n.41 del 16.03.2011 periodico (Parte Seconda)

Rischio eredo-familiare per il carcinoma della mammella - Approvazione linee guida per le Aziende Sanitarie della Regione Emilia-Romagna

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Richiamato l’art. 2 del D. Lgs. 502/92, così come successivamente integrato e modificato, che prevede, al comma 2, che le Regioni abbiano l’onere di determinare i principi di organizzazione dei servizi e dell’attività destinata alla tutela della salute, nonché le attività di indirizzo tecnico, di promozione e di supporto nei confronti delle Aziende sanitarie;

Premesso che la Regione Emilia-Romagna, attraverso la propria L.R. 29 del 2004 e successive modifiche “Norme generali sull’organizzazione ed il funzionamento del Servizio Sanitario Regionale”, nell’esercizio dell’autonomia conferitale dalla riforma del Titolo V della Costituzione, definisce i principi ed i criteri generali di organizzazione e di funzionamento del Servizio Sanitario regionale;

Visti e richiamati:

- il Piano Sanitario Regionale 1999-2001 ed il Piano Sociale e Sanitario Regionale 2008-2010, i quali individuano fra i propri obiettivi prioritari:

  1. gli interventi di innovazione e modernizzazione dei servizi offerti, le modalità della loro produzione e la garanzia della offerta ai cittadini;
  2. il compito di assicurare l’appropriatezza e l’efficacia delle prestazioni rispetto alle necessità cliniche e assistenziali del malato;
  3. la sicurezza degli ambienti e delle prestazioni per gli utenti e i lavoratori;
  4. la tempestività e la continuità della cura rispetto all’evoluzione della malattia e alle possibilità di intervento;
  5. la comunicazione con i malati e tra gli operatori.

Entrambi i documenti di programmazione sanitaria individuano, inoltre, per l’organizzazione delle funzioni di livello regionale il modello Hub and Spoke, caratterizzato dalla concentrazione dell´assistenza a elevata complessità in centri di eccellenza (centri Hub) supportati da una rete di servizi (centri Spoke) cui compete la selezione dei pazienti e il loro invio ai centri Hub di riferimento.

- il Piano Sanitario Nazionale 2006-2008, approvato con DPR del 7/4/2006, che pone tra le strategie di sistema prioritarie per lo sviluppo la promozione del Governo Clinico e della qualità nel Servizio Sanitario Nazionale;

- il protocollo di intesa tra Governo, Regioni, Province autonome di Trento e Bolzano sul Patto per la Salute 2007, sottoscritto in data 28/9/2007, nel quale si individuano i punti di debolezza del sistema sanitario italiano, al fine di evidenziare la necessità di porre in essere azioni idonee al loro superamento, come ad esempio l’inappropriatezza di alcune prestazioni, la eccessiva lunghezza delle liste d’attesa. Queste criticità sono da superare attraverso il conseguimento da parte dell’intero sistema sanitario di gradi sempre più elevati di appropriatezza clinica ed organizzativa, obiettivo da raggiungere con un processo che va sviluppato con il coinvolgimento dei professionisti;

- il Piano nazionale della prevenzione 2010-2012, che al capitolo 2, paragrafo 4, definisce, nell’ambito della prevenzione per la individuazione del rischio individuale, l’organizzazione di interventi e percorsi diagnostico-terapeutici di medicina predittiva, in particolare mirati, in campo oncologico, ai tumori della mammella e del colon-retto; 

Dato atto che con D.G.R. 556/00 sono state approvate le linee organizzative ed operative, sulla base delle quali definire gli assetti delle aree di attività di livello regionale Hub and Spoke;

Richiamate:

la D.G.R. n. 1267 del 22 luglio 2002, con la quale sono stati individuati i Servizi di Genetica Molecolare Oncologica che si occupano anche della genetica molecolare dei tumori della mammella;

il punto 2) del dispositivo della D.G.R. 556/00 con il quale viene sottolineato il compito dell’Assessorato alle Politiche per la Salute di provvedere a formulare le indicazioni necessarie per l’organizzazione delle singole funzioni specialistiche ospedaliere di rilievo regionale;

la D.G.R. 1803/09 con la quale sono state date indicazioni alle Aziende sanitarie per la attivazione, la organizzazione ed il funzionamento della attività di Day Service ambulatoriale;

la D.G.R. 1035/09, avente ad oggetto “Strategia regionale per il miglioramento dell’accesso ai servizi di specialistica ambulatoriale in applicazione della DGR 1532/2006” che contiene, fra gli altri, provvedimenti relativi all’allargamento delle fasce di età dello screening della mammella e al rischio eredo-familiare;

dato atto che a seguito del provvedimento sopra menzionato è stato costituito il gruppo di lavoro “Rischio eredo-familiare per il carcinoma della mammella” con determina del Direttore generale Sanità e Politiche sociali n. 8290 del 31/8/2009, con gli obiettivi di:

1) condivisione dei criteri per l’identificazione di donne a rischio eredo-familiare per il tumore della mammella, definendo strumenti da adottare per la valutazione dei livelli di rischio incrementale;

2) definizione ed identificazione dei percorsi diagnostico-terapeutici e di sorveglianza delle donne così identificate;

3) definizione dei compiti e dei ruoli dei centri screening, dei centri Spoke diagnostico-terapeutici e dei centri Hub specialistici di genetica;

4) identificazione dei criteri per la definizione di centro Hub e di centro Spoke;

5) predisposizione degli strumenti di rilevazione e del flusso informativo che metta in rete i centri Hub di genetica, i centri Spoke di senologia e la struttura regionale individuata per la verifica ed il monitoraggio dell’intervento, utilizzando gli indicatori e gli standard di riferimento previsti;

richiamato inoltre il Piano della prevenzione 2010-2012, DGR 2071/2010, che, al capitolo 2.2, definisce gli obiettivi del progetto per la valutazione del rischio eredo-familiare nello screening dei tumori della mammella;

visto il D.Lgs 124/98, art. 1, comma 4, lettera a), in materia di esclusione dal sistema di partecipazione al costo delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale incluse in programmi organizzati e formalizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva;

richiamata la L.R. 26/11/2001, n. 43, “Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna”;

richiamate altresì le proprie delibere:

- n. 1057 del 24/7/2006, “Prima fase di riordino delle strutture organizzative della Giunta regionale. Indirizzi in merito alle modalità di integrazione interdirezionale e di gestione delle funzioni”;

- n. 1663 del 27/11/2006, recante “Modifiche all’assetto delle Direzioni generali della Giunta e del gabinetto del Presidente”;

- n. 1173/09 “Approvazione degli atti di conferimento degli incarichi di livello dirigenziale (decorrenza 1.8.2009);

- n. 1377/10 “Revisione dell’assetto organizzativo di alcune direzioni generali”;

- n.2416 del 29/12/2008, recante “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/08. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007” e successive modifiche.

Considerato che:

- il gruppo di lavoro sopra indicato ha terminato i propri compiti raggiungendo gli obiettivi assegnati con la definizione del documento allegato “Rischio eredo-familiare per il carcinoma della mammella”;

- la Commissione oncologica regionale, nella seduta del 14/10/2010, ha discusso ed approvato il suddetto documento; 

dato atto dei pareri allegati:

su proposta dell’Assessore alle Politiche per la Salute;

a voti unanimi e palesi

delibera: 

1. di approvare il documento “Rischio eredo-familiare per il carcinoma della mammella”, allegato, quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

2. di confermare i Servizi Clinici di Genetica Molecolare Oncologica che si occupano della genetica molecolare dei tumori della mammella, prendendo atto che, al momento, le strutture che di fatto stanno già svolgendo questa attività sono: IRST di Meldola (già Azienda USL di Forlì), Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma;

3. di stabilire che le Aziende Sanitarie debbono confermare o individuare entro il 30 aprile 2011, i Centri spoke di senologia, in accordo fra AUSL ed Azienda Ospedaliera là dove presente, cui affidare la presa in carico e la gestione del percorso diagnostico e della sorveglianza delle donne identificate a rischio genetico;

4. di stabilire che il percorso per la definizione e la sorveglianza periodica del rischio eredo-familiare per il carcinoma della mammella, sia da erogare attraverso la modalità del Day service ambulatoriale;

5. di stabilire che, tale percorso si configura come programma organizzato di diagnosi precoce, ai sensi D.Lgs n. 124/98, art. 1 comma 4 lettera a). Ne consegue l’esclusione dal sistema di partecipazione al costo delle prestazioni specialistiche ambulatoriali previste dal percorso, erogate secondo le modalità specificate nel documento allegato;

6. di stabilire che, a cura della Direzione Sanità e Politiche Sociali, sia definito un programma formativo di concerto con le Aziende Sanitarie, rivolto agli operatori coinvolti nel percorso, da realizzare entro giugno 2011;

7. che le Aziende Sanitarie conseguentemente realizzino iniziative di aggiornamento rivolte al personale operante nei centri di screening mammografico, ai medici specialisti e di medicina generale, anche al fine di illustrare il percorso definito in ogni Azienda, da realizzare entro l’anno 2011;

8. che le Aziende USL di concerto con le Aziende Ospedaliere ove presenti, curino che il percorso di presa in carico delle donne con rischio eredo-familiare per il carcinoma della mammella sia attivato a partire dal 1/1/2012;

9. di impegnare le Aziende sanitarie della Regione a dare attuazione,anche secondo quanto previsto dal Piano della Prevenzione 2010-2011 della Regione Emilia-Romagna, a quanto stabilito nel documento di cui al precedente punto 1;

10. di prevedere che l’Assessorato alle Politiche per la Salute effettui una valutazione degli interventi fatti al 31/12/2012, utilizzando gli indicatori e gli standard di riferimento indicati nel documento;

11. di pubblicare il presente provvedimento, nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna - BURERT.

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