n.449 del 29.12.2020 (Parte Prima)

Oggetto n. 2284 - Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 2068 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: " Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2021-2023". A firma dei Consiglieri: Montalti, Zappaterra, Taruffi, Pigoni, Zamboni, Rontini, Costi, Caliandro, Sabattini, Bessi, Costa, Mori, Soncini, Bulbi, Daffadà, Marchetti Francesca, Tarasconi, Rossi, Fabbri, Bondavalli, Maletti, Paruolo, Amico

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

a seguito della pandemia di Covid-19, l'UE ha attivato una serie di strumenti e misure inedite per far fronte all'impatto sanitario, economico e sociale dell'emergenza.

Con l'obiettivo di concentrare tutte le risorse dell'UE verso la ripresa e verso un'Europa più verde, pronta per l'era digitale, resiliente e pronta ad assumere una leadership responsabile nel mondo, la Commissione Europea ha proposto un pacchetto di portata storica nel percorso dell'integrazione Europea che comprende il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e il nuovo strumento per la ripresa Next Generation EU.

Le risorse previste da NGEU saranno rapidamente dirette a riforme ed investimenti necessari alla ripresa; contestualmente, la nuova programmazione ha definito gli obiettivi per un'Europa più vicina ai cittadini, con cinque obiettivi di policy generali, che saranno poi articolati in singoli progetti specifici:

1) un'Europa più intelligente, attraverso la promozione di una trasformazione economica innovativa e intelligente;

2) un'Europa più verde e a basse emissioni di carbonio, attraverso la promozione di una transizione verso un'energia pulita ed equa, di investimenti verdi e blu, dell'economia circolare, dell'adattamento ai cambiamenti climatici e della gestione e prevenzione dei rischi;

3) un'Europa più connessa, attraverso il rafforzamento della mobilità e della connettività regionale alle TIC;

4) un'Europa più sociale, attraverso l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali;

5) un'Europa più vicina ai cittadini, attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato delle zone urbane, rurali e costiere e delle iniziative locali.

La proposta di Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è stata approvata, nei suoi contenuti essenziali dal Comitato interministeriale per gli affari europei il 9 settembre scorso, in coordinamento con tutti i Ministeri e le rappresentanze delle Regioni e degli Enti locali, e trasmessa alle Camere il 16 settembre 2020.

Le Regioni rappresentano un attore di primaria importanza nella esplicitazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tenuto conto che sono in prima linea nella gestione operativa dei programmi e nell'attuazione delle politiche di sviluppo, le risorse finanziarie del bilancio UE vengono trasferite agli Stati membri, in particolare alle regioni, che sulla base dei programmi operativi ne dispongono l'utilizzazione e l'assegnazione ai beneficiari finali, in tale contesto le Regioni come già detto rappresentano un attore importante per l'attuazione della governance multilivello che poggia sul rispetto del principio di sussidiarietà, che consente di evitare che le decisioni si concentrino su di un solo livello di potere e garantisce al tempo stesso che le politiche vengano elaborate e applicate al livello più appropriato.

La Camera e il Senato hanno approvato il 13 ottobre le risoluzioni delle Commissioni parlamentari sulla proposta di Linee guida.

Il 17 settembre 2020, la Commissione europea ha presentato gli orientamenti per i Piani di ripresa e resilienza degli Stati membri e un modello standard per la presentazione di tali piani: il termine per la presentazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza è il 30 aprile 2021.

I fondi strutturali della programmazione 2021-2027 saranno disponibili presumibilmente all'inizio del 2022, per l'annualità 2021 la programmazione regionale dovrebbe essere finanziata con anticipazioni da parte del governo nazionale. Nel bilancio regionale di previsione 2021-2023 è stato previsto un primo accantonamento a fondo speciale per il cofinanziamento regionale alla programmazione 2021-2027, per 19 milioni di euro nel 2023.

Sulla base della strategia condivisa nel nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima, siglato il 14 dicembre, il sistema regionale dell'Emilia-Romagna intende svolgere un ruolo da protagonista tanto nella programmazione quanto nella gestione delle risorse straordinarie che il Paese avrà a disposizione con i fondi del Next Generation EU e i Fondi europei della nuova programmazione 2021-2027.

Rilevato che

è recente la notizia che il Parlamento europeo e il Consiglio UE hanno raggiunto lo scorso 8 dicembre l'accordo politico sul Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e sul Fondo di coesione (FC) per il prossimo settennato 2021-2027. Si tratta del quarto dossier in materia di politica di coesione su cui i negoziati del cosiddetto trilogo (l'incontro previsto dalla procedura legislativa ordinaria dell'Unione europea che coinvolge Parlamento, Consiglio Ue e Commissione europea) arrivano ad un accordo positivo: la politica di coesione disporrà di circa 330 miliardi di cui circa 234 miliardi andranno a FESR e FC. Secondo le linee divulgate, l'accordo sulle nuove regole per Fesr riserverà una parte considerevole, il 30% delle risorse, alla cosiddetta green economy, la transizione verde dell'Ue. Non tutti gli Stati membri avranno accesso al Fondo di Coesione, l'Italia tra questi. Altre misure in evidenza sono quelle per contrastare il cambiamento climatico, tutelare la biodiversità e promuovere l'economia circolare.

Un ulteriore tassello verso la futura programmazione dei fondi strutturali 2021 2027, che ora attende la formale adozione giuridica dei regolamenti e l'approvazione del quadro finanziario pluriennale (Qfp), è quello del recente Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, che ha visto il raggiungimento di uno storico accordo sul budget dell'Unione e sui fondi speciali europei del valore complessivo di 1,8 trilioni di euro, legato all'adozione del quadro finanziario pluriennale UE 2021-2027 e al fondo speciale Next Generation EU, raggiunto grazie al superamento del veto di Polonia e Ungheria.

Tale accordo dovrà guidare l'UE e l'Italia fuori dalla recessione economica generata dalla pandemia anche attraverso una transizione energetica ed un nuovo accordo sul clima che ha innalzato gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra dal 40% al 55 % entro il 2030.

Dato atto che

la Regione ha approvato a fine 2019 il documento "Crescere insieme, in Europa", contenente gli Indirizzi strategici regionali unitari per il negoziato sulla programmazione 2021-27 delle politiche europee di sviluppo, il quale propone quattro aree di intervento prioritarie per la programmazione 2021-27:

1) Competenze e capitale umano: garantire a tutti i cittadini pari diritti di acquisire conoscenze e competenze ampie e innovative e di crescere e lavorare esprimendo al meglio potenzialità, intelligenza, creatività;

2) Innovazione, competitività e attrattività: sostenere lo sviluppo dell'ecosistema regionale della ricerca e dell'innovazione per accrescere la competitività e l'attrattività del sistema economico e produttivo regionale puntando su processi di digitalizzazione trasversali alle imprese e alla pubblica amministrazione;

3) Transizione alla sostenibilità ed economia circolare: accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile e l'economia circolare, promuovendo un "green new deal" regionale, e investire in azioni di mitigazione dei cambianti climatici, misure di adattamento;

4) Coesione sociale: favorire la coesione sociale come esito e condizione per lo sviluppo di qualità.

Al Comitato di sorveglianza dei Programmi Fesr e Fse è stato presentato lo stato di avanzamento della programmazione 2021-2027 dei Fondi europei della Regione Emilia-Romagna, nell'ambito del nuovo quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea, rafforzato con lo strumento Next Generation Eu, a seguito dell'emergenza Covid-19, per riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia.

Attraverso la propria Strategia di specializzazione intelligente (la S3 è uno strumento utilizzato in tutta l'Unione europea per migliorare l'efficacia delle politiche pubbliche per la ricerca e l'innovazione) la Regione Emilia-Romagna ha costruito un quadro strategico di azioni con l'obiettivo del rafforzamento competitivo e della crescita occupazionale del sistema economico regionale: parte integrante del Por Fesr, la S3 individua gli ambiti prioritari di ricerca e innovazione su cui intervenire: definisce gli obiettivi da raggiungere per il sistema economico regionale nel suo complesso e, al tempo stesso, declina le sinergie con il mondo della ricerca e con quello della formazione, così come — ad esempio — con i temi dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, delle nuove tecnologie e dell'Ict, della salute e dell'attrattività turistica.

La Regione ha avviato lo sviluppo del DSR (Documento Strategico Regionale) 2021-27 che aggiorna il documento "Crescere insieme, in Europa" e raccorda le novità dei regolamenti della Politica di Coesione con gli obiettivi del Patto per il Lavoro e per il Clima, oltre a definire criteri di attuazione delle politiche territoriali previste dai regolamenti attraverso i fondi Europei e il Fondo Sviluppo e Coesione.

Sottolineato che

nell'ambito delle politiche dell'Unione, il partenariato riveste un ruolo rilevante, a cui la Commissione Europea, soprattutto a partire dall'attuale ciclo di programmazione, ha riservato una particolare enfasi;

tale principio implica una stretta collaborazione fra le istituzioni (a livello europeo, nazionale, regionale), le organizzazioni (governative e non governative) e tutti gli attori del tessuto economico e sociale del territorio in ogni fase di gestione dei fondi, migliorando la qualità e l'efficacia degli interventi, prassi ampiamente seguita dalla Regione Emilia-Romagna;

la Regione Emilia-Romagna è impegnata nella definizione dei nuovi Programmi operativi regionali nell'alveo del DSR, coniugando il programma di mandato della Giunta regionale e gli obiettivi della Politica di coesione per un'Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini.

Considerato che

i Programmi cofinanziati dall'Unione Europea rappresentano un importante strumento di intervento per le Regioni in tema di politiche di sviluppo economico, rivestendo notevole importanza anche per lo sviluppo sociale e di qualificazione del territorio in tutti i suoi ambiti;

è importante cogliere appieno questa opportunità, valorizzando al massimo i possibili effetti strutturali e incentivanti della relativa spesa, valutando attentamente e valorizzando i buoni risultati fin qui ottenuti, introducendo dove occorra nuove misure che si rendano necessarie a seguito delle mutate condizioni determinate dalla pandemia in corso;

la proposta europea non può prescindere dell'equilibrio tra il "centro", cioè Bruxelles, e gli Stati membri e tra questi ultimi e le loro articolazioni, cioè Regioni e comunità territoriali;

l'Emilia-Romagna, per garantire il benessere futuro, deve continuare a promuovere la partecipazione attiva del territorio regionale e del suo sistema alle opportunità che verranno messe a disposizione con la futura programmazione 2021-2027 ed in particolare, tra l'altro, deve:

- mantenere una capacità produttiva di qualità e sostenibile, con una forza lavoro qualificata e ben remunerata che includa la popolazione femminile e giovanile, rendendo fruibile le pari opportunità;

- investire nella imprenditorialità responsabile per creare nuovo lavoro, ad iniziare dalle donne e dai giovani;

- puntare sull'innovazione sociale quale leva per costruire buon lavoro, rispondendo ai bisogni vecchi e nuovi dei cittadini, delle cittadine, delle nostre comunità.

- essere capace di recuperare gli squilibri territoriali.

Considerato altresì che

la Politica di coesione ha dimostrato di contribuire alla resilienza dell'economia UE, accompagnando la transizione dei territori verso mutamenti dei parametri tecnologici e permettendo allo stesso tempo alle economie locali di mantenere le porte aperte al commercio internazionale;

le prospettive di crescita per l'Europa dipendono dalla capacità di valorizzare gli asset territoriali e di costruire e rafforzare "dal basso" i vantaggi competitivi dei sistemi economici locali, attraverso politiche di sviluppo regionale "comprehensive": questo approccio di tipo olistico favorisce il riposizionamento competitivo dei territori anche su scala globale;

è necessario quindi mantenere una politica di coesione per tutte le regioni, anche per intraprendere nuove strategie di sviluppo interregionali, lungo le catene del valore, secondo l'approccio delle complementarità intelligenti;

per massimizzare l'impatto della politica di coesione è necessario mantenere l'approccio place-based e rafforzare i livelli decisionali regionale e locale, che hanno una conoscenza approfondita dei territori e delle dinamiche socioeconomiche che li caratterizzano;

occorre assicurare il più alto raccordo tra la politica di coesione e la politica agricola comune, ancorché le proposte regolamentari non contemplino più il Fondo per lo sviluppo rurale nell'ambito dei fondi strutturali europei.

Rilevato che

occorre ribadire con forza il ruolo centrale delle regioni per una attuazione efficace delle politiche di coesione, laddove invece il piano strategico nazionale, nella formulazione attuale, rischia di marginalizzare il ruolo delle regioni, sia nella definizione delle politiche, sia nella gestione delle risorse; tale posizione risulta ancor più urgente per quel che riguarda le risorse destinate all'agricoltura.

Evidenziato infine che

Il Programma di mandato 2020-2025 e il Patto per il lavoro e per il Clima sono i punti di riferimento programmatici da cui partire per l'elaborazione della nuova programmazione europea 2021-2017, sottolineiamo come le risorse europee destinate all'Emilia-Romagna debbano essere indirizzate prioritariamente sui seguenti temi ed obiettivi strategici:

1) WOMEN NEW DEAL, ovvero un piano integrato di azioni economiche, sociali e culturali per la promozione del protagonismo femminile in tutti i settori quale fattore di modernizzazione della società, ove siano centrali sia progetti di empowerment occupazionale e lavorativo delle donne adeguati a colmare i radicati gender gap e pay gender gap che frenano equità e sviluppo, sia il potenziamento e l'innovazione di infrastrutture e servizi atti ad offrire alle donne servizi pervasivi di conciliazione tra vita-lavoro-cura. A tal fine, sostenere l'occupazione femminile, a partire dai percorsi di istruzione e formazione, dall'orientamento al lavoro, andando per esempio a superare le barriere culturali che vedono ancora pochissime donne intraprendere carriere nell'ambito delle professioni STEM (Scienza, tecnologica, ingegneria e matematica). Investire fondi ad hoc sulla imprenditoria femminile per aumentare, nel periodo di programmazione, del 5% il numero delle imprese femminili. Investire in servizi, a partire dalla conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro per le donne e gli uomini, rendere strutturali le politiche a sostegno della conciliazione, perseguendo, per esempio, la piena accessibilità e la progressiva gratuità dei nidi, sostenendo i caregiver, il Welfare collaborativo, di comunità, nuove forme di integrazione tra servizi pubblici, privato sociale e reti sociali. Prevedere misure di finanziamento per i progetti pilota dei comuni, delle comunità e delle imprese che investono sull'equilibrio tra tempi di vita e di lavoro e sui servizi a sostegno della conciliazione.

2) GIOVANI: sostenere politiche dedicate alla popolazione giovanile attraverso tutta la programmazione europea, puntando su 3 macro-obiettivi, FORMAZIONE E LAVORO (integrazione tra il percorso di istruzione e formazione, l'orientamento all'occupazione e il lavoro di qualità), BENESSERE (prevenzione, educazione e salute psico-fisica), PROGETTO Dl VITA (casa, sostegno alla natalità, politiche di conciliazione etc.) perseguendo l'obiettivo di portare sotto la soglia del 10% la quota dei cosiddetti Neet.

3) GREEN DEAL: così come definito dal Patto per il lavoro e per il clima, e così come indicato dall'UE le politiche di sostenibilità ambientale devono essere prioritarie all'interno della programmazione dei fondi europei, puntando ad investire risorse su politiche energetiche per la ricerca e lo sviluppo delle fonti rinnovabili e per l'incremento dell'efficienza energetica, economia circolare, contrasto al consumo di suolo e rigenerazione urbana, qualità dell'aria e la mobilità sostenibile, con misure strutturali e specifiche nell'ambito del cosiddetto bacino padano.

4) AGRICOLTIURA E AGRIFOOD: dare nuova centralità all'agricoltura di qualità, alle produzioni e filiere emiliano-romagnole, sostenendole nel quadro di competizione globale, investendo risorse nel sostegno all'imprenditoria, nella ricerca e nell'innovazione, in particolare per quel che concerne la lotta al cambiamento climatico, la riduzione dell'impiego di prodotti chimici di sintesi — quali fertilizzanti e pesticidi — come previsto dal programma dell'Unione Europea Farm to Fork, mettendo in campo misure per la cura del territorio e la lotta la dissesto idrogeologico.

5) RICERCA E INNOVAZIONE A 360°: in tutti i settori e con forti integrazioni tra i settori. Con la precedente programmazione siamo arrivati al 2% del PIL regionale investito in ricerca e innovazione (pubblica e privata). Il nostro obiettivo-al 2030 deve essere il 3% del PIL. ln questo quadro va perseguito l'obiettivo che la metà dei fondi dedicati ai dottorati di ricerca o altre forme di alta formazione, sia destinato alle donne.

6) TRANSIZIONE DIGITALE: è uno dei pilastri trasversali della S3-Strategia di specializzazione intelligente, per questo è necessario dare massimo sostegno attraverso la programmazione europea 2021-2027 alla nuova Agenda digitale regionale 2030, trasformandola in misure concrete che incidano - per il fattore lavoro - sull'incremento delle competenze; che completino e migliorino il fattore infrastrutturale, aspetto cardine per poter garantire davvero la transizione digitale; che più in generale sostengano il cambiamento in chiave digitale in settori innovativi, come quello dell'health-care 4.0, così come in settori tradizionali quali l'artigianato o il commercio. Oltre a tutto questo va dato spazio alla ricerca e all'innovazione collegata alla gestione e all'utilizzo dei dati.

7) INNOVAZIONE SOCIALE: per tenere unite economia, società e ambiente è fondamentale l' innovazione sociale, come trasformazione dal basso, fiducia nelle proprie comunità, recupero della partecipazione attiva e consapevole riconoscendo la potenzialità che società e mercato hanno se sanno collaborare e contaminarsi, al fine di trovare risposte concrete a vecchi e nuovi bisogni e nello stesso tempo creando nuovi e buoni posti di lavoro; la nostra Regione è già impegnata con azioni e strumenti concreti, si è già attivata con la Commissione Europea, che nel 2021 lancerà l' "Action Plan for Social Economy" con l'intento di porre l'economia e l'imprenditoria sociale al centro della strategia europea di ripresa (European recovery strategy).

8) PROGETTI DI FILIERA: per la ricerca e l'innovazione, che permettano alle PMI di essere partecipi e protagoniste del processo in tutti i settori della S3-Strategia di Specializzazione Intelligente e destinatari di parte delle risorse, anche prevedendo forti premialità per la partecipazione delle imprese promosse da donne e under 40.

9) IMPRENDITORIALITA': Nascita di imprese innovative, e anche tradizionali, con forti premialità alle start up femminili e giovanili, attraverso la previsione di una specifica percentuale di risorse da destinare a questo obiettivo.

10) SEMPLIFICAZIONE. Semplificare, dematerializzare e digitalizzare tutti i processi di accesso e gestione alle risorse europee. Sulla base della valutazione della gestione della scorsa programmazione definire un panel preciso di strumenti per l'erogazione dei fondi targhettizzando di più gli strumenti in modo da permettere anche alle PMI o ai territori più fragili (ma non inseriti in specifiche programmazioni, come le aree collinari) di accedere ad una parte delle risorse. Superare i click day. Va promossa una azione di capacity building che rafforzi le competenze di progettazione europea e gestione dei progetti in maniera diffusa sia nell'ambito dei comuni e delle unioni (ad esempio lavorando ad una maggiore aggregazione a livello di unione della funzione di progettazione), sia per imprese e terzo settore. Più cresce la capacità di progettare della comunità regionale, più riusciamo a rendere efficace la programmazione, rispondendo anche al bisogno di coesione. Vanno inoltre promossi bandi che siano strumenti accessibili e con una adeguata flessibilità per permettere alle imprese di poter dedicare le proprie energie alla buona riuscita del progetto finanziato e non alla burocrazia.

11) COMPETENZE E STRATEGIA EMILIANO-ROMAGNOLA SUI PROGRAMMI EUROPEI A GESTIONE DIRETTA: Promuovere una piattaforma regionale per facilitare l'accesso ai programmi europei come Horizon+, Erasmus+, InvestEU, EU4Health etc. Insieme alla programmazione direttamente gestita dalla regione, va costruita una strategia del sistema emiliano-romagnolo per capire come attrarre finanziamenti ed investimenti europei in Emilia-Romagna. Va inoltre potenziata la strategia regionale di attrazione di alte competenze soprattutto di giovani e giovani donne e anche per far rientrare in Emilia-Romagna le competenze formate qua e che sono oggi all'estero.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

a dare ampio spazio nella futura programmazione europea 2021-2027 a temi ed obiettivi strategici quali: Woman new deal, Giovani, Green Deal, Agricoltura e Agrifood, Ricerca e innovazione, Transizione digitale, Innovazione sociale, Progetti di filiera, Imprenditorialità, Semplificazione, Strategia sui programmi a gestione diretta, anche integrando i suddetti obiettivi nelle quattro aree di intervento, individuate quali prioritarie per la programmazione 2021-27, degli Indirizzi strategici regionali unitari, approvati con la DGR 2359 del 2019 e nei successivi documenti di preparazione alla nuova programmazione.

A coinvolgere l’Assemblea legislativa in tutto il percorso di definizione della nuova programmazione, sin dalla fase di definizione degli obiettivi strategici.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 22 dicembre 2020

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