n.169 del 27.05.2020 periodico (Parte Seconda)

Istituzione delle zone di rifugio della fauna selvatica afferenti ai territori di Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara e Ravenna ai sensi dell'articolo 22 della legge regionale 15 febbraio 1994 n. 8 recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria"

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Richiamate:

- la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e in particolare l’art. 10 della medesima a norma del quale l'intero territorio agro-silvo-pastorale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie e per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale e alla sua conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio, nonché i seguenti commi del predetto articolo:

- il comma 3 secondo cui il territorio agro-silvo- pastorale di ogni regione è destinato per una quota dal 20% al 30% a protezione della fauna selvatica e che nelle predette percentuali sono ricompresi i territori ove sia comunque vietata l'attività venatoria anche per effetto di altre leggi o disposizioni;

- il comma 4 secondo il quale il territorio di protezione comprende, tra l’altro, le Oasi di protezione e le Zone di ripopolamento e cattura;

- i commi 7 e 10 secondo i quali, ai fini della pianificazione generale, compete rispettivamente alle Province la predisposizione dei relativi piani faunistico-venatori ed alle Regioni il coordinamento di detti piani, secondo criteri di omogeneità fissati dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, ora ISPRA;

- il comma 8 secondo il quale i piani faunistico-venatori comprendono, tra l'altro, le oasi di protezione e le zone di ripopolamento e cattura;

- il comma 9 il quale prevede che ogni zona vincolata dovrà essere indicata da tabelle perimetrali, secondo disposizioni impartire dalle Regioni, apposte a cura dell’ente, associazione o privato che sia preposto o incaricato alla gestione della singola zona;

- i commi da 13 a 16 che disciplinano l'iter amministrativo per la determinazione del perimetro delle zone da vincolare;

- la Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8 recante “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria”;

- la Legge Regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni”, che disciplina e ripartisce le funzioni amministrative tra Regione, Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni nel quadro delle disposizioni della Legge 7 aprile 2014 n. 56 ed in particolare l'art. 40, che individua le funzioni della Regione, delle Province e della Città metropolitana di Bologna in materia di protezione della fauna selvatica ed esercizio dell'attività venatoria, stabilendo, fra l'altro, che la Regione esercita le funzioni di programmazione e pianificazione nonché tutte le funzioni amministrative in applicazione della normativa comunitaria, statale e regionale, con esclusione delle attività di vigilanza, di applicazione delle sanzioni amministrative e l'introito dei relativi proventi e le attività collegate all'attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica, che restano confermati alle Province e alla Città metropolitana di Bologna;

Viste le seguenti proprie deliberazioni:

- n. 2185 del 21 dicembre 2015 con la quale si è provveduto, tra l'altro, ad istituire dal 1° gennaio 2016, presso la Direzione Generale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatorie, i Servizi Territoriali Agricoltura, caccia e pesca per ciascun ambito provinciale a fronte delle nuove funzioni di competenza regionale definite dagli artt. 36-43 della citata L.R. n. 13/2015;

- n. 2230 del 28 dicembre 2015 con la quale, tra l'altro, è stata fissata al 1 gennaio 2016 la decorrenza delle funzioni amministrative oggetto di riordino ai sensi dell'art. 68 della predetta L.R. n. 13/2015 tra le quali quelle relative al settore “Agricoltura, protezione della fauna selvatica, esercizio dell'attività venatoria, tutela della fauna ittica ed esercizio della pesca nelle acque interne, pesca marittima e maricoltura”;

Considerato che la modifica dell'assetto dell'esercizio delle funzioni in materia di protezione della fauna selvatica ed attività faunistico-venatorie di cui alla citata L.R. n. 13/2015 ha imposto una revisione dell'intero articolato della L.R. n. 8/1994;

Vista la Legge Regionale n. 1 del 26 febbraio 2016, “Modifiche alla Legge Regionale 15 febbraio 1994, n. 8 “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria” in attuazione della Legge Regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” e della Legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio””, con la quale si è proceduto ad una razionalizzazione della materia in relazione all’accentramento a livello regionale dell'esercizio di tali funzioni sopra esplicitato;

Visti, altresì, come modificati dalla L.R. n. 1/2016:

- l’art. 5 della L.R. n. 8/1994, recante “Piano faunistico-venatorio regionale”, il quale dispone:

- al comma 1 che l'Assemblea legislativa, su proposta della Giunta, approva il piano faunistico-venatorio regionale di durata quinquennale elaborato con riferimento alla Carta delle vocazioni faunistiche, ai contenuti indicati dall'art. 10, comma 8, della legge statale, nonché alla legge 6 febbraio 2006, n. 66 (Adesione della Repubblica italiana all'Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell'Africa) e al piano territoriale regionale;

- al comma 2, lett. d), che il piano faunistico-venatorio regionale riguarda, tra l’altro, la destinazione ad uso faunistico-venatorio del territorio agro-silvo-pastorale regionale e il limite minimo di superficie, comprendente anche le aree dei parchi regionali e nazionali, da destinare alle zone di protezione;

- l’art. 19 della L.R. n. 8/1994, recante “Zone di protezione della fauna selvatica”, che attribuisce alla Regione le competenze in merito, con esclusione delle attività di vigilanza assicurate dalle Province e dalla Città metropolitana di Bologna, e definisce le finalità di dette zone, stabilendo in particolare:

- al comma 1 che le Oasi di protezione sono destinate alla conservazione degli habitat naturali, al rifugio, alla sosta ed alla produzione di specie selvatiche con particolare riferimento a quelle protette. Esse sono preferibilmente costituite lungo le rotte di migrazione della avifauna, nei terreni demaniali, secondo le esigenze di tutela individuate con il piano faunistico-venatorio regionale;

- al comma 2 che le “Zone di ripopolamento e cattura (ZRC)” sono destinate ad affermare e incrementare la riproduzione delle specie selvatiche autoctone, a favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie, a determinare, mediante l’irradiamento naturale, il ripopolamento dei territori contigui, a consentire mediante la cattura di selvaggina stanziale immissioni integrative negli ATC o il reinserimento in altre zone di protezione;

- al comma 4 che l’estensione di ogni zona di protezione deve essere rapportata al ciclo biologico della specie di preminente interesse gestionale ed alle esigenze di attuazione della pianificazione faunistico-venatoria, entro i limiti complessivi di superficie indicati nel sopracitato art. 10, comma 3, della Legge n. 157/1992;

- ai commi 5 e 6, nel disciplinare l'iter amministrativo che la Regione deve svolgere per formalizzare la proposta di istituzione, rinnovo e modifica delle zone di protezione, che:

- la proposta di che trattasi sia notificata ai proprietari o conduttori dei fondi mediante deposito presso la sede dei Comuni territorialmente interessati, nonché mediante affissione di apposito manifesto nei Comuni e nelle frazioni o borgate interessati, su cui deve essere chiaramente specificata, a cura dei Comuni, la data di deposito. È altresì trasmesso alle organizzazioni professionali agricole provinciali e locali;

- avverso detto provvedimento i proprietari o conduttori interessati possono proporre opposizione motivata, secondo le modalità di cui all'art. 10, comma 14 della citata Legge n. 157/1992, entro settanta giorni dalla data di deposito. Decorso tale termine, ove non sia stata presentata opposizione motivata dei proprietari o conduttori costituenti almeno il quaranta per cento della superficie che si intende vincolare, la Regione provvede all'istituzione della zona di protezione. La Regione può destinare le zone non vincolate per l'opposizione dei proprietari o conduttori di fondi ad altro uso nell'ambito della pianificazione faunistico-venatoria del territorio;

- al comma 9 che il vincolo di destinazione delle zone di protezione non può essere revocato se non al termine della stagione venatoria e previo recupero della fauna selvatica presente mediante la cattura ovvero l’allontanamento con mezzi ecologici;

- l’art. 22 della L.R. n. 8/1994, recante “Zone di rifugio”, che dispone nello specifico quanto segue:

- al comma 1 attribuisce alla Regione, anche su proposta degli ATC, la competenza in merito all'istituzione di “Zone di rifugio” ove, per la durata della stagione venatoria, è vietato l'esercizio della caccia e stabilisce che l'istituzione delle zone di rifugio avviene quando ricorra una delle seguenti condizioni:

- istituzione o rinnovo in corso di una zona di protezione nel limite di superficie prestabilito o impossibilità di realizzarla per opposizione motivata dei proprietari o conduttori;

- sia necessario provvedere, con urgenza, alla tutela di presenze faunistiche di rilievo;

- ai commi 2 e 3, nel disciplinare l'iter amministrativo che la Regione deve svolgere per formalizzare l'istituzione delle zone di rifugio, stabilisce che il procedimento di che trattasi avviene in deroga alle procedure di cui ai commi 5 e 6 del soprarichiamato art. 19 della L.R. n. 8/1994. Pertanto, il provvedimento istitutivo indica il perimetro e l'estensione del territorio e stabilisce le forme con cui si promuove la collaborazione dei proprietari o conduttori dei fondi e le modalità straordinarie di tutela della fauna selvatica e delle attività agricole. Il provvedimento adottato viene reso noto mediante affissione di apposito manifesto presso i Comuni e le frazioni o borgate interessati;

- l’art. 24 della L.R. n. 8/1994, il quale dispone che i confini delle zone di protezione della fauna selvatica sono delimitati con tabelle di colore giallo, recanti la specificazione in carattere nero dell’ambito di protezione;

Richiamata la “Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-Romagna” di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 1036/1998, così come modificata con deliberazioni dell’Assemblea Legislativa n. 122/2007 e n. 103/2013;

Dato inoltre atto che con riferimento alla citata Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-Romagna è stato elaborato il “Piano faunistico-venatorio regionale dell’Emilia-Romagna 2018-2023, (Proposta della Giunta regionale in data 23 luglio 2018, n. 1200)” approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 179 del 6 novembre 2018, di seguito PFVR 2018-2023, che in particolare:

- al punto 1.4.2 – parte prima - compie un’analisi degli istituti faunistici con finalità pubblica presenti nel territorio regionale, dedicando ad ogni tipologia un paragrafo descrittivo di estensione e distribuzione, riportando anche i dati gestionali, ove esistenti, sia delle Oasi che delle Zone di Ripopolamento e cattura (ZRC);

- al punto 3 - parte seconda - recante “PIANIFICAZIONE DELL’ASSETTO TERRITORIALE E PREVISIONI GESTIONALI”, stabilisce i seguenti macro-obiettivi di pianificazione rispetto agli istituti faunistici con finalità pubblica:

- raggiungimento della compatibilità tra presenza ed abbondanza della fauna selvatica e le attività antropiche (comparto agro-forestale e viabilità);

- organizzazione territoriale e la gestione dei diversi Istituti in funzione del raggiungimento dell’obiettivo di uniforme impostazione della gestione faunistico-venatoria regionale;

- revisione degli istituti faunistici con finalità pubbliche anche allo scopo di verificarne la coerenza con le Unità Territoriali Omogenee (UTO) che suddividono il territorio regionale sulla base delle caratteristiche ambientali e di uso del suolo, rimodellandone inoltre i confini;

Atteso che la revisione degli istituti faunistici di che trattasi necessita di approfondite analisi tecniche anche sull’assetto esistente, come di seguito specificato:

- per quanto riguarda le Oasi occorre:

- dare particolare attenzione ai casi di sovrapposizione di Oasi con Aree protette regionali, quali Parchi regionali e Riserve naturali, prevedendo la riperimetrazione nei casi di sovrapposizione parziale e la revoca del vincolo per quelle Oasi incluse totalmente;

- salvaguardare situazioni faunistiche particolari e di elevato valore ambientale per quanto attiene l’istituzione di nuove Oasi sul territorio regionale avvalendosi, tra l’altro, dei seguenti criteri di base:

- in ragione della presenza stabile e dell’utilizzo per la sosta durante i movimenti migratori, delle specie contemplate all’art. 2 della Legge 157/1992 e/o nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE; nonché negli allegati II, III, IV della Direttiva 92/43/CEE;

- vicinanza o contiguità con aree classificate di rilevante interesse ambientale (Parchi, Riserve, ecc.), limitatamente alla possibilità di individuare corridoi ecologici;

- prevedere vincoli esclusivamente per le Oasi nei Comprensori Faunistici 2 e 3, che dovranno essere di limitata estensione (massimo 150 ettari) e con un tasso di boscosità inferiore al 20% della SASP totale;

- individuare quali obiettivi del prossimo quinquennio l’effettuazione di indagini mirate a definire la composizione faunistica delle diverse Oasi e di piani di monitoraggio per determinare gli effetti del vincolo di protezione;

- per quanto riguarda le ZRC occorre:

- valutare la vocazione ambientale per le due specie oggetto non solo di tutela ma anche di gestione attiva all’interno di questi istituti, cioè quasi esclusivamente lepre e fagiano, tenuto conto che il Comprensorio faunistico C1 è considerato il comparto preferenziale ad ospitare ZRC finalizzate all’incremento di lepre e fagiano a scopo sia di cattura sia di irradiamento e che nel Comprensorio faunistico C2 si osserva un progressivo decremento dell’idoneità per il fagiano, e la presenza di aree a medio-alta vocazionalità per la lepre, fattore che raccomanda di prevedere ZRC di ridotte dimensioni (massimo 400 ettari) finalizzate unicamente all’irradiamento, con un tasso interno di boscosità inferiore al 20% della SASP totale;

- privilegiare la costituzione di ZRC di estensione non superiore ai 700 ettari, dislocate sul territorio in modo tale da creare una rete di zone di protezione che permetta un efficace scambio di individui tra meta-popolazioni e massimizzi il fenomeno dell’irradiamento, senza escludere la possibilità di mantenere in essere alcune ZRC a gestione “tradizionale”, garantendo la possibilità di ricorrere alle catture nel caso le condizioni lo consentano;

- prevedere programmi poliennale di gestione nei quali siano fissati gli obiettivi generali e le azioni gestionali di dettaglio e che, in particolare, contemplino: interventi di prevenzione, mitigazione e risarcimento dei danni, miglioramento e ripristino ambientale, monitoraggio demografico della fauna selvatica presente, operazioni di cattura, interventi di immissione di capi di selvaggina e piani di controllo della fauna;

Richiamate le proprie deliberazioni:

- n. 224 dell’11 febbraio 2019 recante “Istituzione di zone di rifugio della fauna selvatica afferenti al territorio della provincia Reggio Emilia ai sensi dell'art. 22 della L. R. n. 8/1994”;

- n. 1354 del 29 luglio 2019 recante “Istituzione di zone di rifugio della fauna selvatica afferenti al territorio della provincia Parma ai sensi dell'art. 22 della L. R. n. 8/1994”;

- n. 1436 del 2 settembre 2019 recante “Istituzione della zona di rifugio denominata "Ghirardi" nel territorio della provincia Parma ai sensi dell'art. 22 della L. R. n. 8/1994”;

- n. 1437 del 2 settembre 2019 recante “Istituzione di zone di rifugio della fauna selvatica afferenti al territorio della provincia Piacenza ai sensi dell'art. 22 della L. R. n. 8/1994”;

- n. 1438 del 2 settembre 2019 recante “Proposta di perimetrazione ai fini dell'istituzione di zone di protezione della fauna selvatica e oasi del territorio di Modena e contestuale istituzione di zone di rifugio (articolo 19 della Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8, recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria")”;

- n. 1442 del 2 settembre 2019 recante “Proposta di perimetrazione ai fini dell'istituzione di zone di protezione della fauna selvatica del territorio di Reggio Emilia in ATC RE01 e RE02, e contestuale istituzione di zone di rifugio. (articoli 19 e 22 della Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8, recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria")”;

- n. 1443 del 2 settembre 2019 recante “Proposta di perimetrazione ai fini dell'istituzione di zone di protezione della fauna selvatica del territorio di Bologna e contestuale istituzione di zone di rifugio. (articoli 19 e 22 della Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8, recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria")”;

con le quali si è ritenuto, tra l’altro, di stabilire che il vincolo di protezione in esse disposto abbia validità fino al termine della stagione venatoria 2019/2020, salvo istituzione/modifica/revoca anticipata derivante dall’esito del procedimento di revisione degli istituti faunistici con finalità pubbliche in corso, in attesa che si completi l’istruttoria complessiva per la nuova pianificazione e si proceda con gli atti conseguenti di perimetrazione e istituzione in attuazione al PFVRER 2018-2023;

Richiamate inoltre le proprie deliberazioni:

- n. 290 del 2 aprile 2020 recante “Proposta di perimetrazione ai fini dell'istituzione di zone di protezione della fauna selvatica del territorio di Ferrara (articolo 19 della Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8, recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria"), in attuazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale 2018-2023”;

- n. 341 del 14 aprile 2020 recante “Proposta di perimetrazione ai fini dell'istituzione di zone di protezione della fauna selvatica del territorio di Ravenna (articolo 19 della Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8, recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria"), in attuazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale 2018-2023”

con le quali si è ritenuto, tra l’altro, di determinare una scadenza dei suddetti istituti faunistici, stabilendo che il vincolo di protezione delle zone in oggetto, successivamente alla loro definitiva istituzione a seguito dell’assolvimento degli obblighi derivanti dall’attuazione dei commi 5 e 6 dell’art. 19 della L.R. n. 8/1994, sia coerente e corrispondente a quello del PFVR 2018-2023, ovvero fino al termine della stagione venatoria 2023/2024;

Rilevato che, in ottemperanza ai disposti di cui all'art. 19, comma 4, della L.R. n. 8/1994, ed in attuazione dei macro-obiettivi di pianificazione sopra indicati, è necessario mantenere costante la percentuale di aree protette, al fine di garantire una distribuzione omogenea su scala regionale del territorio tutelato; pertanto la percentuale minima prevista dalla legge nazionale dovrà essere rispettata in ogni Unità Territoriale Provinciale;

Verificato:

- che la revisione degli istituti faunistici con finalità pubblica di che trattasi in alcuni territori provinciali è nella fase più delicata delle analisi tecniche anche sull’assetto esistente imposte dal PFVRER 2018-2023;

- che i tempi necessari per completare gli approfondimenti tecnici, l’iter di valutazione e di pubblicizzazione previsti dall’art. 19 della L.R. n. 8/1994, non potranno necessariamente esaurirsi entro l’inizio della stagione venatoria 2020-2021, ormai prossimo;

- che analogamente anche i procedimenti per la definitiva istituzione delle zone già oggetto di perimetrazione potrebbero non completarsi entro l’inizio della stagione venatoria 2020-2021;

Ritenuto, pertanto, di procedere all’istituzione delle zone di rifugio coincidenti con:

- le Zone di protezione, già perimetrate con le citate deliberazioni n. 1438/2019, n. 1442/2019, n. 1443/2019, n. 290/2020 e n. 341/2020, in attesa che venga completato il procedimento amministrativo previsto all’art. 19, commi 5 e 6 della L.R. n. 8/1994;

- le Zone di Rifugio, già previste con le predette deliberazioni n. 224/2019, n. 1354/2019, n. 1436/2019 e n. 1437/2019, in attesa che venga completata l’istruttoria complessiva per la nuova pianificazione in attuazione al PFVRER 2018-2023 e si proceda con gli atti conseguenti;

Dato atto che con la costituzione delle zone protette l'Ente persegue l'interesse pubblico di tutela della fauna selvatica;

Considerata, pertanto, la necessità di procedere all’istituzione delle Zone di rifugio di che trattasi, così come descritte e rappresentate negli allegati ai provvedimenti sopra richiamati;

Ritenuto, altresì, anche alla luce della L.R. n. 13/2015 e dei provvedimenti di riordino sopra richiamati, di demandare ai Responsabili dei Servizi Territoriali Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna lo svolgimento delle fasi di notifica e di istruttoria previsti dal citato art. 22, comma 3 della L.R. n. 8/1994, in merito all’istituzione delle zone di rifugio;

Ritenuto, inoltre, in ottemperanza a quanto previsto all’art. 22, comma 2, della citata L.R. n. 8/1994, di stabilire che tali zone, finalizzate anche alla tutela straordinaria di fauna selvatica, verranno considerate prioritarie nell’attuazione dei piani di controllo di cui all’art. 19 della Legge n. 157/1992, qualora autorizzati, al fine di limitare l’impatto della fauna sulle produzioni agricole;

Ritenuto infine, in ottemperanza ai disposti di cui al citato art. 22, comma 1, della L.R. n. 8/1994, di stabilire che il vincolo di protezione delle Zone di rifugio in oggetto abbia validità fino al termine della prossima stagione venatoria 2020/2021, salvo che non si proceda alla conversione di dette Zone di rifugio in ZRC o Oasi derivante dall’esito del procedimento di revisione degli istituti faunistici con finalità pubbliche di cui al Piano faunistico-venatorio regionale attualmente in corso, ovvero al completamento del procedimento delle zone già oggetto di perimetrazione;

Richiamati, in ordine agli obblighi di trasparenza:

- il Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”;

- la propria deliberazione n. 83 del 21 gennaio 2020, recante “Approvazione piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2020-2022”;

Viste infine:

- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 "Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna", ed in particolare l'art. 37 comma 4;

- le seguenti proprie deliberazioni:

- n. 2416 del 29 dicembre 2008 "Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007", per quanto applicabile;

- n. 56 del 25 gennaio 2016 recante “Affidamento degli incarichi di direttore generale della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 43 della L.R. 43/2001”;

- n. 270 del 29 febbraio 2016 “Attuazione prima fase della riorganizzazione avviate con Delibera 2189/2015”;

- n. 622 del 28 aprile 2016 "Attuazione seconda fase della riorganizzazione avviata con Delibera 2189/2015";

- n. 1107 del 11 luglio 2016 "Integrazione delle declaratorie delle strutture organizzative della Giunta regionale a seguito dell'implementazione della seconda fase della riorganizzazione avviata con Delibera 2189/2015";

- n. 468 del 10 aprile 2017 “Il sistema dei controlli interni nella Regione Emilia-Romagna”;

- n. 1059 del 3 luglio 2018, “Approvazione degli incarichi dirigenziali rinnovati e conferiti nell'ambito delle Direzioni generali, Agenzie e Istituti e nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT), del Responsabile dell'anagrafe per la stazione appaltante (RASA) e del Responsabile della protezione dei dati (DPO)”;

Viste, altresì, le circolari del Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale PG/2017/660476 del 13 ottobre 2017 e PG/2017/779385 del 21 dicembre 2017 relative ad indicazioni procedurali per rendere operativo il sistema dei controlli interni, predisposte in attuazione della propria deliberazione n. 468/2017;

Dato atto che il Responsabile del procedimento ha dichiarato di non trovarsi in situazione di conflitto, anche potenziale, di interessi;

Dato atto inoltre dei pareri allegati;

Su proposta dell'Assessore all’Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca Alessio Mammi;

delibera

1. di richiamare le considerazioni formulate in premessa, le quali costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto;

2. di istituire, ai sensi dell’articolo 22 della L.R. n. 8/1994, le Zone di Rifugio della fauna selvatica ricadenti nei territori di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna, coincidenti con:

le Zone di Rifugio, già previste con le deliberazioni n. 224/2019, n. 1354/2019, n. 1436/2019, n. 1437/2019, in attesa che venga completata l’istruttoria complessiva per la nuova pianificazione in attuazione al PFVRER 2018-2023 e si proceda con gli atti conseguenti;

le Zone di protezione, già perimetrate con le deliberazioni n. 1438/2019, n. 1442/2019, n. 1443/2019, n. 290/2020 e n. 341/2020, in attesa che venga completato il procedimento amministrativo previsto all’art. 19, commi 5 e 6 della L.R. n. 8/1994;

3. di stabilire che il vincolo di protezione delle Zone di rifugio di cui al punto 2 abbia validità fino al termine della prossima stagione venatoria 2020/2021, salvo che non si proceda alla conversione di dette Zone di rifugio in ZRC o Oasi in esito al procedimento di revisione degli istituti faunistici con finalità pubbliche di cui al Piano faunistico-venatorio regionale, ovvero al completamento del procedimento delle zone già oggetto di perimetrazione;

4. di stabilire, altresì, in ottemperanza ai disposti di cui all'art. 22, comma 2, della L.R. n. 8/1994, che tali zone, finalizzate, tra l’altro, alla tutela straordinaria di fauna selvatica, verranno considerate prioritarie nell’attuazione dei piani di controllo di cui all’art. 19 della Legge n. 157/1992, qualora autorizzati, al fine di limitare l’impatto della fauna sulle produzioni agricole;

5. di demandare ai Responsabili dei Servizi Territoriali Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna lo svolgimento delle fasi di notifica previste dal citato art. 22, comma 3, della L.R. n. 8/1994, in merito all’istituzione delle zone di rifugio di cui al precedente punto 2);

6. di stabilire, inoltre, che al termine della fase di notifica cui al precedente punto 4) i Servizi Territoriali Agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, entro i successivi 30 giorni, dovranno comunicare al Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca i modi e i tempi dell'avvenuta pubblicizzazione del presente provvedimento presso i Comuni e le frazioni o borgate interessate;

7. di dare atto che per quanto previsto in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni, si provvederà ai sensi delle disposizioni normative e amministrative richiamate in parte narrativa;

8. di disporre, infine, la pubblicazione in forma integrale della presente deliberazione sul Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna, dando atto che il Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca provvederà a darne la più ampia diffusione anche sul sito internet E-R Agricoltura, caccia e Pesca.

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