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RISOLUZIONE - Oggetto n. 7743 - Risoluzione per impegnare la Giunta e l'Assemblea a sottoporre nei tavoli nazionali la necessità di aumentare le risorse sulla prevenzione alla violenza maschile sulle donne e su progetti di educazione all'affettività coinvolgendo agenzie educative e istituzioni locali. A firma dei Consiglieri: Mori, Zappaterra, Costi, Dalfiume, Bondavalli, Marchetti Francesca, Zamboni, Amico, Soncini, Pigoni, Pillati, Daffadà, Caliandro, Rossi, Rontini, Mumolo, Sabattini

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

il Presidente della Repubblica ha avuto modo di richiamare, nell'ambito della strategia per la parità di genere dell’Unione Europea, l’impegno per lo “stop alla violenza sulle donne, ignobile fenomeno tuttora tristemente presente”, nonché di sottolineare che "La Costituzione ha affermato, con decisione, il principio della parità tra donne e uomini”.

Queste affermazioni, insieme, costituiscono nei fatti non solo l’architrave della convivenza democratica e civile, ma anche una chiave di lettura del fenomeno della violenza maschile sulle donne di cui i femminicidi costituiscono la punta dell’iceberg di un fenomeno strutturale che affonda le radici in una cultura del possesso della donna basato su un profondo squilibrio di potere nella società ed un assetto discriminatorio e segregante, che, se non corretto dalla cultura del rispetto delle donne e da una rinnovata equità di approccio di sistema, può continuare a svilire la soggettività femminile e dare sponda a condotte prevaricatrici anche dei singoli.

In particolare, la condizione di inferiorità economica delle donne italiane persiste, con un tasso di occupazione femminile agli ultimi posti in Europa, scarsità di servizi di sostegno alle responsabilità di cura familiare, divario salariale tra uomini e donne di quasi 8.000 euro l’anno secondo i dati dell’osservatorio sui dipendenti nel settore privato dell’INPS, dati che peggiorano la posizione dell’Italia nel Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, dove passa dal 63o al 79o posto su 146 Paesi.

Il 21 novembre u.s. l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha osservato un minuto di raccoglimento per ricordare Giulia Cecchettin e tutte le vittime di femminicidio e per rinnovare il proprio impegno per la prevenzione.

In occasione del 25 novembre, le iniziative in Italia per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne hanno portato una massiccia partecipazione a manifestazioni, presidi, convegni e spettacoli quale testimonianza di profondo cordoglio per Giulia e tutte le vittime, quale corale adesione alla battaglia contro la violenza maschile sulle donne e per il cambiamento.

Dato atto che

sulla base dei dati del Ministero dell’Interno su “Omicidi volontari e violenza di genere(1) ”, relativamente al periodo 1° gennaio – 26 novembre 2023 sono stati registrati 298 omicidi, con 107 vittime donne, di cui 88 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 56 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.

Da anni gli omicidi in Italia stanno drasticamente diminuendo, mentre è molto più lento il trend di diminuzione degli omicidi delle donne in quanto tali, cioè i femminicidi, come drammaticamente dimostrato dalle rilevazioni dell’ISTAT(2:

nel 2002 sono stati registrati 485 omicidi di uomini, dei quali solo 37 in ambito familiare, e 187 omicidi di donne e di questi ultimi la metà per mano di partner, ex partner o parenti;

dopo vent’anni, nel 2022, gli omicidi di uomini sono più che dimezzati (196), quelli delle donne sono diminuiti solo di un terzo (126); di questi ultimi la maggior parte (102) è avvenuta in ambito familiare (l’80%);

questa situazione si presenta in ogni regione: in Emilia-Romagna hanno trovato la morte nell’ambito familiare 11 donne uccise nel 2022 su un totale di 126, delle quali 7 per mano del partner e 3 di altri parenti.

Visto che

i dati trimestrali del 2023 raccolti da ISTAT relativamente alle chiamate al numero di pubblica utilità 1522 evidenziano che per circa la metà delle vittime la violenza fisica è alla base della richiesta di aiuto (47,6% sul totale delle risposte), mentre la violenza psicologica è la seconda causa delle chiamate (36,9%). Quando le violenze sono multiple nel 62,3% dei casi è la violenza psicologica ad essere subita in forma rilevante ed è la violenza economica, oltre a quella fisica, ad essere più frequentemente associata alle altre.

La maggior parte delle vittime riporta un lungo vissuto di violenze subite: il 64,5% dichiara infatti di aver subito per anni, e il 25,5% per mesi la violenza, mentre il dato relativo alle richieste di aiuto di vittime che hanno subito soltanto uno o pochi episodi di violenza si attesta al 10%.

Il 24,8% delle vittime che si sono rivolte al 1522 hanno paura di morire e timore per la propria incolumità e dei propri cari, mentre i 2/3 di esse provano ansia e il 24,3% si sente in grave stato di soggezione. Il 10,2% si sente invece molestata, ma non in pericolo.

Le vittime di violenza riportata al 1522 dichiara che per il 79,4% il luogo della violenza è la propria casa, ciò spiegando l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita. Nei tre trimestri considerati circa la metà delle vittime (44,5%) ha figli e di esse il 24,3% dichiara di avere figli minori. È pari al 57,1% la percentuale di vittime che dichiarano che i propri figli hanno assistito alla violenza e nel 25,8% l’hanno subita loro stessi.

Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la maggior parte di esse non denuncia la violenza subita alle autorità competenti, solo il 15,8% ha infatti denunciato la violenza subita. I dati evidenziano una persistente resistenza a denunciare: il 59,4% delle vittime, infatti, dichiara di non denunciare anche se la violenza subita dura da anni.

Valutato che

secondo la Convenzione di Istanbul, gli Stati che l’hanno sottoscritta e ratificata (l’Italia nel 2013), dovrebbero promuovere prevenzione, protezione e sostegno alle vittime, rafforzamento delle misure penali e politiche di parità, volte a “prevenire e combattere ogni forma di violenza e fornire una risposta globale alla violenza contro le donne”.

L'evoluzione della normativa penale contro la violenza di genere ha rafforzato l’impianto accusatorio attraverso il Codice rosso, introdotto nuove fattispecie di reato, tentato di accelerare la reattività del sistema, ma le vittime restano spesso in solitudine e senza un’appropriata valutazione del rischio da parte del sistema anche quando denunciano.

ActionAid, componente dell’Osservatorio nazionale antiviolenza, sottolinea la scarsa attenzione del Governo alla prevenzione primaria, il ritardo nell’erogazione dei fondi ai centri antiviolenza e nell’adozione del document operative del Piano nazionale antiviolenza.

Considerato che

nell’ambito della cornice della Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere n. 6 del 2014, la Regione ha rafforzato il sistema di governance regionale per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere, da ultimo adottando regole precise per la valutazione dell’impatto di genere ex ante sui propri progetti di legge e, attraverso l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere previsto dall’art. 18 della L.R. 6/2014, ha attivato il monitoraggio dell’attività delle reti territoriali e la valutazione dell’attuazione del Piano contro la violenza.

Negli ultimi cinque anni più di trentamila donne nella nostra regione sono state vittime di violenza: quasi dodicimila hanno subito una minaccia, oltre quattromila sono state vittime di stalking, più di duemila di violenze sessuali, quasi tredicimila di violenze fisiche, cinquantadue sono state assassinate. Questi i dati emersi dalle denunce, ma molto resta sommerso.

La Regione ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa con l’ufficio scolastico regionale per promuovere, diffondere e sviluppare la cultura delle pari opportunità, contrastare gli stereotipi e prevenire la violenza di genere, oltre che con ANCI ER per la realizzazione di un’azione di formazione e documentazione focalizzata su mediatori e mediatrici interculturali.

Il percorso da anni intrapreso dal sistema regionale in modo articolato ed intersezionale accompagna il cambiamento culturale in atto, accelerandone l’emancipazione per un futuro più giusto e sicuro per donne e ragazze.

Le parole sono pietre e quelle che mortificano, umiliano, disorientano e minano l’autostima delle donne sono vera e propria violenza e per chiedere aiuto rivolgendosi ai Centri antiviolenza del territorio prima che sia troppo tardi, è fondamentale riconoscerla.

Sostengono tale necessità le nuove campagne istituzionali “Il nostro silenzio non ci proteggerà” e ‘Se te lo dice è VIOLENZA’, campagna comunicativa quest’ultima che vedrà da gennaio a dicembre 2024 nelle strade e piazze dell’Emilia-Romagna, un manifesto ogni mese, contenente frasi diverse, vere, dette dagli uomini alle donne, per sensibilizzare uomini e donne sui segnali di rischio, per aiutare le donne a chiedere aiuto e per tenere sempre alta l’attenzione sulla violenza maschile sulle donne, anche quando il clamore legato a drammatici casi di cronaca sarà spento. 

Tutto ciò premesso,

impegna la Giunta e l’Assemblea, per quanto di competenza,
  1. a sottoporre nei tavoli nazionali la necessità di aumentare le risorse sulla prevenzione alla violenza maschile sulle donne e su progetti di educazione all’affettività coinvolgendo agenzie educative e istituzioni locali;
  2. a rafforzare nel perimetro regionale il coinvolgimento della rete di soggetti preposti alla governance della prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne, sostenendo progettualità e servizi di sostegno e presa in carico delle vittime di violenza e violenza assistita;
  3. a rendere conto dell’operatività e degli esiti dei Protocolli sottoscritti nella Commissione assembleare competente, prevedendo risorse adeguate in sede di bilancio;
  4. a continuare l’elaborazione di campagne di comunicazione e formazione contro la violenza sulle donne con impronta inclusiva di tutti i soggetti coinvolti nel fenomeno e nella governance dello stesso;
  5. a operare, in questo quadro, per invitare e sollecitare ulteriormente i mass media ad attenersi ad una corretta informazione e ad una obiettiva narrazione (come indicato dal documento della Federazione Internazionale dei Giornalisti - IFJ sulla violenza sulle donne) valutando all’interno delle progettualità finanziate dalla Regione Emilia-Romagna, rivolte al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere, promuovendo azioni e criteri che tendano a favorire la realizzazione di progetti per lo sviluppo di un’informazione attenta, corretta e consapevole del fenomeno della violenza di genere e delle sue implicazioni culturali, sociali, giuridiche;
  6. a proseguire nel sostegno al “reddito di libertà”.

 Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 5 dicembre 2023

(1) Ministero degli Interni, Dipartimento di Pubblica Sicurezza- Direzione centrale della Polizia criminale-Servizio analisi criminale, Omicidi volontari e violenza di genere , 27 Novembre 2023

(2) ISTAT, Violenza sulle donne-il fenomeno-Omicidi di donne, 2023

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