DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 18 luglio 2005, n. 1177
Procedura di verifica (screening) relativa al progetto della variante nel tratto compreso tra la S.S. n. 9 "Emilia" e la S.P. n. 37 bis "Diramazione Fratta", in comune di Forlimpopoli (FC). Titolo II, L.R. 18/5/1999 n. 9 e successive modifiche ed integrazioni
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
(omissis) delibera:
a) di escludere, ai sensi dell' art. 10, comma 1 della L.R. 21 maggio
1999, n. 9, e successive modifiche e integrazioni, in considerazione
del limitato rilievo degli interventi previsti, e dei conseguenti
impatti ambientali, il progetto di variante nel tratto compreso tra
la S.S. n. 9 "Emilia" e la S.P. n. 37 bis "Diramazione Fratta", in
comune di Forlimpopoli, provincia di Forli'-Cesena; dalla ulteriore
procedura di VIA, con le prescrizioni di cui al punto 7 e di seguito
riportate:
1. sulla base delle valutazioni riportate nella relazione di
screening, secondo cui gli impatti ambientali siano minori
nell'ipotesi denominata B3 rispetto all'ipotesi denominata B2, si
prescrive la realizzazione del tracciato denominato B3;
2. si prescrive, come previsto nel progetto, a fronte della maggior
occupazione di suolo e della maggior frammentazione del territorio
derivante dall'allontanamento della viabilita' di progetto, in
aggiunta agli interventi previsti per il tracciato denominato B2, la
realizzazione della piantumazione dell'area interclusa tra la
viabilita' esistente e il percorso della variante B3, utilizzando le
essenze arboreo-arbustive, e i criteri ecologici indicati per l'area
di compensazione;
3. le macchie edafiche dovranno essere realizzate scegliendo essenze
arbustive autoctone che si inseriscano, dal punto di vista
paesaggistico, in maniera armonica nell'ambiente, in modo da creare
una vera e propria ricucitura del paesaggio;
4. particolare attenzione andra' posta nella realizzazione di
barriere di altezza di circa 40-50 cm che abbiano la funzione di
incanalare gli animali nel sottopasso faunistico, da realizzare, in
corrispondenza dello Scolo Ausa;
5. la realizzazione di siepi e/o macchie, al fine di facilitare gli
scambi faunistici, e dare la possibilita' di rifugio ed alimentazione
ad alcune specie e per creare piccoli habitat, devono essere
schermate con arbusti quali prugnolo (Prunus spinosa), rosa canina
(Rosa canina), spincervino (Rhamnus cathartica), viburno opalo
(Viburnum opulus), ligustro (Ligustrum vulgare), posti ad interasse
di 50-60 cm, distribuiti, dove possibile, non secondo formazioni
lineari, ma a macchia al fine di diversificare maggiormente l'ambito
in esame ed, in ogni caso, non posti nelle immediate vicinanze del
sottopasso;
6. nella grande area piantumata nella zona tra la strada di progetto
e l'abitato di Selbagnone (area di compensazione) si dovra' mantenere
le distanze di rispetto dalla strada secondo quanto stabilito dal DPR
495/92, art. 26, comma 6, pertanto, anche per motivi di ordine
ecologico, si dovra' impiantare, dalla strada di progetto verso le
case, vegetazione di mano in mano piu' evoluta e di conseguenza piu'
sviluppata a maturita';
7. il sistema di irrigazione dovra' assicurare la garanzia di
irrigazione di soccorso durante il periodo siccitoso (minimo 5-6
interventi);
8. le piante dovranno essere in zolla o meglio in vasetto dotate di
disco pacciamante in fibra di cocco, e disposte in file sinusoidali
per migliorare l'aspetto paesaggistico dell'impianto;
9. le medesime essenze arbustive sopra citate potranno essere
utilizzate anche in prossimita' delle abitazioni poste nelle
immediate vicinanze del nuovo tracciato per mitigare gli impatti
visivi indotti;
10. dovranno essere evitati scarichi di acque ad elevata torbidita'
(aggottamenti, drenaggi, ecc.) senza una preventiva decantazione;
11. si dovra' provvedere affinche' gli scarichi dai cantieri fissi
abbiano un adeguato trattamento di depurazione attraverso
l'allontanamento dal cantiere verso impianti di trattamento;
12. dovranno essere ripristinati, contestualmente all'avanzare dei
lavori, gli scoli intercettati dal tracciato, migliorandone la
funzionalita';
13. in aree di cantiere o di deposito di prodotti pericolosi dovranno
essere approntate misure idonee (impermeabilizzazioni, cordoli,
pozzetti disoleatori, ecc.) al fine di evitare contaminazioni della
falda freatica derivanti da sversamenti accidentali;
14. si dovranno ridurre al minimo gli spazi utilizzati per il
passaggio degli automezzi nei cantieri;
15. si dovra' provvedere all'impermeabilizzazione delle eventuali
aree di deposito di materiali pericolosi (carburanti, lubrificanti,
ecc.) e delle aree di rimessaggio dei mezzi;
16. nelle zone a maggior rischio di fenomeni di ruscellamento
superficiale (formazione dei rilevati) o di ristagno delle acque
(condizioni di bassa soggiacenza in corrispondenza dei rilevati)
dovranno essere predisposte opere di drenaggio per il deflusso delle
acque contestualmente all'avanzare dei lavori;
17. dovranno essere ridotte al minimo le aree di accumulo delle terre
di scavo privilegiando l'immediato riutilizzo delle stesse;
18. dovranno essere previste corrette procedure di cernita e
controllo sui materiali che verranno utilizzati per le operazioni di
ripristino, sia dal punto di vista della tutela qualitativa delle
acque che da quello agronomico-naturalistico, secondo parametri di
riferimento specifici della realta' in esame;
19. in fase di progettazione definitiva dovranno essere ridefinite le
dimensioni delle rotonde al fine di ottimizzare il rapporto tra
sicurezza dell'infrastruttura e occupazione del suolo;
20. l'inserimento delle siepi arbustive e/o arboreo-arbustive
descritte, anche perpendicolarmente al tracciato di progetto, in
corrispondenza della viabilita' secondaria e dei corsi d'acqua
presenti, al fine di spezzare la linearita' del tracciato creando dei
collegamenti percettivi in direzione est-ovest;
21. in fase di progettazione definitiva dovranno essere esplicitati
gli accorgimenti tecnici necessari a laminare i maggiori volumi
idrici derivanti dall'aumento dei coefficienti di deflusso a seguito
dell'impermeabilizzazione delle superfici, in applicazione dell'art.
9 delle NTA del Piano stralcio, in materia di invarianza idraulica;
22. le opere di laminazione dovranno raccordarsi con il sistema di
regimazione delle acque, tenendo conto dell'insieme delle opere di
mitigazione;
23. per il ripristino delle eventuali aree di cantiere, si dovra'
riutilizzare il terreno vegetale proveniente dallo scotico, che si
avra' cura di accumulare, separatamente dalle altre tipologie di
materiale, in spessori adeguati e di provvedere alla sua manutenzione
per evitarne la morte biologica;
24. per limitare, in fase di cantierizzazione, le emissioni diffuse e
puntuali di polveri derivanti dalla movimentazione dei materiali di
costruzione, dall'esercizio di impianti fissi e dalla movimentazione
dei mezzi si ritiene necessario: - prevedere la umidificazione dei
depositi temporanei di terre, dei depositi di materie prime ed inerti
e delle vie di transito da e per i cantieri, soprattutto quando
queste si trovino nelle vicinanze dell'aggregato urbano; - per il
trasporto degli inerti prevedere un sistema di ricopertura dei
cassoni con teloni; - prevedere un piano del traffico legato alle
attivita' di cantiere allo scopo di evitare disturbi ai residenti e
limitare i disagi al traffico esistente;
25. vista la litologia del primo sottosuolo e l'esistente reticolo
idrografico superficiale nella zona interessata dal progetto dovranno
essere previsti, in fase di progettazione esecutiva, dei presidi
idraulici nei punti di intersezione dei canali di scolo e di
irrigazione con saracinesche idrauliche volti a contenere l'acqua
inquinata proveniente da eventuali sversamenti e il suo successivo
corretto smaltimento ai sensi dei disposti della normativa vigente;
la manutenzione deve essere garantita a carico del proponente;
26. il progetto esecutivo dovra' quindi contenere un "piano di
gestione, manutenzione e verifica di funzionalita' del sistema di
drenaggio, invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e
degli eventuali sversamenti accidentali" che dovra' essere approvato
dalla Amministrazione provinciale di Forli'-Cesena;
27. si prescrive, in fase di progettazione esecutiva, di prevedere la
realizzazione di adeguate misure di mitigazione acustica (ad esempio:
fasce alberate di ambientazione, barriere acustiche, muri verdi,
terrapieni piantumati, utilizzo di asfalti fonoassorbenti, ecc.)
adeguatamente progettate, ubicate e dimensionate, al fine di
garantire presso tutti i ricettori presenti il rispetto di tutti i
valori limite vigenti;
28. tali opere di mitigazione acustica dovranno raccordarsi con gli
altri interventi al fine di creare sistemi ecologici tra loro
collegati;
29. le eventuali barriere fonoassorbenti, da prevedere nel caso in
cui le barriere vegetali si dimostrassero insufficienti, dovranno
essere ricoperte di rivestimenti vegetali con specie autoctone e/o
naturalizzate, che garantiscono un maggior successo d'impianto;
30. il progetto esecutivo dovra' comprendere le operazioni di
manutenzione degli impianti per almeno tre anni dalla messa a dimora;
a questa si aggiunge la necessita' di prevedere un reimpianto delle
fallanze nel primo anno di manutenzione;
31. nel caso in cui siano previste mitigazioni, direttamente sugli
edifici residenziali, mediante finestre silenti, si prescrive che,
analogamente a quanto gia' introdotto con il DPR 18/11/1998, n. 459,
siano comunque introdotti tutti gli eventuali ulteriori interventi
necessari a garantire il livello notturno massimo, misurato al centro
della stanza, a finestre chiuse, con il microfono posto a 1,5 metri
dal pavimento;
32. si dovra', inoltre, valutare la necessita' di introdurre
eventuali mitigazioni acustiche nell'area di cantiere e/o sui
ricettori per consentire il rispetto dei limiti sonori previsti dalle
normative vigenti;
33. il rispetto dei limiti di pressione sonora dovra' essere
verificato attraverso una campagna di monitoraggio strumentale da
realizzarsi, ad opera del proponente, durante la realizzazione
dell'opera, ad opera e mitigazioni realizzate e, sulla base dei
risultati ottenuti, dovranno essere assunte le necessarie
determinazioni conseguenti;
34. si prescrive l'adozione delle seguenti misure per la tutela della
vegetazione esistente: - si adotteranno opportune protezioni del
fusto e dei rami per gli alberi piu' vicini alle aree di lavorazione;
- si eviteranno ricariche di terreno attorno agli alberi e gli scavi
troppo vicini alle radici per non comprometterne l'aerazione
dell'apparato radicale; - si evitera' l'eccessiva compattazione del
suolo, in prossimita' delle piante, procedendo alla distribuzione di
ghiaia e sabbia per uno strato sufficiente a garantire il corretto
funzionamento dei flussi idrici; - in generale si eseguira', solo
dove strettamente necessario, l'abbattimento della vegetazione; -
saranno ripristinate tutte le aree di cantiere, ricreando le
condizioni originarie; - nelle aree intercluse risultanti dalla
razionalizzazione dell'incrocio saranno eseguiti impianti
arboreo-arbustivi con specie autoctone (funzione di inserimento
ambientale ed arredo);
35. si prescrive le verifica, con l'Autorita' competente in materia,
della necessita' di effettuare la valutazione d'incidenza del
progetto in esame, sul sito di importanza comunitaria IT4080006
"Meandri del Fiume Ronco";
36. resta fermo che tutte le autorizzazioni, necessarie per la
realizzazione delle opere in oggetto della presente valutazione,
dovranno essere rilasciate dalle autorita' competenti ai sensi delle
vigenti disposizioni;
b) di trasmettere la presente delibera al proponente Provincia di
Forli'-Cesena - Servizio Viabilita' e Progettazione strade, alla
Provincia di Forli'-Cesena - Assessorato Ambiente, al Comune di
Forlimpopoli e all'ARPA - Sezione provinciale di Forli'-Cesena;
c) di pubblicare per estratto, ai sensi dell'art. 10, comma 3, della
L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, il
presente partito di deliberazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione Emilia-Romagna.