n.73 del 17.03.2021 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2131 - Risoluzione per impegnare la Giunta regionale ad attivare un tavolo di confronto permanente con le altre istituzioni interessate del territorio regionale, per valutare le migliori e più adatte iniziative mirate al sostegno del Terzo settore. A firma dei Consiglieri: Zappa-
terra, Costi, Mori, Montalti, Paruolo, Maletti, Caliandro, Tarasconi, Pillati, Amico, Taruffi, Pigoni, Daffadà, Sabattini, Bondavalli, Costa, Rossi, Mumolo, Bulbi, Marchetti Francesca, Soncini, Fabbri, Zamboni, Rontini

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la Regione Emilia-Romagna, nell'ambito delle proprie competenze, ai sensi degli articoli 45 e 117 della Costituzione, e fermi restando i propri atti di programmazione, ha sempre riconosciuto l’importanza sociale e l’importante apporto al territorio dato dal mondo dell’associazionismo e del volontariato espresso dalle Cooperative sociali, dalle Associazioni di promozione sociale (APS) e dalle Organizzazioni di Volontariato (OdV);

a tal proposito, con la legge regionale n. 34 del 2002, la Regione ha istituito il registro regionale delle Associazioni di promozione sociale, riconosciuto il ruolo dell'associazionismo come espressione di impegno sociale e di autogoverno della società civile, anche per valorizzarne la funzione di partecipazione alla vita della comunità regionale; ha favorito il pluralismo e l'autonomia delle associazioni sostenendone le attività e favorendo i rapporti delle stesse con le istituzioni pubbliche, pur nel rispetto dell'autonomia delle associazioni stesse.

Evidenziato che

nell’emergenza pandemica Covid, il mondo del Terzo Settore ha contribuito fattivamente a fronteggiare il contagio, mettendo a disposizione le proprie risorse sia in termini economici che in termini di forza lavoro volontaria, occupandosi delle esigenze dei meno abbienti e dei soggetti fragili, offrendo supporto alle Istituzioni locali, sia in modo diretto, che indiretto.

Sottolineato che

da un’analisi svolta, nell’aprile del 2020, dal Coordinamento Regionale degli Enti Gestori dei Centri di Servizio per il Volontariato della Regione Emilia-Romagna avente ad oggetto la ricognizione e rilevazione delle attività degli ETS (Enti Terzo Settore) della Regione per l’emergenza Coronavirus, a cui hanno partecipato quasi 1.400 Enti, sono emersi dati non confortanti per il settore: ben 567 Enti hanno cessato le proprie attività a causa dell’impossibilità di rispettare i Decreti Governativi antiCovid; mentre altri 160 Enti hanno cessato la propria attività per mancanza di dispositivi di protezione e mancanza di volontari; relativamente agli Enti che hanno continuato l’attività nel periodo Covid, ben 616 di essi hanno riscontrato come principali problematiche la carenza di dispositivi medici, di risorse economiche per coprire nuove spese e la mancanza di beni di prima necessità;

la maggior parte delle attività svolte concretamente da detti Enti consiste nell’attività di consegna di beni di prima necessità, quali consegna di farmaci, spesa, etc. (275 Enti) a soggetti fragili anche in collaborazione con enti locali; distribuzione di cibo a Caritas, empori sociali, etc. (158 Enti), ascolto telefonico e supporto psicologico (238 Enti), volontariato presso Protezione civile (105 Enti), trasporto sociale (89 Enti). A seguire, Enti che gestiscono dormitori (20 Enti), docce per persone in difficoltà (9 Enti), Gestione Centri Antiviolenza (19 Enti). Altri 180 Enti si sviluppano su competenze trasversali alle suddette.

Considerato che

l’azione regionale ha risposto alle difficoltà economiche del Terzo Settore derivanti dalla pandemia supportandone i progetti: nel solo bando di luglio 2020 sono state accolte ben 675 richieste di enti e associazioni no-profit dell'Emilia-Romagna, incrementando l’iniziale investimento di 2,5 milioni di euro di ulteriori 716.000,00 euro, arrivando ad una risposta che cuba oltre 3 milioni di euro, per un riconoscimento medio per ogni Ente di circa 4.709,00 euro;

per quanto riguarda l’analisi territoriale, l’importo suddetto, pari ad euro 3.178.934 sarà così distribuito fra le Province della Regione: a Bologna 758.442 euro, a Modena 533.969 euro, a Ferrara 379.192 euro, a Parma 364.935 euro, a Reggio Emilia 350.546 euro, a Ravenna 296.294 euro, a Forlì-Cesena 229.601 euro, a Piacenza 135.135 euro e a Rimini 130.815 euro;

le risorse provengono dalla quota complessiva dei fondi messi a disposizione delle Regioni dal Ministero del Lavoro e Politiche sociali, in base all'accordo di programma sottoscritto anche con l’Emilia-Romagna per favorire la realizzazione di interventi particolarmente innovativi da parte del Terzo settore; una realtà che in Emilia-Romagna comprende 3.086 organizzazioni di volontariato e 4.283 associazioni di promozione sociale.

Ritenuto che

l’azione regionale debba necessariamente continuare verso una duplice ottica: quella di finanziare i progetti e le attività del Terzo Settore, ma anche di riconoscere a tali Enti benefici patrimoniali, seppur temporanei e connessi all’emergenza, per l’attività che stanno svolgendo a servizio di tutta la comunità, al fianco delle Istituzioni Locali, anche concedendo a tali enti nuovi strumenti finanziari a garanzia di azioni che gli stessi intendono intraprendere, nel rispetto della loro autonomia organizzativa, che va tutelata senza strumentalizzazioni e rispettata.

Tutto ciò premesso e considerato,

Impegna la Giunta regionale

ad attivare un tavolo di confronto permanente, coinvolgendo anche altre Istituzioni interessate del territorio regionale, ed in particolar modo l’ANCI Emilia-Romagna, con l'obiettivo di valutare, nell'ambito delle azioni regionali percorribili, le migliori e più adatte iniziative mirate al sostegno di tale settore strategico, quali la sospensione dei canoni delle locazioni negli immobili di proprietà regionale e la revoca immediata, sino alla fine dell’emergenza sanitaria, di eventuali azioni di messa in mora attivate dal marzo 2020;

ad attivare un fondo di rotazione, dedicato alle Associazioni di Promozione Sociale iscritte nel registro regionale, adattando ed integrando le condizioni di accesso alle mutate esigenze COVID;

ad introdurre tutte le iniziative di sensibilizzazione per le necessarie modifiche a livello nazionale delle misure legate alle attività ricreative e culturali e delle Associazioni di Promozione Sociale, a cominciare dal tema della somministrazione di alimenti e bevande, superando un principio di discriminazione evidente.

Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 23 febbraio 2021

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