n.27 del 01.02.2023 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 6166 - Risoluzione per impegnare la Giunta a sostenere campagne di sensibilizzazione a evidenza pubblica, in particolare in concomitanza con la giornata mondiale di consapevolezza per l'endometriosi. A firma dei Consiglieri: Maletti, Catellani, Mori, Soncini, Delmonte, Montalti, Amico, Stragliati, Bondavalli, Evangelisti, Marchetti Francesca, Piccinini, Zamboni, Castaldini, Mastacchi, Caliandro, Rontini, Daffadà, Mumolo, Gerace, Pillati, Bulbi, Rossi, Sabattini, Costa, Fabbri

L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

l'appropriatezza delle prestazioni diagnostiche e di cura presuppone un approccio approfondito e competente ai determinanti di salute, partendo dalle patologie genere-specifiche che si inseriscono nel più ampio quadro della medicina di genere intesa come studio dell'influenza delle differenze biologiche, socio-economiche e culturali sullo stato di salute e di malattia di ogni persona (OMS);

in quest'ottica, quindi, lo studio sulla salute della donna non è più circoscritto alle patologie esclusivamente femminili che colpiscono mammella, utero e ovaie, ma si articola con uno sguardo ampio e integrato alla centralità della persona e ad una sostanziale personalizzazione delle terapie per ottenere risultati più efficaci e duraturi;

l'endometriosi, la fibriomialgia, la vulvodinia sono tra le più diffuse patologie prettamente femminili e/o impattanti tra le donne, accomunate da una dolorosità e cronicità dei sintomi che, a seconda della gravità, possono portare a condizioni invalidanti e in ogni caso a ripercussioni gravi sulla qualità di vita delle persone affette;

gli studi evidenziano una tendenza all'aumento di tali patologie, che hanno inoltre la caratteristica di essere non sempre facilmente diagnosticabili e accompagnate da stereotipi o stigmi culturali che derivano dalla scarsa conoscenza e riconoscimento delle stesse.

Valutato che

la medicina di genere è entrata fra gli obiettivi della Sanità della Regione Emilia-Romagna con la legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere (L.R. 6/2014), che all'art. 10 individua nel Piano sociale e sanitario il principale strumento per realizzare parità di trattamento e di accesso alle cure con particolare riguardo alle differenze di genere e relative specificità;

nell'ambito di questo approccio si sono consolidati in termini teorici, empirici e scientifici i fattori di prevenzione, presa in carico e cura, pur rimanendo margini di iniziativa sia a livello nazionale che regionale al fine di rafforzare la formazione professionale degli operatori sociosanitari (compresi i medici di base e consultori) unita ad una ricerca medica e farmacologica avanzata, la diffusione di una cultura orientata sia alle differenze che alla prevenzione e, non da ultimo, una organizzazione dei servizi e delle strutture fondata sulla multidisciplinarietà e integrazione dei percorsi diagnostici-terapeutici;

l'endometriosi è un disturbo femminile piuttosto doloroso dovuto alla migrazione di tessuto endometriale, generalmente presente nella cavità uterina, in aree diverse dalla sua sede fisiologica;

è una condizione che colpisce il 10% delle donne in età fertile, sono 3 milioni solo in Italia, tendenzialmente in età compresa tra i 25 e i 35 anni, anche se non è raro che possa comparire anche in età più giovane;

l'endometriosi può interessare organi dell'apparato genitale o extragenitale, con sintomatologia che comprende dolore pelvico, dolore del basso ventre e/o lombare, affaticamento e infertilità;

la patologia interessa il 30-50% delle donne non fertili o che hanno difficoltà a concepire e il 60% con dolore pelvico cronico;

il tempo medio per la diagnosi è di nove o dieci anni, in quanto occorrono fino a quattro anni prima che la paziente consulti il medico e altri quattro anni per l'identificazione e la conferma della diagnosi, dopo una media di circa cinque medici consultati. La diagnosi certa arriva, quindi, con un enorme ritardo, alla fine di un percorso lungo e psicologicamente gravoso;

gli studi evidenziano come, recentemente, il trend sia in aumento nelle donne in periodo riproduttivo, dove la difficoltà maggiore è quella di fare diagnosi per diverse motivazioni di fondo, in particolare per la scarsa conoscenza che si ha della malattia. Difatti si stima che il 58% delle donne ritiene che la sintomatologia sopra riportata sia del tutto normale, mentre il 38% dichiara di non essersi sentita presa seriamente in considerazione dal proprio medico.

Considerato che

il Parlamento Europeo ha stimato, per l'Italia, una spesa sociale annua di 6 miliardi di euro per l'endometriosi, di cui 33 milioni per le giornate lavorative perse, 126 milioni per le cure farmacologiche e 54 milioni per il trattamento chirurgico;

l’81% di donne affette da endometriosi manifesta disturbi del sonno con comprensibili effetti sulla normale vita lavorativa;

i costi delle diagnosi tardive e dei trattamenti non necessari gravano sulla spesa sanitaria pubblica e consumano risorse che potrebbero essere reinvestite in strategie più efficaci;

nonostante il formale riconoscimento di questa patologia, ad oggi, chi ne è affetto, risulta non essere tutelato.

Preso atto

del deposito della petizione popolare "per la salute di tutte le donne superiamo l'endometriosi" assegnata alla Commissione con delibera dell'ufficio di presidenza n. 35 in data 30/6/2022;

dell'audizione in Commissione parità e diritti delle persone, nonché in Commissione politiche per la salute, di associazioni e attiviste per la promozione di sensibilizzazione e sostegno alle patologie femminili anzidette, in particolare dell'endometriosi oggetto della petizione, nella seduta congiunta del 16 giugno 2022.

Impegna la Giunta regionale

- a sostenere campagne di sensibilizzazione ad evidenza pubblica, in particolare in concomitanza con la giornata mondiale di consapevolezza per l'endometriosi;

- a monitorare e implementare i PTDA esistenti, al fine di garantire un'assistenza appropriata e tempestiva che permetta di minimizzare l'incidenza e le complicanze della malattia;

- a valutare la possibilità di introdurre in sede di assestamento l'esenzione per le terapie ormonali per gli stadi già riconosciuti dai LEA e a farsi promotori a livello nazionale affinchè tutti gli stadi della patologia rientrino nei LEA.

Approvata all’unanimità dalla Commissione IV Politiche per la Salute e Politiche Sociali nella seduta del 10 gennaio 2023.

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