REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSEMBLEA LEGISLATIVA

ATTO DI INDIRIZZO

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5158 - Risoluzione proposta dai consiglieri Bortolazzi, Salsi, Masella, Delchiappo, Mazzotti, Monari, Nanni, Alberti, Guerra e Bosi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a sollecitare il Governo a riaprire la discussione sul tema delle risorse idriche, verificando anche la possibilita' di impugnare le norme di privatizzazione delle stesse

L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l'acqua e' un bene essenziale ed insostituibile per la vita;
la disponibilita' e l'accesso all'acqua potabile e all'acqua
necessaria per il soddisfacimento dei bisogni collettivi costituiscono
un diritto inviolabile dell'uomo, un diritto universale, indivisibile
che si puo' annoverare fra quelli di riferimento previsti dall'art. 2
della Costituzione; a partire dalla promulgazione della Carta Europea
dell'Acqua (Strasburgo 1968) la concezione dell'acqua come "bene
comune" per eccellenza si e' affermata a livello mondiale;
il "bene acqua", pur essendo rinnovabile, per effetto dell'azione
antropica puo' esaurirsi: e' quindi responsabilita' individuale e
collettiva prendersi cura di tale bene, utilizzarlo con saggezza, e
conservarlo affinche' sia accessibile a tutti nel presente e
disponibile per le future generazioni;
la risoluzione del Parlamento Europeo del 15 marzo 2006 dichiara
"l'acqua come un bene comune dell'umanita'" e chiede che siano
esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l'accesso all'acqua
alle popolazioni piu' povere entro il 2015 ed insiste affinche' "la
gestione delle risorse idriche si basi su un'impostazione
partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili
decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua a
livello locale e in modo democratico";
inoltre, la risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 marzo 2004
sulla strategia per il mercato interno - priorita' 2003-2006 - gia'
affermava, al paragrafo 5, "essendo l'acqua un bene comune
dell'umanita', la gestione delle risorse idriche non deve essere
assoggettata alle norme del mercato interno";
gli stessi organi della UE hanno piu' volte sottolineato che alcune
categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario
della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della
Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: ". . . le autorita'
pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere
se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se
affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)"; e'
peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce
l'obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in societa' private
(come ribadito da: Corte di Giustizia CE, 2005; Commissione CE, 2003 e
2006; Parlamento CE, 2006).
Evidenziato che
il Governo ha inserito una norma di sostanziale privatizzazione della
gestione delle risorse idriche in un provvedimento relativo alle
infrazioni UE che e' sede del tutto inappropriata;
a differenza di cio' che e' avvenuto per energia elettrica, trasporto
ferroviario regionale e farmacie comunali, il servizio idrico non e'
stato escluso dalla disciplina generale sull'affidamento dei servizi
pubblici locali;
tale provvedimento e' stato votato dal Parlamento con ricorso alla
fiducia, impedendo qualsiasi dibattito su un tema centrale e inerente
i diritti dei cittadini;
nonostante l'approvazione di alcuni emendamenti presentati
dall'opposizione, il provvedimento approvato resta lacunoso e
connotato da direttive assolutamente inaccettabili;
la strada dell'urgenza scelta dal Governo ha estromesso le Regioni da
materie che gli competono per dettato costituzionale e di fatto priva
i Comuni della possibilita' di scelta senza riconoscere le differenze
che esistono sul territorio e penalizzando gli EE.LL. piu' virtuosi.
Sottolineato che
quella imposta dal Governo al Parlamento e' una riforma parziale,
insufficiente e sbagliata perche' non distingue tra settori e perche'
prefigura una privatizzazione che avrebbe come unico effetto la
creazione di monopoli privati senza alcun vantaggio per i cittadini
utenti;
l'obbligo per gli EE.LL. azionisti di multyutilities di vendere le
loro quote di mercato per rispettare le percentuali di partecipazione
imposte portera' ad una svalutazione delle azioni, con conseguente
danno economico per i cittadini;
il giro d'affari multimiliardario scaturente dal provvedimento,
stimato in circa 8 miliardi di euro, unito alla mancanza di una
Authority autonoma con poteri di regolazione, vigilanza e tutela dei
cittadini, avra' come conseguenza la creazione di un mercato
selvaggio, non soggetto a reali regole di concorrenza;
la preoccupazione dei singoli cittadini e degli Enti locali si
manifesta anche attraverso la massiccia adesione al Progetto di legge
di iniziativa popolare "Principi per la tutela, il governo e la
gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione
del servizio idrico".
Ribadito che
l'acqua e' un diritto universale che abbiamo il compito di conservare
anche per le future generazioni e non e' assoggettabile a meccanismi
di mercato;
la sua gestione non puo' prescindere da una impostazione partecipativa
e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali
nella definizione delle politiche a livello locale;
la proprieta' dell'acqua deve rimanere pubblica e la sua gestione deve
prevedere una maggioranza pubblica ed essere improntata a criteri di
equita', solidarieta' e rispetto degli equilibri ecologici.
Sottolineato inoltre che
la nostra Regione gia' da parecchi anni sta portando avanti un
processo di trasformazione dei servizi pubblici che fa cardine su un
forte ruolo pubblico nella programmazione degli investimenti, nella
determinazione della tariffa e nel controllo dei risultati, a cui fa
da contraltare una gestione affidata ad imprese a cui si chiede
capacita' di sviluppare i servizi, interconnettere gli impianti,
investire nella ricerca e nell'innovazione, al fine di ottenere
sull'intero territorio regionale un prodotto accessibile a tutti, di
buona qualita' e a prezzo controllato.
Invita la Giunta
a sollecitare il Governo a riaprire una discussione reale, ampia e
partecipata sul tema delle risorse idriche, che coinvolga le Regioni,
in quanto costituzionalmente titolate, e gli Enti locali;
a verificare, cercando l'intesa con le altre Regioni, se esistano gli
estremi per una impugnazione dell'articolo 15 innanzi alla Corte
Costituzionale o per altre forme di ricorso a livello europeo.
Approvata a maggioranza nella seduta antimeridiana del 25 novembre
2009.

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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