Testo

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

il quadro nazionale ci consegna un contesto politico assai deficitario nell’assumere pienamente l’attuazione dell’art. 32 della Costituzione relativamente alla tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e presupposto di uguaglianza sostanziale, soprattutto in considerazione delle politiche del Governo nazionale che da tempo penalizza in modo trasversale ed indiscriminato il sistema pubblico dei servizi alla persona;

le risorse statali destinate alle politiche sociali degli Enti locali sono passate, per la Regione Emilia-Romagna, da 68 milioni di euro nel 2007 a 37 milioni nel 2010 e inoltre sono previsti circa 30 milioni in meno nel prossimo biennio solo per la nostra sanità, dal momento che il Fondo sanitario nazionale non sarà incrementato secondo le esigenze, determinando così una limitazione di fatto della necessaria azione di sviluppo e ricerca volta al conseguimento di un benessere sempre più diffuso nella società che cambia;

una nuova governance del welfare di Comunità, all’altezza della sfida posta da bisogni sempre più articolati e complessi, con l’avvio di una programmazione sociosanitaria integrata e basata sui bisogni e risorse di ogni ambito territoriale, è stata il punto di forza del Piano regionale sociale e sanitario 2008-2010, è al centro del dibattito politico-programmatico dei territori e dovrà essere pienamente assunta nel nuovo Piano regionale da approvarsi nel 2011, anche nell’ottica di valorizzazione delle eccellenze territoriali.

Considerato che

i rilevamenti ISTAT al primo gennaio 2010 ci dicono che almeno un quinto della popolazione italiana ha oltre 65 anni e, nonostante l’immigrazione, l’Italia si conferma ancora uno dei Paesi con più basso tasso di natalità; mentre in Emilia-Romagna si è assistito negli ultimi decenni ad un trend di crescita dei tassi di natalità e di fecondità, superiori alla media nazionale, con un andamento particolarmente marcato nella provincia di Reggio Emilia, dove il tasso di natalità registrato nel 2008 è dell’11,5% con una media di figli per donna pari a 1,63;

nella provincia di Reggio Emilia l’attenzione alla dimensione materno-infantile dal punto di vista educativo è stata assicurata e resa parte integrante della cultura sociale dall’attività di rilievo internazionale di Reggio Children, mediante l’elaborazione e diffusione del “Reggio Emilia Approach”, che raccoglie intorno a sé collaborazioni e iniziative trasversali ed integrate;

la rete ospedaliera della provincia di Reggio Emilia è strutturata in 5 punti nascita e l’assistenza in area materno-infantile ha luogo sia presso l’AUSL che presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria Nuova, la quale si colloca tra i primi punti nascita della Regione;

lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche degli ultimi trent’anni ha permesso di ridurre notevolmente la mortalità materna e perinatale.

Valutato che

si rendono necessari importanti investimenti finanziari per i non più differibili adeguamenti strutturali dei reparti interessati dell’OSMN di Reggio Emilia, da realizzare con caratteristiche di polifunzionalità e diretti nell’immediato a consentire assistenza ed accoglienza appropriate;

al fine di coniugare evoluzione tecnico-professionale, formazione, ricerca, umanizzazione dell’assistenza, è stato elaborato dalla Direzione dell’Azienda Ospedaliera SMN il progetto “Ospedale della donna e del bambino”, che prevede la creazione di un’unica struttura aggregativa delle unità e funzionalità dirette alla “cura” materno-infantile;

le caratteristiche sostanziali di questa nuova struttura obbediscono a tutti i criteri già delineati di massima idoneità dei servizi lungo l’intero percorso di nascita, compreso lo sviluppo e l’integrazione delle attività di ricerca medica e scientifica e la valorizzazione del Centro di Procreazione medicalmente assistita dell’ASMN, uno dei più importanti in Italia.

Impegna la Giunta regionale

a sostenere i percorsi socio-sanitari diretti al miglioramento della qualità delle prestazioni in materia di salute e benessere della donna e del bambino, nella logica di integrazione massima di tutti i soggetti coinvolti;

a valorizzare la realtà reggiana e l’esperienza socio-sanitaria ed educativa maturata nell’ambito della “cura” materno-infantile, nella prospettiva di servizio alla comunità emiliano-romagnola;

a valutare positivamente, anche nel quadro del rinnovato impegno della Regione Emilia-Romagna ad adottare l’ottica di genere e di pari opportunità nelle sue politiche, il progetto dell’”Ospedale della donna e del bambino”, quale occasione di sviluppo della rete regionale di servizi socio-sanitari, delle sue eccellenze specialistiche e della reale accessibilità delle persone.

Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 30 marzo 2011

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ultima modifica 2011-04-12T15:08:09+01:00

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