REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 dicembre 2001, n. 3080

Accordo 3/8/2000 della Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome per l'attivazione di iniziative in materia di adozioni internazionali anni 2000/2002. Piano di riparto di fondi tra i Servizi pubblici e privati autorizzati

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                          
Premesso che:                                                                   
- la Legge 31 dicembre 1998, n. 476 "Ratifica ed esecuzione della               
Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di            
adozione internazionale, fatta all'Aja il 29 maggio 1993. Modifiche             
alla Legge 4 maggio 1983, n. 184, in tema di adozione di minori                 
stranieri" ha apportato modifiche sostanziali alle procedure adottive           
internazionali, introducendo nuovi adempimenti, soggetti e modalita'            
di attuazione che comportano necessariamente azioni di indirizzo, di            
coordinamento, di sviluppo e vigilanza sulla rete dei Servizi                   
pubblici e privati coinvolti che investono direttamente                         
l'Amministrazione regionale;                                                    
- l'art. 39 bis della medesima Legge 476/98 impegna le Regioni e le             
Province autonome, nell'ambito delle loro competenze a:                         
a) concorrere a sviluppare una rete di Servizi in grado di svolgere i           
compiti previsti dalla legge;                                                   
b) vigilare sul funzionamento dei Servizi e delle strutture che                 
operano per l'adozione internazionale nel proprio territorio, per               
garantire livelli adeguati di intervento;                                       
c) promuovere la definizione di protocolli operativi e convenzioni              
con gli Enti autorizzati e i Servizi, nonche' forme stabili di                  
collegamento fra gli stessi e gli organi giudiziari minorili;                   
- la Conferenza permanente tra lo Stato, le Regioni e le Province               
autonome, tramite un accordo siglato il 3 agosto 2000, pubblicato               
nella Gazzetta Ufficiale n. 227 del 28/9/2000, ha convenuto sulla               
necessita' di:                                                                  
a) organizzare e promuovere a livello regionale e territoriale corsi            
di formazione in materia per gli operatori pubblici e privati                   
coinvolti;                                                                      
b) promuovere e sostenere corsi di formazione-informazione per le               
coppie aspiranti all'adozione;                                                  
c) individuare, nell'ambito delle rispettive competenze legislative e           
programmatorie, e'quipes composte da assistenti sociali e psicologi             
per svolgere le attivita' previste dalla legge, tenuto conto del                
carico di lavoro e del bacino d'utenza;                                         
d) costituire in ogni ambito territoriale e'quipes integrate per le             
attivita' di istruttoria e sostegno dell'adozione, composte da                  
operatori del Servizio sanitario e dei Servizi sociali degli Enti               
locali, per garantire un'organizzazione piu' mirata e specializzata             
dei Servizi per l'adozione;                                                     
e) promuovere l'informatizzazione dell'attivita' dei Servizi pubblici           
per le adozioni in modo da garantire un idoneo collegamento con gli             
Enti autorizzati, con la Regione, con la Commissione per le adozioni            
internazionali e con le autorita' giudiziarie competenti;                       
f) far acquisire a tutti gli operatori coinvolti le conoscenze                  
tecniche progettuali necessarie per svolgere tutte le attivita' a               
sostegno delle adozioni in attuazione della legge;                              
g) predisporre, da parte delle Regioni, entro luglio 2002, una                  
relazione sullo stato di attuazione della Legge 476/98 e                        
dell'accordo, sulla loro efficacia, sugli obiettivi conseguiti e                
sulle misure da adottare per migliorare le attivita' a sostegno delle           
adozioni internazionali;                                                        
- con decreto del Ministro per la Solidarieta' sociale del 9 ottobre            
2000 sono stati ripartiti tra le Regioni, sulla base di una quota               
fissa piu' una quota relativa al numero di adozioni effettuate                  
nell'anno 1999, i fondi gia' impegnati dallo Stato per la                       
realizzazione di un Sistema informativo, nonche' per l'avvio della              
necessaria attivita' formativa in materia;                                      
- la Legge 28 marzo 2001, n. 149 "Modifiche alla Legge 4 maggio 1983,           
n. 184, di disciplina dell'adozione e dell'affidamento familiare,               
nonche' al Titolo VIII del Libro primo del Codice civile" introduce             
nuovi e importanti cambiamenti nelle procedure adottive nazionali,              
nelle segnalazioni dello stato di abbandono dei minori, nei compiti             
dell'Autorita' giudiziaria minorile, nonche' nell'assistenza legale             
al minore e ai genitori. Tale cambiamento comporta una delicata opera           
di ricomposizione tra le discipline normative dei due tipi di                   
adozione, sulla organizzazione dei Servizi e sulle relazioni tra                
soggetti, per garantire pari dignita' ed equita' di intervento a                
tutti i bambini in situazione di abbandono;                                     
rilevato che:                                                                   
- la Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione           
del Sistema integrato di interventi e Servizi sociali", all'art. 18,            
comma 1, impegna il Governo a predisporre ogni tre anni il "Piano               
nazionale degli interventi e dei Servizi sociali", e all'art. 18,               
comma 6 impegna le Regioni ad adottare il "Piano regionale degli                
interventi e dei Servizi sociali", che provveda in particolare                  
all'integrazione socio-sanitaria in coerenza con gli obiettivi del              
piano sanitario regionale, nonche' al coordinamento con le politiche            
dell'istruzione, della formazione professionale e del lavoro;                   
- la medesima Legge 328/00, all'art. 19 "Piano di zona", comma 1,               
lettere f) e g) e comma 2, lettere a), b), c) e d) mira a valorizzare           
a livello locale:                                                               
- la collaborazione dei Servizi territoriali con i soggetti operanti            
nell'ambito della solidarieta' sociale;                                         
- le forme di concertazione con l'Azienda sanitaria locale e con gli            
organismi non lucrativi di utilita' sociale, della cooperazione e               
della promozione sociale, del volontariato;                                     
- la formazione di sistemi locali di intervento fondati su servizi e            
prestazioni complementari e flessibili;                                         
- la qualificazione della spesa attivando risorse, anche finanziarie,           
derivate dalle citate forme di concertazione;                                   
- la definizione di criteri di ripartizione della spesa a carico di             
ciascun soggetto firmatario degli accordi, prevedendo anche risorse             
vincolate per il raggiungimento di particolari obiettivi;                       
- iniziative di formazione e di aggiornamento degli operatori                   
finalizzate a realizzare progetti di sviluppo dei servizi;                      
- il DPR 3 maggio 2001 "Piano nazionale degli interventi e dei                  
Servizi sociali 2001/2003", alla Parte II "Obiettivi di priorita'               
sociale" individua, tra i prioritari, i seguenti obiettivi di:                  
1) "valorizzare e sostenere le responsabilita' familiari",                      
promuovendo la libera assunzione di responsabilita', la                         
qualificazione delle capacita' genitoriali e la solidarieta';                   
2) "rafforzare i diritti dei minori" in una logica di esigibilita'              
dei diritti e di costruzione di qualita' di vita, dove il "focus"               
dell'azione e' il diritto di ogni bambino ad una buona qualita' di              
vita;                                                                           
- il DPR 13 giugno 2000 "Approvazione del Piano nazionale di azione e           
di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in           
eta' evolutiva per il biennio 2000/2001" alla Parte II, punto E.2.e)            
fa specifico riferimento ad interventi mirati a "sviluppare forme               
idonee di sensibilizzazione e promozione di una piu' autentica                  
cultura della solidarieta' internazionale che considera l'adozione              
quale strumento di cooperazione internazionale e quindi profondamente           
collegata alle altre forme di aiuto";                                           
considerato che:                                                                
- l'attuale fase di ridefinizione complessiva della materia avviene             
in un momento quanto mai opportuno, apportando le necessarie                    
innovazioni ad un processo caratterizzato da esperienze positive e              
consolidate, e tali tuttavia da richiedere un'evoluzione delle                  
stesse;                                                                         
- l'applicazione della Legge 476/98 costituisce per la nostra Regione           
un'occasione unica per operare una riflessione complessiva sulle                
dimensioni del "fenomeno adozione" nel territorio regionale e                   
programmare iniziative formative e attivita' di coordinamento tra               
tutti i soggetti direttamente coinvolti o, comunque, interessati a              
questo tema, con l'obiettivo di elevare complessivamente la qualita'            
degli interventi nelle diverse realta' locali;                                  
- pur tenendo conto delle peculiarita' e specificita' dell'adozione             
internazionale e di quella nazionale, l'assunzione di entrambe                  
all'interno di un unico progetto di lavoro consente di perseguire               
unitariamente gli obiettivi che esse si prefiggono confermando i                
significati e i valori di questo intervento verso tutti i bambini in            
abbandono, indipendentemente dalla loro residenza e provenienza, in             
quanto persone cui garantire pari diritti, dignita', opportunita' di            
vita ed equita' nella realizzazione degli interventi;                           
- l'attribuzione agli Enti autorizzati - organizzazioni non                     
governative legittimate alle pratiche di adozione internazionale - di           
un preciso ruolo nel percorso adottivo costituisce occasione per                
ripercorrere le interrelazioni e le connessioni esistenti e da                  
costruire con gli organismi del privato sociale, da anni attivi su              
questa materia e impegnati a collaborare con i Servizi pubblici, nel            
rispetto dei reciproci ruoli.                                                   
Assunto che:                                                                    
- la Regione Emilia-Romagna, nell'adempiere ai compiti di legge e               
agli accordi sottoscritti, intende costruire un percorso partecipato,           
in cui ogni soggetto, pubblico e privato, possa porre e confrontare             
le esigenze, i problemi e le prospettive evolutive di questo                    
intervento dal punto di vista della propria esperienza, con                     
l'obiettivo finale di pervenire alla definizione di protocolli                  
operativi tra Servizi, di accordi con la Magistratura minorile, di              
modalita' organizzative e operative fortemente condivise, trasparenti           
ed efficaci, e che la Regione stessa ha provveduto per il                       
raggiungimento di tali fini a:                                                  
- effettuare una ricognizione presso i Servizi pubblici sui dati di             
attivita', le modalita' organizzative e i bisogni formativi in                  
materia di adozione;                                                            
- delineare un "Progetto regionale adozione" (PRAdo), indicando gli             
obiettivi, le azioni, i soggetti coinvolti, i tempi e le risorse per            
la sua realizzazione;                                                           
- consultare i Servizi pubblici, gli Enti autorizzati e la                      
Magistratura minorile sulla praticabilita' e la condivisione dei                
contenuti del progetto;                                                         
- dare sistematicita' a forme di partecipazione e di collaborazione             
con gli Enti privati autorizzati alle pratiche di adozione                      
internazionale ex art. 39, comma 1, lett. c), Legge 476/98;                     
- costituire tre gruppi di lavoro, con la partecipazione sia dei                
Servizi pubblici che degli Enti autorizzati, che hanno elaborato                
proposte in merito al percorso formativo per le coppie, ai criteri e            
modalita' di valutazione della coppia candidata all'adozione e ad un            
programma di formazione degli operatori pubblici e privati sulla                
materia;                                                                        
- perseguire una reale integrazione tra ambito sociale e ambito                 
sanitario in materia di adozione;                                               
- acquisire l'adesione, e quindi le relative designazioni, di ANCI              
(Associazione nazionale Comuni italiani), UPI (Unione Province                  
italiane), Coordinatori sociali delle Aziende Unita' sanitarie                  
locali, Tribunale per i minorenni dell'Emilia-Romagna ed Enti                   
autorizzati, per la costituzione di un "Coordinamento regionale                 
adozione" (CRAd);                                                               
richiamate:                                                                     
- la propria deliberazione n. 1461 del 17 luglio 2001 "Attivazione di           
un assegno di ricerca presso l'Universita' degli Studi di Bologna in            
materia di problematiche pedagogiche dell'adozione internazionale:              
analisi degli insuccessi e dei conflitti nelle relazioni" con la                
quale e' stata finanziata una attivita' di approfondimento non solo             
delle possibili cause di insuccesso, ma anche delle strategie di                
prevenzione e contenimento dei fattori scatenanti il conflitto,                 
utilizzabili sia dalle famiglie, che dagli insegnanti, oltre che                
dagli operatori;                                                                
- la propria deliberazione n. 1705 del 31 luglio 2001 "Progetto                 
formativo regionale in materia di adozione. Attuazione dell'accordo 3           
agosto 2000 tra il Ministero della Solidarieta' sociale e le Regioni            
per l'attivazione di iniziative in materia di adozione anno 2000/2002           
- punto a) obiettivi formativi" con la quale e' stata programmata la            
formazione di 150 ore per 160 operatori dei Servizi pubblici, degli             
Enti autorizzati e dei giudici onorari presso il Tribunale minorenni,           
quale primo atto applicativo delle leggi e degli accordi                        
istituzionali sottoscritti ed attualmente in fase di attuazione;                
- la circolare congiunta degli Assessorati regionali alla Sanita' e             
alle Politiche sociali 1818/ASF del 16 gennaio 2001 "Attuazione della           
Legge 476/98 in materia di adozione di minori stranieri", che invita            
le Aziende Unita' sanitarie locali e i Comuni a "predisporre le                 
opportune iniziative di collaborazione istituzionale e                          
tecnico-organizzative atte a garantire l'attivazione delle e'quipes             
psico-sociali per l'adozione e il rispetto della tempistica definita            
dalla Legge 476/98";                                                            
ritenuto pertanto che sia interesse prioritario di questa Regione               
avviare e sostenere il processo di integrazione socio-sanitaria e di            
adeguamento dell'organizzazione dei Servizi pubblici e privati alle             
esigenze applicative delle leggi, in senso evolutivo e qualitativo,             
di supportare la predisposizione di strutture e strumenti adeguati a            
garantire una presenza omogenea e qualificata di tutti i soggetti               
pubblici e privati coinvolti, in vista della prossima definizione e             
attuazione di un "Protocollo d'intesa" tra la Regione Emilia-Romagna,           
le Province, gli Enti titolari delle funzioni in materia di minori,             
gli Enti autorizzati in materia di adozione;                                    
considerato che alla costruzione di questo processo hanno partecipato           
i Servizi pubblici, nell'esercizio dei loro compiti istituzionali e             
che pari disponibilita' e' stata altresi' garantita dagli Enti                  
autorizzati, con un impegno organizzativo, di risorse umane,                    
materiali e di pensiero che merita un adeguato riconoscimento, a                
supporto anche della continuita' del loro apporto qualificato per il            
futuro;                                                                         
richiamati:                                                                     
- il decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ministro             
per la Solidarieta' sociale - del 9 ottobre 2000, con il quale                  
vengono ripartiti tra le Regioni, sulla base di una quota fissa piu'            
una quota relativa al numero di adozioni effettuate nell'anno 1999, i           
fondi - pari a Lire 7.574.080.480 - gia' impegnati dallo Stato con              
decreto 20 dicembre 1999 per la realizzazione di un sistema                     
informatico di comunicazione tra la suddetta Commissione per le                 
adozioni internazionali e i Servizi territoriali, nonche' per l'avvio           
della necessaria attivita' di formazione ed informazione in materia;            
- la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 19 dicembre           
2000 "Cap. 5986 - Legge 476/98 - Finanziamento per la realizzazione             
di un sistema informatico di comunicazione tra la Commissione per le            
adozioni internazionali e i Servizi territoriali, nonche' per l'avvio           
dell'attivita' di formazione ed informazione in materia di adozioni             
internazionali" con la quale viene comunicato che e' stato emesso a             
favore della Regione Emilia-Romagna il titolo di pagamento di Lire              
397.101.190 per le finalita' di cui all'oggetto;                                
- la deliberazione del Consiglio regionale 25 settembre 2001, n. 246            
"Programma degli interventi ed individuazione dei criteri di                    
ripartizione del fondo regionale socio-assistenziale e del fondo                
nazionale per politiche sociali per l'anno 2001 - L.R. 2/85 e Legge             
328/00", con particolare riferimento al punto A.1 che destina, tra le           
altre, Lire 3.050.000.000 al Cap. 57103 destinate al programma per              
l'avvio della riforma dei Servizi sociali e alla realizzazione delle            
iniziative promozionali di cui all'art. 2 della Legge 2/85;                     
visto il Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna per                
l'anno 2001 e il Bilancio pluriennale 2001/2003 approvato con L.R. 18           
aprile 2001, n. 10, cosi' come assestato con la L.R. 21 agosto 2001,            
n. 28:                                                                          
richiamata la propria deliberazione n. 1482 del 31 luglio 2001                  
"Assegnazione dello Stato di somme afferenti al fondo nazionale per             
le politiche sociali per l'anno 2001 - Variazione di bilancio";                 
ritenuto che ricorrano gli elementi di cui alla normativa contabile             
vigente e che, pertanto, gli impegni di spesa possano essere assunti            
con il presente atto;                                                           
richiamata la propria deliberazione n. 1841 dell'11/9/2001 relativa             
all'attribuzione dell'incarico di Responsabile del Servizio                     
Ragioneria e Credito "ad interim" alla Dirigente Amina Curti;                   
dato atto:                                                                      
- del parere favorevole espresso dal Direttore generale Sanita' e               
Politiche sociali dott. Franco Rossi e dal Responsabile del Servizio            
Politiche familiari per l'infanzia e l'adolescenza dott. Lorenzo                
Campioni in ordine, rispettivamente, alla legittimita' e alla                   
regolarita' tecnica del presente atto, ai sensi dell'art. 37, comma 4           
della L.R. 43/01 e della delibera 2774/01;                                      
- del parere favorevole espresso, ai sensi delle medesime                       
disposizioni di legge e deliberazione, dalla Responsabile del                   
Servizio Ragioneria e Credito dott.ssa Amina Curti, sulla regolarita'           
contabile del presente atto;                                                    
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, Immigrazione,                
Progetto giovani e Cooperazione internazionale, Gianluca Borghi,                
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di adottare, in attuazione della normativa statale, nonche'                  
dell'accordo tra lo Stato e la Conferenza Stato Regioni e Province              
autonome siglato il 3 agosto 2000 citato in premessa il documento               
"Preparazione delle coppie nella fase precedente l'indagine                     
sociopsicologica", elaborate dalla Regione Emilia-Romagna con il                
contributo del gruppo di lavoro misto Regione-Enti titolari delle               
funzioni in materia di minori - Enti autorizzati, Allegato A, parte             
integrante della presente deliberazione;                                        
2) di istituire il "Coordinamento regionale Adozione", composto da 2            
rappresentanti dell'ANCI, due rappresentanti dell'UPI, due                      
rappresentanti dei Coordinatori sociali delle Aziende Unita'                    
sanitarie locali e 4 rappresentanti degli Enti autorizzati alle                 
pratiche di adozione internazionale ex art. 39, comma 1, lett. c),              
Legge 476/98, nonche' con la partecipazione, quali inviati                      
permanenti, di rappresentanti della Magistratura minorile e delle               
Associazioni delle famiglie adottive, alla cui costituzione                     
provvedera' successivamente con proprio atto il Direttore generale              
Sanita' e Politiche sociali;                                                    
3) di dare atto che per promuovere e sostenere l'effettiva messa in             
opera degli adempimenti previsti dalle norme e dagli accordi                    
sottoscritti per la costituzione di e'quipes multiprofessionali, a              
integrazione socio-sanitaria, per la valorizzazione del rapporto                
pubblico-privato, per la formazione degli operatori e delle coppie,             
per la strumentazione informativa e informatica, la Regione                     
Emilia-Romagna ha messo in atto un processo di costruzione di                   
modalita' operative e metodologiche partecipate, che richiede un                
adeguato supporto di risorse dedicate;                                          
4) di determinare in Lire 499.920.000 (pari a Euro 258.187,13),                 
esenti da IVA ai sensi delle leggi di riferimento indicate a fianco             
di ciascuno dei soggetti destinatari, le risorse finanziarie da                 
ripartire tra i Servizi pubblici e gli Enti autorizzati per                     
contribuire all'adeguamento organizzativo, strutturale e metodologico           
dei Servizi e per sostenere il lavoro di avvio del processo di                  
sviluppo del sistema integrato dei Servizi e degli interventi per               
l'adozione fino a tutto l'anno 2002;                                            
5) di ripartire e attribuire tali fondi ai soggetti di seguito                  
indicati con le modalita' per ognuno di essi specificate:                       
a) quanto a Lire 119.800.000 (pari a Euro 61.871,54), esenti da IVA             
ai sensi dell'art. 10, DLgs 4/12/1997, n. 460 e dell'art. 8 della               
Legge 266/91, tra i 21 Enti autorizzati ex art. 39, comma 1, lett.              
c), Legge 476/98 che operano per l'Emilia-Romagna, come da Allegate             
Tab. 1 e Tab. 1 bis, parte integrante della presente deliberazione,             
sulla base dei seguenti criteri: - Lire 4.000.000 (pari a Euro                  
2.065,83) per ciascun Ente autorizzato, quale quota fissa a supporto            
dell'adeguamento della dotazione di personale, strutturale ed                   
informativo/informatica utile per un servizio ed una presenza                   
significativa omogenea sul territorio regionale, nonche' per dare               
continuita' ai rapporti di collaborazione anche per l'anno 2002 con             
la Regione Emilia-Romagna, per una cifra complessiva di Lire                    
84.000.000 (pari a Euro 43.382,38); - Lire 1.000.000 (pari a Euro               
516,46) per ciascuno dei 4 Enti autorizzati individuati come facenti            
parte del Coordinamento regionale Adozione, quale quota a sostegno              
delle spese per la partecipazione alle sedute del Coordinamento                 
stesso a tutto il 2002, per una cifra complessiva di Lire 4.000.000             
(pari a Euro 2.065,83); - una quota di Lire 200.000 (pari a Euro                
103,29) per ciascuna delle 159 presenze complessive, garantite in               
quantita' diverse dai vari Enti, agli incontri di consultazione,                
coordinamento, gruppi di lavoro, quale rimborso delle spese                     
sostenute, per una cifra complessiva di Lire 31.800.000 (pari a Euro            
16.423,33);                                                                     
b) quanto a Lire 380.120.000 (pari a Euro 196.315,60) tra gli Enti              
pubblici territoriali che esercitano le funzioni relative agli                  
interventi per minori, allo scopo di sostenere l'adeguamento                    
organizzativo, strutturale e di strumentazione necessaria a far                 
fronte ai nuovi compiti di legge, anche in previsione dei compiti               
derivanti dalla prossima stipula del "Protocollo d'intesa" tra                  
Regione, Servizi pubblici ed Enti autorizzati. Tale finanziamento               
viene ripartito sulla base del numero di istruttorie per adozione               
avviate nell'anno 2000, in numero complessivo di 884 per una quota di           
Lire 430.000 (pari a Euro 222,08) per ogni istruttoria, come da                 
allegate Tab. 2 e Tab. 2 bis parte integrante della presente                    
deliberazione;                                                                  
6) di stabilire che la Regione intende incentivare la realizzazione             
da parte dei Servizi pubblici territoriali competenti di iniziative             
di formazione delle coppie che:                                                 
a) siano conformi per metodologia, contenuti e criteri di qualita' a            
quanto indicato nel citato Allegato A alla presente deliberazione;              
b) siano in grado di soddisfare anche i seguenti criteri: -                     
territorialita': svolgimento dei corsi nell'ambito territoriale                 
regionale; - gratuita': nessun onere economico per le coppie;                   
7) di stabilire altresi' che tale incentivazione verra' determinata             
in base ai seguenti criteri:                                                    
- un contributo di Lire 1.500.000 (pari a Euro 774,69) per ogni corso           
attivato dai singoli Servizi pubblici territoriali competenti;                  
- un contributo di Lire 2.000.000 (pari a Euro 1.032,91) per ogni               
iniziativa formativa attuata in concorso tra due o piu' soggetti                
capofila e/o due o piu' Enti autorizzati;                                       
8) di disporre che alla individuazione dei soggetti destinatari delle           
incentivazioni di cui ai precedenti punti 6) e 7) e ai relativi                 
importi da attribuire con imputazione sui corrispondenti capitoli di            
bilancio, ricorrendo le condizioni previste dalla normativa contabile           
vigente, si provvedera' con successiva deliberazione della Giunta               
regionale alle scadenze del:                                                    
- 30 giugno 2002 per i corsi gia' completati entro quella data;                 
- 31 dicembre 2002 per i corsi completati entro quella data;                    
9) di impegnare la somma complessiva di Lire 499.920.000 (pari a Euro           
258.187,13), nel seguente modo:                                                 
- quanto a Lire 90.000.000 (pari a Euro 46.481,12), registrata al               
numero 5456 di impegno sul Capitolo 58350 "Interventi a sostegno                
delle adozioni internazionali (Legge 1 dicembre 1998, n. 476). Mezzi            
statali" del Bilancio di previsione 2001 che presenta la necessaria             
disponibilita';                                                                 
- quanto a Lire 409.920.000 (pari a Euro 211.706,01), registrata al             
numero 5457 di impegno sul Capitolo 57103 "Fondo nazionale per le               
Politiche sociali. Quota parte destinata al finanziamento di                    
iniziative promozionali e attivita' di rilievo regionale, nonche'               
alle attivita' connesse alla predisposizione e aggiornamento del                
Piano socio-assistenziale regionale e dei piani territoriali (art.              
41, comma 1, lett. a), L.R. 2/85 - Legge 328/00 - Mezzi statali" del            
Bilancio per l'esercizio finanziario 2001 che presenta la necessaria            
disponibilita';                                                                 
10) di dare atto che, ai sensi della normativa contabile vigente, il            
Responsabile del Servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza           
provvedera' con propri atti formali, alla liquidazione agli Enti                
autorizzati alle pratiche di adozione internazionale ex art. 39,                
comma 1, lett. c) della Legge 476/98 di cui alla Tab. 1, allegata               
alla presente deliberazione, delle somme indicate alla tabella                  
medesima e alla emissione dei relativi titoli di pagamento dietro               
presentazione di relative note da parte dei singoli destinatari;                
11) di dare atto altresi' che lo stesso Responsabile del Servizio               
Politiche familiari, infanzia e adolescenza provvedera' con propri              
atti formali alla liquidazione agli Enti pubblici territoriali che              
esercitano le funzioni relative agli interventi per i minori delle              
somme loro destinate sulla base delle istruttorie di adozione svolte            
nell'anno 2000 come da allegata Tab. 2, parte integrante della                  
presente deliberazione;                                                         
12) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale            
della Regione Emilia-Romagna.                                                   
ALLEGATO A                                                                      
Regione Emilia-Romagna                                                          
Preparazione delle coppie nella fase precedente                                 
l'indagine sociopsicologica                                                     
Premessa                                                                        
La Legge 476/98, all'art. 29 bis, comma 4 individua come compiti                
affidati ai Servizi:                                                            
a) l'informazione sull'adozione internazionale e sulle relative                 
procedure, sugli Enti autorizzati e sulle altre forme di solidarieta'           
nei confronti dei minori in difficolta', anche in collaborazione con            
gli Enti autorizzati di cui all'articolo 39 ter;                                
b) la preparazione degli aspiranti all'adozione, anche in                       
collaborazione con i predetti Enti.                                             
La Legge 149/01 all'art. 1, comma 3, allarga ancora la                          
responsabilita' dei Servizi pubblici poiche' attribuisce a Stato,               
Regioni ed Enti locali il compito di promuovere "iniziative di                  
formazione dell'opinione pubblica sull'affidamento e l'adozione e di            
sostegno all'attivita' delle comunita' di tipo familiare", nonche' di           
organizzare corsi di preparazione ed aggiornamento professionale                
degli operatori sociali e incontri di formazione e preparazione per             
le famiglie e le persone che intendono avere in affidamento o in                
adozione minori.                                                                
Lo stesso comma introduce la possibilita' che "i medesimi enti                  
possono stipulare convenzioni con enti o associazioni senza fini di             
lucro che operano nel campo della tutela dei minori e delle famiglie            
per la realizzazione delle attivita' di cui al presente comma".                 
In sostanza l'attivita' per l'informazione e la preparazione delle              
coppie candidate all'adozione internazionale si colloca all'interno             
di una iniziativa a vasto raggio che impegna gli Enti locali, in                
collaborazione con il privato sociale, a promuovere la qualificazione           
di tutte le risorse dedicate ad assicurare un'accoglienza di tipo               
familiare (coppie che danno la loro disponibilita' per l'affidamento            
familiare, l'adozione nazionale e internazionale e la gestione di               
comunita' di tipo familiare).                                                   
La Legge 149/01 prevede che l'impegno formativo sia rivolto anche               
agli operatori che sono chiamati a sostenere tali forme di                      
accoglienza, in un'ottica di sussidiarieta' e di piena tutela dei               
bambini interessati.                                                            
L'entita' dell'impegno richiesto per la qualificazione di tutte le              
risorse e' enorme, in particolare se si considera che, dal 1995 al              
2000, gli affidamenti familiari sono passati nella nostra regione da            
525 a 1.107, che all'1/1/2000 le comunita' di accoglienza per minori            
erano 93 con 953 ospiti, le case famiglia a multiutenza erano 76 con            
204 minori ospiti e che le istruttorie per l'adozione nazionale e               
internazionale avviate dai Servizi nell'anno 2000 sono state 884.               
Per quello che riguarda la preparazione delle coppie per l'adozione             
internazionale e' quindi necessario realizzare un forte incremento,             
razionalizzazione e qualificazione delle risorse messe a disposizione           
dei Servizi territoriali, nella consapevolezza che questo non e'                
l'unico impegno di tipo formativo rivolto alle coppie che i Servizi             
debbono assolvere. Anche gli Enti autorizzati sono interessati a                
processi di potenziamento e di qualificazione in quanto, nel loro               
insieme, vedranno perlomeno triplicate le coppie che accedono ai loro           
servizi.                                                                        
Per avviare i percorsi di preparazione delle coppie vanno dunque                
integrate al meglio, valorizzando le esperienze precedenti, le                  
risorse disponibili, coinvolgendo anche competenze esterne ai Servizi           
territoriali ed agli Enti autorizzati.                                          
Il presente documento si prefigge di conciliare la sperimentalita'              
della fase di avvio con la necessita' di assicurare alle coppie, su             
tutto il territorio regionale, requisiti di uniformita' e di qualita'           
dei corsi. In particolare vengono definiti i destinatari, gli                   
obiettivi, le modalita' di attuazione e di coordinamento, i criteri             
di qualita', le forme di incentivazione, i contenuti e la metodologia           
delle attivita' formative.                                                      
Va anche considerato che la legge non da nessun obbligo alle coppie             
di frequentare tali corsi di preparazione e che, mentre per                     
l'affidamento familiare e' ormai consuetudine diffusa fare precedere            
l'esperienza da momenti di formazione delle coppie, cosi' come non e'           
per l'adozione (un indicatore significativo in tal senso e' dato                
dagli interventi promozionali realizzati nell'ambito del primo                  
triennio di attuazione della Legge 285/97 nella nostra regione: 17              
iniziative hanno riguardato l'affidamento familiare ed una sola                 
l'adozione).                                                                    
L'elaborazione di proposte di buona qualita', che rendano ben                   
percepibili alle coppie l'unita' di intenti tra Servizi pubblici ed             
Enti autorizzati, costituira' un rassicurante biglietto da visita per           
chi si appresta ad intraprendere un cammino difficile e complesso               
quale quello dell'adozione internazionale.                                      
Destinatari                                                                     
Destinatarie dei corsi sono le coppie che, acquisite le prime                   
informazioni presso i Servizi territoriali e verificata l'esistenza             
dei requisiti di accesso, hanno confermato l'intenzione di procedere            
alla indagine sociopsicologica per candidarsi alla adozione nazionale           
ed internazionale. E' ammissibile, in via transitoria, che la coppia            
inizi l'indagine prima di avere terminato il corso, ma non viceversa.           
Obiettivi                                                                       
- Aiutare la coppia a realizzare un processo di maturazione verso una           
competenza genitoriale ed una capacita' di essere coppia, ancora piu'           
profonde e salde di quanto normalmente richiesto ai genitori                    
naturali;                                                                       
- aiutare la coppia a introiettare un concetto di accoglienza                   
ispirato ai principi di sussidiarieta' e di centralita' dei bisogni             
del bambino;                                                                    
- accrescere la conoscenza che essa ha degli aspetti peculiari legati           
all'esperienza dell'adozione nazionale e internazionale e, in                   
particolare, delle tappe del percorso adottivo;                                 
- sviluppare la consapevolezza da parte delle coppie della valenza di           
aiuto e di sostegno degli interventi svolti dai servizi;                        
- sollevare la fase dell'indagine sociopsicologica, dalle valenze               
pedagogico-formative, al fine sia di meglio focalizzare l'intervento            
sulla conoscenza della coppia, la valutazione delle sue competenze e            
lo studio dell'abbinamento possibile, che di garantire il rispetto              
dei tempi previsti;                                                             
- realizzare una integrazione di competenze tra Servizi territoriali            
ed Enti autorizzati e tra questi e il Tribunale per i minorenni;                
- pervenire nell'arco di un triennio a soddisfare il fabbisogno                 
formativo delle coppie.                                                         
Attuazione e programmazione delle iniziative                                    
La Provincia e' individuata come ambito territoriale ottimale dove              
programmare e realizzare le iniziative di preparazione delle coppie.            
I soggetti istituzionali titolari e/o gestori delle competenze in               
materia di minori, afferenti al medesimo ambito provinciale,                    
individuano nella Provincia stessa, o al loro interno, il soggetto              
istituzionale che attraverso un'azione di raccordo con gli altri Enti           
pubblici e con gli enti autorizzati si assume il compito di:                    
- individuare il fabbisogno dei corsi da attivare, tenendo conto del            
numero delle coppie annualmente istruite su base provinciale,                   
dell'impegno per il superamento delle eventuali liste di attesa, e              
della necessita' di fare intercorrere un breve periodo di tempo tra             
il colloquio informativo, la conferma da parte della coppia del                 
proprio interesse all'adozione e l'avvio dei corsi;                             
- definire le modalita' di collaborazione piu' adeguate tra Servizi             
territoriali, e tra essi e gli Enti autorizzati, anche attraverso la            
stipula di apposite convenzioni.La Regione promuove, anche attraverso           
un "Coordinamento regionale adozione", una azione di raccordo tra le            
diverse realta' provinciali in modo da perseguire omogeneita' e                 
qualita' di opportunita' per tutte le coppie residenti nel territorio           
regionale.                                                                      
Criteri di qualita'                                                             
Tutti i corsi dovranno soddisfare i seguenti criteri di qualita':               
1) esaustivita': prevedere la trattazione di tutte le 6 unita'                  
formative di cui al seguente punto "Contenuti";                                 
2) congruita': avere una durata non inferiore a 12 ore e prevedere la           
partecipazione di un numero di coppie non inferiore a 5 e non                   
superiore a 10;                                                                 
3) integrazione delle competenze: prevedere la partecipazione, in               
ogni corso, di esperti di diversa matrice professionale ed                      
istituzionale;                                                                  
4) attenzione all'utente: prevedere orari e modalita' tali da                   
soddisfare il piu' possibile le esigenze dei partecipanti.                      
Incentivazione                                                                  
La Regione Emilia-Romagna si impegna ad incentivare la realizzazione            
delle predette iniziative formative erogando, al soggetto attuatore,            
un contributo di Lire 1.500.000 per ogni corso che sia in grado di              
soddisfare anche i seguenti criteri:                                            
5) territorialita': svolgimento dei corsi nell'ambito territoriale              
regionale;                                                                      
6) gratuita': nessun onere economico per le coppie.                             
Per i corsi di preparazione attivati tramite convenzione con gli Enti           
autorizzati e non rispondenti ai criteri 5) e 6), la Regione                    
Emilia-Romagna si impegna ad individuare forme diverse di                       
incentivazione in relazione alla possibilita' di accordi con i                  
predetti Enti, finalizzati al contenimento ed alla trasparenza dei              
costi sostenuti dalle coppie.                                                   
Contenuti                                                                       
I corsi di preparazione delle coppie dovranno prevedere lo                      
svolgimento delle seguenti unita' formative:                                    
Unita' formativa n. 1 - Aspetti giuridici e legislativi                         
Obiettivi                                                                       
- Evidenziazione dei principi ispiratori della nuova normativa in               
materia di adozione;                                                            
- conoscenza delle principali tappe del percorso amministrativo e               
giuridico che i genitori aspiranti all'adozione devono percorrere;              
- illustrazione e significato dei vari passaggi che la coppia deve              
affrontare nell'iter adottivo: dalla preparazione fino                          
all'inserimento del minore nel contesto sociale e familiare; ruolo e            
compiti dei Servizi territoriali, del Tribunale per i minorenni,                
degli Enti autorizzati in ciascuna fase.                                        
Temi                                                                            
- L'evoluzione culturale e sociale dell'istituto dell'adozione in               
Italia con riferimento alle Leggi 431/67, Legge 184/83, convenzione             
dell'Aja del 1993 e Leggi 476/98 e 149/01;                                      
- i principi fondamentali sanciti dalla Convenzione dell'Aja con                
particolare riguardo al principio di sussidiarieta' per cui                     
l'adozione internazionale e' possibile solo dopo che si sono                    
sperimentati tutti i tentativi per consentire che il bambino possa              
rimanere nella propria famiglia d'origine;                                      
- sensibilizzazione e informazione sulle diverse forme possibili di             
sostegno a distanza;                                                            
- centralita' del bambino: si va alla ricerca di una famiglia, la               
migliore possibile, per quel bambino, ribaltando una concezione per             
cui era la famiglia ad andare alla ricerca del bambino;                         
- accenni al principio di cooperazione tra Stati, quale strumento per           
l'assicurazione dei diritti fondamentali dei minori e per il                    
contrasto della sottrazione vendita e tratta dei medesimi;                      
- trasparenza della nuova normativa e superamento dei rischi per le             
coppie ed il bambino delle esperienze "fai da te";                              
- tappe del percorso adottivo. Competenze e modalita' di                        
collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali;                            
- aspetti giuridici connessi all'inserimento del bambino;                       
- provvidenze e benefici previsti dalla nuova normativa.                        
Unita' formativa n. 2 - Il bambino ed i suoi bisogni                            
Obiettivi                                                                       
- Trasmettere ai coniugi un'idea di concretezza con cui confrontarsi            
per passare da una idea astratta di figlio (che puo' essere                     
romantica, misteriosa, ma sempre venata di preoccupazioni) ad una               
idea di bambino piu' articolata, basata sulla conoscenza delle                  
caratteristiche reali delle situazioni da cui proviene e delle                  
dinamiche che piu' frequentemente intercorrono tra questi e le coppie           
adottive;                                                                       
- aiutare le coppie ad avvicinarsi al mondo di questi bambini con               
consapevolezza e con strumenti adeguati per capirli e rispondere alle           
loro necessita'.                                                                
Temi                                                                            
Sul versante bambino:                                                           
- chi e' il bambino che viene adottato. Approfondimento del concetto            
di abbandono (significato, conseguenze, bisogni e prospettive), con             
riferimento alle condizioni oggettive (abbandonato alla nascita o               
dopo maltrattamenti ed incurie, o a seguito di abuso, condizioni di             
salute, etc.) e condizioni soggettive (l'adozione di un bambino in un           
Paese diverso da quello in cui e' nato comporta un cambiamento                  
personale e relazionale piu' marcato di quello che deve affrontare un           
bambino adottato nel suo Paese rispetto a valori, abitudini, schemi             
cognitivi, lingua, diversita' somatica). Il bambino puo' essere                 
traumatizzato, confuso, sofferente, spaventato o allettato dalle                
prospettive di adozione;                                                        
- i bisogni legati alle varie fasi della crescita (di attaccamento di           
accoglienza, di protezione, di aiuto ad elaborare l'esperienza                  
passata, di autonomia);                                                         
- accenni ai bisogni dei bambini piu' grandi ed a come i figli                  
adottivi possono percepire e rielaborare, nel tempo, la loro                    
diversita'. Le risorse che il bambino utilizza per adeguarsi alla               
nuova situazione.                                                               
Sul versante genitori che abbandonano:                                          
- le persone che generano e che non riescono ad essere genitori:                
motivazioni e percorsi. Interruzione del legame dei bambini con i               
genitori naturali, permanenza ed evoluzione interiore del legame                
affettivo del bambino con essi. Chiarezza su chi sono i veri                    
genitori.                                                                       
Unita' formativa n. 3 - La coppia adottiva                                      
Obiettivi                                                                       
- Rendere esplicite le istanze che sottendono il desiderio di un                
figlio adottivo;                                                                
- fare emergere le implicazioni dei diversi atteggiamenti sottesi               
all'accoglienza del minore;                                                     
- approfondire le implicazioni derivanti dall'assunzione del                    
principio di sussidiarieta' rispetto al progetto genitoriale di                 
coppia.                                                                         
Temi                                                                            
- La genitorialita' biologica ed adottiva: differenze e                         
caratteristiche. Fantasie sul bambino immaginato, consapevolezza                
della sovrapposizione bambino immaginato, bambino reale. Riconoscere            
e sapere operare sui propri schemi mentali. Riconoscere le modalita'            
con cui la coppia affronta le situazioni problematiche. Il bisogno di           
paternita' e maternita' e l'equilibrio nelle relazioni                          
intrafamiliari;                                                                 
- la relazione genitoriale con un bambino che ha vissuto un abbandono           
e che ha una storia che non puo' essere cancellata. Consapevolezza da           
parte dei futuri genitori che manca a loro e al bambino un periodo di           
vita comune; esiste "un buco" nel passato del bambino che bisogna               
imparare a tollerare o sapere colmare;                                          
- stili educativi differenti e schemi di comportamento dei genitori             
adottivi e del bambino (ruoli ed aspetti culturali). Atteggiamenti              
della coppia nell'accompagnamento del bambino nell'integrazione                 
sociale. Modalita' di gestire le frustazioni e per costruire rapporti           
collaborativi all'esterno (ad esempio con le insegnanti);                       
- la famiglia allargata e le sue reazioni all'evento adottivo,                  
impegni, responsabilita', figure di riferimento, flessibilita' delle            
regole e delle dinamiche familiari.                                             
Unita' formativa n. 4 - Modelli culturali                                       
L'approfondimento dei temi delle unita' 4 e 5 e' destinato a coppie             
che abbiano gia' scelto di proseguire il cammino verso l'adozione               
internazionale.                                                                 
Obiettivi                                                                       
- Sviluppare la consapevolezza della coppia sulla natura della                  
variabile culturale;                                                            
- stimolare l'attenzione dei futuri genitori a ricostruire il                   
background culturale ed esperenziale nel quale si colloca il bambino,           
a coglierne i possibili condizionamenti e a misurarne le ricadute               
emotive rispetto alle proprie aspettative;                                      
- incrementare la capacita' di tutelare il bambino non privandolo               
della propria storia e fornendogli strumenti per gestire in modo                
costruttivo la propria specificita'.                                            
Temi                                                                            
- Evidenziazione di modelli culturali diversi riferibili a diverse              
aree geografiche. A seconda dei modelli culturali i bambini hanno               
avuto esperienza di atteggiamenti permissivi, iperesigenti, incongrui           
e di modalita' differenti per ottenere approvazione e sostegno da               
parte delle figure adulte. Da cio' ne consegue una diversita'                   
nell'espressione dei modelli di attaccamento e dei livelli e delle              
modalita' di espressione dell'autonomia;                                        
- declinazione dei modelli culturali nello specifico della storia del           
bambino (ad esempio la subcultura istituzionale);                               
- accoglienza della divesita' etnico-culturale;                                 
- aiuto ai coniugi per riflettere sulla autenticita' della loro                 
disponibilita' ad accogliere un bambino di diversa etnia. Si tratta             
di una condizione irrinunciabile perche', nel rapporto con il                   
bambino, essi siano in grado di fronteggiare incomprensioni,                    
resistenze ed anche ostilita' che possono manifestarsi nell'ambito              
familiare ed extrafamiliare, riuscendo sempre a rimanere nella sua              
parte, salvaguardando e sviluppando il valore della sua origine e del           
suo passato.                                                                    
Unita' formativa n. 5 - Dopo l'idoneita', verso l'incontro con il               
bambino straniero                                                               
Obiettivi                                                                       
- Fornire un accenno sulle variabili in gioco nella fase che portera'           
all'incontro con il bambino proposto dalla Autorita' nazionale, in              
previsione di una trattazione piu' approfondita da parte dell'Ente              
che verra' prescelto;                                                           
- favorire la conoscenza della realta' di vita del bambino per                  
favorirne l'integrazione e la costruzione dell'identita'.                       
Temi                                                                            
- Introduzione al tema della realizzazione dell'abbinamento in un               
Paese straniero. Il Paese straniero: vincoli ed opportunita'. Le                
regole giuridiche e sociali nei diversi Paesi (le Autorita' nazionali           
straniere, l'iter di adottabilita' del minore e per la scelta delle             
coppie, gli intermediari nel Paese, i bambini negli istutiti e presso           
le famiglie, ecc.);                                                             
- consapevolezza che la permanenza nel Paese straniero non e' un                
tempo "vuoto" o solo riempito di incombenze burocratiche nell'attesa            
di incontrare il bambino che verra' proposto, ma anche un'occasione             
di conoscenza del mondo in cui il bambino e' vissuto. Tale conoscenza           
potra' facilitare, in seguito, l'azione dei genitori per favorire               
l'integrazione da parte del bambino delle esperienze vissute,                   
elemento vitale per il suo benessere psichico;                                  
- il bambino tra bisogno e timore di essere inserito in una famiglia.           
Il bambino che deve essere adottato: la sua diversita' perche'                  
proveniente da un'altra cultura, perche' portatore di una storia che            
non e' quella dei suoi genitori adottivi, perche' abbandonato;                  
- piena disponibilita' all'accoglienza e preferenza della coppia.               
Riflessione sulle possibilita'/opportunita' di accogliere fratelli.             
Unita' formativa n. 6 - Il post adozione                                        
Obiettivi                                                                       
- Aiutare la coppia ad invididuare ed a distinguere gli elementi di             
specificita' e di non specificita' di comportamento del bambino                 
nell'ambito dell'esperienza adottiva;                                           
- aiutare la coppia a riflettere sul tema della rivelazione e della             
percezione da parte del bambino della sua famiglia naturale;                    
- aiutare la coppia a riconoscere la funzione positiva delle funzioni           
di monitoraggio e di sostegno esercitate dai Servizi ed Enti                    
autorizzati.                                                                    
Temi                                                                            
- Tappe del percorso di integrazione del bambino nei contesti non               
conosciuti. Il bambino ed il suo vissuto di identita' nei contesti              
relazionali (genitori, scuola, famiglia). Il bambino ed il suo                  
vissuto rispetto alla famiglia naturale;                                        
- difese e strategie di relazione dell'adottato e degli adulti                  
significativi. Il problema della lingua straniera. Il vissuto da                
adottato e/o di soggetto diverso somaticamente e le sue possibili               
evoluzioni. Ambiti e momenti critici;                                           
- l'evoluzione della famiglia di fronte al nuovo compito: aspetti               
emotivi ed organizzativi. Il rapporto tra fratelli;                             
- il rapporto con i servizi e gli Enti autorizzati: opportunita' e              
vincoli nella richiesta di sostegno da parte della coppia. La                   
funzione di monitoraggio di Servizi ed Enti autorizzati, quale                  
elemento di tutela del bambino e della coppia;                                  
- la conclusione del rapporto.                                                  
Metodologia                                                                     
Dal punto di vista della metodologia formativa l'organizzazione dei             
corsi dovra' avere ben presente i vantaggi delle iniziative di tipo             
intensivo (alto coinvolgimento delle coppie, forte focalizzazione sui           
temi, rapido sviluppo della conoscenza tra le coppie) e quelli                  
derivanti da una articolazione dei temi non intensiva (maggiore                 
possibilita' per le coppie di elaborare al proprio interno le                   
tematiche proposte, maggiore sostenibilita' da parte di coppie ed               
operatori dell'impegno formativo.                                               
Per quello che riguarda le coppie esclusivamente interessate                    
all'adozione nazionale, sara' necessario individuare le modalita' che           
permettano loro di usufruire, in alternativa alle unita' 4 e 5, di              
spazi di riflessione dedicati. Cio' potra' essere conseguito o con              
attivita' di sottogruppo o con la realizzazione di incontri                     
differenziati.                                                                  
Per guidare la coppia a comprendere non solo mentalmente chi sono i             
bambini di cui si parla, puo' essere fondamentale fare riferimento a            
casistiche molto concrete, ad esperienze reali, conducendo il piu'              
possibile i coniugi a calarsi nel ruolo di genitori e a mettersi in             
gioco, anche tramite metodologie che attivino la dimensione emotiva e           
la capacita' di "problem solving".                                              
raccomandato il coinvolgimento di coppie che abbiano gia' realizzato            
l'adozione internazionale e si siano rivelate in grado di comunicare            
fattivamente ad altri i punti nodali e di interesse generale delle              
loro esperienze.                                                                
Tale coinvolgimento sara' sempre tuttavia di tipo integrativo e non             
sostitutivo delle competenze dei tecnici.                                       
I conduttori sono affiancati da altri esperti ed e' prevista la                 
presenza, in qualita' di osservatori, di professionisti che                     
effettuano il loro tirocinio presso gli Enti attuatori.                         
Nella conduzione dei gruppi verranno utilizzate sia modalita' di                
relazione frontale da parte dei conduttori che l'utilizzo di simulate           
o role-playing. Le attivita' didattiche saranno supportate da                   
materiale audiovisivo e cartaceo (bibliografia, opuscoli,                       
statistiche).                                                                   
Nella fase iniziale andra' definito con i partecipanti il contratto             
formativo in modo che siano estremamente chiare le finalita' della              
iniziativa, in particolare per quanto riguarda il carattere                     
assolutamente non valutativo degli incontri e l'ampia disponibilita'            
a modulare il corso stesso tenendo conto delle necessita' formative             
espresse dai partecipanti stessi.                                               
Nella fase finale sara' elaborato da parte dei conduttori un report             
indicante i contenuti effettivamente trattati, le attivita' svolte,             
le richieste di approfondimento dei partecipanti. Tale report verra'            
consegnato alle coppie sia come informazione di ritorno e segno di              
riconoscimento per l'impegno prestato che come documentazione da                
produrre nei successivi passaggi per agevolare e meglio focalizzare             
l'attivita' degli operatori che condurranno l'indagine psicosociale,            
degli esperti del Tribunale per i minorenni e dell'Ente che verra'              
prescelto dalla coppia.                                                         
raccomandato l'utilizzo di strumenti di verifica di gradimento e di             
qualita' dei corsi, al fine di supportare un processo di                        
miglioramento continuo dei corsi stessi.                                        
(segue allegato fotografato)                                                    

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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