n.322 del 15.11.2021 (Parte Prima)

Oggetto n. 4221 - Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto assembleare 3715 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Revisione del quadro normativo per l'esercizio delle funzioni amministrative nel settore agricolo e agroalimentare". A firma dei Consiglieri: Amico, Daffadà, Taruffi, Zamboni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

con l’espressione “caporalato” si indica una forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera, specialmente agricola, attraverso intermediari che assumono, per conto dell’imprenditore e percependo una tangente, operai giornalieri, al di fuori dei normali canali di collocamento e senza rispettare le tariffe contrattuali sui minimi salariali. Tale complesso e allarmante fenomeno riguarda lavoratori sia italiani che stranieri ed è diffuso in tutte le aree del Paese, come hanno evidenziato più volte le indagini svolte dalla Magistratura e dall'Ispettorato del lavoro;

secondo i dati dell’Ispettorato nazionale del lavoro, riportati nel Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato 2020-2022, su oltre 7 mila accertamenti effettuati nel 2018, si è registrato un tasso di irregolarità pari al 54,8%, con oltre 5 mila lavoratori interessati dalle violazioni. Tra i lavoratori irregolari, circa il 74% erano impiegati nel settore agricolo e oltre la metà erano cittadini stranieri.

Premesso inoltre che

da tempo si registra una prolificazione di organizzazioni sindacali e datoriali di dubbia rappresentatività che siglano Contratti Collettivi di Lavoro Nazionali (CCNL) che esercitano dumping contrattuale e concorrenza sleale fra le imprese (59 CCNL solo nel settore agricolo depositati al CNEL, contro i 6 sottoscritti dalle categorie di CGIL, CISL e UIL e dalle principali associazioni datoriali);

il PDL in oggetto, nei limiti della competenza in materia della Regione, prevede la concessione di contributi e provvidenze in materia di agricoltura nel rispetto, da parte dei richiedenti, delle condizioni stabilite dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro per il personale dipendente;

per contrastare la diffusione di organizzazioni sindacali e datoriali di limitata rappresentatività che siglano Contratti Collettivi di Lavoro Nazionali (CCNL), che esercitano dumping contrattuale e concorrenza sleale fra le imprese, si ritiene opportuna l’emanazione di una legge nazionale sulla rappresentanza che dia valore generale ai CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale;

sarebbe necessaria una legge in grado di disciplinare la concessione di contributi pubblici nel rispetto delle condizioni stabilite dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro per il personale dipendente, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale.

Considerato che

l’agroalimentare è un settore economico di primaria importanza per l’Emilia-Romagna, capace di dare lavoro a circa 310 mila addetti, per un giro d’affari complessivo di circa 20 miliardi di euro e 6,2 miliardi di export. In questo quadro l’agricoltura regionale, che fa leva su circa 64.000 aziende, ha uno straordinario valore, oltre che economico, anche sociale, ambientale e culturale;

nel Patto per il Lavoro e per il Clima sottoscritto, a fine 2020, dalla Regione Emilia-Romagna e da oltre 55 sigle in rappresentanza dell’intera comunità regionale, si concorda che l’impegno delle risorse economiche avvenga nel rispetto dei contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro e aziendali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale, assicurando una gestione dei livelli occupazionali nell’ambito di corrette relazioni industriali, rispettando le norme in materia di salute e sicurezza del lavoro, puntando al rafforzamento della qualità del lavoro e delle competenze di lavoratrici e lavoratori;

si è recentemente insediata al Viminale, alla presenza del ministro dell’Interno, del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, e del presidente del Consiglio nazionale di Anci, la Consulta per l’attuazione del protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato sottoscritto il 14 luglio 2021.

Valutato che

in assenza di una legge sulla rappresentanza è utile per le finalità suddette la valorizzazione del dialogo sociale, che si pone come finalità il consolidamento e lo sviluppo della competitività delle imprese nel rispetto dei principi di stabilizzazione e qualificazione del lavoro, attraverso specifici accordi siglati con le parti sociali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale, volti a consolidare e stabilizzare l’occupazione a tempo indeterminato e determinato, o accordi siglati con le parti sociali - intese quali organizzazioni sindacali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale – che dimostrino vantaggi per i lavoratori, anche in materia di sicurezza sul lavoro.

Impegna la Giunta regionale

ad attivarsi presso il Governo ed il Parlamento affinché sia emanata una legge nazionale sulla rappresentanza, che dia valore generale ai CCNL sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale e che vincoli la concessione di contributi pubblici al rispetto delle condizioni stabilite dai contratti collettivi nazionali e territoriali di lavoro per il personale dipendente, sottoscritti dalle suddette parti sociali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale;

a inserire nei bandi, conseguenti all’approvazione del Progetto di legge collegato al presente atto, elementi di “premialità” correlati ai vantaggi per l’occupazione, comprovati da accordi siglati con le parti sociali;

a rafforzare l’azione di controllo e di contrasto dell’intermediazione illegale di mano d’opera in agricoltura, in coordinamento e collaborazione con tutti i livelli istituzionali e le organizzazioni sindacali e datoriali.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 9 novembre 2021

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