n.248 del 08.08.2022 (Parte Seconda)

Disposizioni per la regolazione dei flussi idrici al fine di fronteggiare l'emergenza idrica

IL PRESIDENTE

Premesso che:

- con proprio decreto n. 99 del 21 giugno 2022, sulla base delle valutazioni condivise nella Cabina di regia per l’emergenza idrica, è stato dichiarato, per 90 giorni dalla data di adozione dello stesso decreto, lo stato di crisi in tutto il territorio della Regione Emilia-Romagna per la grave situazione di siccità ed il conseguente deficit idrico riguardante diverse aree del territorio;

- con delibera del 4 luglio 2022, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato, fino al 31 dicembre 2022, lo stato di emergenza in relazione alla situazione di deficit idrico in atto nei territori delle Regioni e delle Province Autonome ricadenti nei bacini distrettuali del Po e delle Alpi orientali, nonché per le peculiari condizioni ed esigenze rilevate nel territorio delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto;

- con Ordinanza n. 906 del 21 luglio 2022 del Capo del Dipartimento di Protezione Civile, al fine di fronteggiare la situazione di deficit idrico in atto, i Presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto sono stati nominati Commissari delegati per la realizzazione degli interventi urgenti finalizzati alla gestione della crisi idrica, ciascuno per il proprio ambito territoriale;

Richiamati:

- il decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1 “Codice della protezione civile”, in particolare l’art. 25, comma 11, ai sensi del quale le Regioni, in relazione alle emergenze connesse con eventi calamitosi di origine naturale che comportano l'intervento coordinato di più enti e debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, possono definire provvedimenti con finalità analoghe alle ordinanze di protezione civile disciplinate dallo stesso articolo;

- la legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 “Norme in materia di protezione civile e volontariato. Istituzione dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile”, in particolare l’art. 8, comma 2, ai sensi del quale, sul presupposto della dichiarazione di stato di crisi regionale il Presidente della Giunta regionale provvede, per l'attuazione degli interventi necessari, anche a mezzo di ordinanze motivate in deroga alle disposizioni regionali vigenti;

Considerato che:

- gran parte del territorio nazionale è interessato da un lungo periodo di siccità, causato dalla eccezionale scarsità di precipitazioni pluviometriche e nevose degli ultimi tre anni, che ha determinato una rilevante riduzione dei deflussi superficiali e delle conseguenti riserve idriche con particolare riferimento al territorio delle Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto;

- tale prolungato periodo di siccità sta provocando una situazione di grave deficit idrico lungo l’intera asta del fiume Po con conseguente limitazione della possibilità di prelevare acqua da parte dei diversi utilizzatori;

- le elevate temperature rilevate fino ad oggi hanno incrementato notevolmente i fabbisogni sia per uso idropotabile sia per uso irriguo e che questi, senza significative modificazioni del quadro meteo-climatico per la corrente stagione estiva, al momento non prevedibili, non potranno più essere soddisfatti nella loro totalità nel breve periodo;

Tenuto conto che:

- il Canale Emiliano Romagnolo (di seguito CER), una delle più importanti opere idrauliche presenti in regione, che assicura l’approvvigionamento idrico ad uso prevalentemente irriguo delle provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna, per una superficie complessiva di circa 336.000 ettari, si alimenta direttamente dal fiume Po da cui può prelevare fino a 68 m3/s di acqua;

- per il trasporto e la distribuzione dell’acqua nel territorio, dovendo lavorare in contropendenza, il sistema idrico del CER si avvale complessivamente di 7 impianti di sollevamento (l’impianto principale sul Po, 2 per i territori a sinistra del Reno e 4 per i territori in destra Reno, tra cui un impianto ausiliario a S. Agostino utilizzato nel periodo invernale), di circa 165 km di canali e di una diga fluviale e alla foce del Reno. Per rendere la risorsa disponibile agli utilizzatori, il sistema viene completamente invasato. Il volume di invaso consiste in circa 6 milioni di m3;

- oltre a soddisfare buona parte del fabbisogno irriguo del territorio indicato, il CER vettoria acqua anche ad uso idropotabile alimentando 3 potabilizzatori di Romagna Acque Società delle Fonti S.p.a., NIP1-Bassette, NIP2-Standiana e Forlimpopoli (Selbagnone), ed alimenta inoltre il potabilizzatore di Hera-Imola, Bubano. Il volume complessivamente distribuito ad uso idropotabile è pari a circa 2,5 m3/s potenziali;

- i potabilizzatori NIP1 e NIP 2, assieme al potabilizzatore di Capaccio, che si alimenta dall’invaso di Ridracoli, sono le principali fonti di approvvigionamento di un sistema acquedottistico (Acquedotto della Romagna) che fornisce acqua potabile ai comuni di Alfonsine, Bagnacavallo, Cervia, Cotignola, Fusignano, Lugo, Ravenna, Russi a cui vanno aggiunti, in parte, anche Imola e Faenza, per un totale di oltre 270.000 residenti serviti;

Preso atto che:

- il giorno 22 luglio, alle ore 15.30, il fiume Po, al punto di presa del CER in località Palantone, ha fatto rilevare il livello più basso mai raggiunto, pari a 2,31 m, il che ha comportato il blocco di una delle attrezzature di pompaggio che alimentano il sistema;

- laddove un abbassamento così consistente dei livelli del fiume Po dovesse riverificarsi a causa del perdurare delle condizioni meteoclimatiche attuali, potrebbe comportare il ripetersi dell’evento o addirittura portare al blocco di tutte le attrezzature di pompaggio che alimentano il CER;

- il blocco di uno o più delle attrezzature di pompaggio che alimentano il CER, stanti i prelievi da questo assentiti, può comportare un forte squilibrio tra la portata in ingresso al sistema e la portata in uscita con la conseguente diminuzione dei livelli d’esercizio e del volume invasato nel canale. La diminuzione dei livelli e del volume d’invaso nel CER può mettere seriamente a rischio la possibilità di alimentare i potabilizzatori NIP1 e NIP2;

- il sistema acquedottistico della Provincia di Ravenna, pur essendo fortemente interconnesso, per questioni tecniche legate alle capacità dei singoli potabilizzatori e della rete stessa, non è in grado di soddisfare le esigenze di un territorio così vasto alle normali condizioni d’esercizio attraverso l’approvvigionamento mediante il solo potabilizzatore di Capaccio. Inoltre, il mancato apporto al sistema da parte dei potabilizzatori NIP1 e NIP2 comporterebbe un più rapido esaurimento della scorta di acqua rappresentata dall’invaso di Ridracoli a detrimento dell’intero territorio della Romagna;

Ritenuto quindi che:

- pur riconoscendo la necessità di salvaguardare il più possibile le produzioni agricole, considerate le condizioni meteo-climatiche attuali e le previsioni sul breve/medio periodo, sia comunque necessario mantenere fino al termine dello stato di crisi regionale, un adeguato volume d’invaso all’interno del CER al fine di garantire al più a lungo possibile un adeguato funzionamento dei potabilizzatori NIP1 e NIP2;

- laddove il CER non dovesse essere più in grado di prelevare risorsa dal fiume Po la risorsa in esso invasata, debba essere destinata ad alimentare esclusivamente il sistema acquedottistico della Provincia di Ravenna in modo da garantire un adeguato approvvigionamento idropotabile per almeno ulteriori 30/40 giorni alle normali condizioni d’esercizio;

Ravvisata pertanto la necessità di avviare misure urgenti allo scopo di scongiurare, nell’immediato, l’interruzione del servizio idrico nella Provincia di Ravenna, nonché di salvaguardare la disponibilità di risorsa ad uso idropotabile anche nelle Province di Rimini e Forlì-Cesena, integrando le misure già eventualmente attivate in questi territori con ulteriori dispositivi ed interventi straordinari, commisurati alla progressiva riduzione della disponibilità di risorsa idrica connessa con l’evoluzione stagionale;

Visti:

- il D. Lgs. n. 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”;

- la Deliberazione di Giunta regionale n. 111/2022 “Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2022-2024, di transizione al piano integrato di attività e organizzazione di cui all’art. 6 del D.L. n. 80/2021” ed in particolare il relativo allegato D;

- la determinazione n. 2335/2022 “Direttiva di indirizzi interpretativi degli obblighi di pubblicazione previsti dal Decreto Legislativo n. 33 del 2013. Anno 2022”;

Dato atto dei pareri allegati

ordina:

1) di mantenere nel sistema CER – Attenuatore delle piene del Reno - un volume invasato pari ad almeno 4 milioni di metri cubi di acqua da destinarsi esclusivamente ai primari usi potabile ed antincendio e che pertanto, qualora si dovessero verificare ulteriori blocchi delle attrezzature di pompaggio che alimentano il canale, i prelievi per usi diversi da quelli potabile e antincendio dovranno essere proporzionati, o sospesi del tutto in caso di blocco totale, in modo da garantire il mantenimento di detto volume di invaso all’interno del sistema;

ordina inoltre:

laddove si dovesse giungere ad un blocco totale delle attrezzature di pompaggio che alimentano il CER:

2) che i Gestori del Servizio Idrico operanti nella Provincia di Ravenna adottino tutte le misure di gestione degli impianti, compresa l'eventuale riduzione della pressione d’esercizio, utili a garantire la prosecuzione del servizio di fornitura di acqua a scopo idropotabile;

3) che Romagna Acque operi in modo da garantire il massimo apporto possibile di acqua ad uso idropotabile verso la Provincia di Ravenna al fine di contenere al minimo l’impatto conseguente all’eventuale riduzione degli apporti derivanti dai potabilizzatori denominati NIP1 e NIP2;

4) la sospensione dei prelievi ad uso irriguo autorizzati nel tratto del Fiume Lamone che va da Pieve Cesato, in comune di Faenza, fino al canale Carrarino;

5) la sospensione della fornitura di acqua per usi diversi dall’idropotabile da parte di tutti i Gestori del Servizio Idrico operanti nelle Province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, ivi compresi il CER e Romagna Acque, ad esclusione degli usi necessari a garantire la sicurezza degli impianti o i servizi di pubblica utilità;

6) la sospensione dell’irrigazione del verde pubblico e privato, compresi quelli pertinenziali relativi ad hotel, parchi giochi e campi da golf, nonché il lavaggio dei veicoli privati tramite risorsa idrica destinata prioritariamente all’uso idropotabile nei territori delle Province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena;

7) l’obbligo per tutti i gestori di stabilimenti balneari operanti nei territori delle Province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena, di far osservare da parte degli utenti misure di contenimento degli sprechi invitando conseguentemente ad un corretto utilizzo delle docce, con particolare riferimento a quelle non dotate di dispositivo di chiusura automatica, nonché a limitare gli utilizzi di altri punti di erogazione di acqua potabile per gli usi non strettamente necessari quali il lavaggio giochi o altre attrezzature “da spiaggia”;

8) che la presente ordinanza può avere efficacia fino al termine dello stato di emergenza di crisi regionale;

dispone:

9) l’applicabilità dell’art. 650 del codice penale, secondo il quale chiunque non osservi le disposizioni contenute nella presente Ordinanza è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206,00 euro;

10) la pubblicazione della presente ordinanza nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico e nella sezione “Amministrazione Trasparente”, sottosezione “Interventi straordinari e di emergenza” ai sensi dell’articolo 42, del D.Lgs. n. 33/2013.

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