n. 41 del 14.03.2012 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 2335 - Risoluzione proposta dai consiglieri Manfredini, Bernardini, Cavalli, Defranceschi, Bartolini, Noè, Bignami, Corradi, Naldi e Monari per invitare la Giunta a porre in essere azioni, anche presso l'Università di Bologna e la Soprintendenza Regionale per i Beni Culturali, al fine di garantire il recupero e la conservazione della Pieve di Pastino, sita nel comune di Ozzano (BO)
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
nelle colline a sud-est di Bologna, all’interno del Parco regionale dei Gessi bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, in comune di Ozzano Emilia in località Settefonti, si trova la Pieve di Pastino (nota 1), uno dei più antichi monumenti e siti archeologici dal periodo Tardo Antico al periodo Medievale;
la Pieve si trova oggi in uno stato di abbandono e degrado che ne lascia presagire un crollo imminente, con notevoli danni sia per la memoria storica e culturale conservata nel paesaggio della zona sia per il valore turistico che il Parco riveste per l’intera Regione Emilia-Romagna;
il complesso della Pieve di Pastino è sottoposto a vincoli da parte della Soprintendenza regionale per i Beni Culturali e paesaggistici, dichiarati nel 2004 e rettificati nel 2010;
risulta di proprietà dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna che, con avviso d’asta Rep. 3310/2011 del 6 dicembre 2011, ripubblicato con rettifiche il 30 gennaio 2012, intende procedere alla vendita del complesso immobiliare, identificato come ‘Lotto 3’, per mezzo di asta pubblica che si terrà il 23 febbraio 2012, indicando in Euro 652.000,00 il prezzo base e in Euro 65.200,00 il deposito a garanzia dell’offerta.
Dato atto che
per cercare di salvare l’antica Pieve è in atto una mobilitazione di cittadini, archeologi, restauratori, storici, ambientalisti, associazioni e istituzioni pubbliche;
il Consiglio comunale di San Lazzaro di Savena all’unanimità, in data 20 dicembre 2011, ha approvato una mozione per salvare la Pieve;
la Giunta regionale, appositamente interrogata (nota 2) sullo stato di conservazione della Pieve di Pastino, ha precisato che;
- nel Piano Territoriale del Parco rientrano la tutela del paesaggio agrario e la conservazione e tutela delle testimonianze storiche dell’insediamento umano. Negli ultimi dieci anni, infatti, sono stati eseguiti interventi su diversi beni di interesse storico o archeologico quali la Chiesa e campanile di Settefonti;
- l’ente parco assicura il proprio impegno ad agevolare al massimo le iniziative di conservazione degli edifici in questione;
la Provincia di Bologna, in sede di Commissioni congiunte Sesta e Settima, si è riunita il 27 gennaio 2012 per discutere sul recupero della Pieve di Pastino, ed in quella sede:
- il prof. Ferrari dell’Università di Bologna ha spiegato che l’Università nel 1996 aveva sottoscritto un accordo di programma per cedere gratuitamente la Pieve al Comune di Ozzano, dato che i vincoli posti dalla Soprintendenza prevedevano la cessione esclusivamente ad ente pubblico ed anche a titolo gratuito; successivamente la stessa Soprintendenza ha ‘rilassato’ i vincoli consentendone la cessione anche a privati, pur mantenendo la fruizione del sito al pubblico;
- il dott. Riso, responsabile del settore patrimonio dell’Università di Bologna ha riferito che la Soprintendenza regionale, nel decreto di autorizzazione a vendere ha indicato tra le destinazioni d’uso, la possibilità di attività culturali, ricettive, terziarie e di residenza.
Considerato necessario salvaguardare la Pieve, per il valore storico, archeologico, ambientale che riveste, garantendone la fruibilità pubblica ed una destinazione culturale e museale, così come negli anni scorsi è stato fatto per la Chiesa e campanile di Settefonti, l’ex cava a Filo, l’oratorio dei Boschi, gli scavi archeologici di epoca romana e gli scavi paleontologici.
Visto l’articolo 107 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa.
Invita la Giunta regionale
ad attivarsi con urgenza presso l’Università di Bologna, la Soprintendenza regionale per i Beni Culturali, e tutte le istituzioni pubbliche interessate, affinché si garantisca il recupero e la conservazione della Pieve di Pastino, il mantenimento della fruibilità pubblica del sito ed una destinazione di natura esclusivamente culturale, museale e archeologica.
Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 28 febbraio 2012
(nota 1) Attestata fin dal 1027, la Pieve di Pastino è sicuramente uno degli edifici più importanti da inserire nel circuito delle pieve del territorio bolognese. Intitolata a San Giovanni Battista, è oggi ridotta a pochi ruderi che si trovano poco lontani dal comune di Ozzano, verso Settefonti. L’antica pieve sorgeva in un punto estremamente panoramico, dal quale si domina la pianura. Il nome, secondo una leggenda, deriva da un precedente tempio pagano dedicato a Pan. Del nobile passato oggi rimane solo il semplice oratorio; nei muri del vicino edificio rurale cinquecentesco, costruito utilizzando materiali della vecchia pieve (lapidei, frr di marmi e mattoni d’età romana), sono inseriti blocchi di selenite ed elementi decorativi. L’inconfondibile profilo della vecchia torre campanaria emerge, dalla fitta boscaglia, sulla sommità del colle di Settefonti. Fa parte dei notevoli ruderi, restaurati a cura del Parco, della seicentesca parrocchia di S. Maria, situata al centro di un borgo medioevale fortificato, di cui restano tracce delle mura (della chiesa sono emerse strutture murarie e l’abside in selenite risalenti al XI secolo). Alla base del colle, all’inizio di Via Medali, è presente il piccolo cimitero storico e un’area attrezzata per la sosta.
(nota 2) Interrogazione oggetto 1748 del Capogruppo Lega Nord Mauro Manfredini.