n.1 del 07.01.2021 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2181 - Risoluzione per esprimere solidarietà alle popolazioni del Modenese colpite dall’esondazione del fiume Panaro e per impegnare la Giunta a continuare il confronto con il Governo e il Parlamento affinché si proceda rapidamente all’approvazione della dichiarazione dello stato di emergenza. A firma delle Consigliere: Zappa-
terra, Pigoni

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

tra la notte del 1 dicembre e l'intera giornata del 2 dicembre un'intensa nevicata aveva portato ad accumuli importanti sull'Appennino bolognese, modenese e reggiano; nei giorni successivi, flussi d'aria calda accompagnati da un progressivo innalzamento delle temperature, hanno determinato il progressivo scioglimento del manto nevoso; in concomitanza di ciò, a partire dalla serata del 4 dicembre, si sono verificati in Appennino una serie di episodi temporaleschi, insoliti per la stagione, e precipitazioni sempre più consistenti per tutta la giornata del 5 dicembre su tutto il settore appenninico centrale, in particolare sui bacini del Secchia e del Panaro, con cumulate inedite per il nostro territorio;

tali condizioni hanno determinato piene per i fiumi Secchia e Panaro con tempi di ritorno di 20 e 50 anni;

nella giornata del 6 dicembre 2020 la rottura di un tratto di argine del fiume Panaro, nella frazione di Gaggio a Castelfranco Emilia, per circa 70 metri di lunghezza, ha provocato l'allagamento di vaste aree tra i Comuni di Nonantola, Castelfranco e Modena. Allagamenti si sono verificati a valle della cassa di espansione del fiume Secchia di Campogalliano e a valle della cassa di espansione del fiume Panaro, con interessamento delle abitazioni a monte e a valle della via Emilia da Fossalta al ponte di Sant'Amb rogio. Alcuni allagamenti si sono verificati anche nelle abitazioni limitrofe il torrente Tiepido che ha avuto livelli molto alti per le acque rigurgitate del fiume Panaro;

nel complesso, circa 450 sono le persone evacuate direttamente dai VVFF tra i Comuni di Nonantola, Modena, Castelfranco Emilia e Campogalliano in autonoma sistemazione o presso alberghi o in aree di accoglienza organizzate in sicurezza sanitaria;

secondo una prima stima, sono 1861 gli edifici coinvolti dagli allagamenti;

la comunità di Nonantola risulta la più colpita, vedendo invasi dalle acque la più parte del centro abitato e della zona produttiva cittadina, nonché diverse frazioni.

Constatato che

la rottura sul Panaro è stata chiusa nelle successive 24 ore dall'esondazione del fiume grazie al lavoro indefesso di quattro squadre coordinate dai tecnici Aipo; nello stesso tempo il grande lavoro del Consorzio di Bonifica Burana in stretto raccordo con l'Agenzia regionale, ha consentito di far defluire le acque tramite la rete di canali secondari: questi interventi hanno scongiurato che l'esondazione invadesse anche i Comuni di S. Agata Bolognese e di Crevalcore;

mentre continua il grande lavoro di assistenza alla popolazione e di ripristino di abitazioni, aziende e strutture pubbliche, la Regione tramite la Protezione Civile è al lavoro per una prima stima dei danni certamente molto ingenti;

il Presidente Bonaccini ha già richiesto il riconoscimento da parte del Governo della dichiarazione dello stato di emergenza affinché siano assicurate le risorse necessarie al ristoro dei danni ai cittadini, alle imprese e al territorio;

la Giunta regionale ha provveduto a stanziare, già nella giornata del 7 dicembre, i primi 2 milioni di euro per far fronte alle necessità delle comunità;

fin dalle primissime ore si è dispiegato uno straordinario ed encomiabile impegno dell'intero sistema di Protezione Civile e dei singoli cittadini, grazie al quale si è potuta fronteggiare l'emergenza: va pienamente riconosciuto il grande lavoro di sindaci e amministratori locali, dei vigili del fuoco, degli operatori della Protezione civile, delle forze dell'ordine, dei volontari, delle strutture tecniche addette al deflusso delle acque e di tutti coloro che si sono adoperati per fronteggiare l'emergenza.

Preso atto che

gli effetti di quanto accaduto, pur drammatici per le zone tra Nonantola, Castelfranco e Modena avrebbero potuto essere ancora più gravi se in questi anni non fossero stati realizzati importanti interventi, ad iniziare da quelli sulle casse di espansione sul Panaro e sul Secchia e sulle arginature di Secchia e Panaro, fino alla rete idrografica secondaria dei canali.

Valutato infatti che

l'Emilia-Romagna, per il proprio assetto idrografico, risulta la regione più esposta al rischio idraulico;

negli ultimi anni sono sempre più numerosi gli eventi metereologici "eccezionali "che mettono a rischio la sicurezza di cittadini ed imprese;

la Regione Emilia-Romagna ha adottato una specifica strategia per la prevenzione e la riduzione del rischio idraulico ed idrogeologico ed ha avviato un Piano Triennale: ad oggi sono 1300 i cantieri sul reticolo idrografico regionale per 226 milioni di euro; in questo contesto, una particolare attenzione è stata posto, per la sua particolare delicatezza e complessità, al "nodo idraulico" di Modena (già colpito dalla alluvione del 2014) dove sono stati realizzati interventi per 80 milioni, finanziati e in progettazione interventi per 34 milioni, finanziati e in progettazione opere per 40 milioni.

Preso atto che

l'Italia intera è un paese a grave rischio di dissesto idrogeologico: le aree ad elevata criticità rappresentano circa il 7,1% della superficie del territorio nazionale e circa il 70% dei comuni;

il cambiamento climatico è una realtà, con l'intensificarsi di eventi straordinari con precipitazioni piovose e periodi di grande siccità, con conseguenze drammatiche. Tutto ciò impone strategie ed azioni straordinarie e indifferibili per affrontare fenomeni ormai normali e ripetitivi, nel breve e nel lungo periodo, basandosi sulla enorme quantità di dati scientifici ormai disponibili, sulla loro elaborazione previsionale, sulle tecnologie oggi disponibili per prevenire ed anticipare interventi e misure di dissesti ed altre calamità dovute al dissesto idrogeologico;

proprio in Emilia-Romagna, presso il Tecnopolo di Bologna nel complesso della ex Manifattura Tabacchi, troveranno a breve sede tanto il Centro Meteo Nazionale quanto il nuovo Data Center del Centro Europeo per le previsioni Metereologiche a medio termine (ECMWF). Tali interventi qualificheranno il nostro territorio come uno dei centri più qualificanti e avanzati sul piano globale proprio nelle previsioni metereologiche e dello studio del cambiamento climatico e dei suoi effetti.

Verificato che

ogni anno nel Paese ingenti risorse economiche vengono destinate al ristoro dei danni, un atto dovuto nei confronti delle popolazioni ed attività economiche colpite, molte di più di quelle necessarie agli interventi e agli investimenti in prevenzione per messa in sicurezza del territorio;

se l'attuale andamento meteoclimatico si confermerà nei prossimi anni, è prevedibile che la spesa per riparare i danni continuerà ad essere largamente superiore agli investimenti destinati alla prevenzione (secondo alcune analisi il rapporto è 1 a 7).

Ritenuto che

occorre ripensare il sistema idrogeologico in modo unitario, dalla montagna al Po, sulla base degli andamenti e delle previsioni meteoclimatici al fine di adeguare gli interventi a condizioni ormai diventate "normali" e per permettere interventi programmati e soprattutto consequenziali;

negli anni scorsi con il Programma Italia Sicura, sono stati elaborati dalle Regioni progetti per 24,3 miliardi, di cui circa 10 miliardi (40%) effettivamente disponibili. Con la manovra finanziaria 2019 sono stati stanziati ulteriori 900 milioni l'anno per il triennio 2019-2021, nel quadro di un investimento complessivo di più lungo periodo di 6 miliardi;

le emergenze che si stanno susseguendo necessitano di ulteriori risorse per la ricerca, il monitoraggio e per le opere di prevenzione come l'adeguamento delle casse di espansioni o realizzazione di invasi per esondazioni programmate, o per raccogliere acqua anche per i periodi di secca, adeguamento delle portate degli alvei dei fiumi, rinforzo e pulizia degli argini e delle aree golenali, cura dei corsi d'acqua minori. Una programmazione di azioni ed investimenti in grado di prevenire ulteriori disastri, e di avere benefici sulla economia e benessere dei territori;

il Recovery Fund è una straordinaria opportunità per redigere una programmazione pluriennale di investimenti per la messa in sicurezza dei territori più fragili, di cui le Regioni devono essere protagoniste.

Evidenziato che

il Presidente e la Giunta della Regione Emilia-Romagna hanno immediatamente attivato la Protezione civile; provveduto a richiedere lo stato di emergenza nazionale e messo a disposizione immediata 2 milioni di euro dal bilancio regionale; iniziato la raccolta dei dati sui danni; hanno inoltre promosso una Commissione tecnico - scientifica per valutare le cause della rottura dell'argine; hanno predisposto il piano degli investimenti per la rete idrografica regionale da inserire tra i finanziamenti del Recovery fund (per il solo nodo idraulico di Modena e provincia ulteriori 115 milioni di euro).

Tutto ciò premesso esprime

la propria solidarietà, vicinanza e sostegno alle popolazioni del Modenese così duramente colpite ed il plauso a tutti coloro che si sono adoperati e si stanno adoperando per la fase emergenziale.

Impegna la Giunta

a continuare il confronto con il Governo e il Parlamento nazionale affinché:

- si proceda rapidamente all'approvazione della dichiarazione dello stato d'emergenza;

- si definiscano tempi certi e modalità speditive e certe per il risarcimento di tutti i danni subiti da famiglie e aziende e si attivino sistemi di finanziamento immediato anche attraverso un anticipo di cassa da parte della Regione per fare ripartire l’economia e la vita delle comunità;

- si sospendano per tempi ragionevoli e prevedibili le scadenze fiscali e contributive per i territori, famiglie ed imprese danneggiati - prevedendo contestualmente alla definizione di modalità e tempi di rateizzazione - e si attivino, integrando le risorse, gli ammortizzatori sociali per le lavoratrici e i lavoratori delle zone colpite;

- si utilizzino tutti gli strumenti a disposizione per fare fronte alla drammatica situazione delle imprese agricole alluvionate, dove, oltre ai danni ai raccolti, appaiono in molti casi compromessi impianti e strutture;

- si ricorra al fondo di solidarietà europeo, lo strumento di solidarietà per i territori colpiti da calamità;

- si dia corso alle progettualità presentate dalla Regione e le si inserisca tra le opere prioritarie nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, essendo perfettamente conformi a quanto stabilito in materia di prevenzione e difesa del territorio, anche dal rischio idraulico.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 10 dicembre 2020

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