n.152 del 31.05.2017 (Parte Prima)
Oggetto n. 4719 - Ordine del giorno n. 6 collegato all’oggetto 4296 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive". A firma della Consigliera: Gibertoni
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
da notizie di stampa emerge che ci sono 19 milioni di italiani che fanno sport originando un business che fattura ogni anno circa 14 miliardi, tra palestre, centri sportivi, piscine, anche spiagge dove in molti stabilimenti non manca l'istruttore di ginnastica in acqua. Dei 19 milioni circa il 24% dichiarano di svolgere pratica sportiva in maniera continuativa;
un giro d'affari che ogni anno genera 5 milioni di entrate, che coinvolge 88.614 lavoratori dello sport, l’85% per cento dei quali ha un contratto flessibile, se non proprio in nero, secondo uno studio della Nidil Cgil;
un mondo, quello dello sport denuncia il suddetto studio, dominato dal sommerso, sottopagato, precario, dove non ci sono diritti, né malattia né maternità e soprattutto nessuna assicurazione;
gli occupati nel settore sono lo 0,54% contro una media UE dello 0,72 sul totale dei lavoratori, le imprese direttamente legate ad attività sportive sono quasi 35.000;
nel nostro paese esistono 45 Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e 19 Discipline Sportive Associate (DSA); 4milioni e 535mila tesserati. Decine di migliaia gli operatori diversamente inquadrati sia nelle imprese sportive che nel non profit, che generano un notevole giro economico;
la suddetta sigla sindacale, promotrice dello studio sopra richiamato, dichiara che le Federazioni sportive che oggi riconoscono il professionismo sono quattro: Calcio, Ciclismo, Pallacanestro e Golf Tutte le altre federazioni, le associazioni e le società sportive, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva e le associazioni benemerite, in totale 92 enti che organizzano la pratica sportiva in oltre 72.000 associate, considerano l'attività sportiva puro dilettantismo o volontariato. Senza considerare che nessuna disciplina e nessuna federazione riconosce lo status di professionista alle donne.
Rilevato inoltre che
il lavoro di chi aiuta gli altri a fare sport (a parte commercio e industria) ha un contratto che risale al 1981, che demanda alle singole Federazioni sportive la sua applicazione. Il che significa che esiste un popolo di invisibili (tantissime sono le onlus che se ne occupano) o le palestre, le piscine, i campetti, i circoli sportivi, che il contratto non sanno nemmeno cosa sia.
Impegna la Giunta e l'Assessore competente
a farsi carico di proporre nelle sedi di confronto Stato-Regioni il tema dell'esigenza della definizione di una disciplina legislativa organica e specifica per l'attività sportiva professionistica e quella del puro dilettantismo o volontariato, per risolvere le situazioni di precarietà strutturale e persistente, per la regolamentazione delle modalità di assegnazione per la gestione degli impianti sportivi di proprietà pubblica, per riconoscere nell'ambito delle discipline sportive lo status di professionista anche alle donne.
Approvato all’unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 30 maggio 2017