L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il 6 maggio scorso il Consiglio dei Ministri ha varato il Decreto Sviluppo 2011 che, fra le altre misure, prevede l’assunzione di 30 mila insegnanti precari e 35 mila ATA in 3 anni;
detto decreto, senza assolutamente quantificare le risorse necessarie alla realizzazione del piano di assunzione, specifica però che le immissioni in ruolo dovranno avvenire senza comportare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.
Evidenziato che
essendo queste le premesse, il Piano straordinario di assunzioni annunciato dal Governo si configura come l’ennesimo spot elettorale privo di qualsiasi copertura finanziaria;
anche qualora le immissioni effettivamente avvenissero, sarebbero appena sufficienti a coprire i 29 mila pensionamenti di insegnanti previsti solo nel primo anno;
ad oggi l’unica certezza che i precari della scuola possono avere è che le loro fila si ingrosseranno di ulteriori 19.700 insegnanti e 14.500 ATA a causa dell’applicazione della terza tranche dei tagli conseguenti disposti dal duo Tremonti-Gelmini nel 2008, pari a 87 mila docenti.
Sottolineato che
nonostante la “cura” a base di tagli di organico e licenziamenti, ancora oggi vengono nominati ogni anno circa 100 mila docenti precari e 50mila ATA, spesso non per supplenze ma per posti vacanti, prassi che risulta del tutto svantaggiosa per la continuità didattica e dunque per la qualità dell’apprendimento degli studenti e che non comporta un risparmio per il complessivo bilancio dello Stato;
ciò è dovuto, in particolare, all’abissale differenza fra la stima del fabbisogno di organico effettuata dal Ministero dell’Istruzione e l’effettivo numero di docenti e di ATA necessari a garantire il servizio;
il metodo applicato dal Governo per il calcolo dell’organico non è dettato dalla necessità di garantire un corretto funzionamento del sistema scolastico pubblico, ma evidentemente da una necessità di fare quadrare dei conti.
Rimarcato che
nel 2009 con un provvedimento anticostituzionale, bocciato in seguito dalla Corte, il Ministro Gelmini ha triplicato e riaperto graduatorie ad esaurimento;
nei prossimi tre anni molte Province esauriranno le graduatorie di materie tecnico-scientifiche;
la totale mancanza di una programmazione anche solo di medio termine, assommata ai tagli insostenibili rivolti alla scuola pubblica, continuano ad alimentare ingiustizie e disparità di trattamento fra i precari, a negare ogni prospettiva ai neolaureati, a dequalificare la Scuola e i suoi Studenti, negando il Futuro ad un intero Paese.
Rilevato che
la Regione Emilia-Romagna, a fronte di una popolazione scolastica sempre crescente, pari ormai al 6,5% del totale nazionale, il prossimo anno vedrà assegnarsi un numero di insegnanti pari solo al 6,3%, ovvero 1.500 posti in meno, a cui va aggiunto il taglio di 881 posti-docente decisi dal Ministero sull’anno scolastico 2011-12;
nonostante la razionalizzazione della propria rete scolastica e dell’offerta formativa ed il sostegno economico alla scuola prestato dalla Regione, la situazione che si prefigura sta diventando davvero insostenibile;
il provvedimento varato dal Governo sotto il ricatto della sentenza ha prodotto una situazione di maggiore instabilità dei precari della scuola.
Nel ribadire
l’assoluta necessità di ridare dignità e risorse alla scuola pubblica, istituzione indispensabile alla crescita democratica, sociale, culturale ed economica del Paese e dei Cittadini;
il nostro pieno sostegno alle varie forme di protesta in corso quali ad esempio quella promossa da genitori e insegnanti e sostenuta dal Coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto delle scuole di Bologna e Provincia in via de’ Castagnoli.
Invita la Giunta
a chiedere un immediato confronto fra le Regioni ed il Governo sulle prospettive per l’anno 2011-12 riguardo all’assegnazione di personale e all’immissione in ruolo del personale precario;
a proseguire nel sostegno, anche con risorse proprie, di progetti di qualificazione della scuola pubblica quale spazio fondamentale che sappia riportare il Paese in Europa, fra le democrazie occidentali e sui mercati mondiali;
a sollecitare il Governo affinché adotti un serio Piano di stabilizzazione dei precari, sulla scorta di quello iniziato dall’allora Ministro Fioroni ed interrotto dalla Gelmini nel 2008, che si basi su una veritiera rilevazione dei fabbisogni e si ponga l’obiettivo di ricoprire tutti i posti vacanti attualmente affidati a supplenze annuali, ponendo fine al conflitto tra aree del paese, tra Nord e Sud;
ad attuare l’art. 118 del Titolo V della Costituzione, al fine di consentire alle Regioni autonomia organizzativa del personale, legata alla programmazione scolastica di competenza onde evitare il generarsi di nuovi precari.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 luglio 2011