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RISOLUZIONE - Oggetto n. 7759 - Risoluzione per impegnare la Giunta a promuovere e accompagnare la candidatura del "Volontariato dell'Emilia-Romagna" all'ingresso nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO. A firma dei Consiglieri: Bondavalli, Amico, Soncini, Mori, Costa, Caliandro, Marchetti Francesca, Mumolo, Gerace, Dalfiume, Daffadà, Bulbi, Rontini

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha adottato il 17 novembre 1972 la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale, culturale e naturale dell'Umanità, o, più semplicemente “del Patrimonio mondiale” con l’obiettivo di identificare, proteggere e conservare il patrimonio mondiale culturale e naturale;

il patrimonio culturale non è costituito solo da beni materialmente tangibili, come monumenti o collezioni d’arte e di oggetti, ma anche da “tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati” fin cinque settori fra i quali, unitamente alle espressioni orali incluso il linguaggio, alle arti dello spettacolo, ai riti e alle feste, alla conoscenza concernente la natura e l’universo, all’artigianato tradizionale, alle conoscenze e alle pratiche relative alla natura e all’universo, abbiamo anche le “pratiche sociali” ;

il 17 ottobre 2003 l’Unesco ha adottato una specifica convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, che, sulla base della definizione declinata all’articolo 2, è “trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana”;

è quindi evidenziato il valore aggiunto che il patrimonio culturale immateriale apporta al World Heritage in relazione alle differenze, all’esplicitazione di specifiche identità nonché degli strumenti e delle condizioni per consentirne la prosecuzione;

a tale riguardo la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco (CNIU) precisa  che “il patrimonio culturale immateriale è fondamentale nel mantenimento della diversità culturale di fronte alla globalizzazione e la sua comprensione aiuta il dialogo interculturale e incoraggia il rispetto reciproco dei diversi modi di vivere”, sottolineando che “la sua importanza non risiede nella manifestazione culturale in sé, bensì nella ricchezza di conoscenza e competenze che vengono trasmesse da una generazione all’altra”;

nell’attuazione della Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale è stata istituita la Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale (Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity), con l’obiettivo di testimoniare la diversità del patrimonio intangibile e ad aumentare la consapevolezza della sua importanza;

sono ad oggi 677 gli elementi riconosciuti dall’UNESCO come parte del Patrimonio immateriale, distribuiti in 140 Paesi nel mondo e articolati in uno o più dei cinque settori “rappresentativi della diversità e della creatività umana (espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo, artigianato tradizionale”;

sono 16 gli elementi italiani iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale, fra i quali, a puro titolo d’esempio, il “Sapere fare liutario di Cremona”, la “Dieta mediterranea” (elemento transnazionale), la “Transumanza” (elemento transnazionale), la “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali”, l’“Alpinismo” (elemento transnazionale), sottolineando il ruolo rivestito dalle pratiche sociali e dalle conoscenze ad esse connesse;

la guida operativa per la presentazione delle candidature alla lista degli elementi facenti parte del Patrimonio Culturale Immateriale individua (capitolo I, paragrafo I.2) i criteri che gli Stati aderenti alla Convenzione devono dimostrare per sostenere le proprie proposte, vale a dire:

  • l'elemento costituisce parte del patrimonio culturale immateriale ai sensi dell'articolo 2 della Convenzione;
  • l'iscrizione dell'elemento contribuisce a garantire la visibilità e la consapevolezza dell'importanza del patrimonio culturale immateriale e incoraggia il dialogo, riflettendo la diversità culturale nel mondo e rappresentando una testimonianza della creatività umana;
  • sussistono misure di salvaguardia per proteggere e promuovere l'elemento;
  • la proposta dell’elemento è avvenuta a seguito della più ampia partecipazione possibile da parte della comunità, del gruppo o degli individui interessati, sulla base di un consenso libero, preventivo e informato;
  • l’elemento fa parte di un elenco del patrimonio culturale immateriale presente nel territorio o nei territori dello Stato o degli Stati Parte richiedenti;

l'iter di candidatura prevede la compilazione, di un formulario, da inviare alla CNIU, per i successivi passaggi ministeriali e il perfezionamento del dossier di candidatura; il Consiglio Direttivo della CNIU, in cui siedono anche i Ministeri competenti, seleziona ogni anno entro il 20 marzo la candidatura da presentare entro il 31 marzo a Parigi, presso il Segretariato dell’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage (Comitato intergovernativo per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale), per l'iscrizione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale; dopo ulteriori passaggi l’Organo di Valutazione svolge l'esame delle candidature e, tra aprile e giugno esprime il proprio orientamento, rendendolo noto prima della riunione annuale del Comitato Intergovernativo che prende le decisioni finali sull’iscrizione alle Liste del Patrimonio culturale immateriale.

Valutato che

il Volontariato rientra a pieno titolo fra le “pratiche sociali” caratteristiche, anzi identitarie dell’Emilia-Romagna, delle sue comunità, di qualsiasi dimensione esse siano , dalle aree montane e interne, ai centri di grande e media dimensione nelle due conurbazioni che connotano la nostra regione, quella disposta lungo l’asse della Via Emilia e quella del litorale adriatico, nelle aree urbane così come nelle periferie, o nelle numerosissime località dello sprawl territoriale, proprio, soprattutto, della pianura;

come ogni angolo della regione così ogni settore di attività e, soprattutto, ogni ambito delle relazioni fra le persone, ogni bisogno e ogni competenza o risorsa rappresenta uno spazio nel quale il Volontariato dell’Emilia-Romagna trova la possibilità di esprimersi e di costruire la rete di iniziative e rapporti che connota il nostro modello di coesione sociale;

nella relazione al progetto di legge regionale sul volontariato, approvato senza registrare voti contrari come Legge regionale 13 aprile 2023, n.3 (Norme per la promozione ed il sostegno del Terzo Settore, dell'amministrazione condivisa e della cittadinanza attiva) si afferma che “la ricchezza e la capillarità delle organizzazioni di Terzo settore sul territorio regionale sono un’eccellenza dell’Emilia-Romagna. Si stima che siano oltre 500mila i volontari attivi sul territorio regionale, mentre l’ISTAT … registra 82.921 dipendenti, di cui 63mila ascrivibili alla cooperazione sociale e alle fondazioni, i due soggetti maggiormente strutturati tra gli ETS [Enti del Terzo Settore]”.

Dato atto che

il Volontariato dell’Emilia-Romagna è parte integrante del sistema socioculturale e di assistenza del territorio regionale e si è costantemente reso protagonista di uno straordinario contributo nel supporto delle istituzioni e della cittadinanza tutta, e in particolare in occasione degli eventi sismici del 2012, nel corso del periodo pandemico o ancora durante l’alluvione che ha martoriato la nostra regione e segnatamente la Romagna.

Impegna la Giunta regionale

a prendere in esame la possibilità di promuovere e accompagnare la candidatura del “Volontariato dell’Emilia-Romagna” all’ingresso nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale di cui alla Convenzione UNESCO 17 ottobre 2003, - considerato il contributo nella quotidianità e nei momenti di emergenza e crisi sistemica che sempre ha assicurato alle nostre comunità - ricercando prioritariamente il coinvolgimento del Forum del Terzo Settore e dei soggetti appartenenti al ricco mondo dell’Associazionismo nella nostra regione, la cui identità poggia sul valore della solidarietà e della coesione sociale.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 31 gennaio 2024

 

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