n.279 del 21.08.2019 periodico (Parte Seconda)

Oggetto n. 8660 - Risoluzione per impegnare la Giunta, circa la situazione di crisi di Mercatone Uno, a portare avanti le azioni già intraprese, verificando inoltre - con comuni e sindacati - se siano necessarie ulteriori iniziative di supporto ai lavoratori coinvolti; a chiedere al Governo un attento e puntuale presidio della vicenda attraverso il Tavolo di crisi, per rispondere adeguatamente ai bisogni immediati di tutti i lavoratori, anche quelli del polo logistico di San Giorgio di Piano oggi esclusi, attraverso l'erogazione di ammortizzatori sociali sufficienti a garantire a loro ed alle loro famiglie una vita dignitosa; ad operare affinché si giunga in tempi brevi ad una soluzione che consenta la riapertura dei punti vendita attraverso un piano di rilancio credibile, che convinca i creditori a fare ulteriore credito ed i clienti ad acquistare ancora con fiducia, così da dare un futuro ad un marchio storico dell’economia italiana ed ai suoi 1800 dipendenti. A firma dei Consiglieri: Caliandro, Calvano, Taruffi, Torri, Cardinali, Zappa-
terra, Zoffoli, Lori, Prodi, Marchetti Francesca, Poli, Mumolo, Serri, Bessi, Molinari, Rontini, Mori, Montalti, Sabattini, Pruccoli, Tarasconi, Rossi

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

La crisi di Mercatone Uno, dovuta al fallimento della nuova proprietà Shernon Holding ad appena 9 mesi dall’insediamento, ha lasciato senza lavoro - letteralmente da un giorno all’altro - 1800 dipendenti in tutta Italia, senza contare un indotto stimato in oltre 10.000 addetti.

Al termine di un’amministrazione straordinaria avviata nell’aprile 2015, il risultato è dunque quello di trovarsi con i dipendenti in attesa di cassa integrazione, con 500 fornitori che vantano un credito di oltre 350 milioni di euro e con 20.000 clienti che hanno anticipato 3,8 milioni di acconti senza potere ora entrare in possesso della merce acquistata.

Rilevato che

In Emilia-Romagna, culla dello storico marchio, i lavoratori coinvolti dal fallimento sono 450, distribuiti in 10 punti vendita siti in altrettanti comuni.

Già all’indomani dell’annuncio del fallimento, la Regione si è attivata attraverso una serie di incontri con i sindacati ed i Comuni coinvolti, dai quali è emersa la necessità di un’azione che velocemente riuscisse ad assicurare gli ammortizzatori sociali, la rapida riapertura dei punti vendita e la tutela dei clienti e dei creditori.

In attesa che il Governo nazionale attivasse le azioni di propria competenza, questi incontri hanno portato la Regione alla repentina adozione di alcune azioni d’emergenza a sostegno dei lavoratori:

- lo stanziamento di 150.000 € ai Comuni in cui risiedono i lavoratori rimasti senza retribuzione, affinché questi possano sostenere queste famiglie nella maniera più idonea ai singoli casi, in attesa dell’arrivo della cassa integrazione (dal pagamento dell’affitto a quello delle bollette, dall’acquisto di beni di prima necessità alle spese mediche o a carattere di urgenza, fino alle esenzioni o agevolazioni riferite a servizi comunali);

- l’accordo con ABI che ha consentito alle banche di sospendere le rate dei mutui dei lavoratori coinvolti;

- la richiesta ad INPS di anticipo del TFR.

Reso noto che

Solo recentemente sono arrivate le prime corresponsioni della Cassa integrazione che si contraddistinguono per essere molto esigue, poiché l'attivazione della CIGS è avvenuta sulla base di un accordo molto meno favorevole di quello precedente.

Restano ancora esclusi gli 11 lavoratori della sede logistica di San Giorgio di Piano, per i quali la Regione ha chiesto fin da subito l’interessamento del MISE, ad oggi senza ottenere risposte.

Evidenziato che

Pare del tutto evidente che, una volta tamponata la fase di emergenza con idonee misure di supporto ai lavoratori, la priorità per l’immediato futuro debba essere quella di riaprire le sedi, garantendo un futuro ad un’azienda che è stata un pezzo importante dell’economia italiana e dalla quale ancora oggi dipendono migliaia di famiglie.

Ciò significa un piano di rilancio credibile ed un’azione di controllo seria da parte del Governo, che in passato è evidentemente mancata, che convinca i creditori a fare ulteriore credito ed i clienti ad acquistare ancora con fiducia.

Impegna la Giunta regionale

A portare avanti le azioni già intraprese, verificando inoltre - con comuni e sindacati - se siano necessarie ulteriori iniziative di supporto ai lavoratori coinvolti.

A definire, con il coinvolgimento delle parti sociali, valorizzando il rapporto con gli Enti Locali, anche in collaborazione con il livello ministeriale e l’ANPAL, un piano di misure di formazione e di politica attiva per il lavoro diretto alla ricollocazione dei lavoratori coinvolti dalla crisi con particolare riferimento alle imprese del territorio.

A chiedere al Governo di rafforzare l’attento e puntuale presidio della vicenda attraverso il Tavolo di crisi, per rispondere adeguatamente ai bisogni immediati di tutti i lavoratori, anche quelli del polo logistico di San Giorgio di Piano oggi esclusi, attraverso l’erogazione di ammortizzatori sociali sufficienti a garantire a loro ed alle loro famiglie una vita dignitosa.

Ad operare affinché si giunga in tempi brevi ad una soluzione che consenta la riapertura dei punti vendita attraverso un piano di rilancio credibile, che convinca i creditori a fare ulteriore credito ed i clienti ad acquistare ancora con fiducia, così da dare un futuro ad un marchio storico dell’economia italiana ed ai suoi 1800 dipendenti.

Approvata all’unanimità dalla Commissione II Politiche economiche nella seduta del 31 luglio 2019.

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