SUPPLEMENTO SPECIALE N.100 DEL 29.04.2016

RELAZIONE

Relazione Il gioco d’azzardo è un fenomeno in forte espansione, negli ultimi anni questa attività ha coinvolto quote sempre più ampie di popolazione implicando flussi economici di notevoli proporzioni ed anche impatti sociali rilevanti. Giocare d’azzardo, seppur ed a dispetto delle crescenti difficoltà economiche delle famiglie italiane, è diventato un contagio che non conosce difese o barriere, stando ai dati dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.

Il numero di giocatori tende a crescere sempre, anno dopo anno, favorito da fattori come la sempre maggiore offerta di nuovi e differenti giochi e scommesse, la diffusione capillare di luoghi dove giocare (sale da gioco, tabaccherie, bar, sale di aspetto delle stazioni di trasporto urbano e suburbano, supermercati, giornalai, ecc.) e, non ultima, la crescita esponenziale delle forme di giochi azzardo online.

Nella maggior parte dei casi il gioco d’azzardo e le scommesse rappresentano una forma di divertimento praticata occasionalmente, nel tempo libero ma, in casi sempre più frequenti, tale pratica può sfuggire al controllo del giocatore, potendosi evolvere in una forma di passione o vera e propria dipendenza con gradi crescenti di patologia, tra l’altro non sempre facili da descrivere e diagnosticare.

Mentre i consumi e i risparmi delle famiglie italiane decrescono le spese per i giochi non conoscono crisi: siamo il primo Paese al mondo per vendite di “Gratta e vinci”, abbiamo un numero pro capite di macchine da gioco di ultima generazione triplo rispetto agli Stati Uniti.

Tutti i dati confermano che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per consumi in gioco d’azzardo. Ma il paradosso è che la crescita del fenomeno non corrisponde ad un altrettanta proporzionale crescita delle entrate per lo Stato ed, inoltre, aumentano i costi sanitari legati, in un modo o nell’altro, all’azzardopatia: la malattia da gioco d’azzardo patologico.

Detto tutto ciò non si intende demonizzare il gioco totalmente, esso è un momento importante per ogni persona, i bambini attraverso il gioco sviluppano più velocemente le loro capacità, gli adulti attraverso il gioco si rilassano e si divertono. È per divertimento che molte persone praticano il gioco d’azzardo, ma dietro questo tipo di gioco si nasconde un pericolo: il rischio concreto di una dipendenza capace di avere conseguenze negative per chi gioca e per i suoi familiari.

Per tali ragioni nel Progetto di Legge non si utilizza il termine “ludopatia” che identifica la dipendenza dal gioco, ma il termine “azzardopatia” che identifica la dipendenza dallo specifico tipo di giochi che implica l’azzardo. In tal modo si vuole operare una distinzione evitando di discreditare tutta la categoria dei giochi e di operatori dei giochi ed in particolare quelli che non hanno alcuna valenza negativa.

Tutte le Regioni sono costrette ad affrontare il problema della cura e della prevenzione del gioco patologico, ma non tutte utilizzano regolamentazioni similari per disciplinare le attività economiche che installano apparecchi leciti da gioco. Non esiste omogeneità di regolamentazione: ad esempio la nostra Regione, fino ad oggi, non ha previsto per la prevenzione e il contrasto del fenomeno il “distanziometro metrico” come invece hanno fatto altre Regioni, così come non ha dato supporto alle amministrazioni locali per regolamentare i limiti orari al funzionamento di slot e videolotteries. Limiti orari che rappresenterebbero un mezzo idoneo alla prevenzione dell’azzordopatia e non avrebbero conseguenze economiche sproporzionate per gli operatori, come ben ha argomentato il Tar dell’Emilia-Romagna respingendo il ricorso di una società di giochi contro il regolamento di un Comune del territorio regionale.

Per i giudici “Non vi sono ragioni preclusive al potere sindacale di determinazione degli orari delle sale da gioco o di accensione e spegnimento delle relative apparecchiature durante l’orario di apertura degli esercizi in cui le stesse sono installate - si legge nella sentenza - purché ciò avvenga a tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico e dei consumatori”. Le ragioni per l'adozione di un tale provvedimento sono, per il Collegio, solide: “Le misure adottate sono la conseguenza degli allarmanti, e non generici, dati forniti dall’AUSL circa gli effetti del gioco patologico sul territorio comunale, sicché l’evidenziata esigenza di porre un limite all’accesso indiscriminato della clientela alle apparecchiature in questione – come, per esempio, la necessità di incidere sulla fascia oraria coincidente con l’inizio delle lezioni scolastiche – reca in sé indicazioni chiare e ragionevoli circa l’obiettivo perseguito e l’iter logico che ne è alla base».

I dati sui malati del Dipartimento Salute mentale, settore Dipendenze patologiche, riferiti al gioco patologico sono passati “dai 512 del 2010 ai 1.277 del 2014. A conferma di questi dati si aggiunge quanto recentemente diffuso dall’Assessorato regionale alle Politiche sociali, da cui emerge un aumento dei casi di azzardopatie, trattati dai Sert nel territorio regionale, del 15% nell’ultimo anno. Questi dati rappresentano solo un quadro parziale in quanto si ritiene che siano rilevanti i numeri dei giocatori patologici che non si rivolgono alle strutture sanitarie ed ancor più ampio sia il bacino dei soggetti a rischio. Inoltre, il fenomeno del gioco d’azzardo riguarda soprattutto quelle fasce di reddito più colpite dalla crisi economica. Lo confermano i dati Eurispes, che mostrano la relazione inversamente proporzionale fra investimento nel gioco e reddito familiare: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli appartenenti al ceto medio-basso, il 66% dei disoccupati. Infine, è stato accertato da numerose inchieste delle Forze dell’ordine, della Magistratura e della Commissione Parlamentare Antimafia che, maggiore è l’offerta del gioco legale, più semplice è per i clan malavitosi trarre profitti attraverso pratiche di usura, riciclaggio ed estorsione.

Con il presente progetto non si vogliono criminalizzare i gestori di sale giochi o demonizzare il gioco nelle sue diverse forme, ma si vuole contribuire a tutelare la salute pubblica dal gioco d’azzardo, in particolare quello frutto di aspetti collegati all’innovazione tecnologica. Tempo addietro i giochi pubblici tradizionali erano di numero piuttosto limitato, gestiti centralmente e non ponevano problemi di ordine pubblico. L’innovazione tecnologica ha cambiato la dimensione dei problemi. La possibilità di giocare su piattaforme elettroniche ha aumentato la possibilità di dislocare sul territorio gli esercizi commerciali in cui svolgere queste attività.

Con questo progetto di legge, nell’ambito generale della tutela della salute pubblica si mira, in particolare: alla salvaguardia dei soggetti più vulnerabili agendo con più leve e con diversi dosaggi, operando nelle seguenti direzioni: individuazione delle distanze minime che devono intercorrere tra le sale da gioco e alcuni luoghi ritenuti come sensibili, sia per la localizzazione che per la pubblicità; alla valorizzazione del marchio "Slot freE-R" per gli esercizi commerciali che dichiarino di non disporre di apparecchi per il gioco lecito; la previsione di una riduzione dell’aliquota IRAP nella misura minima ammissibile agli esercizi che provvedono volontariamente, entro il 31 dicembre precedente a quello a cui si riferisce l’agevolazione, alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e, contestuale, aumento dell’aliquota IRAP per gli esercizi che ne dispongono; alla regolamentazione particolare della pubblicità delle sale da gioco e delle informazioni che dovrà essere disponibile all’interno delle stesse; alla previsione di possibili forme di finanziamento nei confronti degli esercizi commerciali privi di apparecchi per il gioco lecito e divieto di finanziamento regionale per chi pubblicizza il gioco d’azzardo o ospita nei propri locali apparecchi per il gioco d’azzardo; al sostegno finanziario e in termini di possibilità di opportune forme di consulenza ai comuni per sostenerli nei ricorsi contro i loro provvedimenti limitativi, previste dalla presente legge; all’attivazione di report da parte delle Aziende sanitarie per i Comuni volti ad evidenziare eventuali incrementi del fenomeno; alla limitazione del fenomeno di abbinamento tra gioco e utilizzo di alcolici.

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