DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 19 luglio 2004, n. 1425
Protocollo regionale di intesa in materia di adozione tra Regione Emilia-Romagna, Province, Enti titolari delle funzioni in materia di infanzia e adolescenza, Enti autorizzati di cui all'art. 39, comma 1, lettera c) della Legge 476/98
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Dato atto che la Legge 476/98 "Ratifica ed esecuzione della
Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di
adozione internazionale, fatta a l'Aja il 29 maggio 1993. Modifiche
alla Legge 4 maggio 1983, n. 184, in tema di adozione di minori
stranieri" all'art. 39 bis, assegna alle Regioni funzioni di concorso
allo sviluppo della rete dei servizi rivolti all'adozione;
richiamata la deliberazione del Consiglio regionale n. 331 del
12/2/2002 "Approvazione del Progetto regionale adozione e dello
schema di Protocollo di intesa tra Regione Emilia-Romagna, Province,
Enti titolari delle funzioni in materia di minori, Enti autorizzati
in materia di adozione internazionale";
preso atto della sottoscrizione del Protocollo d'intesa suddetto in
data 21/3/2002 tra Regione Emilia-Romagna, Province, Enti titolari
delle funzioni in materia di minori, Enti autorizzati in materia di
adozione internazionale, che stabilisce gli impegni dei soggetti
firmatari;
considerato che il Protocollo aveva carattere di sperimentalita' e
durata annuale;
considerato altresi' che la Commissione per le adozioni
internazionali ha nel frattempo provveduto ad un aggiornamento
dell'Albo nazionale degli Enti autorizzati includendo Enti di nuova
autorizzazione e ampliando l'operativita' e competenza territoriale
di altri;
preso atto delle indicazioni metodologiche e tecniche in merito alla
qualificazione dell'intero percorso adottivo in Emilia-Romagna come
specificato nelle linee di indirizzo regionale approvate con
deliberazione della Giunta regionale n. 1495 del 28 luglio 2003;
considerata quindi l'opportunita' che la Regione provveda a
modificare lo schema di protocollo di intesa adeguandosi alla
normativa attualmente in vigore a livello nazionale e regionale,
anche al fine di coinvolgere ulteriormente gli autori coinvolti con
particolare riguardo agli Enti autorizzati in materia di adozione
internazionale, gli Enti titolari delle funzioni in materia di
infanzia e adolescenza, le Aziende sanitarie locali e le Province per
l'individuazione di una linea condivisa ed integrata di intervento,
per dare la piu' compiuta attuazione alle Linee di indirizzo
regionale in materia di adozione nazionale ed internazionale;
tenuto conto del confronto e del prezioso apporto professionale
scaturito dai lavori preparatori e istruttori svolti con gli Enti
autorizzati, con le Amministrazioni provinciali nonche' delle
indicazioni giunte al Servizio Politiche familiari infanzia e
adolescenza nella fase di consultazione e concertazione;
dato atto che:
l'allegato schema di Protocollo e' composto da due parti, per
delineare due livelli di adesione possibile al modello organizzativo
in vigore in Emilia-Romagna in materia di adozione da parte di tutti
gli Enti autorizzati ad operare nelle pratiche di adozione
internazionale, per le coppie residenti in regione. La Parte A
rivolta a tutti gli enti aderenti, comporta per gli Enti autorizzati
una collaborazione adeguata alla realizzazione degli elementi
essenziali contenuti nelle Linee di indirizzo. La Parte B,
comportera' per tutti gli Enti sottoscrittori e in particolare per
gli Enti autorizzati, l'assunzione di impegni ulteriori in essa
contenuti, in aggiunta a quelli previsti dalla Parte A;
il Protocollo di intesa intende ribadire le linee di indirizzo sopra
citate e valutando che esso possa contribuire a incrementare e
specializzare i rapporti di collaborazione finora intrapresi tra
tutti gli attori coinvolti nel processo di qualificazione del sistema
integrato di servizi che si occupano di adozione in particolare per
quanto riguarda:
- la promozione di una corretta cultura dell'adozione;
- la qualificazione dei percorsi informativi e formativi per le
coppie candidate all'adozione nella fase precedente la espletazione
delle indagini psicosociali realizzata in modo integrato tra servizi
pubblici ed Enti autorizzati;
- lo svolgimento di accurate indagini psicosociali miranti ad
acquisire elementi finalizzati alla valutazione delle coppie
aspiranti all'adozione di competenza del Tribunale per i minorenni;
- l'accoglienza e il sostegno nella fase del postadozione svolta in
modo integrato tra servizi pubblici ed Enti autorizzati;
- la cura a sviluppare comunicazioni tempestive ed efficaci tra tutti
gli attori coinvolti nel processo.
Richiamate:
- la L.R. 2/03 "Norme per la promozione della cittadinanza sociale e
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e Servizi
sociali";
- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 recante "Testo unico in materia di
organizzazione e di rapporti di lavoro nella regione
Emilia-Romagna";
richiamate le seguenti proprie deliberazioni:
- n. 2832 del 17 dicembre 2001, concernente "Riorganizzazione delle
posizioni dirigenziali della Giunta regionale - Servizi e
Professional";
- n. 3021 del 28 dicembre 2001, concernente "Approvazione degli atti
di conferimento degli incarichi di livello dirigenziale (decorrenza
1/1/2002)";
- n. 447 del 24/3/2003 "Indirizzi in ordine alle relazioni
organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle
funzioni dirigenziali";
visto il parere favorevole sullo schema di protocollo di cui sopra
espresso dalla Conferenza Regione Autonomie locali, in data 28 maggio
2004;
dato atto del parere di regolarita' amministrativa espresso dal
Direttore generale Sanita' e Politiche sociali dott. Franco Rossi ai
sensi dell'art. 37, quarto comma della L.R. 43/01 e della
deliberazione della Giunta regionale 447/03;
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, Immigrazione,
Progetto giovani e Cooperazione internazionale, Gianluca Borghi;
a voti unanimi e palesi, delibera:
1) di approvare per le motivazioni espresse in premessa, l'allegato
schema di "Protocollo regionale di intesa in materia di adozione tra
Regione Emilia-Romagna, Province, Enti titolari delle funzioni in
materia di infanzia e adolescenza, Enti autorizzati di cui all'art.
39, comma 1, lett. C) della Legge 476/98" nelle due Parti A e B,
parti integranti e sostanziali del presente atto;
2) di stabilire che l'iscrizione degli Enti autorizzati nell'Albo
nazionale curato dalla Commissione per le adozioni internazionali e'
condizione per l'adesione al presente Protocollo, nonche' per la
permanenza tra gli Enti sottoscrittori;
3) di stabilire che il seguente Protocollo di intesa tra Regione,
Province, Enti titolari delle funzioni in materia di infanzia e
adolescenza, Enti autorizzati, avra' validita' triennale a decorrere
dalla data di prima sottoscrizione che verra' stabilita dalla Regione
Emilia-Romagna con lettera all'ANCI, all'UPI e agli Enti autorizzati
ad operare nella Regione Emilia-Romagna;
4) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale
Regione Emilia-Romagna garantendone la piu' ampia diffusione.
ALLEGATO
Protocollo regionale di intesa in materia di adozione tra Regione
Emilia-Romagna, Province, enti titolari di funzioni in materia di
infanzia e adolescenza, Enti autorizzati di cui all'art. 39, comma 1,
lett. C) della Legge 476/98
Premessa
La Legge 31 dicembre 1998, n. 476 in materia di adozioni
internazionali ha apportato modifiche ed integrazioni sostanziali
alla disciplina e alle procedure adottive delineate dalla Legge 4
maggio 1983, n. 184, introducendo nuovi adempimenti e modalita' di
attuazione, nonche' diverse e piu' strette relazioni tra i soggetti
pubblici e privati chiamati a concorrere alla sua attuazione. Alle
Regioni la Legge 476/98 affida il compito di concorrere a sviluppare
una rete di servizi in grado di svolgere i compiti previsti dalla
legge, di vigilare sul funzionamento delle strutture e dei servizi
che operano nel territorio per l'adozione internazionale, di
promuovere la definizione di protocolli operativi e convenzioni fra
Enti autorizzati e Servizi e forme stabili di collegamento fra gli
stessi e gli organi giudiziari minorili.
La definizione dei protocolli operativi tra Enti titolari delle
funzioni in materia di minori, Aziende Unita' sanitarie locali ed
enti autorizzati costituisce un elemento cardine per la costruzione
di un sistema integrato di servizi per accompagnare nel migliore modo
possibile le coppie nel loro percorso di avvicinamento all'adozione e
per sostenerle successivamente all'arrivo del minore cercando di
favorire la sua integrazione nel nuovo contesto sociale e familiare
e l'equilibrato sviluppo della sua persona. La costruzione del
sistema integrato dei Servizi per l'adozione e' ispirata
all'applicazione del principio di sussidiarieta' in materia di
adozione internazionale (come indicato nel preambolo della
Convenzione de l'Aja e all'art. 18 della Convenzione ONU sui diritti
del fanciullo. L'applicazione di questo principio comporta che
l'adozione internazionale viene a configurarsi come residuale
rispetto ad altre forme di intervento a favore dell'infanzia che ha
diritto primariamente a trovare risposte al suo diritto di vivere in
una famiglia, come ambito privilegiato di crescita e sviluppo della
propria identita'. In questo senso si intende che ogni soggetto del
sistema integrato dei Servizi, per quanto di propria competenza,
concorre a formare una corretta cultura dell'adozione e della
solidarieta' internazionale. Cio' comporta l'impegno a sviluppare
azioni rivolte alla prevenzione dell'abbandono, con lo scopo di
mantenere il bambino nel proprio nucleo familiare, ad approntare
misure rivolte, se possibile, a reintegrare il bambino nella propria
famiglia, attraverso l'eliminazione degli ostacoli (anche materiali)
che vi si frappongono.
Le parti ribadiscono che un'adeguata cultura dell'adozione trova
fondamento nella tutela del prevalente interesse del bambino, del suo
"diritto all'ascolto" in ogni procedimento che lo riguardi e nella
applicazione del principio di sussidiarieta'.
I soggetti, anche in un'ottica di solidarieta' internazionale, si
impegnano a collaborare al fine di diffondere una cultura
dell'infanzia finalizzata a prevenire l'abbandono dei bambini e a
promuovere lo sviluppo dell'accoglienza.
In applicazione della nuova normativa in materia di adozione la
Regione Emilia-Romagna ha provveduto con la deliberazione del
Consiglio regionale n. 331 del 12/2/2002 ad approvare un Progetto
regionale per l'adozione e, contestualmente, uno schema di Protocollo
di intesa tra Regione Emilia-Romagna, Province, Enti titolari delle
funzioni in materia di minori, Enti autorizzati in materia di
adozione internazionale che e' stato sottoscritto il 21 marzo 2002 da
19 Enti autorizzati.
Successivamente a tale data e' considerevolmente aumentato il numero
degli Enti autorizzati ad operare in Emilia-Romagna. Inoltre la
Regione, con deliberazione di Giunta n. 1495 del 28/7/2003, ha
provveduto ad emanare le "Linee di indirizzo per le adozioni
nazionali ed internazionali" (d'ora in poi Linee di indirizzo) le
quali prevedono un alto livello di integrazione tra servizi
territoriali ed Enti autorizzati in ambito regionale.
In sede di rinnovo del Protocollo e' opportuno tenere conto che tali
alti livelli di integrazione non possono essere assicurati da tutti
gli Enti autorizzati per l'Emilia-Romagna, essendo i medesimi
chiamati a presidiare o l'intero territorio nazionale o quanto meno
l'area nord.
Di qui l'esigenza di rinnovare il Protocollo individuando due livelli
di impegno finalizzati a stabilire comunque efficaci relazioni tra i
servizi territoriali e tutti gli Enti autorizzati.
Il livello A di adesione comporta che gli Enti autorizzati firmatari
prendano dunque atto delle indicazioni operative cui si attengono i
servizi territoriali, contenute nelle citate Linee di indirizzo,
soprattutto per quanto riguarda la prassi dell'adozione
internazionale in Emilia-Romagna, l'organizzazione delle e'quipe
centralizzate, i programmi provinciali per l'adozione, le precise
indicazioni riguardanti la preparazione delle coppie, lo svolgimento
delle indagini psicosociali con le coppie candidate all'adozione
internazionale, e l'accompagnamento dei nuclei adottivi.
I soggetti firmatari del Protocollo Parte A, si propongono di
potenziare e qualificare una rete integrata di servizi per sostenere
una cultura dell'adozione internazionale basata sul principio di
sussidiarieta' e svolgere un'efficace azione di accompagnamento e
sostegno per le coppie candidate all'adozione internazionale, in
particolare attraverso:
- l'attivazione di adeguate azioni informative e di preparazione;
- la realizzazione di indagini psicosociali efficaci nella
esplorazione dei requisiti richiesti per esercitare una funzione
genitoriale caratterizzata da piena disponibilita' all'accoglienza di
un bambino in stato di abbandono;
- la qualificazione e l'omogeneizzazione, sul territorio regionale,
delle relazioni finali di indagine elaborate dai Servizi, anche al
fine di renderle piu' rispondenti ai criteri di valutazione
utilizzati dal Tribunale per i minorenni e dalle diverse Autorita'
centrali straniere, per favorire il migliore incontro (abbinamento)
del bambino con una famiglia;
- la messa a punto delle migliori modalita' di collaborazione tra
Enti titolari delle funzioni in materia di minori, Aziende USL ed
Enti autorizzati a partire dalla scelta dell'Ente autorizzato da
parte della coppia e nella fase successiva all'ingresso dei bambini
in Italia;
- la garanzia di una particolare attenzione all'ascolto ed al
sostegno del bambino nel suo processo di integrazione nel nuovo
contesto familiare, nel gruppo dei pari, nelle agenzie formative e
nel contesto sociale;
- il sostegno della funzione genitoriale anche attraverso la
promozione di momenti di incontro tra le coppie.
Il livello B comporta un maggior grado di collaborazione degli Enti
autorizzati con i Servizi territoriali, le Province e la Regione per
una completa attuazione delle linee di indirizzo.
Gli Enti autorizzati che opteranno per la sottoscrizione del
Protocollo Parte B, si renderanno disponibili a sviluppare una
maggiore collaborazione sia per quanto riguarda la formazione delle
coppie che per contribuire alla definizione delle politiche regionali
in materia di adozione. Essi si assumeranno quindi gli impegni
contenuti nella parte B del protocollo, in aggiunta a quelli previsti
nella parte A.
Condizioni di adesione e durata
L'iscrizione all'Albo nazionale degli Enti autorizzati e' condizione
per l'adesione e la permanenza tra i soggetti aderenti al presente
Protocollo.
Il presente Protocollo ha la durata di tre anni a decorrere dalla
data di prima sottoscrizione, che verra' stabilita dalla Regione
Emilia-Romagna con lettera all'ANCI, all'UPI e agli Enti autorizzati
ad operare nella Regione Emilia-Romagna. Esso rimane in vigore fino
alla stipula del Protocollo successivo e potra' subire modifiche, non
sostanziali concordate tra la Regione e tutti gli Enti aderenti.
Gli Enti autorizzati hanno facolta' di aderire successivamente con
lettera a firma del legale rappresentante, o suo delegato, da inviare
alla Regione Emilia-Romagna, Servizio Politiche familiari infanzia e
adolescenza.
PARTE A
Coordinamento delle iniziative in materia di adozione
La Regione Emilia-Romagna, gli Enti titolari delle funzioni in
materia di minori, gli Enti autorizzati e le Province concordano
sulla opportunita' di un coordinamento a livello regionale, quale
sede di raccordo tra le istanze pubbliche e private impegnate nel
complesso sviluppo della rete integrata di servizi a favore dei
minori e delle coppie coinvolti nella esperienza adottiva.
Il Coordinamento regionale adozione (C.R.Ad) si connota quale sede di
elaborazione e confronto per:
- lo studio e l'attivazione di interventi per la promozione di una
corretta cultura dell'adozione in particolare tramite lo sviluppo di
iniziative di cooperazione internazionale ispirate al principio di
sussidiarieta';
- la concertazione degli obiettivi e dei contenuti della formazione
degli operatori pubblici e privati coinvolti nei percorsi adottivi;
- la promozione delle forme di collaborazione tra Enti titolari delle
funzioni in materia di minori, Aziende Unita' sanitarie locali, Enti
autorizzati e Magistrature minorili;
- l'elaborazione di proposte relativamente a protocolli operativi ed
accordi in materia di adozione ed al loro monitoraggio;
- l'elaborazione di proposte in ordine alla definizione, attuazione e
monitoraggio di linee di indirizzo regionali in materia di adozione;
- la definizione di proposte in ordine alla vigilanza sul
funzionamento delle strutture e dei servizi per l'adozione.
Il Coordinamento e' composto da rappresentanti dell'ANCI, dell'UPI,
dei Coordinatori sociali delle Aziende Unita' sanitarie locali,
degli Assessorati regionali alla Sanita' e alle Politiche sociali.
Fanno parte del C.R.Ad. anche quattro rappresentanti degli enti
autorizzati ad operare in Emilia-Romagna individuati tra coloro che
sottoscriveranno il Protocollo Parte B.
Al C.R.Ad. partecipano, quali invitati permanenti, rappresentanti
della Magistratura minorile e rappresentanti delle associazioni delle
famiglie adottive e affidatarie.
Al fine di sostenere l'attuazione delle politiche in materia di
adozione ed il raccordo fra tutti i soggetti coinvolti vengono
assunti i seguenti impegni.
La Regione si impegna a:
- presiedere e coordinare le attivita' del C.R.Ad. attraverso la
figura del Responsabile del Servizio Politiche familiari infanzia ed
adolescenza;
- convocare il C.R.Ad. almeno due volte l'anno;
- convocare periodicamente i referenti provinciali per le adozioni al
fine di monitorare l'attuazione dei Piani provinciali per
l'adozione;
- convocare periodicamente i rappresentanti degli Enti autorizzati ai
fini di monitorare i livelli di collaborazione realizzati con i
Servizi territoriali e la qualita' dei Servizi rivolti ai nuclei
familiari adottivi interessati all'adozione.
Le Province si impegnano a:
- costituire, convocare e coordinare tavoli di coordinamento tecnico
in materia di adozione che si incontrano (almeno due volte l'anno) ai
fini di confrontare le esperienze degli operatori facenti parte delle
e'quipe adozioni, dare impulso alla applicazione delle Linee di
indirizzo e di monitorarne gli esiti;
- effettuare report periodici (almeno annualmente) da inviare al
Servizio Politiche familiari infanzia e adolescenza, relativamente
alle azioni intraprese ed i risultati raggiunti.
Gli Enti titolari delle funzioni in materia di minori e le AUSL si
impegnano a:
- partecipare con propri operatori ai tavoli di coordinamento
provinciali in materia di adozione ai fini della omogeneizzazione
delle procedure, della rilevazione delle necessita' formative, del
monitoraggio dell'iter adottivo, della definizione delle metodologie
e dello sviluppo della fase di accompagnamento post-adottiva.
Attuazione del sistema integrato dei Servizi per l'adozione
La Regione Emilia-Romagna, le Province ed gli Enti titolari delle
funzioni in materia di minori e le AUSL si impegnano, nell'ambito
delle proprie competenze, alla applicazione delle misure
organizzative indicate nella Parte I "Attuazione del sistema
integrato di servizi per l'adozione" delle Linee di indirizzo.
L'impegno e' rivolto in particolare a:
- individuare ed attivare in ambiti definiti a livello provinciale,
di Distretto o, nel caso di Comuni ed associazioni di Comuni, in
ambiti non inferiori a 90.000 abitanti, apposite e'quipe
centralizzate formate almeno dalle figure professionali di assistente
sociale e di psicologo, con forte esperienza specifica con il compito
di svolgere le indagini psicosociali per il bacino territoriale di
riferimento;
- raccordare a livello provinciale le predette e'quipe o tramite la
Provincia stessa o mediante uno degli Enti titolari delle funzioni
in materia di minori, individuato come Ente capofila dai soggetti
istituzionali titolari delle funzioni relative ai minori;
- applicare gli standard quali-quantitativi indicati nelle citate
Linee di indirizzo sulle prestazioni che devono essere assicurate
alle coppie impegnate nel percorso adottivo ed ai bambini inseriti
nel nuovo contesto familiare;
- ridurre le liste di attesa e rispettare i termini ordinativi
contenuti nella normativa statale in materia di adozione;
- sviluppare il sistema informativo e le relative strumentazioni
informatiche che garantiscano la conservazione e trasmissione di
tutti i dati necessari riguardanti il percorso adottivo, in raccordo
con la Commissione nazionale adozioni, il Tribunale per i minorenni e
gli Enti autorizzati;
- realizzare i Piani provinciali per l'adozione, attuativi delle
Linee di indirizzo.
La Regione si impegna inoltre a realizzare una stretta integrazione
tra i servizi delll'Assessorato Politiche sociali. Immigrazione.
Progetto giovani. Cooperazione internazionale e l'Assessorato alla
Sanita' della Regione anche al fine di coordinare le iniziative e gli
interventi rivolti a promuovere l'applicazione del principio di
sussidiarieta' dell'adozione, con particolare attenzione alla
promozione di progetti rivolti al miglioramento della qualita' di
vita dei bambini nel loro Paese di origine.
Il coordinamento dei servizi socio-sanitari dovra' essere rivolto
principalmente alla integrazione delle prestazioni necessarie allo
svolgimento dell'intero iter adottivo. Dovra' essere curata la
omogeneizzazione sul territorio regionale delle procedure rivolte ad
accertare le competenze genitoriali adottive (indagini psicosociali)
e l'accertamento della salute psico-fisica delle coppie candidate
all'adozione, corredate di relative certificazioni sanitarie da
allegarsi alle dichiarazioni di disponibilita' da presentare al
Tribunale per i minorenni ed alle Autorita' centrali stranieri, nella
garanzia della gratuita' delle certificazioni stesse, individuando le
istituzioni competenti alla emissione dei certificati e l'elenco
degli accertamenti sanitari e delle relative analisi e/o visite
specialistiche richieste. Particolare riguardo dovra' essere rivolto
ad assicurare le prestazioni diagnostiche, terapeutiche e/o
riabilitative, se necessarie al momento dell'arrivo dei bambini in
Italia (postadozione) accompagnando la famiglia adottiva durante le
fasi di crescita dei bambini.
Enti autorizzati si impegnano a:
- dotarsi di un'e'quipe multiprofessionale operante in una sede
adeguata, secondo quanto previsto dalla normativa statale;
- individuare le risorse per assicurare la collaborazione con i
Servizi in riferimento a quanto previsto dal presente Protocollo,
parte A e con il Tribunale per i minorenni;
- dotare le proprie sedi della strumentazione anche informatica e dei
programmi necessari per operare secondo le indicazioni che saranno
fornite dalla Commissione nazionale adozioni.
Informazione delle coppie
La Regione Emilia-Romagna, gli Enti titolari delle funzioni in
materia di minori e le AUSL si impegnano, per quanto di competenza,
a:
- assolvere la funzione informativa tramite i Servizi sociali che,
entro 15 giorni dalla richiesta, devono assicurare alla coppia la
possibilita' di avere un colloquio finalizzato ad ottenere
informazioni sulla adozione nazionale ed internazionale e sulle altre
forme di solidarieta' nei confronti dei minori in difficolta', sui
riferimenti normativi, i requisiti per l'accesso, sugli Enti
autorizzati e sulle modalita' di svolgimento del percorso adottivo.
Di norma l'incontro informativo e' svolto da un assistente sociale
adeguatamente preparato, che, tra l'altro, provvedera' a sottolineare
l'assoluta esigenza che la coppia acceda ai corsi di preparazione che
precedono l'indagine psicosociale;
- produrre e mettere a disposizione degli interessati, presso le sedi
dei servizi sociosanitari, Centri per le famiglie e URP di Comuni,
Associazioni di Comuni, Consorzi ed Aziende Unita' sanitarie locali e
presso le sedi degli Enti autorizzati, usufruendo anche delle
tecnologie informatiche, specifici e differenziati materiali
divulgativi comprensivi delle informazioni relative agli Enti
autorizzati ad operare in Emilia-Romagna.
Gli Enti autorizzati si impegnano a:
- inviare alla Regione e mantenere aggiornati i dati essenziali per
la produzione di materiali informativi sufficienti ad informare le
coppie relativamente alle funzioni, alle caratteristiche e alle
modalita' di accesso agli Enti autorizzati stessi, indicando in modo
particolare nome e reperibilita' dei referenti;
- produrre e mettere a disposizione delle coppie presso le proprie
sedi materiale informativo illustrativo, in modo organico e
trasparente, dei servizi che vengono offerti dall'Ente e delle
procedure adottate nei Paesi nei quali esso e' autorizzato ad
operare;
- fornire, nel caso di primo accesso diretto presso le sedi degli
Enti da parte di coppie residenti in Emilia-Romagna, oltre alle
informazioni specifiche relative alle proprie attivita', una prima
informazione sui requisiti necessari per accedere alla adozione
internazionale e sulle funzioni svolte nel percorso adottivo dai
Servizi, dagli Enti autorizzati e dal Tribunale per i minorenni.
L'Ente autorizzato provvedera' inoltre a consegnare alla coppia
eventuale materiale informativo prodotto e diffuso dalla Regione
relativamente al modello operativo ed al percorso per l'adozione in
essere nella Regione Emilia-Romagna, rinviando comunque la coppia
presso i Servizi competenti degli Enti titolari delle funzioni in
materia di minori per un'informazione piu' organica e per l'avvio del
percorso istruttorio;
- non richiedere compensi per questo primo contatto informativo.
Preparazione delle coppie nella fase precedente l'indagine
psicosociale
La parti concordano che l'attivita' di preparazione delle coppie e'
essenziale per permettere loro di realizzare un processo di
maturazione verso una competenza genitoriale ed una capacita' di
essere coppia che deve essere ancora piu' profonda e salda di quanto
e' normalmente richiesto ai genitori naturali.
La Regione, gli Enti titolari delle funzioni in materia di minori, le
Ausl e gli Enti autorizzati riconoscono l'assoluta necessita' che
tutte le coppie partecipino ai corsi di preparazione, sia nella fase
precedente all'idoneita' che in quella successiva, quale fondamentale
elemento di garanzia per offrire ad ogni bambino in situazione di
bisogno genitori accoglienti, competenti e sicuri.
A partire dalle considerazioni espresse, le parti assumono i seguenti
impegni.
La Regione Emilia-Romagna e gli Enti titolari delle funzioni in
materia di minori, le AUSL, le Province si impegnano nell'ambito
delle proprie competenze a organizzare e realizzare nell'intero
ambito regionale percorsi di preparazione per tutte le coppie
interessate ad intraprendere il percorso adottivo. Tali corsi
verranno attivati nella fase precedente l'indagine psicosociale,
realizzati in collaborazione tra i Servizi territoriali, le Ausl e
gli Enti autorizzati che avranno sottoscritto apposite
convenzione/accordi a livello provinciale o regionale.
Per quanto riguarda i destinatari, gli obiettivi, l'attuazione e la
programmazione dei corsi, i criteri di qualita', i contenuti e la
metodologia, il riferimento e' a quanto indicato nella parte II "La
preparazione delle coppie" delle Linee di indirizzo. In particolare
si sottolinea che dovra' essere rilasciato alle coppie, al termine
del corso, un report sull'esperienza formativa svolta che queste
consegneranno alla e'quipe incaricata a svolgere l'indagine
psicosociale e successivamente all'Ente autorizzato prescelto in modo
che questo possa modulare la parte formativa di propria competenza
in relazione al percorso di preparazione gia' svolto dalla coppia. E'
inoltre prevista la predisposizione e somministrazione alle coppie
che partecipano ai corsi di un questionario di gradimento, da inviare
alle Province per le opportune elaborazioni. La Regione Emilia-
Romagna, con il contributo del C.R.Ad. e dei soggetti capofila,
svolge una specifica attivita' di monitoraggio dei corsi.
Indagine sociale e psicologica
La Regione Emilia-Romagna, gli enti titolari di funzioni in materia
di minori, le AUSL si impegnano per la realizzazione di quanto
contenuto nella Parte III "Le indagini psicosociali con le coppie
candidate all'adozione nazionale ed internazionale" delle Linee di
indirizzo in particolare:
- a garantire l'accuratezza dell'indagine sociale e psicologica
rivolta alla coppia per assicurare ai bambini che verranno proposti
per l'abbinamento adottivo di potere incontrare figure genitoriali ed
un nucleo familiare in grado di assicurare loro adeguato sostegno e
un soddisfacente rapporto affettivo;
- l'omogeneita' delle modalita' di realizzazione del percorso di
indagine e nella stesura delle relazioni finali;
- il rispetto dei termini indicati nella normativa nazionale salvo
eventuali sospensioni motivate e comunicate al Tribunale per i
minorenni.
Gli Enti titolari in materia di minori e le Aziende Unita' sanitarie
locali si impegnano a:
- garantire la costituzione di e'quipe composte almeno da assistenti
sociali e psicologi come indicato al punto 4 della Parte I, delle
Linee di indirizzo;
- assegnare alle predette e'quipe, operatori esperti e formati,
garantendo l'adeguatezza delle prestazioni cosi' come indicato negli
schemi 1 e 2 allegati alle citate Linee di indirizzo, nonche' la
continuita' delle prestazioni e il contenimento del turn-over;
- affrontare insieme alla coppia gli aspetti, e gli approfondimenti
indicati al punto 7.2 della Parte III delle Linee di indirizzo "le
indagini psicosociali con le coppie candidate all'adozione nazionale
e internazionale";
- curare particolarmente l'approfondimento motivazionale
all'accoglienza di piu' bambini se fratelli, e l'eventuale
disponibilita' della coppia ad accogliere bambini affetti da qualche
patologia reversibile o irreversibile.
Gli Enti autorizzati si impegnano a:
- segnalare tempestivamente agli uffici regionali competenti
eventuali modifiche rispetto ai contenuti e modalita' di stesura
delle relazioni che potessero essere richieste dalle Autorita'
centrali dei Paesi presso i quali essi sono accreditati;
- segnalare agli Enti titolari in materia di infanzia e adolescenza,
alle AUSL e al Tribunale per i minorenni quelle coppie in cui siano
intervenuti, o si siano evidenziati cambiamenti significativi
rispetto al contenuto delle relazioni.
Scelta dell'Ente autorizzato ed immediato avvio della collaborazione
fra Ente autorizzato e Servizi territoriali
Le parti convengono che compete all'Ente autorizzato nella fase della
post-idoneita' la preparazione della coppia tramite lo sviluppo del
tema dell'accoglienza e dell'incontro con il bambino, per
approfondirlo e declinarlo rispetto alle sue caratteristiche
specifiche e a quelle del Paese di origine nel quale si realizzera'
l'abbinamento. L'obiettivo principale e' quello di assicurare alle
coppie strumenti idonei per affrontare l'esperienza del recarsi in un
determinato Paese e realizzare l'incontro con il bambino, portatore
di un proprio patrimonio culturale, di specifiche esperienze e
competenze.
Le parti concordano sull'importanza strategica dell'immediato avvio,
a partire dalla scelta dell'Ente autorizzato da parte della coppia,
dello scambio, tra questo ed i Servizi territoriali, delle
informazioni utili ad ottimizzare il rapporto con le coppie nelle
varie fasi del percorso adottivo e per attivare tempestivamente le
risorse umane necessarie a sostenere l'accompagnamento del nuovo
nucleo familiare.
La Regione Emilia-Romagna, gli Enti titolari delle funzioni in
materia di minori ed Enti autorizzati si impegnano a:
- realizzare le opportune iniziative informative affinche' le coppie
possano disporre di tutti gli elementi utili alla scelta dell'Ente
autorizzato, con particolare riferimento all'individuazione delle
procedure utilizzate, alle concrete prospettive di adozione nei
diversi Paesi e alla situazione socio-economica dei medesimi, e alle
diverse forme di solidarieta' poste in essere nei singoli Paesi, ai
servizi che verranno offerti ed ai costi a carico della coppia.
I Servizi territoriali si impegnano a:
- individuare gli operatori che saranno impegnati a sostegno del
percorso di accompagnamento del nucleo dal momento in cui il bambino
entrera' in Italia;
- comunicare i nominativi degli operatori di cui al punto precedente,
all'Ente autorizzato e alla coppia.
Gli Enti autorizzati si impegnano a:
- pubblicizzare e rendere trasparenti le modalita' dei percorsi di
preparazione post-idoneita' delle coppie da essi gestiti, nonche' a
tenere conto del percorso formativo specifico gia' svolto dalla
coppia.
Essi assumono inoltre gli impegni relativi previsti al punto 4.2
"Immediata attivazione della rete integrata dei Servizi" della parte
IV delle Linee di indirizzo, di seguito riportati:
- comunicare alla Commissione per le Adozioni internazionali, al
Tribunale per i minorenni ai Servizi territoriali interessati di
avere ricevuto l'incarico da parte della coppia;
- richiedere alla coppia la relazione redatta dai Servizi
territoriali loro consegnata dal Tribunale per i minorenni. Tale
relazione deve contenere, anche in allegato, indicazioni sul percorso
di preparazione da essa svolto;
- comunicare al Servizio territoriale competente la proposta di
abbinamento dell'Autorita' straniera preposta, e l'accettazione o
meno dell'abbinamento da parte della coppia;
- sostenere il percorso di avvicinamento tra il bambino e la coppia
curando a tal fine la preparazione dei coniugi ed anche del bambino
in relazione alla sua eta';
- provvedere a comunicare ai Servizi il ritorno in Italia del nucleo
adottivo, trasmettendo loro contestualmente la documentazione anche
sanitaria in proprio possesso, rilasciata dalla Autorita' straniera
preposta, al fine di predisporre nel miglior modo possibile le
condizioni per la successiva presa in carico, da parte dei pediatri o
di altri professionisti dell'area medica o psicologica. Tale
documentazione comprende quindi la scheda sanitaria e il profilo
psico-sociale del minore e ogni altra utile informazione integrativa
utile alla migliore comprensione del bambino e del suo vissuto,
necessaria all'attivita' di sostegno e cura nei confronti del minore.
Nel trattamento dei dati sensibili i Servizi si atterranno alle
disposizioni vigenti ed in particolare alle indicazioni della
Commissione per le adozioni internazionali;
- inviare ai Servizi la relazione sul percorso di preparazione
eventualmente sostenuto dalla coppia con l'Ente medesimo e sugli
aspetti salienti del periodo vissuto da questa nel Paese di origine
(impatto socioambientale, incontro con il minore, soggiorno con il
minore), nel caso in cui la coppia abbia dovuto soggiornarvi per
incontrare il bambino;
- fornire alla coppia i nominativi degli operatori dei Servizi con
cui prendere contatto;
- fornire al Servizio territoriale interessato i nominativi degli
operatori referenti per l'Ente per la definizione del progetto di
accompagnamento del nuovo nucleo;
- comunicare al Servizio territoriale interessato le eventuali
dismissioni di incarico.
L'Ente autorizzato dovra' adoperarsi, anche in collaborazione con
altri Enti autorizzati affinche', nel caso in cui non sia possibile
l'inserimento di piu' fratelli nella medesima famiglia adottiva,
questi siano inseriti in nuclei familiari residenti preferibilmente
nella stessa zona, cosi' da mantenere i legami affettivi.
L'Ente autorizzato ha l'obbligo di segnalare tempestivamente e in
qualsiasi momento fatti, notizie e cambiamenti sostanziali della
realta' personale e/o familiare riguardante gli aspiranti genitori
adottivi e puo' richiedere l'intervento dei Servizi territoriali o
dello stesso Tribunale per i minorenni in relazione all'idoneita',
alla sua eventuale estensione, modifica o revoca.
Sostegno e controllo dell'andamento della adozione
La fase successiva all'ingresso del bambino nella nuova famiglia e'
particolarmente delicata: per quanto riguarda l'adozione
internazionale gli Enti autorizzati e gli Enti titolari delle
funzioni in materia di minori e le AUSL locali sono chiamati dalla
Legge 476/98 a svolgere, in collaborazione e nel contempo, attivita'
di sostegno del nucleo adottivo e funzioni di controllo
sull'andamento dell'adozione, riferendone al Tribunale per i
minorenni ed alla Autorita' straniera.
Per quanto riguarda le attivita' di sostegno e controllo
sull'andamento dell'adozione le parti fanno riferimento a quanto
indicato nella parte IV "Accompagnamento dei nuclei adottivi" delle
Linee di indirizzo con particolare attenzione per la promozione
dell'accettazione da parte delle coppie dell'attivita' di controllo e
di sostegno, la realizzazione di un organico e flessibile progetto di
accompagnamento e lo sviluppo delle opportunita' di incontro e
reciproco sostegno tra le coppie adottive. Va ricordato che
indipendentemente dalla facolta' di scelta concessa dalla normativa
statale relativa al fatto di avvalersi o meno del sostegno da parte
dei Servizi, nella fase del postadozione, e' opportuno, che le
modalita' di accompagnamento nella fase successiva all'arrivo del
bambino, vengano concordate con la coppia e definite ed attuate
congiuntamente dai Servizi territoriali e dagli Enti autorizzati, al
fine di usufruire dell'insieme delle competenze possedute a maggior
tutela dei minori e dei loro genitori.
Piu' in specifico vengono assunti i seguenti impegni.
Enti titolari delle funzioni in materia di minori ed AUSL assumono i
seguenti impegni:
- immediata individuazione, non appena ricevuta comunicazione
dell'ingresso del bambino nel nuovo nucleo familiare, degli operatori
incaricati di seguirne l'inserimento in famiglia;
- definizione da parte dei Servizi territoriali congiuntamente
all'Ente autorizzato interessato, entro i primi 45 giorni dalla
ripresa di contatto con il nucleo familiare neocostituito, del
progetto di accompagnamento, con particolare attenzione al
monitoraggio del percorso di integrazione dei bambini interessati nei
contesti scolastici e con la garanzia del sostegno specialistico a
favore dei bambini e/o delle coppie, qualora si individuino precise
disfunzioni;
- assicurazione di un adeguato monitoraggio fin dall'ingresso del
minore in Italia e per almeno un anno, o, nel caso di affido
preadottivo, fino alla conclusione di tale periodo al fine di
riferire al Tribunale per i minorenni sull'andamento
dell'inserimento, segnalando le eventuali difficolta' per gli
opportuni interventi. L'attivita' di monitoraggio viene prolungata in
relazione a richiesta di aggiornamento di diversa entita' temporale
proveniente dalla Autorita' straniera per un periodo massimo di due
anni; in tale caso il Servizio provvede a inoltrare all'Ente
autorizzato competente le informazioni necessarie per permettere
all'Ente medesimo di inoltrare alle Autorita' straniere le relazioni
periodiche. Nel caso in cui i Paesi d'origine dei bambini intendano
avvalersi dei Servizi territoriali, le relazioni saranno svolte
dall'e'quipe territoriale incaricata delle funzioni di monitoraggio e
sostegno nella fase post-adottiva, previo scambio di informazioni e
comunicazioni con l'Ente autorizzato;
- promozione del reciproco sostegno tra le coppie adottive
realizzando almeno in ogni ambito provinciale un gruppo di incontro
che operi con modalita' congruenti a quanto indicato nel punto 5
parte IV delle citate Linee di indirizzo.
Gli Enti autorizzati:
- presentano alle coppie una proposta per un adeguato supporto
psicologico e sociale al bambino ed alla coppia stessa, al fine di
assicurare, su richiesta degli adottanti, una prima stabilizzazione
delle relazioni intrafamiliari. Tale proposta di sostegno dovra'
essere elettivamente finalizzata agli aspetti relativi alla cultura e
all'esperienza di provenienza del bambino ed andra' armonizzata con
le proposte di sostegno elaborate dai Servizi, andando a costituire,
entro 45 giorni il progetto di accompagnamento congiunto;
- svolgono le attivita' necessarie per potere riferire alle Autorita'
competenti dei Paesi di origine e al Tribunale per i minorenni
sull'andamento dell'inserimento, per almeno un anno, o, nel caso di
affido preadottivo, fino alla conclusione di tale periodo. Gli Enti
autorizzati garantiranno alle coppie un'adeguata informazione sui
contenuti e le modalita' con cui esse verranno svolte. Le predette
attivita' potranno essere prolungate in relazione a richieste di
aggiornamento di diversa entita' temporale provenienti dall'Autorita'
straniera;
- provvedono ad inviare le relazioni di aggiornamento all'Autorita'
straniera sull'avvenuta integrazione del minore nella famiglia
adottiva richieste dal Paese d'origine del bambino, per i tre o piu'
anni successivi all'avvio dell'adozione.
Formazione degli operatori
La Regione Emilia-Romagna, le Province, gli Enti titolari delle
funzioni in materia di minori e le Aziende Unita' sanitarie locali
cosi' come indicato all'art. 34 della L.R. 2/03 "Norme per la
promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali" sono impegnati a
promuovere iniziative formative a sostegno degli operatori dell'area
sociosanitaria e del Terzo settore.
Tale concetto e' ribadito sia nelle Linee guida della Commissione per
le adozioni internazionali che nelle Linee di indirizzo regionali al
punto "la formazione degli operatori" contenuto nella premessa.
Si ritiene quindi opportuno che ad ogni attivita' formativa pubblica
promossa in materia di adozione sia favorito l'accesso anche agli
operatori degli Enti autorizzati, della magistratura minorile ed ai
rappresentanti delle associazioni delle famiglie adottive.Si auspica
inoltre che le iniziative formative e di approfondimento siano sempre
piu' il frutto di una concertazione tra tutti i soggetti del sistema
integrato di Servizi per l'adozione.
In particolare vengono assunti i seguenti impegni.
La Regione Emilia-Romagna, le Province, gli Enti titolari delle
funzioni in materia di minori ed Aziende Unita' sanitarie locali si
impegnano a:
- dare continuita' al processo di qualificazione degli operatori dei
servizi pubblici e degli Enti autorizzati impegnati nell'adozione
nazionale ed internazionale, attraverso la programmazione di
specifiche iniziative nell'ambito dei piani provinciali per
l'adozione e di iniziative a valenza regionale raccordate con
l'attivita' formativa realizzata dalla Commissione per le adozioni
internazionali;
- consentire la partecipazione dei tecnici degli Enti autorizzati al
percorso di qualificazione senza alcun onere di iscrizione a carico
dei predetti Enti;
- realizzare il monitoraggio e la valutazione degli esiti del
percorso di qualificazione ed aggiornamento degli operatori.
Gli Enti autorizzati si impegnano ad assicurare ai propri tecnici
un'adeguata formazione ed aggiornamento di cui possa risultare
evidenza nella documentazione relativa alle attivita' dell'Ente.
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
U.P.I.
A.N.C.I
ADOTTARE INSIEME
A.V.S.I. ASSOCIAZIONE VOLONTARI PER IL SERVIZIO INTERNAZIONALE
A.I.A.U. ASSOCIAZIONE IN AIUTI UMANITARI
Ai.Bi. ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI
AMICI DI DON BOSCO
AMICI MISSIONI INDIANE (AMI) ONLUS
AMICI TRENTINI
A.Mo ATTRAVERSO IL MONDO PER UN SORRISO-ONLUS
ARCOBALENO ONLUS
ARIETE
A.S.A. ASSOCIAZIONE SOLIDARIETA' ADOZIONI
ASSOCIAZIONE ADOZIONI ALFABETO
ASSOCIAZIONE AGAPE'
ASSOCIAZIONE BAMBINI CHERNOBYL ONLUS
ASSOCIAZIONE CHIARA ONLUS
ASSOCIAZIONE CICOGNA AMICI DI CHERNOBYL ONLUS
ASSOCIAZIONE IL CONVENTINO
ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE - ANPAS
ASSOCIAZIONE ITALIANA PRO ADOZIONI AIPA ONLUS ERGA PUERUS
ASSOCIAZIONE TERESA SCALFATI
AZIONE PER UN MONDO UNITO
C.I.A.I. - CENTRO ITALIANO AIUTI ALL'INFANZIA
C.I.F.A. - CENTRO INTERNAZIONALE FAMIGLIE PRO ADOZIONE
CENTRO ADOZIONI LA MALOCA
CENTRO AIUTI PER L'ETIOPIA
CENTRO SERVIZI SOCIALI PER L'ADOZIONE INTERNAZIONALE
CRESCERE INSIEME ASSOCIAZIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI
DIMENSIONE BAMBINO
FAMIGLIA E MINORI
FONDAZIONE PATRIZIA NIDOLI
GRUPPO VOLONTARIATO SOLIDARIETA'
GRUPPO MISSIONI ASMARA
HELIOS ASSOCIAZIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI
I BAMBINI DELL'ARCOBALENO
I FIORI SEMPLICI ONLUS
IN CAMMINO PER LA FAMIGLIA
INTERNATIONAL ADOPTION ASSOCIAZIONE PER LA FAMIGLIA
ISTITUTO LA CASA
L'AIRONE ADOZIONI INTERNAZIONALI
LA CICOGNA
ASSOCIAZIONE LA DIMORA
MISSIONARIE DELLA CARITA'
LA PRIMOGENITA INTERNATIONAL ADOPTION
LO SCOIATTOLO
MUSA SADIKER
NUCLEO ASSISTENZA ADOZIONE AFFIDO (N.A.A.A.) ONLUS
N.A.D.I.A. NUOVA ASSOCIAZIONE DI GENITORI INSIEME PER L'ADOZIONE
NUOVI ORIZZONTI PER VIVERE L'ADOZIONE (N.O.V.A.)
PROCURA GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DELLE MISSIONARIE FIGLIE DI S.
GIROLAMO EMILIANI
PROGETTO SAO JOSE'
RETE SPERANZA ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILITA' SOCIALE
SERVIZIO POLIFUNZIONALE PER L'ADOZIONE INTERNAZIONALE (SPAI)
S.O.S. BAMBINO
SJAMO (SAO JOSE' AIUTI NEL MONDO)
ASSOCIAZIONE GIOIA
PARTE B
Gli Enti autorizzati e i soggetti che hanno sottoscritto la Parte A
del presente Protocollo, assumono inoltre gli impegni indicati
successivamente.
Coordinamento delle iniziative in materia di adozione internazionale
La Regione Emilia-Romagna, si impegna a:
- garantire la presenza come rappresentanti degli Enti autorizzati
nell'ambito del CRAd di quattro componenti. Questi verranno nominati
dalla Regione all'interno di una rosa di massimo dieci nomi proposti
dagli Enti autorizzati che hanno sottoscritto la presente Parte B del
Protocollo;
- valorizzare l'apporto dei rappresentanti degli Enti autorizzati
nella definizione delle politiche regionali in materia di adozione.
Gli Enti autorizzati si impegnano a:
- individuare e proporre alla Regione Emilia-Romagna, tra gli Enti
sottoscrittori della presente Parte B del Protocollo una rosa di
dieci nominativi tra i quali verranno prescelti dalla Regione i
quattro rappresentanti degli Enti autorizzati nel Coordinamento
Regionale Adozione.
Attuazione del sistema integrato dei Servizi per l'adozione
Gli Enti autorizzati si impegnano a:
- individuare le risorse necessarie per assicurare la collaborazione
con i Servizi territoriali, con le Province, con la Regione con
particolare riferimento alle attivita' di preparazione per le coppie,
alla partecipazione al CRAd, alla definizione di iniziative di
formazione congiunta degli operatori, al monitoraggio delle
attivita'.
Informazione delle coppie
Gli Enti autorizzati si impegnano a:
- fornire informazioni sul modello operativo in essere nella Regione
Emilia-Romagna, nel caso in cui le coppie prendano i primi contatti
con gli Enti autorizzati, con particolare riguardo ai corsi di
preparazione da svolgersi nella fase precedente all'indagine
psico-sociale.
Preparazione delle coppie nella fase precedente l'indagine
psicosociale
La Regione Emilia-Romagna, con il contributo del CRAd e delle
Province e/o dei soggetti capofila per i corsi di preparazione delle
coppie candidate all'adozione, si impegna a:
- svolgere attivita' di impulso e raccordo in collaborazione con le
Province in vista di una progressiva omogeneizzazione nelle modalita'
di convenzionamento/accordo con gli Enti autorizzati per la
realizzazione dei corsi, per la loro qualificazione continua, anche
mediante la formazione dei formatori;
- svolgere, in collaborazione con le Province ed avvalendosi del
supporto del CRAd. una specifica attivita' di monitoraggio dei corsi,
per valutarne il gradimento e l'efficacia in termini di maturazione
delle scelte adottive.
Gli Enti autorizzati nell'ambito di specifici rapporti di
collaborazione che saranno siglati a livello provinciale con i
soggetti capofila per la gestione dei corsi di preparazione si
impegnano a:
- partecipare con propri esperti agli incontri provinciali di
verifica e programmazione sull'andamento dei corsi di formazione per
le coppie derivanti dalla sottoscrizione delle convenzioni/accordi
provinciali, garantendo la continuita' degli operatori coinvolti;
- mettere a disposizione per i corsi di preparazione delle coppie,
personale qualificato rispetto agli ambiti tematici di propria
competenza, assicurando le necessarie dotazioni organiche e
professionali per soddisfare gli impegni sottoscritti con le Province
in merito alla co-progettazione, realizzazione e valutazione dei
corsi di formazione. Gli esperti degli Enti autorizzati coinvolti
nelle attivita' formative tratteranno i contenuti delle unita'
formative di loro pertinenza avendo cura di rappresentare la
competenza e l'esperienza specifica degli Enti autorizzati e non di
un singolo Ente;
- segnalare alla Regione eventuali disfunzioni riscontrate in merito
alla attuazione dei corsi e suggerimenti o proposte finalizzate al
miglioramento della rete dei servizi per l'adozione.
Scelta dell'Ente autorizzato ed immediato avvio della collaborazione
Ente-Servizi territoriali
La Regione Emilia-Romagna, le Province, gli Enti titolari delle
funzioni in materia di minori e le Ausl si impegnano a:
- favorire la realizzazione nell'ambito regionale dei percorsi di
preparazione post-istruttoria delle coppie idonee, mettendo a
disposizione degli Enti Autorizzati che hanno sottoscritto accordi e
convenzioni a livello provinciale in materia di preparazione delle
coppie, su loro richiesta, i locali e le attrezzature disponibili.
Sostegno e controllo dell'andamento della adozione
La Regione Emilia-Romagna, gli Enti titolari delle funzioni in
materia di minori e le Ausl si impegnano a:
- favorire lo sviluppo di gruppi di incontro e sostegno per le coppie
adottive mettendo a disposizione degli Enti autorizzati che hanno
sottoscritto accordi e convenzioni a livello provinciale in materia
di adozione e che intendono avviare un gruppo di incontro e sostegno
tra le coppie adottive, su loro richiesta, i locali e le attrezzature
disponibili. Tale facilitazione e' estesa alle iniziative promosse
dalle Associazioni delle famiglie adottive.
Formazione degli operatori
La Regione Emilia-Romagna, le Province, gli Enti titolari delle
funzioni in materia di minori, le Ausl si impegnano a:
- coinvolgere nella definizione delle iniziative formative in materia
di adozione rivolte al sistema integrato dei Servizi i rappresentanti
degli Enti Autorizzati che hanno sottoscritto accordi e convenzioni a
livello provinciale;
- dare precedenza, nell'ambito delle iniziative di formazione degli
operatori in materia di adozione programmate a livello provinciale e
regionale, che prevedano una quota di posti riservata agli Enti
autorizzati, ai tecnici degli Enti autorizzati che hanno sottoscritto
accordi o convenzioni a livello provinciale;
- realizzare il monitoraggio e la valutazione degli esiti del
percorso di qualificazione e aggiornamento degli operatori.
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
U.P.I.
A.N.C.I.
ADOTTARE INSIEME
A.V.S.I. ASSOCIAZIONE VOLONTARI PER IL SERVIZIO INTERNAZIONALE
A.I.A.U. ASSOCIAZIONE IN AIUTI UMANITARI
Ai.Bi. ASSOCIAZIONE AMICI DEI BAMBINI
AMICI DI DON BOSCO
AMICI MISSIONI INDIANE (AMI) ONLUS
AMICI TRENTINI
A.MO ATTRAVERSO IL MONDO PER UN SORRISO-ONLUS
ARCOBALENO ONLUS
ARIETE
ASA ASSOCIAZIONE SOLIDARIETA' ADOZIONI
ASSOCIAZIONE ADOZIONI ALFABETO
ASSOCIAZIONE AGAPE'
IL PRESIDENTE ASSOCIAZIONE BAMBINI CHERNOBYL ONLUS
ASSOCIAZIONE CHIARA ONLUS
ASSOCIAZIONE CICOGNA AMICI DI CHERNOBYL ONLUS
ASSOCIAZIONE IL CONVENTINO
IL PRESIDENTE ASSOCIAZIONE NAZIONALE PUBBLICHE ASSISTENZE -
A.N.P.A.S
ASSOCIAZIONE ITALIANA PRO ADOZIONI AIPA ONLUS ERGA PUERUS
ASSOCIAZIONE TERESA SCALFATI
AZIONE PER UN MONDO UNITO
C.I.A.I. - CENTRO ITALIANO AIUTI ALL'INFANZIA
C.I.F.A. - CENTRO INTERNAZIONALE FAMIGLIE PRO ADOZIONE
CENTRO ADOZIONI LA MALOCA
CENTRO AIUTI PER L'ETIOPIA
CENTRO SERVIZI SOCIALI PER L'ADOZIONE INTERNAZIONALE
CRESCERE INSIEME ASSOCIAZIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI
DIMENSIONE BAMBINO
FAMIGLIA E MINORI
FONDAZIONE PATRIZIA NIDOLI
GRUPPO VOLONTARIATO SOLIDARIETA'
GRUPPO MISSIONI ASMARA
HELIOS ASSOCIAZIONE PER LE ADOZIONI INTERNAZIONALI
I BAMBINI DELL'ARCOBALENO
I FIORI SEMPLICI ONLUS
IN CAMMINO PER LA FAMIGLIA
INTERNATIONAL ADOPTION ASSOCIAZIONE PER LA FAMIGLIA
ISTITUTO LA CASA
L'AIRONE ADOZIONI INTERNAZIONALI
LA CICOGNA
ASSOCIAZIONE LA DIMORA
MISSIONARIE DELLA CARITA'
LA PRIMOGENITA INTERNATIONAL ADOPTION
LO SCOIATTOLO
MUSA SADIKER
IL PRESIDENTE NUCLEO ASSISTENZA ADOZIONE AFFIDO (NAAA) ONLUS
N.A.D.I.A. NUOVA ASSOCIAZIONE DI GENITORI INSIEME PER L'ADOZIONE
NUOVI ORIZZONTI PER VIVERE L'ADOZIONE (NOVA)
PROCURA GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DELLE MISSIONARIE FIGLIE DI S.
GIROLAMO EMILIANI
PROGETTO SAO JOSE'
RETE SPERANZA ORGANIZZAZIONE NON LUCRATIVA DI UTILITA' SOCIALE
SERVIZIO POLIFUNZIONALE PER L'ADOZIONE INTER- NAZIONALE (SPAI)
SOS BAMBINO
SJAMO (SAO JOSE' AIUTI NEL MONDO)
ASSOCIAZIONE GIOIA