REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 20 settembre 2000, n. 63

Ratifica, con modificazioni, della delibera di Giunta n.1399 del 31 luglio 2000 "Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti e disposizioni procedurali e tecniche per l'avvio degli investimenti nelle aziende viticole relative all'attivazione del regime di sostegno (articoli da 11 a 15 del Reg. CE n. 1493/99 - Avviso alle aziende)"

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Vista la deliberazione progr. n. 1399 in data 31 luglio 2000, di cui            
all'oggetto, assunta dalla Giunta regionale con i poteri del                    
Consiglio a termini dell'articolo 19 - comma 2, lett. i) - dello                
Statuto;                                                                        
considerato che la Commissione consiliare "Attivita' produttive",               
giusta nota prot. n. 10143 in data 19 settembre 2000 ha apportato, in           
sede referente e preparatoria della ratifica da parte del Consiglio,            
modificazioni alla suddetta deliberazione della Giunta e ulteriori              
modifiche sono state apportate con emendamenti presentati ed accolti            
durante la discussione in Consiglio, per cui il testo della stessa,             
coordinato con i citati emendamenti, viene a risultare come in                  
appresso:                                                                       
"omissis                                                                        
richiamati:                                                                     
- il Regolamento (CE) n. 1493/99 del Consiglio, in data 17 maggio               
1999, relativo all'Organizzazione Comune del Mercato Vitivinicolo;              
- il Regolamento (CE) n. 1227/00 della Commissione, in data 31 maggio           
2000, che stabilisce modalita' di applicazione del sopracitato                  
Regolamento (CE) n. 1493/99, in particolare in ordine al potenziale             
produttivo;                                                                     
considerato:                                                                    
- che il Regolamento (CE) n. 1493/99 all'articolo 11 prevede, a                 
favore delle sole Regioni per le quali sia stato compilato,                     
l'inventario del potenziale produttivo, un regime di sostegno per la            
ristrutturazione e riconversione dei vigneti che ha come obiettivi la           
riconversione varietale, il reimpianto di vigneti obsoleti ed il                
miglioramento della tecnica di gestione degli impianti;                         
- che la Regione Emilia-Romagna, con deliberazione n. 1109 del 4                
luglio 2000, ha provveduto alla determinazione dell'inventario del              
potenziale produttivo a norma dell'articolo 16 del Regolamento (CE)             
n. 1493/99, onde consentire ai viticoltori di beneficiare dei                   
contributi comunitari dalla prima campagna di applicazione del                  
Regolamento medesimo con decorrenza 1 agosto 2000;                              
- che la superficie viticola regionale, pari a ettari 62.104, e'                
costituita per oltre il 25% (ettari 16.207) da impianti obsoleti che,           
oltre a fornire prodotti non rispondenti alle esigenze del mercato,             
comportano alti costi di gestione;                                              
- che, sulla base di Piani provinciali acquisiti agli atti dalla                
Direzione generale Agricoltura e di linee guida - elaborate anche con           
ricorso ad apporti scientifici esterni - per il rinnovamento                    
strutturale del potenziale viticolo regionale, e' stato predisposto             
il Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei                  
vigneti a norma degli articoli 11, 12, 13, 14 e 15 del Regolamento              
(CE) n. 1493/99, acquisito agli atti della Direzione generale                   
Agricoltura al n. 21880 di protocollo in data 28 luglio 2000 che si             
allega al presente atto perche' ne faccia parte integrante e                    
sostanziale;                                                                    
- che detto Piano regionale ha l'obiettivo di adeguare la produzione            
al mercato mediante il reimpianto di vigneti obsoleti, con l'impiego            
di varieta' miglioratrici, portinnesti meno vigorosi e forme di                 
allevamento meno espanse, che consentano la meccanizzazione integrale           
delle operazioni colturali e la riduzione dei costi di gestione;                
preso atto:                                                                     
- che, ai sensi dell'articolo 13 del Regolamento (CE)  n.1227/00                
relativo all'applicazione del Titolo II, Capo III del Regolamento               
(CE) n. 1493/99, il Piano regionale di ristrutturazione e                       
riconversione dei vigneti ha una validita' di cinque anni a decorrere           
dall'1 agosto 2000;                                                             
- che il sostegno comunitario per la ristrutturazione e riconversione           
dei vigneti da parte della Sezione Garanzia del FEOGA si applica con            
decorrenza 1 agosto 2000 e che, pertanto, l'eligibilita' al sostegno            
degli interventi ammissibili fra quelli previsti nel Piano regionale            
decorre da tale data;                                                           
- che, ai sensi del comma 3 dell'articolo 14 del Regolamento (CE) n.            
1493/99, le dotazioni finanziarie sono ripartite tra gli Stati membri           
in proporzione al potenziale produttivo viticolo;                               
- che a tutt'oggi i Servizi della Commissione non hanno ripartito               
agli Stati membri i finanziamenti necessari per l'avvio del regime di           
sostegno per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti;                   
verificato che nel settore viticolo regionale esiste la reale                   
necessita' da parte di numerose aziende viticole di avviare gli                 
investimenti strutturali in tempi ristretti e che la stessa Regione             
ha interesse ad avviare puntualmente le fasi di realizzazione dei               
progetti del Piano regionale al fine di garantire ai viticoltori                
dalla prima campagna viticola il completo utilizzo delle risorse                
disponibili;                                                                    
richiamata la L.R. 30 maggio 1997, n. 15 e successive modifiche, ed             
in particolare:                                                                 
- l'articolo 4, comma 2, il quale prevede che le Province e le                  
Comunita' Montane debbano attenersi alle direttive emanate dalla                
Giunta regionale per quanto attiene allo svolgimento delle funzioni             
inerenti gli interventi affidati dallo Stato e dall'Unione Europea              
alle Regioni;                                                                   
- l'articolo 16, comma 2, il quale prevede che l'effettuazione di               
acquisti da parte di potenziali beneficiari prima del formale atto di           
impegno dell'Amministrazione non preclude la concessione di                     
contributi, purche' intervenga successivamente alla presentazione               
della domanda;                                                                  
- l'articolo 16, comma 3, il quale prevede che la realizzazione di              
opere o acquisti successivamente alla presentazione della domanda non           
comporta impegno di finanziamento da parte dell'Amministrazione, ne'            
da diritto a precedenze o priorita';                                            
considerato:                                                                    
- che gli interventi previsti dal Piano regionale comportano tempi di           
realizzazione significativi e richiedono un'adeguata programmazione             
degli stessi da parte dei potenziati beneficiari;                               
- che, attualmente, i produttori non possono presentare domande di              
aiuto in applicazione del Regolamento (CE)  n.1493/99;                          
ritenuto, pertanto, opportuno non precludere agli imprenditori                  
agricoli, nelle more dell'approvazione della ripartizione dei                   
finanziamenti e dell'adozione degli strumenti attuativi di competenza           
della Regione, la possibilita' di avviare interventi potenzialmente             
ammissibili agli aiuti, fermo restando che l'ammissibilita' effettiva           
agli aiuti stessi resta subordinata alla ripartizione tra le Regioni            
e le Province Autonome dei finanziamenti previsti;                              
visto l'articolo 27 della L.R. n. 32 del 6 settembre 1993 recante               
norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto           
di accesso, il quale dispone che la promozione da parte della Regione           
di attivita' economiche e sociali di interesse regionale mediante               
concessione di aiuti finanziari e' attuata dalla Giunta regionale in            
conformita' ai principi di trasparenza, pubblicita' e imparzialita';            
ritenuto, tutto cio' premesso e considerato:                                    
- di stabilire che le Province e Comunita' Montane procedano a                  
ricevere le domande relative ad interventi potenzialmente ammissibili           
al regime di aiuti di cui agli articoli 11, 12, 13, 14 e 15 del                 
Regolamento (CE) n. 1493/99 a valere sui fondi FEOGA - Sezione                  
Garanzia, erogati ai produttori dall'Organismo pagatore riconosciuto            
dalla Commissione Europea, attualmente AIMA in liquidazione, sulla              
base di elenchi di beneficiari trasmessi dalle Regioni;                         
- di stabilire che le domande dovranno essere redatte utilizzando lo            
schema che sara' depositato presso la Direzione generale Agricoltura            
- Servizio Produzioni agro-alimentari e Relazioni di mercato, le                
Province e le Comunita' Montane;                                                
- di stabilire che le risorse rese disponibili per la Regione                   
Emilia-Romagna saranno, concesse in ordine decrescente in funzione              
delle graduatorie delle domande ammissibili a contributo pervenute da           
ciascun Ente delegato;                                                          
- di stabilire, pertanto, che dette risorse saranno utilizzate                  
prioritariamente, fino ad un massimo del 70%, a favore della                    
produzione di vini a d.o.c.g. e a d.o.c.;                                       
- di definire nel Piano regionale approvato con il presente atto                
anche le disposizioni tecniche e procedurali per l'accesso al regime            
di sostegno, ai fini di uniformare sul territorio regionale le                  
modalita' per la presentazione delle istanze e per l'ammissione delle           
stesse al contributo;                                                           
- di stabilire che le istanze di contributo dovranno essere fatte               
pervenire alle Province e Comunita' Montane competenti per                      
territorio, ai sensi della L.R. 15/97, entro il 31 luglio di ogni               
anno, fatta eccezione per la prima campagna 2000-2001 per la quale la           
data di scadenza di presentazione delle domande e' fissata al 20                
ottobre 2000;                                                                   
- di stabilire, ai fini della concessione del contributo, che                   
dovranno essere inviati alla Direzione generale Agricoltura -                   
Servizio Produzioni agro-alimentari e Relazioni di mercato - entro il           
30 novembre 2000 due separati elenchi, formalmente approvati dalle              
Province e Comunita' Montane, contenenti rispettivamente:                       
- le graduatorie delle domande istruite con parere favorevole di                
ammissibilita' al contributo secondo quanto previsto dal Piano                  
regionale approvato con il presente atto;                                       
- le domande istruite ritenute non ammissibili;                                 
ritenuto necessario pubblicizzare le disposizioni di cui al presente            
atto nonche' il piu' volte citato Piano regionale, che costituiscono            
anche avviso per la presentazione delle domande, mediante                       
pubblicazione di uno specifico avviso nel Bollettino Ufficiale della            
Regione Emilia-Romagna;                                                         
dato atto che le disposizioni procedurali e tecniche di cui al                  
presente atto hanno il solo scopo di permettere alle aziende di                 
avviare investimenti senza che cio' comporti la preclusione                     
all'accesso dei contributi alla cui concessione potra' provvedersi              
successivamente nei limiti delle risorse che saranno rese disponibili           
per la Regione Emilia-Romagna;                                                  
(omissis)                                                                       
richiamate le deliberazioni della Giunta n. 2541 in data 4 luglio               
1995 e n. 1396 in data 31 luglio 1998;                                          
(omissis)  delibera:                                                            
 1) di adottare il Piano regionale per la ristrutturazione e                    
riconversione dei vigneti, acquisito agli atti della Direzione                  
generale Agricoltura al n. 21880 di protocollo in data 28 luglio 2000           
che si allega al presente atto perche' ne faccia parte integrante e             
sostanziale, dando atto che esso contiene anche le disposizioni                 
tecniche e procedurali per l'accesso al regime di sostegno;                     
 2) di stabilire che le risorse rese disponibili per la Regione                 
Emilia-Romagna saranno concesse in ordine decrescente in funzione               
delle graduatorie delle domande ammissibili a contributo pervenute da           
ciascun Ente delegato;                                                          
 3) di stabilire, pertanto, che dette risorse saranno utilizzate                
prioritariamente, fino ad un massimo del 70%, a favore della                    
produzione di vini a d.o.c.g. e a d.o.c.;                                       
 4) di stabilire che le Province e Comunita' Montane procedano a                
ricevere le domande relative ad interventi potenzialmente ammissibili           
al regime di aiuti di cui agli articoli 11, 12, 13, 14 e 15 del                 
Regolamento (CE) n. 1493/99 a valere sui fondi FEOGA - Sezione                  
Garanzia;                                                                       
 5) di stabilire che le domande dovranno essere redatte utilizzando             
lo schema che sara' depositato presso la Direzione generale                     
Agricoltura - Servizio Produzioni agro-alimentari e Relazioni di                
mercato, le Province e le Comunita' Montane;                                    
 6) di stabilire che le domande predette dovranno essere fatte                  
pervenire alle Province e Comunita' Montane competenti per                      
territorio, ai sensi della L.R. 15/97, entro il 31 luglio di ogni               
anno, fatta eccezione per la prima campagna 2000-2001 per la quale la           
data di scadenza di presentazione delle domande e' fissata al 20                
ottobre 2000;                                                                   
 7) di stabilire, ai fini della concessione del contributo, che                 
dovranno essere inviati alla Direzione generale Agricoltura -                   
Servizio Produzioni agro-alimentari e Relazioni di mercato - entro il           
30 novembre 2000 due separati elenchi, formalmente approvati dalle              
Province e Comunita' Montane, contenenti rispettivamente: - le                  
graduatorie delle domande istruite con parere favorevole di                     
ammissibilita' al contributo secondo quanto previsto dal Piano                  
regionale approvato con il presente atto; - le domande istruite                 
ritenute non ammissibili;                                                       
 8) di dare atto che l'effettiva ammissione a contributo resta                  
subordinata all'entita' delle risorse disponibili;                              
 9) di dare atto che la realizzazione degli acquisti e delle opere              
cui si riferiscono le domande presentate e' ad esclusivo rischio                
dell'azienda interessata con sollievo della Regione, delle Province e           
delle Comunita' Montane da ogni responsabilita' ed impegno circa                
l'ottenimento di eventuali futuri contributi per le opere realizzate            
sulla base del Piano regionale approvato con il presente atto;                  
10) di dare atto che i contributi di che trattasi saranno - erogati             
ai produttori dall'Organismo pagatore riconosciuto dalla Commissione            
Europea, attualmente AIMA in liquidazione, sulla base di elenchi di             
beneficiari trasmessi dalla Regione;                                            
11) di disporre la pubblicazione integrale del presente atto nonche'            
del Piano regionale di cui al punto 1) nel Bollettino Ufficiale della           
Regione Emilia-Romagna, dando atto che tali documenti costituiscono             
anche avviso per la presentazione delle predette domande;                       
(omissis).                                                                      
REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                                          
ASSESSORATO AGRICOLTURA                                                         
AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE                                                 
DIREZIONE GENERALE AGRICOLTURA                                                  
PIANO REGIONALE PER LA RISTRUTTURAZIONE E RICONVERSIONE DEI VIGNETI             
(REG. CE 1493/99 E REG. CE 1227/00)                                             
ALLEGATO A                                                                      
Piano regionale per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti             
Premessa                                                                        
Dopo vari anni di proposte, riflessioni e modifiche, nel 1999, e'               
stata approvata la nuova Organizzazione Comune di Mercato (OCM) del             
settore vitivinicolo.                                                           
Il Reg. CEE 822 del 1987 e' stato sostituito dal Reg. CE  n.1493                
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Comunita' Europea il                  
14/7/1999.                                                                      
Questa nuova OCM ha ridato slancio e progettualita' al settore anche            
per competere al meglio con Paesi di nuova viticoltura caratterizzati           
da assenza di vincoli e di tradizioni.                                          
Il Reg. CE n. 1493/99 contiene al Titolo II, Capo III il tema della             
"Ristrutturazione e riconversione" normato dagli articoli 11 - 12 -             
13 - 14 - 15.                                                                   
La Regione Emilia-Romagna ha immediatamente colto l'importanza e                
l'opportunita' di utilizzare il regime per la ristrutturazione e la             
riconversione dei vigneti per adeguare l'offerta alla domanda di                
mercato.                                                                        
Per redigere al meglio il Piano regionale ha pensato di coinvolgere             
le Province le quali, conoscendo le esigenze e le potenzialita' del             
territorio sono in grado di predisporre Piani provinciali che                   
trasferiti a livello regionale contengono tutte le informazioni                 
necessarie per la predisposizione del Piano regionale.                          
La Regione Emilia-Romagna, prima di coinvolgere le Province, ha                 
ritenuto importante fornire loro le linee d'indirizzo per la disamina           
del settore e per la individuazione degli obiettivi del settore                 
vitivinicolo.                                                                   
A questo proposito, per definire linee d'indirizzo in grado di                  
utilizzare tutte le conoscenze disponibili a livello di tecnica ed              
economia viticola si e' fatto ricorso ad apporti scientifici esterni            
e precisamente:                                                                 
- prof. Fregoni Mario - Istituto di Frutti-Viticoltura - Universita'            
Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza                                           
- prof. Intrieri Cesare - Dipartimento Colture Arboree - Universita'            
degli Studi di Bologna                                                          
- prof. Rama Daniele - Istituto di Economia Agro-alimentare -                   
Universita' Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza                               
- prof. Sorbini Maurizio - Dipartimento di Economia ed Ingegneria               
Agraria - Universita' degli Studi di Bologna                                    
- dott. Venturi Antonio - Filiera Vitivinicola CRPV                             
- dott.ssa Fontana Marisa - Filiera Vitivinicola CRPV                           
1. Analisi tecnico-economica del settore vitivinicolo                           
Nell'Unione Europea la produzione complessiva di vino ha registrato             
nell'ultima campagna un incremento dei quantitativi che sono passati            
da 157 milioni di ettolitri del 1998, a 173,5 milioni di ettolitri              
del 1999. Le previsioni sui consumi non indicano variazioni                     
significative (poco piu' di 34 litri annui per abitante) e di                   
conseguenza il grado di autoapprovvigionamento salira' al 126%,                 
creando giacenze che potrebbero risolversi in una flessione dei                 
prezzi.                                                                         
Il quantitativo nazionale di uva da vino raccolta, secondo l'ISTAT,             
ha superato i 7,8 milioni di tonnellate (+1,3% rispetto al '98). Solo           
otto delle Regioni e Province Autonome (Lombardia, Bolzano, Friuli              
Venezia Giulia, Marche, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) hanno           
registrato un calo della produzione, mentre per le altre la vendemmia           
ha fornito risultati positivi. I dati riportati dall'ISMEA indicano             
nel periodo ottobre '98 - ottobre '99 una contrazione delle                     
quotazioni delle uve dal 5% al 30% per vini da tavola; piu' contenuto           
e' il calo per le uve atte alla produzione di vini a denominazione di           
origine.                                                                        
La produzione italiana di vino si e' aggirata intorno ai 56 milioni             
di ettolitri (a tale entita' si sommano i quantitativi di mosti allo            
stato liquido, raggiungendo i 58,1 milioni di ettolitri), circa il 2%           
in piu' rispetto al 1998. In dettaglio sono stati prodotti quasi 29             
milioni di ettolitri di vini bianchi (51,7%) e 27 milioni di                    
ettolitri di vini rossi e rosati (48,3%). Sulla base di informazioni            
dell'Assoenologi il 22% e' DOC o DOCG. Il novello interessa in Italia           
320 aziende, con una produzione di 132.641 ettolitri commercializzati           
in 17,7 milioni di bottiglie (+ 9% circa rispetto al 98) e un giro              
d'affari di 130 miliardi di lire. La produzione si concentra                    
soprattutto al nord e l'Emilia-Romagna partecipa per 1.167.320                  
bottiglie. Il giudizio sulla qualita' del prodotto ottenuto e'                  
positivo.                                                                       
I Paesi a viticoltura emergente (Cile, Australia, Sud Africa,                   
Argentina, ecc.), con i loro vigneti moderni e le tecnologie                    
enologiche all'avanguardia, stanno intaccando il primato dell'Europa,           
con la quale, peraltro, hanno spesso in comune le stesse varieta'.              
Questi Paesi hanno la possibilita' di effettuare nuovi e moderni                
investimenti, vista la pressoche' totale assenza di una legislazione            
che limiti o, quanto meno regolamenti, l'impianto del vigneto. Di               
conseguenza, a parita' di qualita' e per determinati segmenti di                
mercato, l'Europa, e l'Italia in particolare, rischia di soccombere             
sul fronte della competitivita' dei prezzi.                                     
lapalissiano che di fronte ad un'offerta di buona qualita' a prezzi             
contenuti ben poco puo' la secolare tradizione vitivinicola del                 
Vecchio Continente se non viene supportata da innovazione tecnica e             
qualita' superiore della materia prima.                                         
1.1 I punti di forza e di debolezza della vitivinicoltura italiana              
In questo nuovo contesto competitivo il nostro Paese ha taluni atout            
da giocare ma anche diversi handicap da superare.                               
Tra i punti di forza si possono annoverare:                                     
- una buona base varietale rispetto ad altri Paesi di grande                    
tradizione vinicola, in primis la Francia, l'Italia ha conservato, e            
in qualche caso valorizzato, un buon patrimonio di vitigni autoctoni            
che possono consentire in futuro una buona capacita' di "innovazione            
nella tradizione";                                                              
- un'eccellente base qualitativa, specie nella fascia di mercato                
medio-alta. Se nel segmento dei vini di altissima qualita' i nostri             
vini in genere non sono considerati (a ragione o a torto) all'altezza           
dei migliori concorrenti, in quello medio e medio-alto (che e'                  
probabilmente quello piu' promettente dal punto di vista commerciale)           
a molte nostre produzioni si riconosce un ottimo piazzamento;                   
- una notevole ampiezza di assortimento e le sue condizioni                     
pedo-climatiche consentono alla vitivinicoltura italiana di coprire             
praticamente tutte le tipologie vinicole, offrendo una gamma                    
ampiamente diversificata in grado di rispondere a qualsiasi esigenza            
di consumo;                                                                     
- una solida base di mercato all'interno e l'andamento dei consumi              
interni, anche se fortemente ridimensionati, costituiscono tuttora il           
principale volano della vitivinicoltura italiana, che le consente di            
affrontare anche mercati nuovi con una certa sicurezza. Inoltre anche           
sul mercato interno si possono trovare nuove opportunita', sia nei              
vini di qualita' (specie nei rossi), che in quelli ad alto contenuto            
di servizio (dove invece ancora prevalgono i bianchi), testimoniate             
dall'interesse che la grande distribuzione mostra per questi                    
prodotti.                                                                       
Tra i punti di debolezza vanno tuttavia ricordati:                              
- una fortissima frammentazione sia della produzione che,                       
soprattutto, della trasformazione e commercializzazione, rende talora           
difficile l'adeguamento alla domanda ed un'incisiva azione di                   
mercato;                                                                        
- una diffusa ignoranza delle condizioni del mercato e della loro               
evoluzione, specie con riferimento al mercato estero, quindi la                 
tendenza a rimanere ancorati all'esistente;                                     
- un generale stato di invecchiamento dei nostri vigneti e la                   
presenza ancora forte di forme di allevamento legate ad un mercato e            
a condizioni strutturali del passato, che si traducono in svantaggi             
assoluti in termini di costi;                                                   
- la perdurante presenza, accanto a produzioni di buono o ottimo                
livello qualitativo, di una parte ancora importante di vini                     
"mediocri", senza una precisa identita' e senza vantaggi competitivi            
sul mercato.                                                                    
In campo legislativo la nuova OCM del vino, varata a marzo 1999,                
entra in vigore l'1 agosto 2000. Le ripercussioni dell'adozione della           
nuova OCM incidono sulle scelte imprenditoriali come: la concessione            
all'Italia di 12.933 ettari per il diritto di impianto; il perdurare            
della possibilita' di zuccheraggio; il blocco degli impianti fino al            
2010; la soppressione della distillazione obbligatoria e la                     
definizione di un tetto per quella preventiva (per l'Italia nella               
campagna 1999-2000 e' fissata in 4.000 ettolitri), che hanno gia'               
provocato un eccesso di scorte; la creazione del catasto viticolo e             
il regime di sostegno per la realizzazione dei piani regionali per la           
ristrutturazione e riconversione dei vigneti.                                   
Negli ultimi quindici anni l'Emilia-Romagna ha registrato una                   
diminuzione della superficie vitata di circa il 27%, che e' passata             
dagli 85.000 ettari dei 1983 agli attuali 62.000.                               
Nello stesso periodo, all'interno della filiera vitivinicola                    
regionale, il segmento della trasformazione e della                             
commercializzazione ha conquistato un'effettiva preminenza, nella               
distribuzione del vino da tavola, per innovazione di prodotto e per             
dimensione di impresa. In particolare il sistema delle cantine                  
sociali con idonei investimenti e incisive ristrutturazioni ha                  
aumentato la capacita' di trasformazione e la presenza nella moderna            
distribuzione con prodotti ormai caratterizzati e con buone                     
remunerazioni per i soci.                                                       
Al contrario, la struttura socio economica della base viticola,                 
caratterizzata dall'eta' media elevata dei viticoltori e dalla                  
frammentazione dei vigneti in aziende non specializzate, ha subito un           
progressivo impoverimento della capacita' di rinnovamento.                      
Se si confermeranno le attuali tendenze, nell'immediato futuro il               
rinnovo dei vigneti finira' per non essere sufficiente a garantire in           
quantita' e qualita' la materia prima necessaria e sufficiente per le           
capacita' produttive del segmento della trasformazione regionale. Per           
mantenere su basi equilibrate il rapporto fra produzione viticola e             
trasformazione, si ritiene che sia necessario stabilizzare la base              
viticola su una superficie non superiore agli attuali 62.000 ettari.            
L'obsolescenza tecnica ed economica di gran parte dei vigneti                   
emiliano-romagnoli, come del resto di buona parte dei vigneti                   
italiani, impone una rigorosa ristrutturazione per ottenere materia             
prima di buona qualita' e a prezzi competitivi per la trasformazione,           
ma al tempo stesso remunerativi per i viticoltori. La riconversione             
di tutto il patrimonio viticolo regionale puo' essere l'occasione per           
presentare al "villaggio globale" del consumo interno e                         
internazionale sia la tradizione regionale da potenziare, sia le                
capacita' innovative di tutta la filiera regionale, affinche' insieme           
possano mantenere i consueti livelli di competitivita' elevati.                 
Nell'ultimo anno a livello regionale l'entita' delle superfici                  
investite a vite per uva da vino ha registrato un lieve incremento              
rispetto al 1998 (tab. 1).                                                      
(segue allegato fotografato)    I quantitativi di vino ottenuti si              
sono attestati su valori inferiori a 7,2 milioni di ettolitri, con un           
aumento del 10,3% rispetto al 1998. Per le tipologie considerate il             
calo dei prezzi rispetto al 1998 e' stato mediamente del 3% per i               
vini grezzi, mentre per quelli DOC si passa da -3,3% del Lambrusco              
Grasparossa di Castelvetro, a -20,7% per il Lambrusco di Santa Croce.           
2. Piano di ristrutturazione e riconversione dei vigneti                        
2.1 Obiettivi del Piano                                                         
Alla luce delle problematiche che sta attraversando la filiera                  
vitivinicola dell'Emilia-Romagna, delle sue potenzialita' e del                 
contesto internazionale con cui inevitabilmente ci si deve                      
confrontare, gli obiettivi principali da perseguire con la                      
ristrutturazione e riconversione dei vigneti sono:                              
- adeguamento dell'offerta alla domanda del mercato, evitando un                
aumento del potenziale produttivo ed ottemperando ai principi                   
ispiratori del Regolamento CE n. 1493/99;                                       
- crescita qualitativa della produzione, con particolare riferimento            
alla materia prima (base ampelografica, corretta scelta varietale in            
funzione delle caratteristiche ambientali, tecniche colturali, ecc.);           
- mantenimento e, ove possibile, rafforzamento dell'identita' delle             
produzioni nei diversi bacini produttivi;                                       
- aumentare la percentuale di produzione a DOC regionale dal 15% al             
25 - 30%;                                                                       
- riduzione dei costi di produzione, soprattutto mediante un piu'               
ampio ricorso alla meccanizzazione;                                             
- idonee sistemazioni dei terreni (anche di piu' aziende limitrofe);            
- interventi di lotta ai vettori di patogeni della vite e reimpianto            
di vigneti colpiti da eventuali malattie (flavescenza dorata, mal               
dell'esca, ecc.);                                                               
- produzione ottenuta salvaguardando l'ambiente.A questi punti se ne            
potrebbero aggiungere ulteriori:                                                
- garanzia della produzione con metodi certificabili tipo norme UNI             
ISO;                                                                            
- rivisitazione dell'apparato di assistenza tecnica per seguire il              
vino dall'impianto del vigneto fino alla bottiglia.                             
Gli ultimi obiettivi, pur non rientrando nel Piano, si ritiene                  
importante che siano menzionati in quanto elementi necessari per la             
riqualificazione della vitivinicoltura regionale.                               
Tutti gli obiettivi sono validi per tutti e tre i bacini vitivinicoli           
identificati (l'area dei Lambruschi, quella del Trebbiano e quella              
collinare), anche se con diversi accenti: cosi', nelle aree di                  
collina esistono gia' le basi materiali per una differenziazione dei            
prodotti e lo sforzo, oltre che verso una migliore valorizzazione               
commerciale di queste potenzialita', deve essere orientato                      
soprattutto all'aumento della redditivita'; nelle aree di pianura,              
fermo restando il bisogno di competere sui costi, e' importante anche           
trovare motivi di identificazione che pongano al riparo questi                  
sistemi vitivinicoli dalla concorrenza di aree comunque avvantaggiate           
sul piano dei costi di produzione.                                              
2.2 Orientamento degli interventi                                               
Per la realizzazione di un corretto piano di ristrutturazione e                 
riconversione dei vigneti, e' opportuno fare un'attenta valutazione             
delle risorse disponibili in termini, soprattutto, di vocazione                 
ambientale e di patrimonio varietale.                                           
In linea generale, sulla base di studi condotti da ricercatori delle            
Universita' di Bologna e Piacenza (Fregoni, 1981, 1987; Boselli et              
al., 1990; Intrieri et al., 1987, 1988), in collaborazione con                  
l'ESAVE (ora CRPV, filiera vitivinicola) e dei dati strutturali                 
relativi alla vitivinicoltura emiliano-romagnola, e' possibile                  
arrivare alla definizione di tre macrozone all'interno delle quali              
circoscrivere aree omogenee ed uniformi dal punto di vista                      
tecnico-economico, che potrebbero essere oggetto del Piano regionale            
di ristrutturazione e riconversione dei vigneti.                                
(segue allegato fotografato)Sulla base dei principi ispiratori dei              
Reg. (CE) n. 1493/99 (Titolo II, Capo III, artt. 11, 12, 13, 14 e 15)           
il Piano di ristrutturazione dovra' prevedere azioni volte ad                   
incentivare il reimpianto dei vigneti e la riconversione varietale,             
nonche' il miglioramento delle tecniche di gestione degli stessi.               
Inoltre deve rappresentare una svolta, indirizzando la viticoltura              
verso traguardi qualitativi capaci di sostenere la concorrenza                  
mondiale futura.                                                                
2.2.1 Riconversione varietale, solo mediante sovrinnesto                        
Solo nel caso di vigneti giovani e ben strutturati, in linea con gli            
indirizzi tecnici previsti nel piano, ma che contemplano varieta' non           
idonee ad ottenere un tipo di prodotto richiesto dal mercato, si puo'           
intervenire con la pratica del sovrainnesto.                                    
comunque opportuno rivedere gli elenchi delle varieta' autorizzate e            
raccomandate nelle varie province e valutare la possibilita' di nuove           
introduzioni di vitigni, con particolare riferimento alle vecchie               
varieta' locali con caratteristiche qualitative pregevoli, ma                   
soppiantate in passato da quelle piu' consone al modello                        
produttivistico degli anni '60-'70.                                             
Per la collina si rileva la necessita' di stimolare la nascita di               
vigneti piu' moderni, mantenendo alcune cultivar fondamentali, quali            
ad esempio il Sangiovese (nell'area orientale), alle quali affiancare           
(peraltro entro limiti non eccessivi) vitigni internazionali o altri            
vitigni italiani di pregio (Montepulciano).                                     
2.2.2 Diversa collocazione/reimpianto di vigneti                                
Non si puo' prescindere dalla diversa attitudine alla coltivazione              
della vite nei terreni agricoli regionali: questo significa                     
sicuramente dare la priorita' alla produzione di vini di qualita' con           
rese basse, specie in collina, ma significa anche non escludere a               
priori prodotti a DOC e IGT a rese piu' alte che in pianura                     
potrebbero consentire di ottenere prodotti di qualita'. Lo strumento            
della zonazione potra' sicuramente essere di aiuto nella                        
individuazione dei terroir piu' vocati.                                         
Occorre promuovere la realizzazione di nuovi vigneti secondo criteri            
di massima razionalita', sia sotto il profilo fisiologico, che                  
gestionale, opportunamente commisurati alle diverse situazioni                  
ambientali (sesti d'impianto, forme di allevamento possibilmente a              
cordone permanente, ecc.), impiegando materiale vegetale certificato,           
portinnesti a vigoria contenuta e varieta' opportune. In questo senso           
il vivaismo viticolo regionale dovra' giocare un ruolo importante               
nella preparazione e produzione di materiale clonale dotato di                  
elevate caratteristiche genetiche e sanitarie.                                  
Per quanto riguarda le strutture portanti, esse dovranno essere in              
grado di sostenere diversi livelli di meccanizzazione fino alla                 
meccanizzazione integrale, piu' agevolmente realizzabile nelle aree             
di pianura e in quelle di collina meno accidentate.                             
La tipologia impiantistica e la geometria dei sistemi di allevamento,           
quindi, dovranno rispondere in termini generali a tutto cio' che oggi           
e' noto per consentire la migliore utilizzazione dell'energia                   
radiante e creare pareti vegetative non compatte e "permeabili" alla            
penetrazione della luce e alla circolazione dell'aria.                          
Fatti salvi i punti precedenti, essenziali per la stesura del Piano,            
si ritiene di segnalare anche il seguente, da far valere come                   
priorita' rispetto a vigneti in cui non siano indicate le tecniche di           
gestione.                                                                       
2.2.3 Miglioramenti delle tecniche di gestione dei vigneti attinenti            
all'obiettivo del regime                                                        
Per mantenere le piante in equilibrio occorre, dopo una corretta fase           
di allevamento, intervenire con una opportuna potatura al bruno, onde           
evitare eccessi di produzione o di vegetazione, cui dovrebbero far              
seguito interventi correttivi nel corso della stagione vegetativa se            
si vuole conseguire una produzione di buona qualita' (corretti                  
carichi di gemme).                                                              
opportuno privilegiare forme di allevamento a cordone permanente e              
potature corte. Quasi tutti i vitigni (anche quelli ad elevata                  
fertilita' basale) presentano una produttivita' inferiore sulle prime           
gemme rispetto a quelle di ordine successivo: di per se', quindi, la            
potatura corta riduce la produzione e aumenta la qualita' dell'uva,             
soprattutto in rapporto ad una maturazione piu' uniforme, determinata           
a sua volta da uno sviluppo piu' uniforme dei germogli uviferi.                 
Le tecniche di gestione del vigneto devono ispirarsi ai principi                
della produzione integrata nel pieno rispetto dell'equilibrio                   
fisiologico del vigneto, ma anche dell'ambiente e della salute del              
consumatore.                                                                    
La concimazione deve tener conto dei livelli di asportazione della              
coltura e della dotazione del terreno in elementi della fertilita',             
nonche' del tipo di gestione del suolo (evitare carenze di azoto                
ammidico nelle uve per avere fermentazioni corrette e vini senza                
odori anomali).                                                                 
auspicabile il ricorso all'inerbimento del suolo, come tecnica di               
ripristino e riequilibrio ambientale e di fattore di regolazione                
della vigoria delle piante in particolari condizioni (pianure                   
fertili, varieta' ad elevata vigoria intrinseca).                               
Indubbiamente piante in equilibrio presentano anche chiome non                  
eccessivamente dense e quindi con un microclima interno sfavorevole             
allo sviluppo delle crittogame. In questo modo possono essere                   
privilegiate strategie di difesa integrata o biologica.                         
L'irrigazione, intesa esclusivamente in termini fisiologici di                  
soccorso e non come tecnica di forzatura, e' comunque esclusa dal               
calcolo del finanziamento da concedere.                                         
2.3 Potenzialita' di sviluppo                                                   
Partendo dal presupposto che nelle aree di pianura non e' possibile             
ottenere prodotti con le stesse caratteristiche di quelli di collina,           
resta comunque il fatto che il mercato richiede ancora e continuera'            
a richiedere i vini "tipici" della pianura emiliano-romagnola (es.              
Lambruschi, per l'areale modenese e reggiano, e Trebbiano, per l'area           
romagnola).                                                                     
Sostanzialmente sul fronte della trasformazione le aziende medie e              
grandi, dalle private alle cooperative, sono piuttosto vitali, hanno            
investito e stanno investendo molto per migliorare le tecnologie e              
l'igiene in cantina, soprattutto alla luce del fatto che "oggi si               
beve meno, ma si beve meglio". La richiesta qualitativa interessa               
tutti i segmenti e non solo quelli medio-alti del vino di pregio in             
bottiglia; infatti stanno aumentando i consumi di vino da tavola in             
formati moderni, come il "tetrapak" o il "bag in box", a discapito              
della fascia media del bottiglione da due litri, mentre si sta per              
esaurire la vendita di vino sfuso presso le cantine. Spesso le                  
strutture di trasformazione sono costrette a reperire materia prima             
anche al di fuori del "bacino" di pertinenza per soddisfare le                  
richieste di vino da tavola. In futuro i consumi non dovrebbero                 
andare incontro ad incrementi sostanziali ed il mercato potra'                  
accettare soltanto aumenti contenuti del prezzo del vino nei segmenti           
bassi; pertanto i produttori locali dovranno propendere verso il                
contenimento dei costi di produzione piuttosto che aspettarsi                   
retribuzioni molto superiori alle attuali.                                      
L'area di pianura dei Lambruschi sta vivendo un buon momento, dovuto            
non solo alle richieste di "rossissimo", ma anche grazie al                     
contributo delle DOC. Il Lambrusco puo' contare molto                           
sull'originalita' del prodotto, ma l'area modenese e reggiana e' di             
fatto una zona monovarietale con i limiti che questo puo' comportare.           
In effetti, anche se la regione Emilia-Romagna mostra                           
complessivamente una composizione abbastanza bilanciata tra vini                
bianchi e rossi, sono chiaramente identificabili due grosse aree                
caratterizzate dal monovitigno, la zona dei Lambruschi (vini rossi) e           
la pianura romagnola (vini bianchi).                                            
La vitivinicoltura regionale produce in buona misura per                        
l'esportazione, se si considera che circa il 40% del vino viene                 
esportato all'estero. Nel 1998 l'Emilia-Romagna, nonostante abbia               
accusato una leggera flessione rispetto al 97, ha rafforzato la sua             
posizione in Cina ed ha incrementato le vendite in Giappone. Sul                
mercato europeo, invece, si e' registrato un calo delle vendite in              
Francia e Germania, parzialmente compensato dalle esportazioni verso            
Spagna e Portogallo.Vediamo ora, sulla base delle valutazioni fatte a           
livello provinciale, quali prospettive si intravedono per il settore            
vitivinicolo.                                                                   
Piacenza. Negli ultimi anni l'offerta di vini a DOC "Colli                      
Piacentini", in particolare rossi, e' stata sempre inferiore alle               
richieste, con conseguente rialzo dei prezzi. Per i vini di                     
quest'area e' stato fatto un discreto lavoro di promozione che ha               
consentito la loro affermazione nelle regioni limitrofe                         
dell'Emilia-Romagna, con particolare riferimento alla Lombardia.                
Negli ultimi quattro anni Gutturnio, Bonarda e Ortrugo hanno mostrato           
un trend crescente ed anche il vino ottenuto con la Malvasia,                   
nonostante le difficolta' di collocazione sul mercato incontrate dai            
vini bianchi, rappresenta un elemento importante della PLV                      
vitivinicola anche se va ripensato per il mercato.                              
Parma. Questa provincia presenta una collina molto vocata, ma con una           
viticoltura molto frammentata e datata. Da qui l'esigenza di un                 
rinnovamento in campagna che adegui la realta' di campo ai                      
miglioramenti effettuati nelle strutture di trasformazione nel                  
rispetto delle norme sanitarie imposte dalla Comunita' Europea. La              
trasformazione avviene per lo piu' in strutture legate alle aziende             
agricole, pertanto e' piuttosto frammentata. Parma presenta alcune              
produzioni enologiche interessanti (Colli di Parma, Fortana del                 
Taro), per le quali la richiesta e' talora superiore all'offerta, che           
cerca di valorizzare in abbinamento con il territorio e la                      
gastronomia locale. D'altra parte esiste una quota importante di vini           
senza una precisa identita', poco riconoscibili per il consumatore e            
di media qualita' su cui e' importante lavorare nei prossimi anni.              
Reggio Emilia e Modena. E' questa l'area dei Lambruschi DOC, che sul            
mercato nazionale sono ai primi posti nella graduatoria delle vendite           
e le principali aree di consumo sono l'Emilia, seguita da Lombardia,            
Toscana, Liguria e Lazio. Si calcola, poi, che circa il 40% della               
produzione complessiva di Lambrusco delle due province sia destinato            
all'esportazione, con una certa predilezione per i vini IGT, che                
hanno un buon rapporto qualita'/prezzo. I principali mercati esteri             
sono il Regno Unito, la Germania, la Francia, gli USA ed anche                  
Giappone, Est Europeo e Australia. Un mercato, quindi, attualmente              
fiorente, quello del Lambrusco, accompagnato da una interessante                
produzione di "rossissimo", mosti e mosti concentrati, derivati                 
soprattutto dal vitigno Ancellotta (nel Reggiano), che vengono                  
utilizzati al di fuori dell'areale modenese e reggiano per conferire            
colore ai vini rossi.                                                           
Bologna. Tutto il vino della provincia sembra trovare un mercato                
favorevole: le produzioni di collina raggiungono prezzi unitari                 
soddisfacenti in un mercato che non e' solo quello locale; le                   
produzioni non qualificate hanno comunque un processo di                        
valorizzazione costante come vino da tavola. Si tratta nel complesso            
di un mercato dinamico e attivo che presenta anche ragionevoli                  
prospettive di mantenimento e di sviluppo dei prezzi attuali. Negli             
ultimi tempi si registra una propensione alla valorizzazione del                
prodotto finito attraverso la vendita diretta, magari di vino                   
imbottigliato, piuttosto che in cisterna o in damigiana. Il prodotto            
di qualita' in bottiglia si sta diffondendo in misura crescente,                
oltre che a livello nazionale, anche nei canali dell'esportazione               
(USA, Giappone, Germania). Il prodotto di massa, ottenuto soprattutto           
nelle aree di pianura, trova collocazione in larga misura nelle forme           
di trasformazione associate (cantine sociali e consorzi di II grado).           
Ravenna. La provincia di Ravenna e' stata colpita dal calo della                
richiesta di vini bianchi e leggeri degli ultimi due anni, inoltre ha           
risentito della concorrenza di altre aree in grado di produrre                  
qualita' a prezzi piu' convenienti. Negli ultimi tempi, grazie anche            
al successo dei nuovi tipi di packaging del vino da tavola si e'                
riequilibrato il rapporto tra vendite allo stato sfuso e vendite in             
confezione. Mentre si avverte sempre di piu' la carenza di vini rossi           
in pianura e soprattutto di vini rossi da invecchiamento o comunque             
di fascia medio-alta e alta; essi infatti, in particolare il                    
Sangiovese, incontrano un favorevole trend di mercato, con                      
significativi riconoscimenti alla qualita'. Anche se attualmente i              
vini bianchi prodotti in questa provincia trovano una loro                      
collocazione (come commodities) si sentira' sempre di piu' per il               
futuro il problema dei costi di produzione. Si intravede, peraltro,             
un buona prospettiva nella valorizzazione di alcuni prodotti legati             
al territorio e nella individuazione di varieta' miglioratrici e piu'           
consone alle richieste del mercato. Una nicchia in crescita appare              
anche quella del vino biologico.                                                
Forli'-Cesena. A livello di piccole imprese e' maggiormente sentita             
l'esigenza del rinnovo varietale, mentre le cooperative e le aziende            
commerciali sono piu' fedeli ai prodotti tradizionali. Al momento il            
Sangiovese sta riscuotendo un buon successo sia a livello nazionale             
sia internazionale, mentre i bianchi sono su posizioni stabili anche            
se Chardonnay e Pinot bianco hanno talora sostituito Albana e                   
Trebbiano di Romagna. I principali mercati del vino forlivese sono              
quelli del Centro-Nord Europa e delle Americhe, anche se alcuni                 
piccoli produttori hanno rapporti con Australia e Asia.                         
Rimini. Negli ultimi anni si e' assistito ad un costante aumento del            
prezzo dei vini DOC del comprensorio riminese, fatto legato                     
sicuramente ad un miglioramento della qualita' del prodotto, ma anche           
al felice connubio tra attivita' turistica e risorse del territorio.            
Le richieste del mercato, sia nazionale sia internazionale, non                 
possono essere soddisfatte dall'offerta attuale, ed e' per questo che           
e' gia' stata avviata una fase di ammodernamento degli impianti e si            
cerca di ampliare, per quanto possibile, la superficie a vigneto                
provinciale. Importante anche il lavoro di promozione e                         
valorizzazione dei vini attualmente in atto.                                    
Ferrara. La viticoltura ferrarese e' andata incontro a forti                    
ridimensionamenti nell'ultimo decennio. Essa si caratterizza per                
produzioni spesso vendute sfuse localmente, anche se nella zona DOC             
Bosco Eliceo si ottengono buone produzioni imbottigliate, che                   
mostrano un rinnovato interesse ma sono bisognose di una maggiore               
valorizzazione. Le aree vitate piu' lontane dalla zona litoranea                
sabbiosa gravitano nell'orbita di grossi complessi cooperativi spesso           
situati fuori provincia, mentre nella zona DOC si trovano diversi               
piccoli produttori, che cercano di guadagnare ulteriori margini di              
miglioramento pur nella difficolta' di dover affrontare costi molto             
elevati per l'ammodernamento delle tecnologie di trasformazione.                
2.4 Linee guida                                                                 
Di seguito, per ciascuna delle tre macroaree vitivinicole individuate           
nella regione, vengono riportate le indicazioni tecnico-agronomiche             
per la realizzazione di vigneti moderni, competitivi ed orientati al            
miglioramento qualitativo delle produzioni vinicole regionali. Le               
Province, previo parere della Regione, possono adattare alle                    
specificita' locali i parametri regionali indicati nei piani di                 
ristrutturazione e riconversione dei vigneti per i sistemi di                   
allevamento, quale percorso di adeguamento delle strutture esistenti.           
Pianura emiliana                                                                
Quest'area comprende principalmente le fertili pianure del modenese e           
reggiano, che fino ad oggi si sono caratterizzate per vigneti a bassa           
densita' di piantagione, forme di allevamento espanse ed elevate                
produzioni ad ettaro.                                                           
I nuovi vigneti da realizzare in quest'area dovrebbero osservare le             
seguenti indicazioni:                                                           
- collocazione dei vigneti nei terreni piu' vocati;                             
- portinnesti preferibilmente a vigoria contenuta: 420 A, 161-49,               
157-11, S.O. 4, Kober 5 BB, Paulsen ed anche 3309, 101-14 e                     
Swarzmann, da scegliere tutti, ma specialmente questi ultimi, anche             
in rapporto alle caratteristiche del terreno, con particolare                   
riferimento a calcare attivo, pH e IPC;                                         
- scelta di vitigni "miglioratori", possibilmente a maturazione                 
precoce o medio-precoce:                                                        
(segue allegato fotografato)
¹BO = sesti d'impianto:                            
- vigneti a controspalliera e Cordone libero: 2,5 - 3,5 metri tra le            
file e 1,0 - 1,6 metri sulla fila;                                              
- vigneti a doppia cortina: 3,8 - 4,2 metri tra le file e 0,75 - 1,50           
metri sulla fila, a seconda del livello di fertilita' del suolo e del           
portinnesto adottato;                                                           
- forme di allevamento: GDC, Casarsa, Cordone libero (per le varieta'           
a portamento assurgente);                                                       
- palificazione: pali (escluso cemento vibrato) di altezza massima              
fuori terra di 2,20- 2,30 metri e altezza minima della parete                   
vegetativa di 1,20 - 1,30 metri. Uso di fili ed accessori compatibili           
con le esigenze della meccanizzazione.                                          
Pianura romagnola e litoranea                                                   
I nuovi vigneti da realizzare in quest'area dovrebbero osservare le             
seguenti indicazioni:                                                           
- collocazione dei vigneti nei terreni piu' vocati;                             
- portinnesti preferibilmente a vigoria contenuta: 420 A, 161-49,               
157-11, 110 Richter, S.O. 4, Kober 5 BB, Paulsen ed anche 3309,                 
101-14 e Swarzmann, da scegliere tutti, ma specialmente questi                  
ultimi, anche in rapporto alle caratteristiche del terreno, con                 
particolare riferimento a calcare attivo, pH e IPC;                             
- scelta di vitigni "miglioratori", possibilmente a maturazione                 
precoce o medio-precoce:                                                        
(segue allegato fotografato)                                                    
- sesti d'impianto:                                                             
- vigneti a controspalliera e Cordone libero: 2,5 - 3,5 metri tra le            
file e 1,0 - 1,5 metri sulla fila;                                              
- vigneti a doppia cortina: 3,8 - 4,2 metri tra le file e 0,50 - 1,00           
metri sulla fila, a seconda del livello di fertilita' del suolo e del           
portinnesto adottato;                                                           
- forme di allevamento: GDC, Casarsa, Cordone libero (per le varieta'           
a portamento assurgente);                                                       
- palificazione: pali (escluso cemento vibrato) con altezza massima             
fuori terra di 2,20 - 2,30 metri e altezza minima della parete                  
vegetativa di 1,20 - 1,30 metri. Uso di fili ed accessori compatibili           
con le esigenze della meccanizzazione.                                          
Collina                                                                         
I nuovi vigneti da realizzare in quest'area dovrebbero osservare le             
seguenti indicazioni:                                                           
- portinnesti preferibilmente a vigoria contenuta, resistenti alla              
siccita' e al calcare: 420 A, 161-49, 157-11, 110 Richter, S.O.4, 140           
Ruggeri, 1103 Paulsen, 41 B (solo nel caso di terreni particolarmente           
ricchi di calcare), Kober 5 BB (solo per ristoppio), ed anche 3309,             
101-14 e Swarzmann, da scegliere tutti, ma specialmente questi                  
ultimi, anche in rapporto alle caratteristiche del terreno, con                 
particolare riferimento a calcare attivo, pH e IPC. Solo in casi                
particolari possono essere ammessi 775 Paulsen e 779 Paulsen;                   
- scelta di vitigni "miglioratori", possibilmente a maturazione                 
precoce o medio-precoce:                                                        
(segue allegato fotografato)                                                    
- sesti d'impianto:                                                             
- vigneti a controspalliera e Cordone libero: non meno di 2 metri tra           
le file e 0,80 - 1,2 metri sulla fila;                                          
- vigneti a doppia cortina: 3,8-4 metri tra le file e 0,50 - 0,75               
metri sulla fila;                                                               
- forme di allevamento: Cordone speronato, Cordone libero (per le               
varieta' a portamento assurgente), Guyot e GDC (preferibilmente nei             
fondovalle);                                                                    
- palificazione: pali (escluso cemento vibrato) con altezza massima             
fuori terra di 2,00 - 2,10 metri e altezza minima della parete                  
vegetativa di 1,20 - 1,30 metri. Uso di fili ed accessori compatibili           
con le esigenze della meccanizzazione.                                          
2.5 Indicazioni generali                                                        
Nella predisposizione del Piano di ristrutturazione e riconversione             
dei vigneti la Regione considera prioritarie alcune situazioni e                
determinate soluzioni attuative:                                                
- si intende prioritariamente favorire i Piani di ristrutturazione e            
riconversione nelle aree collinari;                                             
- si intende privilegiare azioni di accorpamento all'interno di una             
azienda o di un areale circoscritto a comprovata attitudine alla                
coltivazione della vite;                                                        
- si intende privilegiare interventi di ristrutturazione collegati ad           
azioni promozionali e di valorizzazione del territorio;                         
- si intende favorire i progetti che prevedono la realizzazione di              
vigneti a piu' elevata densita' di ceppi sulla fila;                            
- il piano regionale intende far emergere per il futuro produzioni              
particolari (Super Emilians e Super Romagnans) ottenute con varieta'            
autoctone o tradizionali di qualita' e varieta' miglioratrici                   
nazionali o internazionali;                                                     
- si intende privilegiare progetti che prevedano la realizzazione di            
vigneti meccanizzabili integralmente o in parte, compatibilmente con            
le condizioni di giacitura del suolo e della tipologia di prodotto              
che si intende ottenere.                                                        
(segue allegato fotografato)
¹TC = 3. Regime di sostegno finanziario            
Ai fini dell'applicazione del piano per "Collina" si intende il                 
territorio ubicato a sud della Via Emilia.                                      
Il regime di sostegno previsto agli articoli 11, 12, 13, 14 e 15 del            
Regolamento (CE) n. 1493/99 ha l'obiettivo di adeguare l'offerta in             
termini di qualita' e quantita' alla domanda di mercato, mediante il            
finanziamento di piani per la ristrutturazione e riconversione dei              
vigneti destinati alla produzione di vini di qualita' prodotti in               
regioni determinate (v.q.p.r.d.) e di vini da tavola a indicazione              
geografica tipica (i.g.t.), iscritti o da iscrivere negli albi ed               
elenchi provinciali dei vigneti.                                                
Le risorse finanziarie saranno utilizzate prioritariamente, fino a un           
massimo del 70%, a favore della produzione di vini a d.o.c.g. e a               
d.o.c.                                                                          
La superficie minima d'intervento ammessa al contributo e' ettari               
0,3.                                                                            
Le domande possono essere presentate da imprenditori sia in forma               
collettiva che singola. Per le domande presentate in forma                      
collettiva, la superficie complessiva del progetto ammesso a                    
contributo non puo' essere inferiore ad ettari 30. Nell'ambito del              
progetto la superficie media d'intervento non puo' essere inferiore             
ad ettari 0,5. In ogni caso sia per i progetti presentati in forma              
singola che collettiva la superficie minima risultante a seguito                
della ristrutturazione e riconversione dovra' essere costituita da              
appezzamenti con dimensioni non inferiori a quella minima ammessa al            
contributo.                                                                     
3.1 Interventi ammessi al regime di sostegno                                    
Sono ammessi al contributo gli interventi di ristrutturazione e                 
riconversione dei vigneti che prevedano la realizzazione di una o               
piu' delle misure:                                                              
a) reimpianto di vigneti obsoleti con sistemi idonei alla                       
meccanizzazione integrale delle operazioni colturali. I reimpianti              
sono eseguiti con l'impiego di varieta', sesti d'impianto e forme               
d'allevamento previsti nel piano, che siano in grado di migliorare la           
qualita' dei prodotti e che consentano la meccanizzazione integrale             
delle operazioni colturali, compresa la raccolta;                               
b) reimpianto di vigneti obsoleti con sistemi non idonei alla                   
meccanizzazione integrale delle operazioni colturali. I reimpianti              
sono eseguiti con l'impiego di varieta', sesti d'impianto e forme di            
allevamento previste nel piano, che siano in grado di migliorare la             
qualita' dei prodotti. Non sono ammessi al contributo gli interventi            
realizzati in pianura;                                                          
c) riconversione varietale dei vigneti mediante sovrainnesto. I                 
reinnesti sono eseguiti con varieta' previste nel piano piu'                    
rispondenti alle esigenze del mercato. In tal caso il vigneto deve              
presentare caratteristiche strutturali analoghe a quelle previste nel           
Piano di ristrutturazione e riconversione;                                      
d) adeguamento dei vigneti con forme e sistemi di allevamento idonei            
alla meccanizzazione integrale delle operazioni colturali.                      
Il regime di sostegno non si applica al rinnovo normale dei vigneti             
giunti al termine del ciclo naturale di vita. Il piano e' valido per            
cinque anni ed e' attuato per stralci annuali sulla base di dotazioni           
finanziarie che saranno assegnate dalla Unione Europea agli Stati               
membri e da questi alle Regioni.                                                
3.2 Dimensioni del Piano                                                        
Sulla base delle previsioni effettuate nei piani provinciali,                   
acquisiti agli atti, la superficie viticola interessata alla                    
ristrutturazione e riconversione nei prossimi cinque anni ammonta a             
circa 16.000 ettari cosi' ripartita:                                            
collina  ettari 8.685                                                           
pianura emiliana  ettari 3.615                                                  
pianura romagnola e litoranea  ettari 3.700                                     
Alla fine del periodo di realizzazione del Piano regionale la                   
produzione dei vini di qualita' prodotti in regioni determinate                 
(v.q.p.r.d.) dovra' attestarsi sul 25% - 30% del totale vino                    
prodotto.                                                                       
3.3 Concessione dei contributi                                                  
prevista la concessione di contributi in conto capitale quantificati            
in modo forfettario fisso onnicomprensivo, nella misura massima del             
50% del costo delle opere realizzate nelle seguenti misure:                     
a) misura 3.1a). Nelle zone di collina destinate alla produzione di             
vini a d.o.c.g. e a d.o.c. la spesa massima ammessa per ettaro e' di            
Lire trenta milioni e di Lire venti milioni per le zone di produzione           
di vini a i.g.t.. Nelle zone di pianura la spesa massima ammessa per            
ettaro e' di Lire venti milioni;                                                
b) misura 3.1b). Per tale misura la spesa massima ammessa per ettaro            
di Lire venti milioni. Tale misura non e' ammessa a contributo nelle            
zone di pianura;                                                                
c) misura 3.1c). Per tale misura e' ammessa una spesa massima per               
ettaro di Lire sette milioni a condizione che il sesto d'impianto e             
le forme di allevamento del vigneto in questione consentano la                  
meccanizzazione integrale delle operazioni colturali, come stabilito            
per il vitigno di riferimento nel piano regionale per la                        
ristrutturazione e riconversione dei vigneti;                                   
d) misura 3.1d). Per tale misura e' ammessa una spesa massima per               
ettaro di Lire dieci milioni.                                                   
Nei reimpianti realizzati con diritti per i quali il produttore si              
impegna ad estirpare, entro il terzo anno, una equivalente superficie           
vitata, il contributo per ettaro e' ridotto:                                    
- di Lire due milioni per i vigneti realizzati in pianura;                      
- di Lire un milione per i vigneti realizzati in collina.                       
In linea generale il contributo non puo' superare il 50% dei costi              
ammessi e non e' cumulabile con altri sostegni comunitari riguardanti           
le medesime superfici ed operazioni. Tale contributo si riduce                  
proporzionalmente nei casi in cui la spesa rendicontata sia inferiore           
a quella massima ammissibile.                                                   
3.4 Condizioni                                                                  
Alla data di presentazione della domanda i soggetti interessati al              
regime di aiuto devono trovarsi in una o piu' delle seguenti                    
condizioni:                                                                     
a) essere in possesso di un vigneto in regola con la normativa                  
comunitaria e nazionale in materia di impianti e reimpianti dei                 
vigneti;                                                                        
b) essere in possesso di un diritto di reimpianto in portafoglio                
proveniente dalla precedente estirpazione di una equivalente                    
superficie vitata;                                                              
c) essere in possesso di un diritto di reimpianto acquistato da altro           
produttore;                                                                     
d) produrre dichiarazione sostitutiva di atto di notorieta' con cui             
si impegna ad estirpare entro il terzo anno una equivalente                     
superficie vitata. In tale caso la domanda dovra' essere corredata              
dalla fidejussione sottoscritta a favore dell'Amministrazione                   
competente per territorio per l'importo di Lire dieci milioni per               
ettaro;                                                                         
e) essere in possesso della copia della dichiarazione di superficie             
vitata presentata a norma dell'articolo 16 del Regolamento (CE) n.              
1493/99 o presentare autocertificazione con la quale s'impegna a                
dichiarare il potenziale viticolo entro il 31 marzo 2001 e comunque             
prima della richiesta di collaudo delle opere realizzate;                       
f) il materiale vivaistico da utilizzare nei Piani di                           
ristrutturazione e riconversione deve essere certificato o comunque             
controllato per quanto attiene i virus esenti.                                  
4. Graduatoria dei beneficiari                                                  
Ai fini della concessione del contributo le Province e le Comunita'             
Montane effettuano l'istruttoria e adottano la graduatoria delle                
domande secondo il seguente ordine prioritario decrescente:                     
a) domande presentate in forma collettiva;                                      
b) domande presentate da imprenditori agricoli singoli.                         
Nell'ambito della categoria a) sono prioritari i progetti che                   
comprendono il maggior numero di imprenditori con eta' compresa fra i           
18 e i 40 anni.Per quanto attiene la categoria b) hanno priorita' le            
domande presentate da giovani agricoltori con eta' inferiore a 40               
anni.                                                                           
Le Province e le Comunita' Montane possono individuare, ai fini della           
graduatoria, ulteriori elementi di priorita' che siano in linea con             
le esigenze del territorio e con le finalita' del Piano regionale.              
4.1 Presentazione delle domande                                                 
Nella prima campagna viticola 2000-2001 le domande di contributo sono           
presentate alle Province o Comunita' Montane competenti per                     
territorio entro non oltre il 20 ottobre 2000, pena la non                      
accettazione della domanda. Nel restante periodo di validita' del               
Piano regionale le domande di contributo sono presentate entro il 31            
luglio di ogni anno.                                                            
Ai fini della concessione dei finanziamenti, gli Enti delegati                  
effettuano la graduatoria delle domande ed inviano alla Direzione               
generale Agricoltura - Servizio Produzioni agro-alimentari e                    
Relazioni di mercato, entro il 30 novembre 2000, due separati elenchi           
formalmente approvati contenenti rispettivamente:                               
- la graduatoria delle domande istruite con parere favorevole di                
ammissibilita' al contributo;                                                   
- le domande istruite ritenute non ammissibili.                                 
Successivamente la Direzione generale Agricoltura - Servizio                    
Produzioni agro-alimentari e Relazioni di mercato compila l'elenco              
delle domande ammesse agli aiuti e lo trasmette all'Organismo                   
pagatore. Se le domande ammesse a contributo sono superiori alle                
risorse disponibili i finanziamenti sono concessi in funzione delle             
graduatorie delle domande pervenute da ciascun Ente delegato o, in              
alternativa, riducendo per ciascuna domanda l'importo della spesa               
ammessa a contributo.                                                           
Nel restante periodo di validita' del Piano regionale gli elenchi               
delle domande formalmente approvate dalle Province e Comunita'                  
Montane dovranno essere inviati entro non oltre il 31 ottobre                   
successivo alla presentazione della domanda. Le opere ammesse al                
contributo devono essere realizzate entro il 20 aprile successivo               
alla presentazione della domanda. I beneficiari, entro 10 giorni                
dalla ultimazione dei lavori, faranno pervenire alle Province e alle            
Comunita' Montane competenti per territorio la richiesta di collaudo            
degli interventi realizzati.                                                    
Limitatamente alla prima campagna 2000-2001 sono ammessi al collaudo            
anche gli impianti per i quali sono in corso le opere di                        
palificazione, purche' i pali e i fili di sostegno siano debitamente            
fatturati e presenti in azienda.                                                
5. Collaudi                                                                     
Ai fini del collaudo il beneficiario dovra' presentare le fatture               
relative agli acquisti effettuati (barbatelle certificate, pali e               
fili) e delle lavorazioni eseguite mediante conto-terzisti. Per le              
opere realizzate con l'impiego di manodopera o di mezzi aziendali le            
spese dovranno essere documentate mediante dichiarazione sostitutiva            
di atto di notorieta' del richiedente. Le Province e le Comunita'               
Montane trasmettono alla Direzione generale Agricoltura - Servizio              
Produzioni agro-alimentari e Relazioni di mercato, entro il 20 maggio           
di ogni anno, gli elenchi dei collaudi effettuati ed il relativo                
esito, debitamente validati dal Responsabile del Servizio provinciale           
Agricoltura competente per territorio. La Regione trasmette gli                 
elenchi ricevuti, entro il 31 maggio successivo, all'Organismo                  
pagatore per la erogazione del contributo concesso.                             
I beneficiari non possono modificare la destinazione delle opere                
realizzate con i finanziamenti prima che siano trascorsi dieci anni             
dal collaudo degli interventi. Sono ammessi, previo richiesta di                
autorizzazione, gli abbattimenti connessi a causa di forza maggiore.            
I vigneti realizzati con varieta' temporaneamente autorizzate che               
entro cinque anni non siano promosse alla categoria superiore e che             
non siano reinnestati con varieta' autorizzate o raccomandate devono            
essere estirpati entro quindici anni a partire dal termine delle                
prove sperimentali.                                                             
5.1 Controlli sulla iscrizione dei vigneti realizzati ai rispettivi             
albi DOC ed elenchi delle vigne a IGT                                           
Le Province e le Comunita' Montane effettuano, tramite i Servizi                
provinciali Agricoltura, i controlli sugli interventi realizzati al             
fine di accertare se il beneficiario abbia iscritto il vigneto, entro           
il terzo anno dall'impianto, al rispettivo albo DOC o elenco dei                
vigneti a i.g.t. Si richiamano le sanzioni previste dalle norme                 
vigenti per chi fornisce false o mendaci dichiarazioni o fornisca o             
produca false attestazioni e le disposizioni di cui all'art. 72 del             
Regolamento (CE) n. 1493/99 in ordine alle modalita' di controllo ed            
alla applicazione delle sanzioni.                                               
omissis.".                                                                      
Previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,                            
ratifica                                                                        
la deliberazione della Giunta regionale, progr. n. 1399 del 31 luglio           
2000, nel testo qui sopra riportato.                                            

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