DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 30 dicembre 2002, n. 2712
Decisione in merito alla definizione dei contenuti del SIA (scoping) per procedura di VIA per progetto di invaso acquedottistico, comune di Lama Mocogno (MO) presentato da Consorzio intercomunale Acquedotto del Dragone (art. 12, L.R. 9/99, e successive modifiche ed integrazioni)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
(omissis) delibera:
a) di approvare, sulla base delle conclusioni della Conferenza di
Servizi del 3 settembre 2002, gli elaborati previsti per la
definizione dei contenuti del SIA (scoping), che costituisce
l'Allegato 1, nonche' le successive integrazioni, che costituiscono
l'Allegato 2, entrambi gli allegati quale parte integrante e
sostanziale della presente delibera, relativi alla procedura di VIA
concernente il progetto di realizzazione di un invaso ad uso
acquedottistico in localita' Lago Minore, nel comune di Lama Mocogno,
in provincia di Modena, presentato dal Consorzio intercomunale
"Acquedotto del Dragone", localita' Montespino, Palagano (MO), con le
seguenti prescrizioni:
1) si richiede un attento esame, in fase di definizione dello studio
di impatto ambientale, delle possibili alternative, alla
localizzazione proposta e, un approfondimento relativo alle
motivazioni che hanno indotto la scelta localizzativa dell'impianto
progettato;
2) si richiede di verificare, in fase di redazione del progetto
definitivo, il perimetro dell'invaso, nonche' delle aree necessarie
alla sua cantierizzazione, in relazione alla vicinanza di un'ampia
area tutelata dal PTCP della provincia di Modena come sistema
forestale e boschivo (art. 10) che non consente la realizzazione di
opere come quelle in esame;
3) la Regione Emilia-Romagna con delibera del Consiglio regionale n.
3109 del 19 marzo 1989 ha approvato un apposito regolamento in
materia di sbarramenti di ritenuta e bacini d'accumulo di competenza
regionale (quale quello in esame), che stabilisce, in particolare, il
percorso della redazione progettuale nonche' la composizione del
progetto esecutivo; tale regolamento costituisce pertanto elemento di
riferimento alla definizione dell'articolazione progettuale;
4) si richiede che al punto B1 del "Piano di lavoro per la redazione
dello studio di impatto ambientale" siano inseriti: - la descrizione
dettagliata dello schema impiantistico d'area in cui si inserisce
l'opera in progetto; - la descrizione dei benefici previsti per
quanto riguarda il bilancio idrico consortile;
5) le analisi, valutazioni ed indagini, calcoli ecc. dovranno essere
condotti secondo le prescrizioni fornite dal DM 11/3/1988 (e relativa
circolare di applicazione), con particolare riferimento a quanto
stabilito al punto "H. Fattibilita' geotecnica di opere su grandi
aree";
6) lo studio geologico-geomorfologico dovra' in ogni caso essere
corredato anche dei seguenti elementi: - morfometria del versante; -
uso reale del suolo; - carta della geologia e della geomorfologia da
fonti bibliografiche, carta della geologia e della geomorfologia
desunta da rilevamenti in loco rappresentata in scala adeguatamente
leggibile, corredata di profili geologici rappresentativi a scala
generale e locale; - descrizione dei processi erosivi in atto o
potenziali, analisi della morfologia con particolare riguardo
all'acclivita', all'esposizione e alla capacita' erosiva delle acque
di dilavamento; - descrizione delle condizioni idrogeologiche; -
studio idrologico e calcoli idraulici relativi alla determinazione
della massima piena, almeno monosecolare, e quindi calcoli idraulici
utilizzati per il dimensionamento degli organi di scarico; si ritiene
opportuno sottolineare quanto indicato nel regolamento regionale,
ossia qualora l'opera non sia provvista di scarico di fondo dovra'
essere presentata una relazione tecnica con le modalita' e i tempi di
svuotamento dell'invaso in caso di emergenza; dovra' inoltre essere
attentamente valutata l'incidenza del nuovo invaso nel contesto del
bilancio del bacino idrografico di pertinenza; - rilievi, indagini e
prove complessivamente mirate a definire quanto meno la
caratterizzazione geotecnica del sottosuolo e la potenza dei detriti
in relazione al substrato roccioso (deve essere descritta la
solidita' e la stabilita' del substrato di fondazione dell'invaso con
particolare riguardo all'identificazione degli strati portanti e
delle tecniche di ammorsamento delle arginature al terreno di
fondazione medesimo); allo scopo dovranno essere attuate indagini
penetrometriche, sismiche con relativi sondaggi di taratura, prove di
carico su piastra ecc.; le prove di laboratorio da effettuare su
campioni rappresentativi di terreno dovranno almeno comprendere:
edometrie, prove triassiali di tipo drenato e non drenato, limiti di
Atterberg, granulometrie, classificazioni secondo norme ASHOO; la
quantita' e la loro distribuzione nell'ambito dell'area d'intervento
sara' stabilita in ambito progettuale; - valutazione dell'intervento
in termini di carico aggiuntivo sul versante e valutazione del grado
di stabilita' generale del versante prima e dopo gli interventi di
progetto, assumendo nei calcoli di stabilita', a scopi cautelativi
(ai sensi degli indirizzi formulati dall'art. 45 delle norme del
PTCP), quanto indicato al punto G.2.3. del DM 11/3/1988 ("..la
verifica di stabilita' deve essere eseguita tenendo conto delle
azioni sismiche, come prescritto dalle norme sismiche"); le verifiche
di stabilita' dovranno comprendere anche le verifiche al rapido
svuotamento dell'invaso;
7) il progetto, nel suo complesso, dovra' fornire, in particolare,
le seguenti valutazioni e/o approfondimenti specifici: - arginature:
il materiale utilizzato per la costruzione delle arginature dovra'
riportare la provenienza ed essere corredato delle relative analisi,
descrittive delle caratteristiche geotecniche di dettaglio; potranno
essere inoltre indicati eventuali accorgimenti tecnici volti a
migliorare le caratteristiche dei materiali impiegati. Dovranno
essere accuratamente dettagliate le modalita' di posa e compattazione
dei materiali, corredate da idonee prove Proctor. Dovranno essere
attuate anche idonee verifiche al sifonamento sul paramento esterno
dell'opera; - impermeabilizzazione dell'invaso: considerato che
l'invaso si inserisce in un contesto di terreni ampiamente
interessati da coperture di detrito e, a valle dell'abitato della
Santona, dalla diffusa presenza di corpi di frana quiescente ed
attiva, particolare cura dovra' essere dedicata alla definizione
delle tecniche che verranno utilizzate per impermeabilizzare
accuratamente l'invaso e agli specifici sistemi di monitoraggio da
prevedere al fine di evidenziare eventuali infiltrazioni d'acqua
derivanti dall'invaso e la circolazione sotterranea delle stesse; -
organi di scarico: dovra' essere presentato il dimensionamento
idraulico degli organi di scarico di troppo pieno, conformemente a
quanto disposto dalla normativa vigente; - condotta di scarico: la
scelta del tracciato complessivo della condotta di scarico dovra'
essere argomentata sulla base di adeguate verifiche di fattibilita'
d'ordine geologico-tecnico, in particolare ove si prevede la posa
della condotta su terreni potenzialmente instabili ai sensi del PTCP;
per il tratto terminale della condotta interferente con area in frana
quiescente, si ritiene da subito optare per una scelta di modifica
del tracciato che permetta di ubicare la condotta in terreni non
soggetti a dissesto (vedi ipotesi alternativa del tracciato
esemplificata nello stralcio di carta allegato); dovra' essere
fornita indicazione circa il materiale piu' idoneo da impiegare per
la realizzazione della condotta sia in relazione alla tipologia
dell'opera che alle condizioni geologico-sismiche locali, al fine di
individuare soluzioni costruttive ottimali atte a evitare dannosi
assestamenti e/o perdite idriche; nella relazione dovranno essere
esplicitati eventuali fenomeni di moto vario che dovessero stabilirsi
nelle condotta di scarico a seguito di particolari condizioni di
funzionamento idraulico e valutarne gli effetti ai fini del
dimensionamento di organi dissipatori e/o blocchi di ancoraggio; il
punto d'immissione nel Rio di Mocogno dovra' essere adeguatamente
progettato prevedendo, se necessario, idonee opere di protezione nei
confronti dell'erosione; - sistema di monitoraggio ai fini della
sicurezza: considerato che l'invaso e' ubicato a monte dell'abitato
della Santona, in un contesto di terreni ampiamente interessati da
coperture di detrito e, a valle dell'abitato medesimo, dalla diffusa
presenza di corpi di frana quiescente ed attiva, si ritiene che il
progetto debba dare particolare rilievo alle analisi indicate ai
punti 3.c) ed 3.e) del paragrafo B-Inquadramento progettuale,
relativo alle disposizioni approvate con la citata delibera
regionale, rispettivamente riferite alla verifica degli effetti
prodotti a valle dell'invaso dall'eventuale crollo istantaneo
dell'opera di sbarramento con concomitante stato di massima piena del
bacino (ovvero degli interventi necessari a presidiare gli effetti
inerenti tale scenario), e al piano dei sistemi di controllo dello
sbarramento e del territorio al contorno, sia durante l'esecuzione
dei lavori che durante l'esercizio dell'invaso; ne consegue che il
progetto dovra' comprendere, ai fini della sicurezza e della tutela
della pubblica incolumita', una specifica sezione dedicata alla
realizzazione di un adeguato sistema di monitoraggio dell'opera
realizzata e del territorio al contorno e dell'opera in fase di
esercizio (es. rete di inclinometri, piezometri, pluviometri,
apparecchiature di misura dei parametri idraulici ai fini
dell'allertamento ecc.);
b) di trasmettere copia della presente deliberazione al proponente
Consorzio intercomunale "Acquedotto del Dragone";
c) di trasmettere copia della presente deliberazione a tutte le
Amministrazioni convocate della Conferenza dei Servizi del 3
settembre, ai sensi e per gli effetti dell'art. 14-ter, comma 7 della
Legge 241/90;
d) di pubblicare, per estratto, il presente deliberato nel Bollettino
Ufficiale della Regione.