n.215 del 03.07.2024 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 8394 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare, da parte della Regione Emilia-Romagna e degli Enti controllati, gli appalti etici al fine di tenere conto di eventuali violazioni dei diritti umani e/o del diritto internazionale da parte degli operatori economici e quindi di escludere tali soggetti in fase di valutazione delle offerte. A firma della Consigliera: Zamboni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

nel giugno 2011 il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite (ONU) ha adottato all’unanimità un documento preparato dal Prof. John G. Ruggie, allora Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU, intitolato “Principi Guida su Imprese e Diritti Umani” (Guiding Principles on Business and Human Rights). Tale documento definisce un insieme di regole di comportamento in materia di diritti umani sia per le imprese sia per gli Stati che hanno il compito di controllarle, e risponde alla necessità di colmare il vuoto normativo esistente a livello internazionale riguardo ai potenziali impatti negativi dell’attività imprenditoriale sulla protezione dei diritti dell’uomo;

i 31 Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani sono un insieme di standard di comportamento che poggia sui tre pilastri del Protect, Respect and Remedy framework. Gli Stati hanno l’obbligo di proteggere i diritti umani contro violazioni ed abusi (State duty to protect: primo pilastro), le imprese hanno la responsabilità di rispettarli (responsibility to respect: secondo pilastro), comportandosi secondo diligenza per evitarne la violazione e per affrontare gli impatti negativi che possono derivare dalle proprie attività. Sia gli Stati che le imprese sono tenuti, secondo il terzo pilastro (Remedy) a garantire l’accesso a rimedi effettivi in caso di violazione dei diritti umani. I Principi Guida sono uno strumento di soft law e come tale non introducono obblighi giuridici in capo alle imprese;

di seguito si riportano alcuni dei 31 Principi Guida più significativi:

Principio n. 4: “Gli Stati dovrebbero adottare le misure aggiuntive necessarie per assicurare la protezione contro le violazioni dei diritti umani compiute da imprese che sono di loro proprietà o sottoposte al loro controllo”;

Principio n. 5: “Gli Stati dovrebbero esercitare un controllo adeguato al fine di adempiere i propri obblighi internazionali in materia di diritti umani quando appaltano ad imprese la prestazione di servizi che possono avere un impatto sui diritti umani, o nel caso in cui legiferino in materia”;

Principio n. 6: “Gli Stati dovrebbero promuovere il rispetto dei diritti umani da parte delle imprese con cui essi pongono in essere delle transazioni commerciali”;

Principio n. 7: “Dal momento che il rischio di gravi violazioni dei diritti umani è più elevato in aree affette da conflitto, gli Stati dovrebbero fare in modo da garantire che le imprese operanti in tali contesti non siano coinvolte in violazioni”. A tal fine si sottolinea la necessità di “rifiutare l’accesso al sostegno e ai servizi pubblici a quelle imprese che siano coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani e che si rifiutino di cooperare per affrontare la situazione”.

Considerato che

in attuazione dei Principi Guida delle Nazioni Unite su Imprese e Diritti Umani, l’Italia è stata tra i primi Paesi al mondo a dotarsi, nel 2016, di un Piano d’Azione Nazionale (PAN) in tema di Impresa e Diritti Umani (Business and Human Rights - BHR);

facendo seguito al primo PAN BHR per il quinquennio 2016-2021, il Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU) ha pubblicato in data 10 dicembre 2021 il secondo piano quinquennale (PAN BHR 2021-2026). Tra i temi-chiave sono stati introdotti: il rating di legalità; la responsabilità amministrativa delle imprese; il lavoro irregolare e il settore agricolo; lo sfruttamento di migranti e la tratta di esseri umani; la cooperazione internazionale allo sviluppo; le categorie vulnerabili; i temi di genere; l’ambiente; i diritti dei minori e degli adolescenti; il principio del diversity management nel contesto imprenditoriale;

nella sezione “Appalti pubblici”, viene sottolineato che l’Italia “aderisce pienamente al principio dell’appalto socialmente responsabile ed è impegnata nell’assicurare che il rispetto dei diritti umani sia preso in considerazione in tutte le fasi dell’appalto”.

Sottolineato che

l’art. 57 (4) (c) della Direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014 sugli appalti pubblici recita al comma 4 dell’articolo 57: “Le amministrazioni aggiudicatrici possono escludere, oppure gli Stati membri possono chiedere alle amministrazioni aggiudicatrici di escludere dalla partecipazione alla procedura d’appalto un operatore economico […] se l’amministrazione aggiudicatrice può dimostrare con mezzi adeguati che l’operatore economico si è reso colpevole di gravi illeciti professionali, il che rende discutibile la sua integrità”.

Ricordato che

nel dicembre 2021 è stato sottoscritto in Regione il Protocollo d’Intesa tra Regione Emilia-Romagna e Cgil-Cisl-Uil ER in materia di legalità e appalti. Tra gli obiettivi primari del protocollo c’è il contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Particolare attenzione viene prestata alla presenza di imprese irregolari e cooperative spurie, caporalato, evasione fiscale e contributiva, irregolarità contrattuali. Con il Protocollo viene anche assicurato l’impegno da parte delle stazioni appaltanti a effettuare un confronto preventivo all’avvio delle procedure di appalto con i soggetti firmatari e le Organizzazioni sindacali firmatarie. A sostegno della legalità vengono anche rafforzati i requisiti qualitativi e reputazionali nelle procedure di assegnazione degli appalti, incentivando imprese e operatori economici più affidabili, iscritti agli elenchi di merito.

Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale e se stessa

ad adottare, da parte della Regione Emilia-Romagna e degli Enti controllati, gli appalti etici al fine di tenere conto di eventuali violazioni dei diritti umani e/o del diritto internazionale da parte degli operatori economici e quindi di escludere tali soggetti in fase di valutazione delle offerte;

a inserire il requisito etico legato al rispetto dei diritti umani nel “Protocollo d’Intesa tra Regione Emilia-Romagna e Cgil-Cisl-Uil ER in materia di legalità e appalti”.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana dell’11 giugno 2024

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