo ha condannato la Cina, ma dall’altro le diverse visioni dei singoli Stati membri rendono difficile una efficace azione comune. Molto interessante però è la prospettiva della bozza di direttiva CSDDU (Corporate Sustainability Due Diligence Directive) dell’UE che mira a proteggere i diritti umani e l’ambiente nella produzione europea e a responsabilizzare le grandi aziende nei loro acquisti;
la Germania ha anticipato tale direttiva europea con l’“Act on Corporate Due Diligence to Prevent Human Rights Violations in Supply Chains", già in vigore.
le importazioni di pomodoro per la seconda trasformazione in Europa dai Paesi Extra Europei stanno aumentando, alla luce della possibilità da parte loro di produrre a basso costo, spesso senza rispettare gli standard etico-sociali ed ambientali richiesti in Europa, creando quindi una concorrenza sleale per le filiere europee, che operano secondo standard di sostenibilità più elevati. Infatti, i dati mondiali di export evidenziano un incremento positivo delle esportazioni da alcuni Paesi extra UE (come Cina e Iran), noti per problemi di sostenibilità sociale ed ambientale, mentre le principali nazioni produttrici europee (Portogallo, Spagna, Grecia, Italia) hanno registrato una diminuzione delle quote di esportazione;
questo divario tra i costi della produzione europea e quella internazionale, se persiste, potrebbe portare ad una seria e strutturale diminuzione delle esportazioni europee, causando perdite di redditività per tutte le filiere europee, con ricadute negative sia per l’industria sia per gli agricoltori. Tutto ciò rende indispensabile un’azione volta a introdurre ulteriori regolamentazioni a livello europeo per difendere il settore e promuovere le produzioni europee e italiane.
l’Italia, come principale produttore e esportatore di derivati del pomodoro, ha un ruolo chiave nel promuovere iniziative a tutela del settore a livello europeo. È quindi fondamentale che l’Italia prenda l’iniziativa in questo settore, promuovendo normative e politiche agroalimentari che proteggano i produttori locali e promuovano la qualità e la sostenibilità dei prodotti italiani, anche a tutela dei consumatori;
in Italia, la filiera del pomodoro ha promosso l'adozione di normative sull'etichettatura obbligatoria dell'origine della materia prima, a garanzia di trasparenza per i consumatori. Queste regolamentazioni, in parte già applicate volontariamente dalle aziende nazionali, sono state formalizzate dalla normativa italiana con il DM del 23/09/2005 per la passata di pomodoro, e successivamente estese a tutti i derivati del pomodoro, incluso i sughi, con il DM del 16/11/2017;
dal 2020, la normativa comunitaria, in particolare il Reg. UE 775/2018, ha introdotto l'obbligo di indicare l'origine dell'ingrediente primario negli alimenti, rafforzando ulteriormente la trasparenza e la tracciabilità nella filiera del pomodoro, in conformità con il Reg. CE 178/2002;
la sostenibilità ambientale è fondamentale per il settore del pomodoro in Italia. Di fatto Le pratiche di coltivazione e trasformazione del pomodoro si conformano a normative europee e nazionali severe, come quelle relative alla produzione integrata e biologica, limitando l'uso di agrofarmaci e fertilizzanti e promuovendo l'uso efficiente delle risorse idriche e energetiche;
la sostenibilità etica e sociale è altresì prioritaria nel settore: il rispetto dei diritti dei lavoratori è assicurato attraverso contratti scritti, norme comuni definite in Contratti Quadro d'Area, e contratti collettivi nazionali. Le iniziative a livello italiano includono protocolli di legalità e certificazioni agricole come GLOBAL GAP GRASP, mentre a livello europeo, la direttiva 2019/633 contro le pratiche commerciali sleali rappresenta un passo significativo verso la remunerazione equa dei fattori produttivi, recepita anche in Italia.
le organizzazioni OINORD_OISUD (organizzazioni interprofessionali nel settore del pomodoro in Italia) hanno redatto un documento "Posizione condivisa dumping ambientale e sociale" nel quale evidenziano l'impegno delle aziende italiane ed europee nel settore del pomodoro per mantenere standard elevati di qualità e sostenibilità, sia ambientale che sociale;
le suddette organizzazioni nel documento sopra richiamato sottolineano la sfida rappresentata dalla concorrenza sleale di prodotti importati da Paesi extra-europei, che non aderiscono agli stessi standard, e propone l'adozione di regolamentazioni più stringenti su scala nazionale ed europea. Queste includono l'etichettatura obbligatoria dell'origine del pomodoro e altre misure per garantire trasparenza e supportare i produttori europei contro le pratiche di mercato ingiuste.
Tutto ciò considerato e premesso,
a sostenere le proposte avanzate dalle suddette organizzazioni interprofessionali nel settore del pomodoro in Italia;
a operare nel confronto con le Istituzioni europee e nazionali per la tutela e la promozione dei produttori italiani di derivati del pomodoro, affinché vengano messe in atto misure per proteggere i produttori locali dalla concorrenza sleale, promuovere la qualità e la sostenibilità dei prodotti italiani, e garantire che i consumatori abbiano accesso a prodotti di alta qualità;
a collaborare con le istituzioni europee e nazionali per implementare misure che garantiscano trasparenza, equità e sostenibilità nella filiera del pomodoro, attraverso l’adozione di normative più rigorose sull’etichettatura dei prodotti, l’introduzione di dazi sulle importazioni di pomodori da paesi che non rispettano gli standard europei, e l’adozione di misure per promuovere la produzione locale di pomodori;
ad assicurare per quanto di propria competenza l’adozione di misure per proteggere i produttori locali dalla concorrenza sleale, promuovere la qualità e la sostenibilità dei prodotti regionali, e garantire che i consumatori abbiano accesso a prodotti di alta qualità.
Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 13 febbraio 2024