n.38 del 15.02.2023 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 6262 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad approfondire le istanze dell'Ispettorato nazionale del lavoro anche attraverso l'interlocuzione con le sigle sindacali e le rappresentanze locali dello stesso, sollecitando Governo e Parlamento a intervenire investendo sull'organico e sulla formazione degli ispettori del lavoro, anche al fine di garantire la tutela dei lavoratori impiegati nei settori economici e di contribuire al contrasto del fenomeno delle morti sul lavoro. A firma dei Consiglieri: Rossi, Caliandro, Sabattini, Zappaterra, Mori, Pillati, Daffadà, Marchetti Francesca, Mumolo, Gerace, Amico, Rontini, Fabbri, Bulbi, Zamboni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la categoria degli ispettori del lavoro versa da anni in situazione di difficoltà, caratterizzata da carenze di organico, responsabilità sempre più pesanti e stipendi non adeguati alle competenze assegnate.

Se da un lato, per farvi fronte, il Governo durante la XVIII Legislatura ha rafforzato il ruolo dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) con l’assunzione di 2.480 nuovi funzionari, dall’altro ha escluso gli ispettori del lavoro dagli adeguamenti retributivi previsti per i dipendenti ministeriali con Legge di Bilancio 2020, che con lo stanziamento di 80 milioni di euro ha armonizzato le “indennità di amministrazione” sui trattamenti accessori, attraverso una perequazione di tutti i contratti del comparto Funzioni Centrali.

Secondo un’interpretazione restrittiva della norma in oggetto, un difetto di esplicitazione normativa, l’armonizzazione riferita ai dipendenti dei ministeri non si estende al personale delle agenzie strumentali ai dicasteri stessi, come l’Ispettorato nazionale del lavoro, nonostante all’interno della struttura sia applicato il medesimo contratto nazionale dei ministeri, con gli stessi trattamenti salariali e normativi.

Considerato che

il 18 marzo 2022 i dipendenti dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) e dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal) hanno partecipato ad una giornata di sciopero davanti al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali promossa dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi per manifestare contro l’esclusione del personale dei due enti dall’armonizzazione sopracitata, nonché per denunciare lo stato complessivo della categoria.

Questa manifestazione ha visto la partecipazione dei dipendenti delle sedi locali dell’Ispettorato del lavoro, comprese quelle emiliano-romagnole.

A seguito della mobilitazione, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando ha accordato un incontro con le sigle sindacali per il 30 marzo 2022, che tuttavia ha portato ad un nulla di fatto, per discutere il tema in oggetto e più in generale lo stato del settore, da tempo in difficoltà a livello di organico in tutto il Paese.

Considerato inoltre che

le azioni portate avanti dal Governo lo scorso marzo, secondo le sigle sindacali, non sono state sufficienti, e la promessa di adeguare le buste paga degli Ispettori del Lavoro a quelle degli altri ministeriali non si è tramutata nel concreto. Per questo Inl e Anpal, oltre 4mila dipendenti in totale, sono tornate in stato di agitazione dal 24 novembre 2022 e hanno scioperato nuovamente il 12 dicembre scorso, chiedendo all’attuale Governo un intervento di adeguamento nella legge di bilancio nazionale prossima alla discussione in Parlamento.

Successivamente agli scioperi e dopo nuova interlocuzione con l’attuale Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Elvira Calderone, attraverso il maxi emendamento del Governo alla Legge di Bilancio nazionale 2023, è stata inserita la perequazione dei contratti per i dipendenti di Inl e Anpal solo a far data da gennaio 2023, riconoscendo pertanto ai dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro il diritto a ricevere l’armonizzazione dell’indennità di amministrazione, ma non per le annualità precedenti a partire dal 2020, come per gli altri dipendenti dei Ministeri.

Reso noto che

in Emilia-Romagna il personale addetto alle ispezioni sul lavoro è diminuito negli ultimi anni, con una costante riduzione del numero di unità ispettive che rende oltremodo difficile il compito degli Ispettorati territoriali.

Al contempo, i numeri degli infortuni sul lavoro sono aumentati da Piacenza a Rimini, passando in un anno da 67.816 a 74.066, con un incremento percentuale del 9,22%, consistentemente superiore alla media nazionale.

Con riguardo agli irregolari e al lavoro nero, a titolo di esempio, nel 2021 nel riminese sono state definite 296 pratiche di vigilanza ordinaria con un tasso di irregolarità del 73% ed un numero di lavoratori in nero pari a 72 su 277 irregolari, in crescita rispetto all’anno precedente.

Secondo i dati Inail inoltre, le malattie professionali sono passate da 4.136 del 2020 a 5.578 del 2021, a dimostrazione della necessità di rafforzare il sistema di controllo e tutela degli Ispettorati del Lavoro.

L’Emilia-Romagna è comunque tra le regioni che effettuano più ispezioni in Italia (circa 20.440 nel 2019 in tutta la penisola) e secondo un report curato dalla Cisl, nel 2020 in regione sono state effettuati appena 1.684 accertamenti, di cui solo 271 in edilizia, e riscontrate 323 violazioni.

Dato atto che

l’Ispettorato nazionale del Lavoro, come anticipato, aveva in programma di assumere nel corso del 2022 il numero di 2.480 nuovi ispettori, con un incremento del 65% rispetto alle dotazioni precedenti. Tra questi, i primi 300 funzionari amministrativi avrebbero dovuto prendere servizio il primo aprile nelle sedi territoriali, ed entro maggio si sarebbero dovuti immettere in ruolo 900 ispettori e 131 funzionari amministrativi.

Dalle recenti notizie nazionali tuttavia, pare che la percentuale di rinuncia dei vincitori dei concorsi promossi si sia attenuto intorno al 70%, complice la mancata risposta da parte del Governo precedente e attuale sulle azioni normative e di rafforzamento degli organici da intraprendere con urgenza, parallelamente all’aumento dei numeri dei dipendenti ed all’investimento formativo per gli ispettori del lavoro.

Dato atto inoltre che

la richiesta dei sindacati che hanno appoggiato la protesta nazionale del marzo e del dicembre 2022 e che sollecitano un intervento da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è quella di aumentare ulteriormente ed urgentemente il personale addetto alle ispezioni.

L’incremento dei controlli e delle ispezioni garantito dall’aumento del personale favorirebbe un maggior rispetto delle norme di sicurezza, soprattutto nei settori più a rischio per le morti sul lavoro.

La carenza di personale mette peraltro a rischio uno degli obiettivi del Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, che chiede di aumentare del 20% entro il 2024 il numero di ispezioni rispetto alla media degli anni 2019-2021.

Evidenziato che

in questo contesto continuano a crescere gli incidenti sul lavoro a livello nazionale, anche con riguardo ad alcuni settori particolarmente esposti al fenomeno come quello edilizio, che ha visto un aumento di attività dovuto ad incentivi come il Superbonus 110%.

Più in generale, a titolo esemplificativo, nei primi due mesi del 2022 le denunce arrivate all’Inail sono state 121.994, con un aumento del 47,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. I morti sul lavoro sono stati 114, +9,6% sullo scorso anno, ed in aumento sono anche le patologie di origine professionale, 8.080 da gennaio ad aprile 2022 (+3,6%).

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

ad approfondire le istanze dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), anche attraverso l’interlocuzione con le sigle sindacali e le rappresentanze locali dello stesso e a sollecitare il Governo in tutte le sedi istituzionali opportune e per il tramite dei parlamentari eletti nelle circoscrizioni emiliano-romagnole ad intervenire complessivamente sulla situazione della categoria, che versa da anni in condizioni di difficoltà crescente, investendo sull’organico e sulla formazione degli ispettori del lavoro, anche al fine di garantire la tutela dei lavoratori impiegati nei vari settori economici e di contribuire al contrasto del fenomeno delle morti sul lavoro.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 25 gennaio 2023

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