DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 dicembre 2005, n. 2314
Incentivazione programmi di qualificazione e sviluppo dell'assistenza domiciliare
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Richiamati:
- la L.R. 3 febbraio 1994, n. 5, "Tutela e valorizzazione delle
persone anziane - Interventi a favore di anziani non autosufficienti e
successive modificazioni";
- la L.R. 12 marzo 2003, n. 2, "Norme per la promozione della
cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali";
- l' art. 51 della L.R. 23 dicembre 2004, n. 27 "Legge finanziaria
regionale adottata a norma dell'articolo 40 della L.R. 15 novembre
2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione del Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2005 e del Bilancio pluriennale 2005-2007";
- la L.R. 23 dicembre 2004, n. 29 "Norme generali sull'organizzazione
ed il funzionamento del Servizio Sanitario nazionale";
- la deliberazione dell'Assemblea legislativa regionale n. 33 del 29
novembre 2005 "Programma annuale 2005: interventi, obiettivi, criteri
generali di ripartizione delle risorse ai sensi dell'art. 47, comma 3
della L.R. 2/03. Stralcio del Piano regionale sociale e sanitario, ai
sensi dell'art. 27, L.R. 2/03";
- la propria deliberazione del 30 dicembre 1999, n. 2581 "Progetto
regionale demenze: approvazione linee regionali e primi interventi
attuativi. Assegnazione finanziamenti Aziende Unita' sanitarie
locali";
- la propria deliberazione dell'8 febbraio 1999, n. 124 "Criteri per
la riorganizzazione delle cure domiciliari";
- la propria deliberazione del 26 luglio 1999, n. 1378 "Direttiva per
l' integrazione di prestazioni sociali e sanitarie ed a rilievo
sanitario a favore di anziani non autosufficienti assistiti nei
servizi integrati socio-sanitari di cui all'art. 20 della L.R. 5/94";
considerato che:
- negli ultimi anni, a seguito delle indicazioni della Regione e della
DGR 124/99 si e' sviluppato un articolato sistema di cure
domiciliari;
- l'ampliamento e lo sviluppo delle cure domiciliari rappresentano uno
degli strumenti fondamentali per promuovere la domiciliarita' e
rendere possibile il mantenimento a domicilio anche di anziani non
austosufficienti;
- il sostegno della domiciliarita' rappresenta un obiettivo strategico
della Regione Emilia-Romagna, richiamato nella L.R. 2/03 e ribadito
all'interno del "Piano per la comunita' regionale: una societa' per
tutte le eta'" approvato dalla Giunta regionale con propria delibera
n. 2299 del 22 novembre 2004;
- risulta opportuno incrementare e sostenere lo sviluppo e la
qualificazione dell'assistenza domiciliare sociale garantita dai
Comuni, in particolare garantendo le forme e le modalita' di gestione
che assicurino un piu' alto livello di integrazione tra gli interventi
sociali e quelli sanitari;
- in particolare si pone l'esigenza di consolidare e sviluppare
iniziative integrate per quel che riguarda due obiettivi:
- lo sviluppo di attivita' di assistenza domiciliare qualificate per
pazienti affetti da demenza e per il sostegno e l'accompagnamento dei
familiari;
- il consolidamento e la qualificazione delle attivita' connesse alle
"dimissioni protette";
dato atto che:
- la demenza senile costituisce una delle emergenze socio-sanitarie
colpendo ogni anno migliaia di persone;
- l'impatto sanitario e sociale delle demenze senili, modifica
profondamente la vita dei soggetti colpiti da tali sindromi e
l'equilibrio delle loro famiglie;
- la specificita' di bisogni di cui sono portatori il soggetto demente
e la sua famiglia rispetto alla tipologia di non autosufficienza che
ha costituito sino ad oggi il target di riferimento dei Servizi,
evidenzia l'urgenza di un rimodellamento/adattamento delle modalita'
di erogazione delle risposte da parte dell'intera rete dei Servizi e
tra questi la necessita' di integrare i servizi di assistenza
domiciliare sanitaria e sociale per rispondere ai bisogni complessi e
multidimensionali di questo segmento di utenza, con modalita' e con un
approccio nuovo e piu' flessibile;
- e' opportuno sviluppare iniziative che garantiscano una continuita'
assistenziale anche dopo un ricovero ospedaliero, attraverso
interventi di "dimissioni protette"che ritardano la progressione della
malattia e comunque migliorano la gestione e la qualita' della vita
dell'anziano e dei familiari;
ritenuto pertanto opportuno:
- promuovere e sostenere un programma di qualificazione e sviluppo
dell'assistenza domiciliare per la realizzazione dei due obiettivi
prima richiamati, attraverso lo sviluppo dell'assistenza domiciliare
sanitaria e sociale integrata, secondo i contenuti e le modalita'
indicati nell'Allegato 1, parte integrante della presente
deliberazione;
- impegnare le AUSL ed i Comuni alla realizzazione di detto programma
di qualificazione e sviluppo di assistenza domiciliare sociale
integrata con quella sanitaria, anticipando lo spirito, i contenuti e
le forme organizzative del Fondo per la non autosufficienza, di cui
alla L.R. 27/04 ed in particolare all'art. 51;
- destinare alla realizzazione di programmi di qualificazione e
sviluppo di assistenza domiciliare, la somma di Euro 900.000,00
ripartita tra le Azienda USL sulla base della popolazione anziana di
eta' eguale o superiore a 75 anni residente al 31/12/2004, assegnando
a ciascuna Azienda Unita' sanitaria locale la somma prevista
nell'Allegato 2 parte integrante della presente deliberazione con
arrotondamento all'unita', a condizione che siano avviati programmi di
sviluppo e qualificazione, di cui all'Allegato 1, parte integrante
della presente deliberazione e che sia trasmessa la decisione della
Conferenza territoriale sociale e sanitaria in ordine
all'individuazione degli ambiti distrettuali ed all'assegnazione delle
risorse, del progetto che si intende realizzare e della approvazione
del Comitato di distretto competente;
- disporre che l'utilizzo delle risorse assegnate, nel rispetto delle
modalita' indicate nell'Allegato 1, costituisca una responsabilita'
condivisa tra Comuni ed AUSL in ambito distrettuale, in accordo con
indirizzi della Conferenza territoriale sociale e sanitaria tesi a
garantire il riequilibrio nell'uso delle risorse tra gli ambiti
distrettuali, anticipando i contenuti e le modalita' previste per la
gestione del Fondo regionale per la non autosufficienza di cui
all'art. 51 della L.R. 27/04;
- prevedere in ogni ambito aziendale la realizzazione di almeno uno
dei due obiettivi di qualificazione prima richiamati da parte dei
Comuni e delle AUSL;
reputato di dover ripartire conseguentemente, con i criteri e le
modalita' sopra descritte, la somma precedentemente indicata alle
Aziende USL, secondo quanto definito nell'Allegato 2, parte integrante
e sostanziale del presente atto;
dato atto che a tal fine e' disponibile per l'anno 2005 la somma di
Euro 900.000,00 sul Capitolo 57152 cosi' come meglio indicato nel
dispositivo del presente provvedimento;
richiamate le LL.RR.:
- 40/01 "Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna,
abrogazione delle L.R. 6 luglio 1977, n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4";
- 43/01 "Testo unico in materia di organizzazione e di rapporto di
lavoro nella Regione Emilia-Romagna";
- 27/04 "Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'articolo 40
della L.R. 15 novembre 2001, n. 40, in coincidenza con l'approvazione
del Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2005 e del
Bilancio pluriennale 2005-2007";
- 28/04 "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per
l'esercizio finanziario 2005 e Bilancio pluriennale 2005-2007";
- 14/05 "Legge finanziaria regionale adottata a norma dell'articolo 40
della L.R. 15 novembre 2001, n. 40 in coincidenza con l'approvazione
della legge di assestamento del Bilancio di previsione per l'esercizio
finanziario 2005 e del Bilancio pluriennale 2005-2007. Primo
provvedimento generale di variazione";
- 15/05 "Assestamento del Bilancio di previsione della Regione
Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2005 e del Bilancio
pluriennale 2005-2007 a norma dell'articolo 30 della L.R. 15 novembre
2001, n. 40 - Primo provvedimento generale di variazione";
richiamata la propria deliberazione, esecutiva ai sensi di legge, n.
447 del 24/3/2003, concernente "Indirizzi in ordine alle relazioni
organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle
funzioni dirigenziali";
ritenuto altresi' che ricorrano tutte le condizioni previste dall'art.
47, comma 2, della citata L.R. 40/01 e che, pertanto, l'impegno di
spesa possa essere assunto con il presente atto;
dato atto dei pareri espressi sul presente provvedimento ai sensi
dell'art. 37 comma 4, della L.R. 43/01, nonche' della propria
deliberazione 447/03:
- di regolarita' amministrativa dal Direttore generale Sanita' e
Politiche sociali, Leonida Grisendi;
- di regolarita' contabile dalla Responsabile del Servizio Bilancio -
Risorse finanziarie, dott.ssa Amina Curti;
su proposta congiunta dell'Assessore alla Promozione politiche sociali
e educative per l'infanzia e l'adolescenza, politiche per
l'immigrazione, sviluppo volontariato, associazionismo e terzo settore
, Anna Maria Dapporto e dell'Assessore alle Politiche per la salute,
Giovanni Bissoni
a voti unanimi e palesi, delibera:
1) di approvare l'Allegato 1 "Linee di indirizzo per la qualificazione
e lo sviluppo dell'assistenza domiciliare e modalita' di utilizzo del
finanziamento regionale";
2) di sostenere la realizzazione di programmi di qualificazione di
assistenza domiciliare, assegnando alle Aziende USL la somma
complessiva di Euro 900.000,00, come descritto in premessa e riportato
nell'Allegato 2, parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
3) di impegnare in attuazione dei punti 1 e 2 che precedono la somma
complessiva di Euro 900.000,00 registrata al n. 5896 di impegno sul
Capitolo 57152 "Fondo sociale per la non autosufficienza.
Trasferimento alle AUSL per il finanziamento delle prestazioni e dei
servizi socio-sanitari rivolti a persone non autosufficienti (art. 51,
L.R. 23 dicembre 2004, n. 27)" UPB 1.5.2.2.20100, del Bilancio per
l'esercizio 2005 che presenta la necessaria disponibilita';
4) di dare atto che alla liquidazione della somma indicata ai punti 2)
e 3) relativa al finanziamento a favore delle Aziende Sanitarie locali
provvedera', con proprio atto formale, ai sensi dell'art. 51 della
L.R. 40/01, ed in applicazione delle disposizioni previste nella
delibera 447/03 il Dirigente competente per materia, ad avvenuta
esecutivita' del presente atto deliberativo e con le modalita'
espressamente indicate al punto 5., dell'Allegato 1 parte integrante;
5) di vincolare le Aziende USL ad utilizzare le somme di cui
all'Allegato 2 in accordo con i Comuni ed esclusivamente per gli scopi
descritti nelle premesse del presente atto deliberativo ed in
particolare degli obiettivi e delle modalita' descritte nell'Allegato
1, in base alle specifiche competenze istituzionali riconosciute per
legge a Comuni ed AUSL;
6) di pubblicare il presente atto deliberativo nel Bollettino
Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.
ALLEGATO 1
Linee di indirizzo per la qualificazione e lo sviluppo dell'assistenza
domiciliare e modalita' di utilizzo del finanziamento regionale
1. Premessa
Il sostegno della domiciliarita' rappresenta una scelta strategica
delle politiche regionali ed e' qualcosa di piu' del semplice
mantenimento a domicilio, che a volte puo' avvenire anche in forme di
isolamento assistito: e' il valorizzare le radici e le relazioni,
facendo leva sulle risorse proprie di ogni persona e della comunita'
circostante.
Promuovere la domiciliarita' e' responsabilita' comune delle politiche
territoriali (urbanistica, trasporti, casa, commercio, sicurezza,
etc.), non e' un obiettivo soltanto del sistema dei servizi
socio-assistenziali e sanitari.
Per questo e' bene mantenere la consapevolezza che promuovere la
domiciliarita' non si esaurisce con lo sviluppo e la diffusione dei
servizi di assistenza domiciliare.
Sostenere la domiciliarita' significa anche aumentare la capacita' di
tenuta delle famiglie, quando queste si trovano nella condizione di
dover assicurare il lavoro di cura verso un proprio congiunto, facendo
ricorso a forme e strumenti articolati e flessibili.
La qualificazione e la diffusione dell'assegno di cura, lo sviluppo di
soluzioni abitative innovative ("alloggi con servizi"), lo sviluppo di
opportunita' di consulenza e di accompagnamento delle famiglie che
assistono anziani, lo sviluppo di una rete di opportunita' e di
sostegni per i pazienti affetti da demenza e per i loro familiari,
cosi' come l'emersione, la qualificazione ed il sostegno del lavoro
di cura delle assistenti familiari a domicilio rappresentano azioni
importanti, che debbono sempre piu' affiancare in modo strutturato gli
interventi di assistenza domiciliare professionale, ed integrarsi con
essi.
Ogni progetto di sviluppo e qualificazione delle cure domiciliari si
inserisce in questo piu' ampio contesto di sostegno della
domiciliarita'.
Con le delibere della Giunta regionale 124/99 e 1378/99 sono state
dettate linee per lo sviluppo di una maggiore integrazione delle varie
forme di assistenza domiciliare socio-sanitaria e sanitaria.
In particolare la delibera 124/99, nella definizione dei criteri per
la riorganizzazione delle cure domiciliari, ha previsto la
costituzione di un unico punto di accesso ed indicato per la
popolazione anziana possibili forme di adeguamento del governo dei
percorsi assistenziali previsti dalla L.R. 5/94.
Le indicazioni regionali sono diventate realta' operativa consolidata
per quel che riguarda la costituzione di punti unici di accesso per le
cure domiciliari sanitarie, mentre permangono ancora problemi e
difformita' dei livelli di integrazione per quanto riguarda gli
interventi integrati sociali e sanitari.
Emerge la necessita' di garantire un livello di integrazione delle
varie forme di assistenza domiciliare piu' alto e diffuso in modo piu'
omogeneo, tenendo conto dei mutamenti intercorsi dal 1999 per quanto
riguarda gli strumenti di governo dell'integrazione socio-sanitaria.
A questa esigenza la Regione dara' risposta in un prossimo
provvedimento, fornendo indicazioni piu' chiare e vincolanti per
garantire percorsi integrati di assistenza domiciliare, a partire
dagli interventi di assistenza domiciliare sociale con riconoscimento
degli oneri a rilievo sanitario (del. GR 1378/99).
2. Modalita' e criteri
Le Aziende USL regionali dovranno garantire l'avvio di programmi per
la qualificazione degli interventi di assistenza domiciliare,
prevedendo un alto livello di integrazione delle attivita' sanitarie,
sociali e socio-sanitarie.
A tal fine la predisposizione del programma di attuazione della
presente deliberazione dovra' essere elaborato dai Comitati di
distretto e dalla Direzione distrettuale, previa la valutazione e la
decisione da assumersi nell'ambito della Conferenza territoriale
sociale e sanitaria di cui all'art.11, della L.R. 2/03, che dovra'
identificare l'ambito o gli ambiti distrettuali nel/i quale/i
realizzare il programma di sviluppo, ed attribuire le risorse di cui
al presente provvedimento, tenendo conto della necessita' di garantire
il riequilibrio nell'uso delle risorse tra gli ambiti distrettuali,
anticipando i contenuti e le modalita' previste per la gestione del
Fondo regionale per la non autosufficienza di cui all'art. 51 della
L.R. 27/04.
Relativamente ai contenuti dei progetti, i Comitati di distretto degli
ambiti individuati dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria
in accordo con le Direzioni distrettuali potranno optare per uno o per
entrambi dei seguenti percorsi di sviluppo, meglio specificati punto
6:
1) sviluppo di attivita' di assistenza domiciliare qualificate per
pazienti affetti da demenza e per il sostegno e l'accompagnamento dei
familiari;
2) il consolidamento e la qualificazione delle attivita' connesse alle
"dimissioni protette".
3. Termini di presentazione dei progetti
I progetti di attuazione dovranno essere presentati alla Direzione
Sanita' e Politiche sociali nelle modalita' e nei tempi che saranno
oggetto di specifica comunicazione.
4. Risorse finanziarie disponibili ed entita' del finanziamento
Per il presente programma e' disponibile la somma complessiva di Euro
900.000,00.
L'entita' del finanziamento a favore delle AUSL regionali e'
determinata sulla base della popolazione anziana di eta' uguale o
superiore a 75 anni residente al 31/12/2004, cosi' come predisposto
nell'Allegato 2.
5. Liquidazione dei finanziamenti
La liquidazione dei finanziamenti concessi verra' effettuata ad
avvenuta esecutivita' dell'atto deliberativo di approvazione del
presente documento a seguito di comunicazione da parte delle AUSL di
avvio delle attivita', unitamente alla trasmissione della decisione
della Conferenza territoriale sociale e sanitaria in ordine
all'individuazione degli ambiti distrettuali ed all'assegnazione delle
risorse, del progetto che si intende realizzare e della approvazione
del Comitato di distretto competente.
6. Contenuti dei progetti
I progetti dovranno riguardare le attivita' di assistenza domiciliare
sociale e sanitaria in una o entrambe le seguenti aree:
- lo sviluppo di attivita' di assistenza domiciliare qualificate per
pazienti affetti da demenza e per il sostegno e l'accompagnamento dei
familiari;
- il consolidamento e la qualificazione delle attivita' connesse alle
"dimissioni protette".
Nell'ambito dei progetti potranno anche essere previste attivita'
formative mirate.
Per la prediposizione dei progetti si forniscono alcune prime
indicazioni, che potranno successivamente essere integrate e
completate da ulteriori riflessioni regionali.
Assistenza domiciliare di sostegno alle famiglie di persone affette da
demenza
Gli interventi di assistenza domiciliare per le persone colpite da
demenza senile, devono rivolgersi contemporaneamente ai malati e ai
familiari.
I familiari hanno un ruolo centrale nella gestione dell'ammalato,
poiche' rappresentano una risorsa fondamentale nell'assistenza e
costituiscono un elemento determinante nel ridurre il ricorso
all'istituzionalizzazione. Per la realizzazione di un'assistenza che
risponda ai bisogni specifici di questa fascia di utenza, sono
necessari interventi che possono interessare diversi ambiti:
- l'accompagnamento nella fase iniziale della scoperta della malattia
per sostenere psicologicamente i familiari e trasmettere loro
competenze specifiche per far fronte alla complessita' del lavoro di
cura e della convivenza con un paziente demente;
- interventi finalizzati a garantire il sollievo e la disponibilita'
di spazi per l'attenzione al se' dei caregiver, per esempio
consentendo periodicamente un ampio momento di liberta' (tre/quattro
ore) a chi assiste l'anziano;
- interventi finalizzati ad affiancare e migliorare il lavoro di cura
svolto da assistenti familiari con regolare contratto.
Risulta evidente che rispondere alla specificita' dei bisogni dei
pazienti dementi implica l'introduzione di modalita' innovative e
flessibili rispetto a quelle che tradizionalmente connotano
l'assistenza domiciliare.
Anche per quanto riguarda le competenze professionali degli operatori
e' necessario garantire la pluralita' di ruoli professionali ed
investire in adeguata formazione, centrando l'attenzione sulle
competenze relazionali e di sostegno psicologico. Si sottolinea a
questo proposito come siano state realizzate importanti esperienze
anche valorizzando la figura dell'educatore, oltre che dell'ADB/OSS.
Sono state svolte importanti esperienze che hanno valorizzato anche
l'apporto di volontari, adeguatamente formati, soprattutto negli
interventi di sollievo per i caregiver. Si ritiene questa una
modalita' importante da affiancare allo sviluppo dei servizi
professionali.
Il consolidamento e la qualificazione delle attivita' connesse alle
"dimissioni protette"
La dimissione protetta ha l'obiettivo di garantire la continuita' di
cura e di assistenza tra ospedale e servizi territoriali alle persone
che, in relazione ai loro bisogni sanitari e/o sociali, al momento
della dimissione dall'ospedale necessitano di assistenza.
In tale contesto la programmazione della dimissione e' l'intrecciarsi
di competenze e contributi offerti da diversi professionisti e
strutture per supportare la famiglia nella cura della persona sia con
presidi appropriati sia con prestazioni sanitarie e interventi di
natura socio-assistenziale.
Le dimissioni protette rappresentano quindi uno dei momenti prioritari
a supporto della realizzazione della continuita' delle cure che
tuttavia risulta essere il punto nevralgico dei percorsi integrati
ospedale-territorio. Per tale motivo e' necessario sviluppare
ulteriormente i processi di continuita' assistenziale gia' avviati.
Proseguendo il lavoro gia' avviato in tutti i distretti occorre
migliorare la realta' operativa negli ambiti territoriali che
presentano ancora problemi nella messa a regime di percorsi
assistenziali condivisi ed utilizzati ordinariamente in una rete di
collaborazione tra ospedali e territorio.
La condivisione di linguaggi, modalita' operative, procedure, criteri
di individuazione e selezione delle situazioni a rischio, tempi
congrui e modalita' condivise di segnalazione rappresentano elementi
indispensabili per la efficace costruzione di una adeguata continuita'
assistenziale tra ospedale e territorio.
Poiche' il passaggio di presa in carico tra ospedale e territorio non
deve presentare discontinuita' o frammentazioni e le strutture
coinvolte devono essere in collegamento fra loro attraverso precisi e
codificati rapporti funzionali, i progetti di qualificazione e
sviluppo delle dimissioni protette dovranno prevedere
l'identificazione di:
- punti territoriali per la raccolta della domanda e l'attivazione
della dimissione protetta;
- strumenti, condivisi fra le diverse e'quipe, di valutazione
multidimensionale necessari sia per la valutazione dell'attivazione
del percorso, sia per l'elaborazione del piano di dimissione;
- responsabilita' all'interno del percorso integrato;
- strumenti di gestione condivisi, modalita' di lavoro comune e
procedure per la comunicazione a supporto della rete integrata;
- strumenti di valutazione dell'efficacia del percorso.
(segue allegato fotografato)