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RISOLUZIONE - Oggetto n. 7862 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, dando all'Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Mori, Paruolo, Daffadà, Rontini, Caliandro, Pillati, Mumolo, Costi, Bondavalli, Maletti, Sabattini, Zamboni, Amico, Dalfiume, Pigoni, Gerace, Bulbi, Montalti

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

la vicenda della Dire, una delle principali agenzie di stampa nazionali specializzata in politiche parlamentari e di governo, sta assumendo da alcune settimane contorni ulteriormente preoccupanti per i lavoratori e le lavoratrici dell'Agenzia e per la tenuta del sistema della stampa in generale: nella notte del 31 dicembre, alle ore 22, l'amministrazione della società editrice Com.e ha comunicato, tramite mail, a 17 giornalisti della sede di Roma dell'agenzia la sospensione dal lavoro con effetto immediato e senza retribuzione.

Tale comunicazione è arrivata ad appena tre giorni di distanza dalle lettere di licenziamento consegnate dalla DIRE, il 28 dicembre, nonostante scioperi e proteste, a 14 giornalisti nell'ambito di una procedura avviata a settembre.

Rilevato che

per l'agenzia giornalistica DIRE, fondata nel 1988 da Antonio Tatò, il nuovo anno si è dunque aperto con un ulteriore drastico ridimensionamento della redazione, firmato dal nuovo amministratore delegato, dopo due anni di riduzione degli stipendi per aiutare i vertici aziendali a far quadrare i bilanci.

Nel pomeriggio del 29 dicembre, a poche ore dall'avvio della nuova procedura negoziata per l'acquisto dei servizi giornalistici dell'Agenzia Dire da parte del Dipartimento Editoria di Palazzo Chigi, è stato bloccato il nuovo contratto (da 4 milioni) che doveva partire il primo gennaio 2024: il Governo ha sospeso in modo improvviso i fondi del Dipartimento per l'Editoria, motivando la sospensione quale conseguenza del fermo giudiziario amministrativo disposto dal ministero dell'Istruzione e del Merito su una cospicua parte dei fondi della società editrice (la Com.e) in riferimento alla vicenda giudiziaria che investe la precedente proprietà.

Lo scorso 23 gennaio, […], amministratore unico della Com.e editrice dell'agenzia di stampa Dire che ha sottoscritto i 14 licenziamenti e le 17 sospensioni ritenute illegittime dai sindacati di categoria, ha presentato le proprie dimissioni.

Sempre il 23 gennaio, il Presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e l'assessore regionale al lavoro e Sviluppo economico, Vincenzo Colla, hanno incontrato i rappresentanti dei giornalisti dell'agenzia di stampa Dire, il Cdr, i sindacati dei grafici Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, il segretario generale aggiunto della Fnsi, […], e il presidente dell'Aser, […], che da mesi sono in lotta dopo licenziamenti e sospensioni decisi dall'editore. Al centro dell'incontro, la richiesta - condivisa dalle istituzioni regionali - di giornalisti e grafici del ritiro, da parte della proprietà, di licenziamenti e sospensioni dal lavoro.

Evidenziato che

il fermo giudiziario amministrativo all'origine del blocco del nuovo contratto sarebbe relativo ad alcuni pagamenti effettuati dal Ministero alla Com.e, oggetto nel frattempo di un procedimento penale.

Questo provvedimento di fermo però, non solo impedisce il versamento dei contributi pubblici pregressi e futuri alla società editrice, ma blocca anche l'accesso alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale.

Dato atto che

alla luce di quanto accaduto, tutto il corpo redazionale dell'agenzia Dire ha chiesto alla politica e alle istituzioni di mantenere alta l'attenzione su ciò che sta accadendo all'Agenzia e di mettere in atto tutto quanto possa contribuire alla salvaguardia dei livelli occupazionali e della storia dell'Agenzia stessa.

Il Comitato di redazione dell'agenzia ha scioperato nelle giornate di giovedì 25 e venerdì 26 gennaio, dato che, dopo aver ricevuto un modesto acconto a metà gennaio, il 23 gennaio l'azienda ha fatto sapere che al momento non è stata data disposizione di pagare gli stipendi, stante la situazione di stallo dovuta al fermo amministrativo del Ministero dell'Istruzione.

Considerato che

la Dire, così come altre agenzie di stampa, avrebbe dovuto contare per il 2024 sui contributi pubblici della Presidenza del Consiglio, che avrebbero potuto sanare la situazione.

Il fermo amministrativo dei fondi si riferisce alla società editrice dell'agenzia, la Com.e, rinviata a giudizio con l'ex editore: la redazione paga dunque oggi le scelte strategiche sbagliate dell'azienda, quale quella di pensare di sistemare i conti riducendo i dipendenti, ove invece sono i giornalisti con il loro lavoro il vero punto di forza della stessa.

Non devono essere i lavoratori della Dire a pagare gli errori delle proprietà che si sono succedute negli ultimi anni per uscire dalla crisi occorre un'informazione di qualità, non un ridimensionamento continuo.

Sottolineato che

l'Agenzia Dire nei primi anni di attività si è concentrata sulle dinamiche politiche parlamentari, mentre oggi produce notiziari d'agenzia multimediali, con foto e video; le notizie raggiungono un network di testate nazionali e locali; ha un giornale on line dire.it, una TV On-demand, Dire TV e una Radio streaming Radio Dire; realizza Tg, Gr, Newsletter e Podcast; diffonde le news anche sui canali social ufficiali; è presente in tutte le regioni italiane, con 11 sedi operative e corrispondenze; si occupa di Politica, Sanità, Ambiente, Economia, Esteri, Hi-Tech, Cultura, Sport, Donne, Scuola, Welfare, Territori con un notiziario regionale per ogni regione.

L'Agenzia Dire è inserita nel nuovo Elenco delle Agenzie di stampa di rilevanza nazionale per il triennio 2024-2026, pubblicato a inizio dicembre.

I contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione devono servire a mantenere i livelli occupazionali, non i proprietari dell'azienda.

Reso noto che

nella seduta d'aula del 24 gennaio 2023, codesta Assemblea approvò una risoluzione con la quale impegnava la Giunta Regionale a farsi parte attiva per la risoluzione della vertenza tra la proprietà ed i lavoratori della Dire, al fine di giungere ad una soluzione condivisa che garantisse i livelli occupazionali, il recupero degli stipendi arretrati e un sostenibile piano di rilancio aziendale.

Nella seduta del 21 dicembre scorso, codesta Assemblea, manifestando la continuità di interesse per le vicende dell'Agenzia Dire e per gli esiti occupazionali delle stesse, ha approvato una nuova risoluzione (ogg. 7477) che, a fronte della notizia che tra l'Editore dell'Agenzia Dire e le rappresentanze dei lavoratori non si sarebbe giunti ad un accordo in riferimento al blocco dell'iter di licenziamento collettivo avviato dall'Editore a settembre 2023, ha impegnato la Giunta ad individuare e cercare di porre in essere tutte le azioni rimaste ancora percorribili per scongiurare il licenziamento collettivo, sollecitando in tutte le sedi opportune l'editore a ritirare immediatamente i licenziamenti ed elaborando proposte di risoluzione della crisi aziendale.

Rilevato infine che

come sottolineato dal Presidente Bonaccini nell'incontro del 23 gennaio scorso, occorre partire dalle tutele di lavoratori e lavoratrici, giornalisti e grafici, cercando di valutare tutte le alternative possibili, con l'obiettivo di trovare soluzioni per una realtà di rilievo nel panorama informativo nazionale, radicata nei territori e attenta all'informazione locale, a partire proprio dall'Emilia-Romagna.

Tra le strade da imboccare, è stata indicata quella di una "operazione ponte" che, con un pronunciamento della Avvocatura di Stato, consenta di utilizzare gli ammortizzatori sociali, quanto meno per permettere di superare il vulnus di licenziamenti e sospensioni.

Nell'alveo delle possibili azioni istituzionali a sostegno, sarebbe opportuno venissero anche valutate azioni volte ad individuare nuovi soggetti in grado di sostenere e implementare la compagine societaria dell'Agenzia DIRE.

Reso noto che

il 24 gennaio il Ministero dell'Istruzione ha sospeso il fermo amministrativo alla società che edita l'agenzia Dire;

il 25 gennaio il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'informazione e all'editoria, Alberto Barachini ha dichiarato che la sospensione del fermo amministrativo da parte del Ministero dell'Istruzione e del Merito consente di riattivare le procedure di erogazione dei contributi 2023 alla società editrice dell'agenzia di stampa Dire e avviare quelle relative all'iscrizione nel nuovo elenco di rilevanza nazionale;

di conseguenza, l'editore ha saldato gli stipendi di dicembre e revocato le sospensioni.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta Regionale

a sollecitare il Governo, in tutte le sedi istituzionali opportune, a ripristinare i contributi del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione, dando all'Agenzia Dire la possibilità di accedere alla procedura negoziata prevista per gli iscritti all'elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale, in modo che la stessa possa ridimensionare significativamente il numero dei licenziamenti previsti, tutelando le professionalità impegnate nel mondo dell'informazione, garantendo la tenuta organizzativa delle redazioni ed il mantenimento della qualità del loro lavoro, a garanzia dei principi di libertà di informazione, pluralismo e democrazia.

A sollecitare un pronunciamento della Avvocatura di Stato che consenta di utilizzare gli ammortizzatori sociali per tutelare lavoratori e lavoratrici, giornalisti e grafici e superare il vulnus dei licenziamenti.

A proporre, in tutte le sedi istituzionali opportune e nell'alveo delle possibili azioni istituzionali a sostegno, di valutare anche azioni volte ad individuare nuovi soggetti in grado di sostenere e implementare la compagine societaria dell'Agenzia DIRE.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 31 gennaio 2024

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