n.295 del 02.11.2017 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 4483 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad intraprendere una attività di coordinamento con le società di trasmissione e di distribuzione tesa a concordare piani di intervento per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle linee elettriche, con particolare riferimento alle aree montane, ponendo inoltre in essere azioni volte a migliorare il servizio fornito e ad evitare le interruzioni dello stesso. A firma dei Consiglieri: Serri, Calvano, Bagnari, Campedelli, Caliandro, Ravaioli, Cardinali, Sabattini, Paruolo, Zoffoli, Tarasconi, Bessi, Lori, Zappaterra, Mumolo, Mori, Rontini, Montalti
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
per assicurare uguali condizioni di base per lo sviluppo socio economico tra i territori, segnatamente tra aree forti e aree deboli della nostra regione, è necessario intervenire sui principali deficit infrastrutturali e di servizi presenti, che sono un fattore fortemente limitante la crescita ed il consolidamento delle realtà produttive ed industriali e della stessa tenuta da un punto di vista sociale e demografico delle comunità locali;
le aree con minore densità di popolazione, di imprese, di servizi, tassi di spopolamento, preoccupante invecchiamento della popolazione, sovente sono caratterizzate da storici gap in tema di servizi pubblici, collegamenti viari, connessioni di importanza e rilievo nazionale, livelli di qualità delle forniture di energia elettrica.
Ritenuto che
per favorire una politica di riequilibrio e di pari accesso alle opportunità che vengono offerte ai territori, il tema dell’energia è dirimente; la qualità dell’energia elettrica è infatti un argomento che sta assumendo sempre più importanza.
Preso atto che
per quanto attiene le forniture di energia elettrica, il territorio italiano viene suddiviso in ambiti di concentrazione: l’alta concentrazione comprende i territori comunali con popolazione superiore a 50.000 abitanti; l’ambito a media concentrazione comprende i territori comunali con popolazione compresa tra 5.000 e 50.000 abitanti; l’ambito a bassa concentrazione comprende i territori comunali con popolazione inferiore a 5.000 residenti;
per ogni ambito territoriale o di concentrazione sono consentiti e previsti dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (nel seguito Autorità) valori e frequenze di interruzioni del servizio di erogazione differenti;
le interruzioni possono avere varie origini (possono essere originate sulla rete di trasmissione nazionale o possono essere provocate da cause di forza maggiore o da cause esterne) oppure possono essere di responsabilità dell'esercente il servizio di distribuzione;
le interruzioni possono essere distinte tra quelle "con preavviso" (notificato almeno un giorno prima) e quelle "senza preavviso" e che le interruzioni "senza preavviso" a loro volta vengono classificate in lunghe, brevi e transitorie;
a seconda degli ambiti di concentrazione, l’Autorità ha introdotto differenti limiti di tolleranza per le interruzioni e specifici livelli di continuità.
Evidenziato che
da indagini ad hoc è stato riscontrato come gli utenti del sistema elettrico italiano mostrano elementi di insoddisfazione relativamente alla qualità della tensione;
in tema di sbalzi di tensione, dai dati disaggregati per ampiezza del comune di residenza, si osserva per gli utenti che risiedono in comuni con meno di 2.000 abitanti, la percentuale di buona soddisfazione è significativamente inferiore rispetto alla media nazionale, con valori in calo negli ultimi anni, poiché si registra un numero maggiore di episodi di interruzione del servizio;
le varie tipologie di consumatore di energia elettrica (industriale, servizi commerciali, servizi pubblici) sono sensibili in modo differente ai diversi disturbi di qualità della tensione. In particolare i clienti industriali sono di norma maggiormente sensibili a disturbi di qualità della tensione;
ci sono importanti risvolti di tipo economico generati dalle disfunzionalità del sistema di distribuzione;
le principali motivazioni economiche, tecniche e sociali risiedono nel fatto che gli utenti del sistema elettrico italiano sopportano costi significativi associati a problemi di qualità del servizio;
si tratta di costi diretti causati dalle micro interruzioni, di intensità diversa per i diversi settori industriali (più alti sono quelli registrati per i settori delle macchine elettriche), ma complessivamente comunque ingenti;
ma si tratta anche di costi indiretti, che fanno riferimento agli investimenti sostenuti dai clienti industriali - soprattutto in alcuni settori - in sistemi di desensibilizzazione quali gli apparecchi UPS (Uninterruptible Power Supply), che riducono o neutralizzano parzialmente i costi diretti. Si tratta però di soluzioni parziali, che sovente non sono in grado di contrastare molte micro interruzioni che non consentono di far scattare i sistemi di emergenza;
così le macchine sovente si starano o si bloccano e occorre procedere alla riprogrammazione.
Considerato che
purtroppo anche in presenza di impianti del distributore e del cliente adeguatamente coordinati e allineati ai migliori standard tecnologici, è comunque prevedibile la presenza di un numero fisiologico di interruzioni e buchi di tensione;
i buchi di tensione e la riduzione temporanea della tensione e le interruzioni che possono essere senza preavviso, brevi, sono la causa più frequente di problemi connessi alla qualità della fornitura: possono comportare irregolarità nel funzionamento dei motori, malfunzionamenti di apparati elettronici digitali e di dispositivi elettronici di potenza, spegnimento di lampade a scarica con ritardo di riaccensione, danni ai relè e i teleruttori, ecc.;
le conseguenze dei buchi di tensione e delle interruzioni brevi sono molto variabili, a seconda della tipologia degli impianti elettrici e delle singole apparecchiature, nonché del processo produttivo e in particolare del grado di integrazione dell'automazione, oltre che delle modalità di utilizzo degli altri vettori energetici (aria, vapore, acqua);
da uno studio commissionato dall’Autorità al Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, emerge che il costo dovuto alle micro interruzioni per i clienti industriali, ripartibili in due grandi categorie, i costi diretti e i costi indiretti, sono stimabili in: - costi diretti per i settori industriali osservati: oltre 300 milioni €/anno; - costi indiretti totali annui per micro interruzioni per il sistema economico italiano stimati in 195 milioni €/anno;
quindi la stima dei costi totali annui sostenuti dai clienti industriali per le micro interruzioni porta a valori che si aggirano sui 500 Milioni €/anno. Ma si tratta di stime (peraltro risalenti al 2006), che consentono sostanzialmente più che altro di dare la giusta dimensione al fenomeno, che genera dei costi molto importanti alle imprese che subiscono queste disfunzioni;
da oltre 10 anni (dal 2005), l’Autorità aveva individuato la necessità e l’urgenza di realizzare “Azioni di contenimento finalizzate in via prioritaria alle interruzioni transitorie, ai buchi di tensione nonché alle variazioni della tensione di alimentazione”.
Valutato che
uno dei più importanti fattori di qualità del servizio di erogazione di energia elettrica è la continuità del servizio ovvero la mancanza di interruzioni nella fornitura dell'energia elettrica;
le popolazioni e soprattutto le imprese delle aree appartenenti agli ambiti di bassa concentrazione ovvero in larga parte delle aree montane subiscono un forte svantaggio competitivo derivato dalla minore qualità del servizio di fornitura di energia elettrica;
pur consapevoli che i clienti/utenti, se interessati da disturbi della qualità della fornitura, possono valutare di realizzare azioni di immunizzazione dei propri carichi e introdurre soluzioni tecnologiche per la minimizzazione del danno, che però non si azzera comunque, si ritiene che il distributore di energia elettrica debba farsi carico direttamente di introdurre soluzioni per il miglioramento del servizio, la minimizzazione dei costi a carico delle imprese che subiscono il disservizio, in generale di una politica d’investimento maggiormente attenta a contrastare le criticità delle aree marginali del territorio regionale, prime tra tutte l’Appennino e le aree interne del ferrarese così come individuate dal Ministero per la Coesione.
Tutto ciò premesso e considerato
invita la Giunta
ad intraprendere una attività di coordinamento con le società di trasmissione e di distribuzione tesa a concordare piani di intervento per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle linee elettriche, con particolare riferimento alle aree montane;
collaborare attivamente nella definizione degli investimenti necessari e da programmare per il miglioramento del servizio, anche continuando le azioni intraprese in questi ultimi anni (come nel caso dell’area di San Giovanni di Ostellato a Ferrara), finalizzate ad individuare i correttivi e gli interventi necessari per migliorare il servizio;
realizzare con le società di trasmissione e di distribuzione il monitoraggio periodico del fenomeno per verificare l’effettiva riduzione costante delle micro interruzioni e il reale e misurabile miglioramento del servizio;
ad agire presso le sedi più opportune, coinvolgendo il competente Ministero dello sviluppo economico, affinché promuova politiche per il superamento delle criticità nella fornitura ed erogazione di energia elettrica nelle aree montane e nelle aree a bassa concentrazione di popolazione residente e si attivi nei confronti dell’Autorità per prevedere, in un’ottica di continuo miglioramento del servizio e “dell’ambiente esterno” delle imprese localizzate in questi ambiti, una maggiore continuità del servizio con una ulteriore progressiva riduzione dei valori e delle frequenze di interruzioni consentite, introducendo una eventuale modifica dei limiti di tolleranza.
Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 18 ottobre 2017