n.172 del 13.06.2018 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 6511 - Risoluzione per richiedere al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali di assumere ogni iniziativa utile con il Ministero della salute per avviare un percorso che porti ad evitare il doppio tatuaggio identificativo per i suini. A firma dei Consiglieri: Serri, Zappaterra, Tarasconi, Campedelli, Zoffoli, Cardinali
L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
premesso che
l’identificazione dell’allevamento di nascita su ciascun suino avviene mediante l’apposizione, a cura dell’allevatore, tramite tatuaggio di un codice identificativo alfanumerico composto da: sigla automobilistica internazionale del Paese di provenienza; ultime tre cifre del codice ISTAT riferite al comune ove ha sede l'allevamento; sigla della provincia; progressivo assegnato all'allevamento su base comunale dall'unità sanitaria locale competente per territorio ad es.: IT 001VT002, per un allevamento sito in un comune della provincia di Viterbo.
L'indicazione del codice identificativo deve essere riportata sul modulo 4 "Dichiarazione di provenienza degli animali" previsto dall'art. 31 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, per il trasporto dei suini anche nell'ambito dello stesso comune.
Tale identificazione è in vigore dal 1996 a seguito del DPR 317/1996 e della relativa Circolare del Ministero della Sanità del 14 agosto 1996, n. 11, riconfermata con D.Lgs. 200/2010, che contiene anche la possibilità di effettuare il suddetto tatuaggio solamente sulla parte esterna delle cosce, opportunità ribadita in una circolare del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica regionale.
Il sistema di controllo per i prodotti ad indicazione geografica protetta, in vigore a seguito del D.Lgs. 173/1998, prevede l’applicazione di piani di controllo specificamente approvati agli organismi di controllo privati incaricati dal Mipaaf per ciascuna DO.
I suini destinati al circuito del Prosciutto di Parma DOP, il Prosciutto di Modena DOP, i Salamini italiani alla cacciatora DOP, Prosciutto San Daniele DOP provengono da 11 regioni italiane: Emilia-Romagna, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Piemonte, Molise, Umbria, Toscana, Marche, Abruzzo e Lazio.
I suini destinati al circuito del Culatello di Zibello DOP, del Salame piacentino DOP, della Coppa piacentina DOP, della Pancetta piacentina DOP, provengono dalle 2 regioni Emilia-Romagna e Lombardia.
I suini destinati al circuito del Prosciutto Toscano DOP, provengono dalle 6 regioni Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Toscana.
I suini destinati al circuito del Prosciutto di Carpegna DOP, provengono dalle 3 regioni Marche, Lombardia, Emilia-Romagna.
I suini destinati al circuito del Prosciutto Veneto Berico-Euganeo DOP, provengono dalle 5 regioni Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Lazio.
L’OdC che è autorizzato a controllare gli allevamenti dei suini di queste 11 DOP è l’Istituto Parma Qualità (IPQ) di Langhirano (PR), in alcuni casi in convezione con altri organismi di controllo come l’Istituto Nord Est Qualità (INEQ) di San Daniele (UD) e CSQA di Thiene (VI).
L’IPQ ha predisposto i relativi 11 piani di controllo, ciascuno approvato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, che prevedono il sistema dei tatuaggi indelebili di entrambe le cosce dei suinetti, con il codice CIN identificativo dell’allevamento (facilmente correlabile al codice AUSL) e una lettera che individua il mese di nascita degli animali (una informazione importante ai fini dell’applicazione del disciplinare). Ad es.: VT 457S.
Il sistema di apposizione del tatuaggio, a cura dell’allevatore, richiede l’utilizzo di strumentazione apposita (pistole automatiche, pinze, ecc.) e di particolari punzoni in genere procurati direttamente da IPQ (costo del kit punzoni 1.200 €).
Rilevato che
L’apposizione dei due tatuaggi identificativi, nonostante contengano informazioni in massima parte sovrapponibili, ha finalità diverse e, in particolare per i prosciutti DOP, non si può prescindere dall’apposizione sulla coscia, dovendo garantirne la tracciabilità almeno fino alla cosiddetta “sigillatura” del prosciutto.
Le zone anatomiche sulle quali si eseguono i tatuaggi, non sono sufficientemente ampie per una stringa che contenga entrambe le sequenze, operazione comunque parimenti invasiva.
Attualmente, nessuno dei due sistemi può sostituire completamente l’altro, rendendo quindi necessario il doppio tatuaggio.
I suini appartenenti al circuito delle suddette produzioni DOP rappresentano circa il 65% dei suini allevati in Italia.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna la Giunta
a richiedere al Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con i diversi Consorzi di tutela e gli Organismi di controllo coinvolti, di assumere ogni iniziativa utile con il Ministero della salute per avviare un percorso affinché si pervenga alla possibilità di utilizzare un sistema finalizzato ad evitare il doppio tatuaggio sugli animali senza ulteriori oneri, così da evitare inutili pratiche invasive sugli animali e da contenere i costi.
Approvata a maggioranza dalla Commissione IV Politiche per la Salute e Politiche Sociali nella seduta del 29 maggio 2018