n.220 del 02.08.2023 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 6473 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare un'interlocuzione con ANCI ed Enti Locali per la migliore circolazione delle buone pratiche esistenti sull'accesso all'identità alias e per consentire ai diversi enti di adottare in materia indirizzi e pratiche uniformi, consultando anche l'Osservatorio previsto dalla L.R. 15/2019. A firma dei Consiglieri: Amico, Piccinini, Mori, Caliandro, Rossi

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

PREMESSO CHE

in Italia, secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, il numero totale delle persone transgender è di circa 400mila individui;

il percorso di affermazione di genere è regolato dalla legge n.164 del 1982 “Norme in materia di rettificazione dell’attribuzione del sesso”;

tale norma richiede per accedere alla modifica dell’attribuzione sessuale:

- l’autorizzazione all’intervento medico-chirurgico, dopo una fase di valutazione psichiatrica e una endocrinologica;

- solo in un secondo momento, la modifica dei documenti di identità;

con la sentenza n. 15138 del 2015 della Corte di Cassazione è stato stabilito che il trattamento chirurgico di demolizione degli organi sessuali non è indispensabile per rettificare l’attribuzione di sesso, concetto poi ribadito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 221 del 2015.

CONSIDERATO CHE

nonostante le modifiche alla legge 164/1982, il percorso di affermazione di genere rimane molto medicalizzato, lungo e costoso;

le persone che intraprendono tale percorso vivono in un limbo giuridico-amministrativo con documenti incongruenti rispetto all’identità che essi stessi affermano.

EVIDENZIATO CHE

con carriera alias, identità alias, profilo alias, si intende una procedura amministrativa, sulla base di un accordo tra l’ente e un individuo, che prevede la possibilità di modificare in registri e atti interni il nome anagrafico con quello che la persona ha scelto per se stessa, all’interno di un percorso di affermazione della propria identità di genere;

per accedere a un’identità alias non è necessario aver completato il percorso di riassegnazione del genere, ma – nelle more del percorso previsto dalla legge 164/1982 e successive modificazioni – questo consente di anticipare l’utilizzo del nome di elezione;

sono in aumento costante le richieste di accesso all’identità alias indirizzate agli enti pubblici. Ogni ente coinvolto si muove attualmente in autonomia, domandando ai richiedenti di produrre documenti diversi. Questa condizione inibisce ulteriormente una materia già di per sé complessa e per la quale le informazioni scarseggiano.

SOTTOLINEATO CHE

la maggioranza degli atenei universitari pubblici (oltre 40 in Italia) riconosce la possibilità di accedere alla carriera alias. Un fenomeno in larga diffusione anche per quanto riguarda le scuole secondarie di primo e secondo grado;

in seguito all’approvazione nel 2022 da parte della Giunta delle “Linee di Indirizzo operative per il superamento delle discriminazioni basate sull’identità di genere (Piano 2022/2023)”, il Comune di San Lazzaro ha emanato il “Regolamento per l’attivazione e la gestione dell’Identità alias sulla base del principio di autodeterminazione di genere”. Questo documento tutela e gestisce l’attivazione dell’Identità alias per il personale, anche a tempo determinato, impiegato presso l’amministrazione comunale;

il 16 maggio 2022 il Consiglio comunale di Milano ha approvato una mozione per istituire un registro dedicato alle persone trans, la cui corretta identità di genere non è stata ancora riconosciuta dallo Stato. Lo scopo di questo registro è garantire un’identità alias, riportando il nome d’elezione sui documenti di competenza del Comune;

lo scorso 26 settembre è stata presentata al Consiglio comunale di Reggio Emilia la mozione “Identità alias e piena autodeterminazione per le persone transgender” che impegna il sindaco e la Giunta a adottare linee guida per accedere all’identità alias a disposizione dei servizi amministrativi e degli enti a loro collegati, tenendo come punto fermo la non patologizzazione delle persone trans.

IMPEGNA LA GIUNTA E L’ASSESSORE COMPETENTE

a consultare le associazioni LGBTQI+, nell’ambito dell’Osservatorio previsto dalla “Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” (L.R. 15/2019), per un esame approfondito di quanto realizzato e delle prassi adottate finora da atenei, enti locali, agenzie di trasporto e altri soggetti;

ad avviare un’interlocuzione con ANCI ed Enti Locali per la migliore circolazione delle buone pratiche esistenti sull’accesso all’identità alias e per consentire ai diversi enti di adottare in materia indirizzi e pratiche uniformi e comunque nel rispetto del percorso previsto dalla legge 164/1982 e successive modificazioni, come peraltro ribadito anche all’art. 1 della L.R. 15/2019.

Approvata a maggioranza dalla Commissione per la parità e per i diritti delle persone nella seduta del 20 luglio 2023.

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