REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 giugno 1998, n. 1068

Parziale modifica direttive corsi gestione faunistica di cui alla L.R. 8/94, art. 16, comma 3 e relativi esami

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                          
Richiamata la propria deliberazione n. 878 del 7 marzo 1995,                    
esecutiva, recante direttive alle Province in materia di corsi di               
preparazione alla gestione faunistica, ai sensi dell'art. 16, comma             
3, della L.R. 8/94;                                                             
considerato che:                                                                
- nonostante la caccia al cinghiale nella regione Emilia-Romagna, si            
svolga a pieno regime, secondo i periodi e la modalita' previste                
dalla L.R. 8/94, dal R.R. 21/95 e dai vigenti calendari venatori                
regionale e provinciali, ad opera di migliaia di cacciatori                     
organizzati nelle apposite squadre, la densita' di cinghiali                    
sopravvissuti o rifugiatisi in ambiti protetti  e' cospicua;                    
- che, a seguito di tale fenomeno, i danni alle produzioni agricole             
ad alle opere approntate su terreni coltivati ed a pascolo restano              
imponenti, e comunque tali da determinare un crescente stato di                 
disagio nel mondo agricolo;                                                     
preso atto, pertanto, della necessita' di offrire alle Province una             
disponibilita' di coadiutori nei piani di prelievo e di abbattimento            
al cinghiale piu' ampia di quella attualmente offerta                           
dall'avvalimento delle sole figure venatorie previste all'art. 6,               
comma 1, lett. c) del R.R. 21/95 (cacciatori di ungulati con metodi             
selettivi), secondo quanto previsto dalla citata deliberazione                  
878/95;                                                                         
tenuto conto che tale ampliamento dovrebbe determinarsi sia                     
estendendo alle Province la possibilita' di avvalersi delle figure di           
cui alle lettere f) e g) dell'art. 6, comma 1 del R.R. 21/95                    
(conduttori di cani da traccia e conduttori di limiere), sia                    
sottoponendo ad una specifica preparazione i cacciatori di cinghiale            
in squadre organizzate ed i capisquadra per la caccia al cinghiale in           
battuta o braccata, di cui alle lettere d) ed e) dell'art. 6, comma 1           
del R.R. 21/95, in ottemperanza a quanto previsto dall'art. 16 della            
L.R. 8/94;                                                                      
valutata, pertanto, l'opportunita' di modificare le direttive                   
formulate con la piu' volte citata deliberazione 878/95, prevedendo             
il pieno ricorso, da parte delle Province, alle figure venatorie di             
cui alle lettere f) e g) del citato art. 6, comma 1 del R.R. 21/95              
quali coadiutori nei piani di prelievo ed abbattimento al cinghiale,            
nonche' la creazione di una nuova figura di coadiutore, mediante                
appositi corsi a cui possano accedere i cacciatori di cinghiale in              
squadre organizzate ed i capisquadra per la caccia al cinghiale in              
battuta o braccata, prevedendo anche modalita' di esame tali da                 
garantirne la corretta preparazione e capacita' operativa;                      
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 2541 del 4 luglio              
1995, esecutiva;                                                                
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 1898 del 22 ottobre            
1997, esecutiva ai sensi di legge;                                              
dato atto del parere favorevole espresso dal Responsabile del                   
Servizio Territorio e ambiente rurale, dott. Rocco Bagnato, in merito           
alla regolarita' tecnica della presente deliberazione, ai sensi                 
dell'art. 4, sesto comma, della L.R. 19 novembre 1992,  n.41 e della            
deliberazione della Giunta regionale 2541/95;                                   
dato atto, altresi', del parere favorevole espresso dal Direttore               
generale Agricoltura, dott. Dario Manghi, in merito alla legittimita'           
della presente deliberazione, ai sensi del medesimi articolo di legge           
e deliberazione;                                                                
su proposta dell'Assessore all'Agricoltura;                                     
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di modificare parzialmente, per le motivazioni esposte in                    
narrativa e qui richiamate, le direttive alle Province formulate con            
deliberazione n. 878 del 7 marzo 1995;2) di approvare, pertanto, nel            
testo allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale,           
le nuove direttive alle Province in materia di corsi di preparazione            
alla gestione faunistica di cui alla L.R. 8/94, art. 16, comma 3;               
3) di confermare quanto stabilito al punto 2) del dispositivo della             
citata deliberazione 878/95, in materia di Commissioni d'esame, fatto           
salvo quanto stabilito al punto 2 "Esame di idoneita'" delle nuove              
direttive approvate con il presente atto;                                       
4) di pubblicare integralmente la presente deliberazione, comprensiva           
delle direttive approvate al precedente punto 2), nel Bollettino                
Ufficiale della  Regione Emilia-Romagna.                                        
Corsi di preparazione alla gestione faunistica di cui alla L.R. 8/94,           
art. 16, comma 3                                                                
I corsi vengono istituiti per il controllo delle specie maggiormente            
responsabili dei danni alle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche.           
Possono partecipare ai corsi, ciascuno nella Provincia di residenza,            
i titolari di licenza di caccia e i non titolari, qualora le                    
operazioni connesse al controllo di determinate specie selvatiche non           
comportino l'uso di armi, individuati dalle Province sulla base di              
criteri stabiliti dalle medesime, relativi a servizi precedentemente            
svolti in materia di controllo della fauna selvatica od alla                    
comprovata capacita' e disponibilita' alla collaborazione gestionale.           
Le Province altresi' individuano il numero dei partecipanti a detti             
corsi sulla base delle specifiche esigenze ed istituiscono appositi             
Albi.                                                                           
Per quanto attiene ai piani di prelievo e di abbattimento rivolti               
esclusivamente agli ungulati, le Province  si avvalgono di cacciatori           
di ungulati con metodi selettivi, abilitati attraverso gli appositi             
corsi di cui al vigente Regolamento sulla gestione venatoria degli              
ungulati, il cui numero viene valutato e stabilito sulla base delle             
esigenze delle Province stesse che provvedono ad istituire apposito             
Albo.                                                                           
Per quanto attiene ai piani di prelievo ed abbattimento rivolti al              
solo cinghiale, le Province possono avvalersi di differenti tecniche            
di controllo, quali il tiro di selezione su governe, la girata e la             
cattura tramite trappole auto scattanti, a seconda degli ambiti ove             
l'azione di controllo si esplica.                                               
Per tali forme di controllo la Province possono avvalersi, quali                
coadiutori, delle figure tecniche in possesso delle qualifiche di cui           
alle lettere c), f) e g) del comma 1, art. 6, del R.R. 21/95,                   
iscritti all'apposito Albo provinciale, nonche' delle figure tecniche           
in possesso delle qualifiche di cui alle lettere d) ed e), che                  
abbiano conseguito la qualifica di coadiutori nell'attivita' di                 
controllo del cinghiale, avendo frequentato il corso specifico e                
superato il relativo esame di idoneita' di cui al successivo punto 2,           
iscritti all'apposito Albo provinciale, nei rispettivi distretti di             
assegnazione.                                                                   
Le Province, qualora operino direttamente mediante i propri agenti di           
vigilanza, possono utilizzare altresi' il metodo della braccata come            
forma di controllo, avvalendosi di tutte le figure sopra specificate.           
1. Lezioni e materie per coadiutori nell'attivita' di controllo di              
volpi, uccelli ittiofagi, corvidi, passeri e storni, nutrie                     
Il corso si articola su di una parte generale di almeno tre lezioni,            
e su una parte specifica di una o due  lezioni, a seconda delle                 
specie o gruppi di specie ai quali e' finalizzata l'attivita' di                
controllo e per le quali si intende conseguire l'abilitazione.                  
La frequenza alle lezioni relativamente alla parte generale e'                  
obbligatoria.                                                                   
Per la parte specifica, il candidato e' tenuto a partecipare alle               
lezioni relative alla specie od alle specie per le quali intende                
conseguire l'abilitazione.                                                      
La mancata partecipazione anche ad una singola lezione comporta                 
l'esclusione dalla prova d'esame.                                               
PARTE GENERALE                                                                  
- Motivazioni ecologiche all'origine del conflitto tra alcune                   
attivita' antropiche e popolazioni selvatiche.                                  
- Specie selvatiche che si rendono piu' di frequente responsabili di            
danneggiamento e tipologia dei danni arrecati.                                  
- Attivita' antropiche passibili di danneggiamento (agricoltura,                
forestazione, itticoltura, patrimonio faunistico, problemi                      
igienico-sanitari, compromissione della pubblica incolumita').                  
- Normativa nazionale e regionale in materia di controllo della fauna           
selvatica e di risarcimento monetario dei danni.                                
- Strumenti d'intervento utilizzabili per il controllo indiretto del            
danno (metodi ecologici di prevenzione, risarcimento monetario del              
danno).                                                                         
- Potenzialita' e limiti del controllo diretto.                                 
- Presupposti indispensabili per l'attuazione del controllo diretto             
(status generale e locale delle specie, entita' economica ed                    
ecologica del danno).                                                           
- Caratteristiche proprie degli interventi di controllo diretto                 
(selettivita', efficacia, grado di disturbo).                                   
PARTE SPECIFICA                                                                 
- Volpe - 2 lezioni                                                             
- Uccelli ittiofagi - 2 lezioni                                                 
- Corvidi - 1 lezione                                                           
- Passeri e storni - 1 lezione                                                  
- Nutria - 1 lezione                                                            
Per ogni specie o gruppo di specie devono essere trattati i seguenti            
argomenti:                                                                      
- Sistematica, distribuzione e morfologia; riconoscimento del sesso e           
dell'eta' in natura e su esemplari abbattuti o catturati;                       
- Ecologia: preferenze ambientali, fattori limitanti, dinamica della            
popolazione;                                                                    
- Comportamento: struttura sociale e rapporti intra-specifici;                  
- Predazione come fattore limitante delle specie predate;                       
- Aspetti sanitari;                                                             
- Valutazione quantitativa delle popolazioni (censimenti ed indici di           
abbondanza);                                                                    
- Metodi specifici di controllo indiretti;                                      
- Metodi specifici di controllo diretti  (tipologie, tempi, tecniche            
e mezzi).                                                                       
ESAME DI IDONEITA'                                                              
Al termine dei corsi e' prevista una prova d'esame consistente in un            
colloquio sugli argomenti trattati nel corso delle lezioni, dinanzi             
all'apposita Commissione di cui al punto 2) del dispositivo della               
deliberazione della Giunta regionale n. 878 in data 7 marzo 1995, il            
cui superamento comporta il rilascio da parte della Provincia                   
medesima della qualifica di coadiutore nell'attivita' di controllo              
delle specie di fauna selvatica nonche' l'inserimento nell'apposito             
Albo.                                                                           
2. Lezioni e materie per coadiutori nell'attivita' di controllo di              
cinghiali                                                                       
Possono accedere a questi corsi unicamente i cacciatori in possesso             
delle qualifiche di cui alle lettere d) ed e) dell'art. 6, comma 1              
del R.R. 21/95.                                                                 
Il corso si articola su quattro lezioni, con frequenza obbligatoria,            
relative alle seguenti materie:                                                 
BIOLOGIA                                                                        
- Cenni di sistematica                                                          
- Caratteristiche morfologiche                                                  
- Distribuzione storico-geografica                                              
- Habitat                                                                       
- Comportamento e organizzazione sociale                                        
- Organizzazione spaziale                                                       
- Dieta e preferenze alimentari                                                 
- Valutazione del sesso e dell'eta' in natura                                   
- Concetti di ecologia delle popolazioni                                        
- Biologia riproduttiva                                                         
- Valutazioni e misurazioni biometriche                                         
- Caratteristiche morfologiche e fisiologiche, significato dei                  
rilevamenti biometrici sui capi abbattuti e compilazione delle schede           
- determinazione del sesso e dell'eta'                                          
- determinazione dei pesi medi                                                  
- conteggio dei feti                                                            
- determinazione dei capezzoli tirati                                           
- valutazione incrementi potenziali                                             
GESTIONE                                                                        
- Principi generali di gestione                                                 
- obiettivi generali e obiettivi specifici legati al problema                   
cinghiale                                                                       
- Problemi legati alla presenza del cinghiale                                   
- Metodi della gestione del problema cinghiale                                  
- Valutazione e confronto tra distribuzione e consistenza reale e               
potenziale                                                                      
- Metodi di stima quantitativa delle popolazioni                                
- censimenti alle governe                                                       
- censimenti in battuta                                                         
- stime mediante l'applicazione di indici basati sullo sforzo di                
caccia                                                                          
- Valutazione delle consistenze potenziali                                      
- densita' biotica e densita' agro-forestale; come definire la                  
vocazione di un territorio al cinghiale; aspetti ecologici e aspetti            
socio-economici; quali sono le densita' minime compatibili con                  
l'attivita' venatoria                                                           
- Impatto del cinghiale sulle biocenosi e sugli ecosistemi agrari               
- Riconoscimento, valutazione, prevenzione e rifusione dei danni                
- Aspetti di carattere normativo connessi alla gestione ed al                   
controllo delle popolazioni di cinghiale                                        
- La gestione del territorio vocato e non vocato                                
- definizione e obiettivi                                                       
- dimensioni e caratteristiche di un distretto venatorio                        
- metodi indiretti (miglioramenti  ambientali, prevenzione dei danni,           
foraggiamento dissuasivo)                                                       
- pianificazione dell'attivita' venatoria                                       
- controllo                                                                     
- valutazione dell'efficacia dei mezzi adottati                                 
- Come dovrebbe essere formulato un corretto piano di prelievo                  
venatorio                                                                       
- Esempi di piano di prelievo                                                   
TECNICHE DI PRELIEVO E CONTROLLO                                                
- Sistemi di cattura                                                            
- Sistemi di caccia al cinghiale                                                
- La caccia in braccata                                                         
- La caccia individuale alla cerca e all'aspetto                                
- La caccia con il metodo della girata                                          
- Il comportamento e la sicurezza alle poste                                    
- Confronto tra i diversi metodi                                                
VALUTAZIONI BIOMETRICHE DEI CAPI ABBATTUTI                                      
Acquisizione dei principali dati biometrici ed esercitazioni di                 
valutazione dell'eta' dall'esame delle mandibole.                               
ESAME DI IDONEITA'                                                              
Al termine dei corsi e' prevista una prova d'esame secondo le                   
medesime modalita' di cui al punto 4) del programma allegato alla               
deliberazione della Giunta regionale 2324/95 quale parte integrante,            
prova effettuata dalla Commissione di cui al punto 2) del dispositivo           
della medesima deliberazione 2324/95, con esclusione della lettera              
d).                                                                             

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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