n.36 del 14.02.2022 (Parte Seconda)
Oggetto n. 4664 - Ordine del giorno n. 5 collegato all'oggetto assembleare 4255 Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Adozione del Programma Regionale FSE+ dell'Emilia-Romagna 2021-2027 in attuazione del REG.(CE) n. 1060/2021". A firma del Consigliere: Facci
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
il recente rapporto della Caritas ltaliana1 sulla povertà ed esclusione sociale in Italia ha evidenziato in maniera allarmante la situazione nel nostro Paese: il 2020 è stato l'anno dei "nuovi poveri", vale a dire quelle persone che sono cadute in povertà nel corso degli ultimi 12 mesi, anche a causa della pandemia: più 44 per cento e di questi, un terzo hanno continuato a fare ricorso agli aiuti Caritas anche nell'anno 2021.
La quota dei poveri cronici, vale a dire quelli a carico della Caritas da 5 anni ed oltre è cresciuta di circa il 26/27%; nel 2020 la Caritas italiana ha supportato 1,9 milioni di persone. In particolare, rispetto al contrasto alla povertà solo in Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al pre-pandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
Secondo le stime dell'Istat presentate nell'ultimo "Rapporto benessere equo e sostenibile (Bes)"2, il maggior numero di poveri vive nel Mezzogiorno, ma il Nord ha visto in quest'anno un incremento maggiore del tasso di povertà (9,4%) rispetto al Sud (11,1%) e al Centro (6,7%), dove l'incidenza è ritornata ai livelli del 2018.
Considerato che
la pandemia ha di fatto determinato un aggravamento della condizione economica delle famiglie, già precaria dopo la crisi economica del decennio precedente, che vedeva un'ampia presenza di persone occupate, ma con stipendi appena sufficienti per restare appena sopra la "linea di galleggiamento": quote consistenti di ceto medio sono così precipitate verso il basso, non avendo retto ai ripetuti lockdown.
Secondo gli studi e le analisi condotte dalla Consulta Nazionale Antiusura3, la popolazione delle famiglie in oppressione per debiti non rimborsabili ora può essere articolata in tre fasce:
- famiglie consumatrici e piccole imprese famigliari che la pandemia ha indotto a cadute in sofferenza straordinaria per la prima volta: è una fascia stimabile in almeno 3 milioni di nuclei famigliari, per l'appunto divenuti debitori insolventi (circa 7,5 milioni di persone fisiche). È questa una situazione transitoria, che tuttavia provoca un carico di inquietudine, di tensioni intrafamiliari, di manifestazioni di disagio;
- la fascia intermedia di famiglie e piccole imprese famigliari che avevano già varcato la soglia di rischio e che erano effettivamente in fallimento tecnico per debiti (2 milioni e 250 mila unità - sommando le tre forme di sovraindebitamento (attivo, passivo, differito) e corrispondenti a 6,5 milioni di persone). La cronicizzazione della sofferenza in questa fascia conferma che essa non è superabile senza misure specifiche adottate dallo Stato;
- la fascia del reale rischio e pericolo di usura, che riguarda (secondo proiezioni delle precedenti rilevazioni) almeno 350 mila famiglie corrispondenti a 800 mila persone.
Rilevato che
come denunciato dalla Consulta delle 33 fondazioni antiusura italiane4, "l'indebitamento patologico nella recessione economica va associato al fenomeno dell'usura come prestito di sussistenza per le famiglie con reddito in nero e a quello delle aste giudiziarie tra drammi familiari e affari illeciti. Il prestito di sussistenza - vale a dire la richiesta di denaro a interesse in assenza di reddito per spese indispensabili e contratto nell'illusione di un nuovo flusso futuro di entrate familiari - si è ripresentato fin dagli inizi della pandemia come conseguenza sia della messa in cassa integrazione di famiglie già impegnate in obbligazioni onerose e a scadenza, diventate insolventi, sia della chiusura delle attività commerciali e del conseguente licenziamento dei lavoratori "in nero".
In un recente convegno5, l'Ufficio Studi Confcommercio ha presentato un'analisi sugli effetti dell'usura al tempo del Covid per le imprese e la percezione che le stesse imprese hanno del fenomeno: "Rispetto al 2019 è più che raddoppiata la quota di imprenditori che ritiene aumentato il problema (27% contro il 12,7%), e sono a immediato e grave rischio usura circa quarantamila imprese del commercio, della ristorazione e dell'alloggio... l'usura rimane una tipologia di reato che fatica ad essere denunciato. A frenare la propensione a denunciare non è tanto la speranza di poter restituire il prestito, quanto piuttosto la paura di subire ritorsioni, la percezione di essere soli, la poca fiducia nella giustizia e la vergogna che caratterizza coloro che, in ultima istanza, si vedono costretti a rivolgersi agli usurai".
Dall'ultima relazione semestrale pubblicata dalla Direzione Investigativa Antimafia6, è emerso che in Emilia-Romagna "le profonde ripercussioni della pandemia da COVID-19 sui mercati finanziari e soprattutto la grave crisi di liquidità che ha investito specialmente le piccole e medie imprese operanti nei settori più colpiti dal lockdown (turismo, ristorazione e commercio) possono costituire inoltre una favorevole condizione per il reinvestimento degli ingenti flussi di denaro provenienti dalle attività illecite. In recenti interviste alla stampa il Procuratore Capo di Bologna, Giuseppe AMATO, ha sottolineato come "...la crisi delle aziende sia un'occasione che la criminalità potrebbe non lasciarsi sfuggire...Prendiamo ad esempio il settore della ristorazione, tra i tanti forse quello che ha più sofferto. L'imprenditore deve essere accompagnato dallo Stato a uscire con le proprie gambe dalla crisi. Diversamente? Potrebbero arrivare richieste malavitose, difficili da rifiutare. Penso al mondo dell'usura..."..
In territori come quello emiliano-romagnolo dove è soprattutto l'elevata dinamicità del tessuto economico a catalizzare gli interessi criminali convergono di frequente interessi mafiosi e interessi illegali di una criminalità economica comune. L'infiltrazione della criminalità organizzata avrebbe assunto, in via generale, un approccio silente di basso profilo e una dimensione prettamente affaristica. Il processo di espansione fuori regione attiene, infatti, principalmente all'esportazione dei metodi tipici dell'impresa mafiosa "in particolare dei legami fiduciari che ne sostengono le aspirazioni di reinvestimento speculativo e di legittimazione sociale" attraverso strategie finalizzate ad ampliare l'area di connivenza e soggezione nei diversi contesti (economico, politico e sociale) in aree lontane sia geograficamente, sia culturalmente dai territori di elezione delle mafie. Infatti, come confermato dai riscontri investigativi, giudiziari e di prevenzione degli ultimi anni il potere mafioso e la forza intimidatrice espressa dal vincolo associativo hanno assunto in Emilia Romagna connotati manageriali e prevalentemente indirizzati alla tessitura di reti relazionali negli ambienti politico-amministrativi ed economico-finanziari anche attraverso attività corruttive finalizzate al controllo dei finanziamenti pubblici, al condizionamento di appalti e concessioni mirando, in definitiva, all'annullamento della concorrenza".
Considerato che
le risorse stanziate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono pari a 191,5 miliardi di euro, ripartite in sei missioni (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura - 40,32 miliardi; Rivoluzione verde e transizione ecologica - 59,47 miliardi; Infrastrutture per una mobilità sostenibile - 25,40 miliardi; Istruzione e ricerca - 30,88 miliardi; Inclusione e coesione - 19,81 miliardi; Salute - 15,63 miliardi), oltre al Fondo complementare di 30,6 miliardi di euro, per investimenti complessivi pari a 222,1 miliardi di euro.
I Programmi regionali FESR e FSE plus 2021-2027 dell'Emilia-Romagna prevedono invece risorse complessive per € 2.048.429.283,00 suddivise proporzionalmente al 50% in entrambi piani: Quota UE € 409.685.857,00 FESR, Quota UE € 409.685.857,00 FSE, Quota nazionale + regionale € 614.528.605,00 FESR, Quota nazionale + regionale € 614.528.605,00 FSE.
Il rischio che queste ingenti ed eccezionali risorse possano essere intercettate anche dalla criminalità organizzata è più che concreto: una recente risoluzione del Parlamento europeo7, ha posto con forza l'attenzione su questo tema ("la criminalità organizzata ha dimostrato di possedere un elevato livello di infiltrazione nel tessuto sociale, politico, economico, finanziario, imprenditoriale e amministrativo degli Stati membri nonché la capacità di riciclare nell'economia legale gli enormi proventi dei reati, compresi quelli commessi contro gli interessi finanziari dell'UE, e, pertanto, rappresenta una grave minaccia alle libertà dei cittadini dell'UE;... in tale contesto che la criminalità organizzata rappresenta una grave minaccia alla democrazia e allo Stato di diritto e che la lotta alla corruzione e all'infiltrazione della criminalità organizzata nelle economie legali è fondamentale per garantire parità di trattamento di fronte alla legge, tutelare i diritti e il benessere dei cittadini, prevenire gli abusi e assicurare la responsabilità dei titolari di cariche pubbliche; [il Parlamento] reputa necessaria una risposta comune e coordinata da parte dell'UE e degli Stati membri..."), chiedendo alla Commissione "di sviluppare un approccio comune per valutare l'impatto della criminalità organizzata sui fondi dell'Unione ed esaminare l'efficacia delle misure adottate per far fronte al problema nei vari Stati membri; considera essenziale uno scambio tempestivo, completo ed efficace delle informazioni e ribadisce pertanto l'importanza di armonizzare le definizioni al fine di ottenere dati comparabili fra gli organismi dell'UE e gli Stati membri, onde stimare l'impatto delle attività della criminalità organizzata sulle finanze dell'UE e attuare azioni tempestive per contrastarle".
Fra le varie indicazioni e sollecitazioni per prevenire e contrastare le infiltrazioni criminali nella gestione delle risorse europee, la citata risoluzione del Parlamento Ue ha posto l'attenzione sul Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021 (Regolamento Rdc, che stabilisce norme comuni applicabili ai fondi strutturali e d'investimento europei, al fondo europeo di sviluppo regionale, al fondo sociale europeo plus e al fondo di coesione), considerato "un altro importante elemento per prevenire l'uso improprio dei fondi dell'Ue da parte della criminalità organizzata".
Tutto ciò premesso e considerato
ritiene di assoluta importanza, in occasione dell'approvazione del nuovo programma 2021-2027 dei Fondi europei (FESR e FSE plus), rimarcare la necessità di contrastare con politiche attive la tendenza all'impoverimento delle famiglie, e supportare le stesse con azioni strutturate di aiuti per i redditi mediobassi.
Ritiene necessario tra le azioni da adottare nell'ambito delle 4 priorità in cui è articolato il piano regionale FSE+, e nello specifico l'inclusione sociale, individuare specifiche misure per il contrasto alle nuove povertà ed alla disoccupazione in età adulta.
Invita la Giunta
a vigilare con ogni mezzo a disposizione sulle dinamiche economiche del territorio, per evitare infiltrazioni della criminalità nel sistema produttivo e finanziario, che possano al contempo approfittare e speculare sulla crisi di liquidità di imprese e famiglie, affinché il disagio sociale ed economico aggravato dalla pandemia non rappresenti ulteriore linfa per ogni tipo di illegalità;
invita la Giunta, come richiamato dalla recente risoluzione del Parlamento europeo del 15.12.2021, a vigilare sulla corretta applicazione del Regolamento comunitario in materia di utilizzo dei Fondi FESR e FSE+, ritenuto altro importante strumento di contrasto alle frodi e all'uso indebito delle risorse europee.
Approvato all'unanimità dei votanti nella seduta pomeridiana del 2 febbraio 2022
1 https://www.caritas.it/pls/caritasitaliana/v3 s2ew consultazione.mostra pagina?id pagina=9651
2 https://www.istat.it/it/archivio/254761
3 https://welforum.it/lusura-ai-tempi-del-covid-e-cosa-ci-giochiamo-dawero/
4 https://welforum.it/lusura-ai-tempi-del-covid-e-cosa-ci-giochiamo-dawero/
5 https://www.confcommercio.it/-/legalita-cipia ce#:~:text= Quarantamila%20imprese%20a%20rischio%20usura&text= %E2%80%9CRispetto%20al%2020 19%20%E2%80%93%20ha%20detto,ristorazione%20e%20dell'alloggio%E2%80%9D6 https:ljdirezioneinvestigativaantimafia.interno.gov.it/semestrali/sem/2020/2sem2020.pdf
7 Risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2021 sull'impatto della criminalità organizzata sulle risorse proprie dell'UE e sull'uso improprio dei fondi dell'UE con particolare attenzione alla gestio ne concorrente da una prospettiva di audit e di controllohttos://www .eurooarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2O21-05O1 IT.html