n.259 del 17.08.2022 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5334 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi per richiedere l'intervento del Governo perché promuova la destinazione di risorse adeguate, anche alle Regioni del centro-nord, compresi i territori emiliano-romagnoli, in modo da sostenere il recupero dei beni immobili confiscati e le progettualità di riutilizzo degli stessi. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Rossi, Daffadà, Caliandro, Mumolo, Maletti, Bulbi, Costa, Montalti, Pillati, Bondavalli, Costi, Amico, Gerace, Tarasconi, Rontini, Sabattini, Fabbri, Mori, Zappa-
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L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

sono ben 46.592 i beni confiscati alla criminalità organizzata a livello nazionale tra immobili e aziende. Benché le regioni dove si concentrano il maggior numero di beni confiscati rimangano la Sicilia con 16.270 beni, seguita dalla Campania con 7.986 e dalla Calabria con 5.600, occorre sottolineare che nelle Regioni del Centro Nord si trova ormai il 30% dei beni confiscati, numero che evidenzia la pervasività della criminalità organizzata su tutto il territorio nazionale.

L'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) gestisce il 56% dei beni e di cui circa il 44% sono stati destinati agli enti locali.

La Regione Emilia-Romagna prosegue il proprio impegno nella promozione della cultura della legalità e prevenzione del crimine organizzato. Tra le azioni regionali per il biennio 2022-2023, che hanno proprio l’obiettivo di continuare a sostenere e potenziare le attività di formazione, monitoraggio, prevenzione e tutela delle vittime di sfruttamento in tutti i settori, vi è anche il “Piano strategico per i beni confiscati alla criminalità della Regione Emilia-Romagna”, che vede l’Emilia-Romagna prima tra le regioni del Centro Nord a formalizzare il documento e seconda in Italia dopo la Campania. Il Piano dà continuità all’aggiornamento del lavoro di mappatura regionale dei beni immobili definitivamente confiscati sostenuto grazie a un accordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna.

Ad oggi, sono 163 i beni immobili definitivamente confiscati in Regione Emilia-Romagna: 94 risultano ancora in gestione all’Anbsc – l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, 69, invece, sono quelli già destinati alle istituzioni statali o locali.

La Regione Emilia-Romagna, inoltre, in attuazione della legge regionale n. 18 del 2016 (il Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili), promuove e sostiene la nascita di osservatori locali che si occupano di criminalità organizzata e mafiosa, e dunque di beni immobili confiscati, nonché di fenomeni similari.

Attraverso gli osservatori, attualmente presenti in diverse province tra cui Bologna, Parma, Rimini e Modena, la Regione si propone di contribuire alla conoscenza del fenomeno della criminalità organizzata e mafiosa, puntando, da un lato, al monitoraggio sistematico e costante dei fenomeni che concorrono o possono favorirne lo sviluppo a livello territoriale e, dall'altro, a costruire un articolato rapporto di scambio fra diversi soggetti istituzionali del proprio territorio al fine di condividere risorse, saperi, competenze ed esperienze per poter progettare azioni efficaci di contrasto sul territorio contro tali fenomeni.

Considerato che

oltre l’85% dei beni confiscati è costituito da immobili, e recentemente la procuratrice generale reggente presso la Corte d'appello di Bologna Lucia Musti ha sottolineato la necessità di rafforzare l’impegno delle istituzioni nel riutilizzo dei beni confiscati per finalità sociali, come previsto dal rinnovato Codice antimafia. Così come la necessità di rafforzare e rendere ulteriormente più efficaci tutti gli strumenti di prevenzione, protezione e contrasto.

Accanto alle molte valide esperienze in cui gli immobili confiscati hanno trovato corretto ed efficace utilizzo, esistono numerosissimi altri casi in cui la destinazione e la consegna dei beni agli Enti locali non ha ancora determinato una loro valorizzazione nell’interesse dello sviluppo sociale ed economico del territorio. Ostacolano il percorso della loro valorizzazione e quindi il rischio di un inutilizzo, diverse circostanze come il fatto che entrando a fare del patrimonio indisponibile dell’Amministrazione, questi beni risultano impignorabili, non sequestrabili, e perciò non possono fungere da garanzia per la concessione di mutui per la loro ristrutturazione; o ancora l’abusivismo totale o parziale, la non conformità alla normativa ambientale o di sicurezza, la mancanza dei requisiti di abitabilità, di molti degli immobili sequestrati; oltre alle condizioni di degrado in cui molti di essi versano, conseguenza di atti di vandalismo che hanno subito, o l’inadeguatezza strutturale ed impiantistica rispetto a possibili usi di interesse pubblico identificati.

Sottolineato che

nel corso del Forum espositivo dei beni confiscati, tenutosi a Napoli nei giorni 1 e 2 aprile scorsi, è emerso in maniera chiara e decisa quanto sia importante restituire alla collettività i beni derivanti da attività illegali. Il recupero dei beni confiscati, infatti, oltre ad essere un forte segnale di affermazione dello Stato nei confronti della criminalità organizzata, nonché emblema di rivincita della società civile, rappresenta anche innumerevoli vantaggi in termini di occupazione ed economia del territorio e contribuisce al contenimento di problematiche sociali, quali la carenza di spazi a disposizione del servizio sanitario o delle forze di polizia o l’emergenza abitativa, oggi aggravata dall’ingresso nei Paesi UE di migliaia di cittadini ucraini, in fuga dalla guerra.

Visto che

quasi un terzo dei beni sequestrati e confiscati risultano concentrati nelle regioni italiane del centro-nord; tuttavia, con il PNRR sono stati destinati fondi per il loro recupero esclusivamente alle regioni del sud Italia, non considerando l’effettiva consistenza e distribuzione del fenomeno, e che sarebbe pertanto opportuno il coinvolgimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministro competente per una riflessione sul tema.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

ad attivarsi per richiedere l’intervento del Governo perché promuova la destinazione di risorse adeguate, anche alle Regioni del centro-nord, compresi i territori emiliano-romagnoli, in modo da sostenere il recupero dei beni immobili confiscati e le progettualità di riutilizzo degli stessi.

Approvata all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 27 luglio 2022

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