DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2001, n. 3080
Accordo 3/8/2000 della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome per l'attivazione di iniziative in materia di adozioni internazionali anni 2000/2002. Piano di riparto di fondi tra i Servizi pubblici e privati autorizzati
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Premesso che:
- la Legge 31 dicembre 1998, n. 476 "Ratifica ed esecuzione della
Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di
adozione internazionale, fatta all'Aja il 29 maggio 1993. Modifiche
alla Legge 4 maggio 1983, n. 184, in tema di adozione di minori
stranieri" ha apportato modifiche sostanziali alle procedure adottive
internazionali, introducendo nuovi adempimenti, soggetti e modalita'
di attuazione che comportano necessariamente azioni di indirizzo, di
coordinamento, di sviluppo e vigilanza sulla rete dei Servizi
pubblici e privati coinvolti che investono direttamente
l'Amministrazione regionale;
- l'art. 39 bis della medesima Legge 476/98 impegna le Regioni e le
Province autonome, nell'ambito delle loro competenze a:
a) concorrere a sviluppare una rete di Servizi in grado di svolgere i
compiti previsti dalla legge;
b) vigilare sul funzionamento dei Servizi e delle strutture che
operano per l'adozione internazionale nel proprio territorio, per
garantire livelli adeguati di intervento;
c) promuovere la definizione di protocolli operativi e convenzioni
con gli Enti autorizzati e i Servizi, nonche' forme stabili di
collegamento fra gli stessi e gli organi giudiziari minorili;
- la Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province
autonome, tramite un accordo siglato il 3 agosto 2000, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 227 del 28/9/2000, ha convenuto sulla
necessita' di:
a) organizzare e promuovere a livello regionale e territoriale corsi
di formazione in materia per gli operatori pubblici e privati
coinvolti;
b) promuovere e sostenere corsi di formazione-informazione per le
coppie aspiranti all'adozione;
c) individuare, nell'ambito delle rispettive competenze legislative e
programmatorie, e'quipes composte da assistenti sociali e psicologi
per svolgere le attivita' previste dalla legge, tenuto conto del
carico di lavoro e del bacino d'utenza;
d) costituire in ogni ambito territoriale e'quipes integrate per le
attivita' di istruttoria e sostegno dell'adozione, composte da
operatori del Servizio sanitario e dei Servizi sociali degli Enti
locali, per garantire un'organizzazione piu' mirata e specializzata
dei Servizi per l'adozione;
e) promuovere l'informatizzazione dell'attivita' dei Servizi pubblici
per le adozioni in modo da garantire un idoneo collegamento con gli
Enti autorizzati, con la Regione, con la Commissione per le adozioni
internazionali e con le autorita' giudiziarie competenti;
f) far acquisire a tutti gli operatori coinvolti le conoscenze
tecniche progettuali necessarie per svolgere tutte le attivita' a
sostegno delle adozioni in attuazione della legge;
g) predisporre, da parte delle Regioni, entro luglio 2002, una
relazione sullo stato di attuazione della Legge 476/98 e
dell'accordo, sulla loro efficacia, sugli obiettivi conseguiti e
sulle misure da adottare per migliorare le attivita' a sostegno delle
adozioni internazionali;
- con decreto del Ministro per la Solidarieta' sociale del 9 ottobre
2000 sono stati ripartiti tra le Regioni, sulla base di una quota
fissa piu' una quota relativa al numero di adozioni effettuate
nell'anno 1999, i fondi gia' impegnati dallo Stato per la
realizzazione di un Sistema informativo, nonche' per l'avvio della
necessaria attivita' formativa in materia;
- la Legge 28 marzo 2001, n. 149 "Modifiche alla Legge 4 maggio 1983,
n. 184, di disciplina dell'adozione e dell'affidamento familiare,
nonche' al Titolo VIII del Libro primo del Codice civile" introduce
nuovi e importanti cambiamenti nelle procedure adottive nazionali,
nelle segnalazioni dello stato di abbandono dei minori, nei compiti
dell'Autorita' giudiziaria minorile, nonche' nell'assistenza legale
al minore e ai genitori. Tale cambiamento comporta una delicata opera
di ricomposizione tra le discipline normative dei due tipi di
adozione, sulla organizzazione dei Servizi e sulle relazioni tra
soggetti, per garantire pari dignita' ed equita' di intervento a
tutti i bambini in situazione di abbandono;
rilevato che:
- la Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione
del Sistema integrato di interventi e Servizi sociali", all'art. 18,
comma 1, impegna il Governo a predisporre ogni tre anni il "Piano
nazionale degli interventi e dei Servizi sociali", e all'art. 18,
comma 6 impegna le Regioni ad adottare il "Piano regionale degli
interventi e dei Servizi sociali", che provveda in particolare
all'integrazione socio-sanitaria in coerenza con gli obiettivi del
piano sanitario regionale, nonche' al coordinamento con le politiche
dell'istruzione, della formazione professionale e del lavoro;
- la medesima Legge 328/00, all'art. 19 "Piano di zona", comma 1,
lettere f) e g) e comma 2, lettere a), b), c) e d) mira a valorizzare
a livello locale:
- la collaborazione dei Servizi territoriali con i soggetti operanti
nell'ambito della solidarieta' sociale;
- le forme di concertazione con l'Azienda sanitaria locale e con gli
organismi non lucrativi di utilita' sociale, della cooperazione e
della promozione sociale, del volontariato;
- la formazione di sistemi locali di intervento fondati su servizi e
prestazioni complementari e flessibili;
- la qualificazione della spesa attivando risorse, anche finanziarie,
derivate dalle citate forme di concertazione;
- la definizione di criteri di ripartizione della spesa a carico di
ciascun soggetto firmatario degli accordi, prevedendo anche risorse
vincolate per il raggiungimento di particolari obiettivi;
- iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori
finalizzate a realizzare progetti di sviluppo dei servizi;
- il DPR 3 maggio 2001 "Piano nazionale degli interventi e dei
Servizi sociali 2001/2003", alla Parte II "Obiettivi di priorita'
sociale" individua, tra i prioritari, i seguenti obiettivi di:
1) "valorizzare e sostenere le responsabilita' familiari",
promuovendo la libera assunzione di responsabilita', la
qualificazione delle capacita' genitoriali e la solidarieta';
2) "rafforzare i diritti dei minori" in una logica di esigibilita'
dei diritti e di costruzione di qualita' di vita, dove il "focus"
dell'azione e' il diritto di ogni bambino ad una buona qualita' di
vita;
- il DPR 13 giugno 2000 "Approvazione del Piano nazionale di azione e
di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in
eta' evolutiva per il biennio 2000/2001" alla Parte II, punto E.2.e)
fa specifico riferimento ad interventi mirati a "sviluppare forme
idonee di sensibilizzazione e promozione di una piu' autentica
cultura della solidarieta' internazionale che considera l'adozione
quale strumento di cooperazione internazionale e quindi profondamente
collegata alle altre forme di aiuto";
considerato che:
- l'attuale fase di ridefinizione complessiva della materia avviene
in un momento quanto mai opportuno, apportando le necessarie
innovazioni ad un processo caratterizzato da esperienze positive e
consolidate, e tali tuttavia da richiedere un'evoluzione delle
stesse;
- l'applicazione della Legge 476/98 costituisce per la nostra Regione
un'occasione unica per operare una riflessione complessiva sulle
dimensioni del "fenomeno adozione" nel territorio regionale e
programmare iniziative formative e attivita' di coordinamento tra
tutti i soggetti direttamente coinvolti o, comunque, interessati a
questo tema, con l'obiettivo di elevare complessivamente la qualita'
degli interventi nelle diverse realta' locali;
- pur tenendo conto delle peculiarita' e specificita' dell'adozione
internazionale e di quella nazionale, l'assunzione di entrambe
all'interno di un unico progetto di lavoro consente di perseguire
unitariamente gli obiettivi che esse si prefiggono confermando i
significati e i valori di questo intervento verso tutti i bambini in
abbandono, indipendentemente dalla loro residenza e provenienza, in
quanto persone cui garantire pari diritti, dignita', opportunita' di
vita ed equita' nella realizzazione degli interventi;
- l'attribuzione agli Enti autorizzati - organizzazioni non
governative legittimate alle pratiche di adozione internazionale - di
un preciso ruolo nel percorso adottivo costituisce occasione per
ripercorrere le interrelazioni e le connessioni esistenti e da
costruire con gli organismi del privato sociale, da anni attivi su
questa materia e impegnati a collaborare con i Servizi pubblici, nel
rispetto dei reciproci ruoli.
Assunto che:
- la Regione Emilia-Romagna, nell'adempiere ai compiti di legge e
agli accordi sottoscritti, intende costruire un percorso partecipato,
in cui ogni soggetto, pubblico e privato, possa porre e confrontare
le esigenze, i problemi e le prospettive evolutive di questo
intervento dal punto di vista della propria esperienza, con
l'obiettivo finale di pervenire alla definizione di protocolli
operativi tra Servizi, di accordi con la Magistratura minorile, di
modalita' organizzative e operative fortemente condivise, trasparenti
ed efficaci, e che la Regione stessa ha provveduto per il
raggiungimento di tali fini a:
- effettuare una ricognizione presso i Servizi pubblici sui dati di
attivita', le modalita' organizzative e i bisogni formativi in
materia di adozione;
- delineare un "Progetto regionale adozione" (PRAdo), indicando gli
obiettivi, le azioni, i soggetti coinvolti, i tempi e le risorse per
la sua realizzazione;
- consultare i Servizi pubblici, gli Enti autorizzati e la
Magistratura minorile sulla praticabilita' e la condivisione dei
contenuti del progetto;
- dare sistematicita' a forme di partecipazione e di collaborazione
con gli Enti privati autorizzati alle pratiche di adozione
internazionale ex art. 39, comma 1, lett. c), Legge 476/98;
- costituire tre gruppi di lavoro, con la partecipazione sia dei
Servizi pubblici che degli Enti autorizzati, che hanno elaborato
proposte in merito al percorso formativo per le coppie, ai criteri e
modalita' di valutazione della coppia candidata all'adozione e ad un
programma di formazione degli operatori pubblici e privati sulla
materia;
- perseguire una reale integrazione tra ambito sociale e ambito
sanitario in materia di adozione;
- acquisire l'adesione, e quindi le relative designazioni, di ANCI
(Associazione nazionale Comuni italiani), UPI (Unione Province
italiane), Coordinatori sociali delle Aziende Unita' sanitarie
locali, Tribunale per i minorenni dell'Emilia-Romagna ed Enti
autorizzati, per la costituzione di un "Coordinamento regionale
adozione" (CRAd);
richiamate:
- la propria deliberazione n. 1461 del 17 luglio 2001 "Attivazione di
un assegno di ricerca presso l'Universita' degli Studi di Bologna in
materia di problematiche pedagogiche dell'adozione internazionale:
analisi degli insuccessi e dei conflitti nelle relazioni" con la
quale e' stata finanziata una attivita' di approfondimento non solo
delle possibili cause di insuccesso, ma anche delle strategie di
prevenzione e contenimento dei fattori scatenanti il conflitto,
utilizzabili sia dalle famiglie, che dagli insegnanti, oltre che
dagli operatori;
- la propria deliberazione n. 1705 del 31 luglio 2001 "Progetto
formativo regionale in materia di adozione. Attuazione dell'accordo 3
agosto 2000 tra il Ministero della Solidarieta' sociale e le Regioni
per l'attivazione di iniziative in materia di adozione anno 2000/2002
- punto a) obiettivi formativi" con la quale e' stata programmata la
formazione di 150 ore per 160 operatori dei Servizi pubblici, degli
Enti autorizzati e dei giudici onorari presso il Tribunale minorenni,
quale primo atto applicativo delle leggi e degli accordi
istituzionali sottoscritti ed attualmente in fase di attuazione;
- la circolare congiunta degli Assessorati regionali alla Sanita' e
alle Politiche sociali 1818/ASF del 16 gennaio 2001 "Attuazione della
Legge 476/98 in materia di adozione di minori stranieri", che invita
le Aziende Unita' sanitarie locali e i Comuni a "predisporre le
opportune iniziative di collaborazione istituzionale e
tecnico-organizzative atte a garantire l'attivazione delle e'quipes
psico-sociali per l'adozione e il rispetto della tempistica definita
dalla Legge 476/98";
ritenuto pertanto che sia interesse prioritario di questa Regione
avviare e sostenere il processo di integrazione socio-sanitaria e di
adeguamento dell'organizzazione dei Servizi pubblici e privati alle
esigenze applicative delle leggi, in senso evolutivo e qualitativo,
di supportare la predisposizione di strutture e strumenti adeguati a
garantire una presenza omogenea e qualificata di tutti i soggetti
pubblici e privati coinvolti, in vista della prossima definizione e
attuazione di un "Protocollo d'intesa" tra la Regione Emilia-Romagna,
le Province, gli Enti titolari delle funzioni in materia di minori,
gli Enti autorizzati in materia di adozione;
considerato che alla costruzione di questo processo hanno partecipato
i Servizi pubblici, nell'esercizio dei loro compiti istituzionali e
che pari disponibilita' e' stata altresi' garantita dagli Enti
autorizzati, con un impegno organizzativo, di risorse umane,
materiali e di pensiero che merita un adeguato riconoscimento, a
supporto anche della continuita' del loro apporto qualificato per il
futuro;
richiamati:
- il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministro
per la Solidarieta' sociale - del 9 ottobre 2000, con il quale
vengono ripartiti tra le Regioni, sulla base di una quota fissa piu'
una quota relativa al numero di adozioni effettuate nell'anno 1999, i
fondi - pari a Lire 7.574.080.480 - gia' impegnati dallo Stato con
decreto 20 dicembre 1999 per la realizzazione di un sistema
informatico di comunicazione tra la suddetta Commissione per le
adozioni internazionali e i Servizi territoriali, nonche' per l'avvio
della necessaria attivita' di formazione ed informazione in materia;
- la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 19 dicembre
2000 "Cap. 5986 - Legge 476/98 - Finanziamento per la realizzazione
di un sistema informatico di comunicazione tra la Commissione per le
adozioni internazionali e i Servizi territoriali, nonche' per l'avvio
dell'attivita' di formazione ed informazione in materia di adozioni
internazionali" con la quale viene comunicato che e' stato emesso a
favore della Regione Emilia-Romagna il titolo di pagamento di Lire
397.101.190 per le finalita' di cui all'oggetto;
- la deliberazione del Consiglio regionale 25 settembre 2001, n. 246
"Programma degli interventi ed individuazione dei criteri di
ripartizione del fondo regionale socio-assistenziale e del fondo
nazionale per politiche sociali per l'anno 2001 - L.R. 2/85 e Legge
328/00", con particolare riferimento al punto A.1 che destina, tra le
altre, Lire 3.050.000.000 al Cap. 57103 destinate al programma per
l'avvio della riforma dei Servizi sociali e alla realizzazione delle
iniziative promozionali di cui all'art. 2 della Legge 2/85;
visto il Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per
l'anno 2001 e il Bilancio pluriennale 2001/2003 approvato con L.R. 18
aprile 2001, n. 10, cosi' come assestato con la L.R. 21 agosto 2001,
n. 28:
richiamata la propria deliberazione n. 1482 del 31 luglio 2001
"Assegnazione dello Stato di somme afferenti al fondo nazionale per
le politiche sociali per l'anno 2001 - Variazione di bilancio";
ritenuto che ricorrano gli elementi di cui alla normativa contabile
vigente e che, pertanto, gli impegni di spesa possano essere assunti
con il presente atto;
richiamata la propria deliberazione n. 1841 dell'11/9/2001 relativa
all'attribuzione dell'incarico di Responsabile del Servizio
Ragioneria e Credito "ad interim" alla Dirigente Amina Curti;
dato atto:
- del parere favorevole espresso dal Direttore generale Sanita' e
Politiche sociali dott. Franco Rossi e dal Responsabile del Servizio
Politiche familiari per l'infanzia e l'adolescenza dott. Lorenzo
Campioni in ordine, rispettivamente, alla legittimita' e alla
regolarita' tecnica del presente atto, ai sensi dell'art. 37, comma 4
della L.R. 43/01 e della delibera 2774/01;
- del parere favorevole espresso, ai sensi delle medesime
disposizioni di legge e deliberazione, dalla Responsabile del
Servizio Ragioneria e Credito dott.ssa Amina Curti, sulla regolarita'
contabile del presente atto;
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, Immigrazione,
Progetto giovani e Cooperazione internazionale, Gianluca Borghi,
a voti unanimi e palesi, delibera:
1) di adottare, in attuazione della normativa statale, nonche'
dell'accordo tra lo Stato e la Conferenza Stato Regioni e Province
autonome siglato il 3 agosto 2000 citato in premessa il documento
"Preparazione delle coppie nella fase precedente l'indagine
sociopsicologica", elaborate dalla Regione Emilia-Romagna con il
contributo del gruppo di lavoro misto Regione-Enti titolari delle
funzioni in materia di minori - Enti autorizzati, Allegato A, parte
integrante della presente deliberazione;
2) di istituire il "Coordinamento regionale Adozione", composto da 2
rappresentanti dell'ANCI, due rappresentanti dell'UPI, due
rappresentanti dei Coordinatori sociali delle Aziende Unita'
sanitarie locali e 4 rappresentanti degli Enti autorizzati alle
pratiche di adozione internazionale ex art. 39, comma 1, lett. c),
Legge 476/98, nonche' con la partecipazione, quali inviati
permanenti, di rappresentanti della Magistratura minorile e delle
Associazioni delle famiglie adottive, alla cui costituzione
provvedera' successivamente con proprio atto il Direttore generale
Sanita' e Politiche sociali;
3) di dare atto che per promuovere e sostenere l'effettiva messa in
opera degli adempimenti previsti dalle norme e dagli accordi
sottoscritti per la costituzione di e'quipes multiprofessionali, a
integrazione socio-sanitaria, per la valorizzazione del rapporto
pubblico-privato, per la formazione degli operatori e delle coppie,
per la strumentazione informativa e informatica, la Regione
Emilia-Romagna ha messo in atto un processo di costruzione di
modalita' operative e metodologiche partecipate, che richiede un
adeguato supporto di risorse dedicate;
4) di determinare in Lire 499.920.000 (pari a Euro 258.187,13),
esenti da IVA ai sensi delle leggi di riferimento indicate a fianco
di ciascuno dei soggetti destinatari, le risorse finanziarie da
ripartire tra i Servizi pubblici e gli Enti autorizzati per
contribuire all'adeguamento organizzativo, strutturale e metodologico
dei Servizi e per sostenere il lavoro di avvio del processo di
sviluppo del sistema integrato dei Servizi e degli interventi per
l'adozione fino a tutto l'anno 2002;
5) di ripartire e attribuire tali fondi ai soggetti di seguito
indicati con le modalita' per ognuno di essi specificate:
a) quanto a Lire 119.800.000 (pari a Euro 61.871,54), esenti da IVA
ai sensi dell'art. 10, DLgs 4/12/1997, n. 460 e dell'art. 8 della
Legge 266/91, tra i 21 Enti autorizzati ex art. 39, comma 1, lett.
c), Legge 476/98 che operano per l'Emilia-Romagna, come da Allegate
Tab. 1 e Tab. 1 bis, parte integrante della presente deliberazione,
sulla base dei seguenti criteri: - Lire 4.000.000 (pari a Euro
2.065,83) per ciascun Ente autorizzato, quale quota fissa a supporto
dell'adeguamento della dotazione di personale, strutturale ed
informativo/informatica utile per un servizio ed una presenza
significativa omogenea sul territorio regionale, nonche' per dare
continuita' ai rapporti di collaborazione anche per l'anno 2002 con
la Regione Emilia-Romagna, per una cifra complessiva di Lire
84.000.000 (pari a Euro 43.382,38); - Lire 1.000.000 (pari a Euro
516,46) per ciascuno dei 4 Enti autorizzati individuati come facenti
parte del Coordinamento regionale Adozione, quale quota a sostegno
delle spese per la partecipazione alle sedute del Coordinamento
stesso a tutto il 2002, per una cifra complessiva di Lire 4.000.000
(pari a Euro 2.065,83); - una quota di Lire 200.000 (pari a Euro
103,29) per ciascuna delle 159 presenze complessive, garantite in
quantita' diverse dai vari Enti, agli incontri di consultazione,
coordinamento, gruppi di lavoro, quale rimborso delle spese
sostenute, per una cifra complessiva di Lire 31.800.000 (pari a Euro
16.423,33);
b) quanto a Lire 380.120.000 (pari a Euro 196.315,60) tra gli Enti
pubblici territoriali che esercitano le funzioni relative agli
interventi per minori, allo scopo di sostenere l'adeguamento
organizzativo, strutturale e di strumentazione necessaria a far
fronte ai nuovi compiti di legge, anche in previsione dei compiti
derivanti dalla prossima stipula del "Protocollo d'intesa" tra
Regione, Servizi pubblici ed Enti autorizzati. Tale finanziamento
viene ripartito sulla base del numero di istruttorie per adozione
avviate nell'anno 2000, in numero complessivo di 884 per una quota di
Lire 430.000 (pari a Euro 222,08) per ogni istruttoria, come da
allegate Tab. 2 e Tab. 2 bis parte integrante della presente
deliberazione;
6) di stabilire che la Regione intende incentivare la realizzazione
da parte dei Servizi pubblici territoriali competenti di iniziative
di formazione delle coppie che:
a) siano conformi per metodologia, contenuti e criteri di qualita' a
quanto indicato nel citato Allegato A alla presente deliberazione;
b) siano in grado di soddisfare anche i seguenti criteri: -
territorialita': svolgimento dei corsi nell'ambito territoriale
regionale; - gratuita': nessun onere economico per le coppie;
7) di stabilire altresi' che tale incentivazione verra' determinata
in base ai seguenti criteri:
- un contributo di Lire 1.500.000 (pari a Euro 774,69) per ogni corso
attivato dai singoli Servizi pubblici territoriali competenti;
- un contributo di Lire 2.000.000 (pari a Euro 1.032,91) per ogni
iniziativa formativa attuata in concorso tra due o piu' soggetti
capofila e/o due o piu' Enti autorizzati;
8) di disporre che alla individuazione dei soggetti destinatari delle
incentivazioni di cui ai precedenti punti 6) e 7) e ai relativi
importi da attribuire con imputazione sui corrispondenti capitoli di
bilancio, ricorrendo le condizioni previste dalla normativa contabile
vigente, si provvedera' con successiva deliberazione della Giunta
regionale alle scadenze del:
- 30 giugno 2002 per i corsi gia' completati entro quella data;
- 31 dicembre 2002 per i corsi completati entro quella data;
9) di impegnare la somma complessiva di Lire 499.920.000 (pari a Euro
258.187,13), nel seguente modo:
- quanto a Lire 90.000.000 (pari a Euro 46.481,12), registrata al
numero 5456 di impegno sul Capitolo 58350 "Interventi a sostegno
delle adozioni internazionali (Legge 1 dicembre 1998, n. 476). Mezzi
statali" del Bilancio di previsione 2001 che presenta la necessaria
disponibilita';
- quanto a Lire 409.920.000 (pari a Euro 211.706,01), registrata al
numero 5457 di impegno sul Capitolo 57103 "Fondo nazionale per le
Politiche sociali. Quota parte destinata al finanziamento di
iniziative promozionali e attivita' di rilievo regionale, nonche'
alle attivita' connesse alla predisposizione e aggiornamento del
Piano socio-assistenziale regionale e dei piani territoriali (art.
41, comma 1, lett. a), L.R. 2/85 - Legge 328/00 - Mezzi statali" del
Bilancio per l'esercizio finanziario 2001 che presenta la necessaria
disponibilita';
10) di dare atto che, ai sensi della normativa contabile vigente, il
Responsabile del Servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza
provvedera' con propri atti formali, alla liquidazione agli Enti
autorizzati alle pratiche di adozione internazionale ex art. 39,
comma 1, lett. c) della Legge 476/98 di cui alla Tab. 1, allegata
alla presente deliberazione, delle somme indicate alla tabella
medesima e alla emissione dei relativi titoli di pagamento dietro
presentazione di relative note da parte dei singoli destinatari;
11) di dare atto altresi' che lo stesso Responsabile del Servizio
Politiche familiari, infanzia e adolescenza provvedera' con propri
atti formali alla liquidazione agli Enti pubblici territoriali che
esercitano le funzioni relative agli interventi per i minori delle
somme loro destinate sulla base delle istruttorie di adozione svolte
nell'anno 2000 come da allegata Tab. 2, parte integrante della
presente deliberazione;
12) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione Emilia-Romagna.
ALLEGATO A
Regione Emilia-Romagna
Preparazione delle coppie nella fase precedente
l'indagine sociopsicologica
Premessa
La Legge 476/98, all'art. 29 bis, comma 4 individua come compiti
affidati ai Servizi:
a) l'informazione sull'adozione internazionale e sulle relative
procedure, sugli Enti autorizzati e sulle altre forme di solidarieta'
nei confronti dei minori in difficolta', anche in collaborazione con
gli Enti autorizzati di cui all'articolo 39 ter;
b) la preparazione degli aspiranti all'adozione, anche in
collaborazione con i predetti Enti.
La Legge 149/01 all'art. 1, comma 3, allarga ancora la
responsabilita' dei Servizi pubblici poiche' attribuisce a Stato,
Regioni ed Enti locali il compito di promuovere "iniziative di
formazione dell'opinione pubblica sull'affidamento e l'adozione e di
sostegno all'attivita' delle comunita' di tipo familiare", nonche' di
organizzare corsi di preparazione ed aggiornamento professionale
degli operatori sociali e incontri di formazione e preparazione per
le famiglie e le persone che intendono avere in affidamento o in
adozione minori.
Lo stesso comma introduce la possibilita' che "i medesimi enti
possono stipulare convenzioni con enti o associazioni senza fini di
lucro che operano nel campo della tutela dei minori e delle famiglie
per la realizzazione delle attivita' di cui al presente comma".
In sostanza l'attivita' per l'informazione e la preparazione delle
coppie candidate all'adozione internazionale si colloca all'interno
di una iniziativa a vasto raggio che impegna gli Enti locali, in
collaborazione con il privato sociale, a promuovere la qualificazione
di tutte le risorse dedicate ad assicurare un'accoglienza di tipo
familiare (coppie che danno la loro disponibilita' per l'affidamento
familiare, l'adozione nazionale e internazionale e la gestione di
comunita' di tipo familiare).
La Legge 149/01 prevede che l'impegno formativo sia rivolto anche
agli operatori che sono chiamati a sostenere tali forme di
accoglienza, in un'ottica di sussidiarieta' e di piena tutela dei
bambini interessati.
L'entita' dell'impegno richiesto per la qualificazione di tutte le
risorse e' enorme, in particolare se si considera che, dal 1995 al
2000, gli affidamenti familiari sono passati nella nostra regione da
525 a 1.107, che all'1/1/2000 le comunita' di accoglienza per minori
erano 93 con 953 ospiti, le case famiglia a multiutenza erano 76 con
204 minori ospiti e che le istruttorie per l'adozione nazionale e
internazionale avviate dai Servizi nell'anno 2000 sono state 884.
Per quello che riguarda la preparazione delle coppie per l'adozione
internazionale e' quindi necessario realizzare un forte incremento,
razionalizzazione e qualificazione delle risorse messe a disposizione
dei Servizi territoriali, nella consapevolezza che questo non e'
l'unico impegno di tipo formativo rivolto alle coppie che i Servizi
debbono assolvere. Anche gli Enti autorizzati sono interessati a
processi di potenziamento e di qualificazione in quanto, nel loro
insieme, vedranno perlomeno triplicate le coppie che accedono ai loro
servizi.
Per avviare i percorsi di preparazione delle coppie vanno dunque
integrate al meglio, valorizzando le esperienze precedenti, le
risorse disponibili, coinvolgendo anche competenze esterne ai Servizi
territoriali ed agli Enti autorizzati.
Il presente documento si prefigge di conciliare la sperimentalita'
della fase di avvio con la necessita' di assicurare alle coppie, su
tutto il territorio regionale, requisiti di uniformita' e di qualita'
dei corsi. In particolare vengono definiti i destinatari, gli
obiettivi, le modalita' di attuazione e di coordinamento, i criteri
di qualita', le forme di incentivazione, i contenuti e la metodologia
delle attivita' formative.
Va anche considerato che la legge non da nessun obbligo alle coppie
di frequentare tali corsi di preparazione e che, mentre per
l'affidamento familiare e' ormai consuetudine diffusa fare precedere
l'esperienza da momenti di formazione delle coppie, cosi' come non e'
per l'adozione (un indicatore significativo in tal senso e' dato
dagli interventi promozionali realizzati nell'ambito del primo
triennio di attuazione della Legge 285/97 nella nostra regione: 17
iniziative hanno riguardato l'affidamento familiare ed una sola
l'adozione).
L'elaborazione di proposte di buona qualita', che rendano ben
percepibili alle coppie l'unita' di intenti tra Servizi pubblici ed
Enti autorizzati, costituira' un rassicurante biglietto da visita per
chi si appresta ad intraprendere un cammino difficile e complesso
quale quello dell'adozione internazionale.
Destinatari
Destinatarie dei corsi sono le coppie che, acquisite le prime
informazioni presso i Servizi territoriali e verificata l'esistenza
dei requisiti di accesso, hanno confermato l'intenzione di procedere
alla indagine sociopsicologica per candidarsi alla adozione nazionale
ed internazionale. E' ammissibile, in via transitoria, che la coppia
inizi l'indagine prima di avere terminato il corso, ma non viceversa.
Obiettivi
- Aiutare la coppia a realizzare un processo di maturazione verso una
competenza genitoriale ed una capacita' di essere coppia, ancora piu'
profonde e salde di quanto normalmente richiesto ai genitori
naturali;
- aiutare la coppia a introiettare un concetto di accoglienza
ispirato ai principi di sussidiarieta' e di centralita' dei bisogni
del bambino;
- accrescere la conoscenza che essa ha degli aspetti peculiari legati
all'esperienza dell'adozione nazionale e internazionale e, in
particolare, delle tappe del percorso adottivo;
- sviluppare la consapevolezza da parte delle coppie della valenza di
aiuto e di sostegno degli interventi svolti dai servizi;
- sollevare la fase dell'indagine sociopsicologica, dalle valenze
pedagogico-formative, al fine sia di meglio focalizzare l'intervento
sulla conoscenza della coppia, la valutazione delle sue competenze e
lo studio dell'abbinamento possibile, che di garantire il rispetto
dei tempi previsti;
- realizzare una integrazione di competenze tra Servizi territoriali
ed Enti autorizzati e tra questi e il Tribunale per i minorenni;
- pervenire nell'arco di un triennio a soddisfare il fabbisogno
formativo delle coppie.
Attuazione e programmazione delle iniziative
La Provincia e' individuata come ambito territoriale ottimale dove
programmare e realizzare le iniziative di preparazione delle coppie.
I soggetti istituzionali titolari e/o gestori delle competenze in
materia di minori, afferenti al medesimo ambito provinciale,
individuano nella Provincia stessa, o al loro interno, il soggetto
istituzionale che attraverso un'azione di raccordo con gli altri Enti
pubblici e con gli enti autorizzati si assume il compito di:
- individuare il fabbisogno dei corsi da attivare, tenendo conto del
numero delle coppie annualmente istruite su base provinciale,
dell'impegno per il superamento delle eventuali liste di attesa, e
della necessita' di fare intercorrere un breve periodo di tempo tra
il colloquio informativo, la conferma da parte della coppia del
proprio interesse all'adozione e l'avvio dei corsi;
- definire le modalita' di collaborazione piu' adeguate tra Servizi
territoriali, e tra essi e gli Enti autorizzati, anche attraverso la
stipula di apposite convenzioni.La Regione promuove, anche attraverso
un "Coordinamento regionale adozione", una azione di raccordo tra le
diverse realta' provinciali in modo da perseguire omogeneita' e
qualita' di opportunita' per tutte le coppie residenti nel territorio
regionale.
Criteri di qualita'
Tutti i corsi dovranno soddisfare i seguenti criteri di qualita':
1) esaustivita': prevedere la trattazione di tutte le 6 unita'
formative di cui al seguente punto "Contenuti";
2) congruita': avere una durata non inferiore a 12 ore e prevedere la
partecipazione di un numero di coppie non inferiore a 5 e non
superiore a 10;
3) integrazione delle competenze: prevedere la partecipazione, in
ogni corso, di esperti di diversa matrice professionale ed
istituzionale;
4) attenzione all'utente: prevedere orari e modalita' tali da
soddisfare il piu' possibile le esigenze dei partecipanti.
Incentivazione
La Regione Emilia-Romagna si impegna ad incentivare la realizzazione
delle predette iniziative formative erogando, al soggetto attuatore,
un contributo di Lire 1.500.000 per ogni corso che sia in grado di
soddisfare anche i seguenti criteri:
5) territorialita': svolgimento dei corsi nell'ambito territoriale
regionale;
6) gratuita': nessun onere economico per le coppie.
Per i corsi di preparazione attivati tramite convenzione con gli Enti
autorizzati e non rispondenti ai criteri 5) e 6), la Regione
Emilia-Romagna si impegna ad individuare forme diverse di
incentivazione in relazione alla possibilita' di accordi con i
predetti Enti, finalizzati al contenimento ed alla trasparenza dei
costi sostenuti dalle coppie.
Contenuti
I corsi di preparazione delle coppie dovranno prevedere lo
svolgimento delle seguenti unita' formative:
Unita' formativa n. 1 - Aspetti giuridici e legislativi
Obiettivi
- Evidenziazione dei principi ispiratori della nuova normativa in
materia di adozione;
- conoscenza delle principali tappe del percorso amministrativo e
giuridico che i genitori aspiranti all'adozione devono percorrere;
- illustrazione e significato dei vari passaggi che la coppia deve
affrontare nell'iter adottivo: dalla preparazione fino
all'inserimento del minore nel contesto sociale e familiare; ruolo e
compiti dei Servizi territoriali, del Tribunale per i minorenni,
degli Enti autorizzati in ciascuna fase.
Temi
- L'evoluzione culturale e sociale dell'istituto dell'adozione in
Italia con riferimento alle Leggi 431/67, Legge 184/83, convenzione
dell'Aja del 1993 e Leggi 476/98 e 149/01;
- i principi fondamentali sanciti dalla Convenzione dell'Aja con
particolare riguardo al principio di sussidiarieta' per cui
l'adozione internazionale e' possibile solo dopo che si sono
sperimentati tutti i tentativi per consentire che il bambino possa
rimanere nella propria famiglia d'origine;
- sensibilizzazione e informazione sulle diverse forme possibili di
sostegno a distanza;
- centralita' del bambino: si va alla ricerca di una famiglia, la
migliore possibile, per quel bambino, ribaltando una concezione per
cui era la famiglia ad andare alla ricerca del bambino;
- accenni al principio di cooperazione tra Stati, quale strumento per
l'assicurazione dei diritti fondamentali dei minori e per il
contrasto della sottrazione vendita e tratta dei medesimi;
- trasparenza della nuova normativa e superamento dei rischi per le
coppie ed il bambino delle esperienze "fai da te";
- tappe del percorso adottivo. Competenze e modalita' di
collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali;
- aspetti giuridici connessi all'inserimento del bambino;
- provvidenze e benefici previsti dalla nuova normativa.
Unita' formativa n. 2 - Il bambino ed i suoi bisogni
Obiettivi
- Trasmettere ai coniugi un'idea di concretezza con cui confrontarsi
per passare da una idea astratta di figlio (che puo' essere
romantica, misteriosa, ma sempre venata di preoccupazioni) ad una
idea di bambino piu' articolata, basata sulla conoscenza delle
caratteristiche reali delle situazioni da cui proviene e delle
dinamiche che piu' frequentemente intercorrono tra questi e le coppie
adottive;
- aiutare le coppie ad avvicinarsi al mondo di questi bambini con
consapevolezza e con strumenti adeguati per capirli e rispondere alle
loro necessita'.
Temi
Sul versante bambino:
- chi e' il bambino che viene adottato. Approfondimento del concetto
di abbandono (significato, conseguenze, bisogni e prospettive), con
riferimento alle condizioni oggettive (abbandonato alla nascita o
dopo maltrattamenti ed incurie, o a seguito di abuso, condizioni di
salute, etc.) e condizioni soggettive (l'adozione di un bambino in un
Paese diverso da quello in cui e' nato comporta un cambiamento
personale e relazionale piu' marcato di quello che deve affrontare un
bambino adottato nel suo Paese rispetto a valori, abitudini, schemi
cognitivi, lingua, diversita' somatica). Il bambino puo' essere
traumatizzato, confuso, sofferente, spaventato o allettato dalle
prospettive di adozione;
- i bisogni legati alle varie fasi della crescita (di attaccamento di
accoglienza, di protezione, di aiuto ad elaborare l'esperienza
passata, di autonomia);
- accenni ai bisogni dei bambini piu' grandi ed a come i figli
adottivi possono percepire e rielaborare, nel tempo, la loro
diversita'. Le risorse che il bambino utilizza per adeguarsi alla
nuova situazione.
Sul versante genitori che abbandonano:
- le persone che generano e che non riescono ad essere genitori:
motivazioni e percorsi. Interruzione del legame dei bambini con i
genitori naturali, permanenza ed evoluzione interiore del legame
affettivo del bambino con essi. Chiarezza su chi sono i veri
genitori.
Unita' formativa n. 3 - La coppia adottiva
Obiettivi
- Rendere esplicite le istanze che sottendono il desiderio di un
figlio adottivo;
- fare emergere le implicazioni dei diversi atteggiamenti sottesi
all'accoglienza del minore;
- approfondire le implicazioni derivanti dall'assunzione del
principio di sussidiarieta' rispetto al progetto genitoriale di
coppia.
Temi
- La genitorialita' biologica ed adottiva: differenze e
caratteristiche. Fantasie sul bambino immaginato, consapevolezza
della sovrapposizione bambino immaginato, bambino reale. Riconoscere
e sapere operare sui propri schemi mentali. Riconoscere le modalita'
con cui la coppia affronta le situazioni problematiche. Il bisogno di
paternita' e maternita' e l'equilibrio nelle relazioni
intrafamiliari;
- la relazione genitoriale con un bambino che ha vissuto un abbandono
e che ha una storia che non puo' essere cancellata. Consapevolezza da
parte dei futuri genitori che manca a loro e al bambino un periodo di
vita comune; esiste "un buco" nel passato del bambino che bisogna
imparare a tollerare o sapere colmare;
- stili educativi differenti e schemi di comportamento dei genitori
adottivi e del bambino (ruoli ed aspetti culturali). Atteggiamenti
della coppia nell'accompagnamento del bambino nell'integrazione
sociale. Modalita' di gestire le frustazioni e per costruire rapporti
collaborativi all'esterno (ad esempio con le insegnanti);
- la famiglia allargata e le sue reazioni all'evento adottivo,
impegni, responsabilita', figure di riferimento, flessibilita' delle
regole e delle dinamiche familiari.
Unita' formativa n. 4 - Modelli culturali
L'approfondimento dei temi delle unita' 4 e 5 e' destinato a coppie
che abbiano gia' scelto di proseguire il cammino verso l'adozione
internazionale.
Obiettivi
- Sviluppare la consapevolezza della coppia sulla natura della
variabile culturale;
- stimolare l'attenzione dei futuri genitori a ricostruire il
background culturale ed esperenziale nel quale si colloca il bambino,
a coglierne i possibili condizionamenti e a misurarne le ricadute
emotive rispetto alle proprie aspettative;
- incrementare la capacita' di tutelare il bambino non privandolo
della propria storia e fornendogli strumenti per gestire in modo
costruttivo la propria specificita'.
Temi
- Evidenziazione di modelli culturali diversi riferibili a diverse
aree geografiche. A seconda dei modelli culturali i bambini hanno
avuto esperienza di atteggiamenti permissivi, iperesigenti, incongrui
e di modalita' differenti per ottenere approvazione e sostegno da
parte delle figure adulte. Da cio' ne consegue una diversita'
nell'espressione dei modelli di attaccamento e dei livelli e delle
modalita' di espressione dell'autonomia;
- declinazione dei modelli culturali nello specifico della storia del
bambino (ad esempio la subcultura istituzionale);
- accoglienza della divesita' etnico-culturale;
- aiuto ai coniugi per riflettere sulla autenticita' della loro
disponibilita' ad accogliere un bambino di diversa etnia. Si tratta
di una condizione irrinunciabile perche', nel rapporto con il
bambino, essi siano in grado di fronteggiare incomprensioni,
resistenze ed anche ostilita' che possono manifestarsi nell'ambito
familiare ed extrafamiliare, riuscendo sempre a rimanere nella sua
parte, salvaguardando e sviluppando il valore della sua origine e del
suo passato.
Unita' formativa n. 5 - Dopo l'idoneita', verso l'incontro con il
bambino straniero
Obiettivi
- Fornire un accenno sulle variabili in gioco nella fase che portera'
all'incontro con il bambino proposto dalla Autorita' nazionale, in
previsione di una trattazione piu' approfondita da parte dell'Ente
che verra' prescelto;
- favorire la conoscenza della realta' di vita del bambino per
favorirne l'integrazione e la costruzione dell'identita'.
Temi
- Introduzione al tema della realizzazione dell'abbinamento in un
Paese straniero. Il Paese straniero: vincoli ed opportunita'. Le
regole giuridiche e sociali nei diversi Paesi (le Autorita' nazionali
straniere, l'iter di adottabilita' del minore e per la scelta delle
coppie, gli intermediari nel Paese, i bambini negli istutiti e presso
le famiglie, ecc.);
- consapevolezza che la permanenza nel Paese straniero non e' un
tempo "vuoto" o solo riempito di incombenze burocratiche nell'attesa
di incontrare il bambino che verra' proposto, ma anche un'occasione
di conoscenza del mondo in cui il bambino e' vissuto. Tale conoscenza
potra' facilitare, in seguito, l'azione dei genitori per favorire
l'integrazione da parte del bambino delle esperienze vissute,
elemento vitale per il suo benessere psichico;
- il bambino tra bisogno e timore di essere inserito in una famiglia.
Il bambino che deve essere adottato: la sua diversita' perche'
proveniente da un'altra cultura, perche' portatore di una storia che
non e' quella dei suoi genitori adottivi, perche' abbandonato;
- piena disponibilita' all'accoglienza e preferenza della coppia.
Riflessione sulle possibilita'/opportunita' di accogliere fratelli.
Unita' formativa n. 6 - Il post adozione
Obiettivi
- Aiutare la coppia ad invididuare ed a distinguere gli elementi di
specificita' e di non specificita' di comportamento del bambino
nell'ambito dell'esperienza adottiva;
- aiutare la coppia a riflettere sul tema della rivelazione e della
percezione da parte del bambino della sua famiglia naturale;
- aiutare la coppia a riconoscere la funzione positiva delle funzioni
di monitoraggio e di sostegno esercitate dai Servizi ed Enti
autorizzati.
Temi
- Tappe del percorso di integrazione del bambino nei contesti non
conosciuti. Il bambino ed il suo vissuto di identita' nei contesti
relazionali (genitori, scuola, famiglia). Il bambino ed il suo
vissuto rispetto alla famiglia naturale;
- difese e strategie di relazione dell'adottato e degli adulti
significativi. Il problema della lingua straniera. Il vissuto da
adottato e/o di soggetto diverso somaticamente e le sue possibili
evoluzioni. Ambiti e momenti critici;
- l'evoluzione della famiglia di fronte al nuovo compito: aspetti
emotivi ed organizzativi. Il rapporto tra fratelli;
- il rapporto con i servizi e gli Enti autorizzati: opportunita' e
vincoli nella richiesta di sostegno da parte della coppia. La
funzione di monitoraggio di Servizi ed Enti autorizzati, quale
elemento di tutela del bambino e della coppia;
- la conclusione del rapporto.
Metodologia
Dal punto di vista della metodologia formativa l'organizzazione dei
corsi dovra' avere ben presente i vantaggi delle iniziative di tipo
intensivo (alto coinvolgimento delle coppie, forte focalizzazione sui
temi, rapido sviluppo della conoscenza tra le coppie) e quelli
derivanti da una articolazione dei temi non intensiva (maggiore
possibilita' per le coppie di elaborare al proprio interno le
tematiche proposte, maggiore sostenibilita' da parte di coppie ed
operatori dell'impegno formativo.
Per quello che riguarda le coppie esclusivamente interessate
all'adozione nazionale, sara' necessario individuare le modalita' che
permettano loro di usufruire, in alternativa alle unita' 4 e 5, di
spazi di riflessione dedicati. Cio' potra' essere conseguito o con
attivita' di sottogruppo o con la realizzazione di incontri
differenziati.
Per guidare la coppia a comprendere non solo mentalmente chi sono i
bambini di cui si parla, puo' essere fondamentale fare riferimento a
casistiche molto concrete, ad esperienze reali, conducendo il piu'
possibile i coniugi a calarsi nel ruolo di genitori e a mettersi in
gioco, anche tramite metodologie che attivino la dimensione emotiva e
la capacita' di "problem solving".
raccomandato il coinvolgimento di coppie che abbiano gia' realizzato
l'adozione internazionale e si siano rivelate in grado di comunicare
fattivamente ad altri i punti nodali e di interesse generale delle
loro esperienze.
Tale coinvolgimento sara' sempre tuttavia di tipo integrativo e non
sostitutivo delle competenze dei tecnici.
I conduttori sono affiancati da altri esperti ed e' prevista la
presenza, in qualita' di osservatori, di professionisti che
effettuano il loro tirocinio presso gli Enti attuatori.
Nella conduzione dei gruppi verranno utilizzate sia modalita' di
relazione frontale da parte dei conduttori che l'utilizzo di simulate
o role-playing. Le attivita' didattiche saranno supportate da
materiale audiovisivo e cartaceo (bibliografia, opuscoli,
statistiche).
Nella fase iniziale andra' definito con i partecipanti il contratto
formativo in modo che siano estremamente chiare le finalita' della
iniziativa, in particolare per quanto riguarda il carattere
assolutamente non valutativo degli incontri e l'ampia disponibilita'
a modulare il corso stesso tenendo conto delle necessita' formative
espresse dai partecipanti stessi.
Nella fase finale sara' elaborato da parte dei conduttori un report
indicante i contenuti effettivamente trattati, le attivita' svolte,
le richieste di approfondimento dei partecipanti. Tale report verra'
consegnato alle coppie sia come informazione di ritorno e segno di
riconoscimento per l'impegno prestato che come documentazione da
produrre nei successivi passaggi per agevolare e meglio focalizzare
l'attivita' degli operatori che condurranno l'indagine psicosociale,
degli esperti del Tribunale per i minorenni e dell'Ente che verra'
prescelto dalla coppia.
raccomandato l'utilizzo di strumenti di verifica di gradimento e di
qualita' dei corsi, al fine di supportare un processo di
miglioramento continuo dei corsi stessi.
(segue allegato fotografato)