n.242 del 04.08.2022 (Parte Seconda)

Oggetto n. 5548 - Ordine del giorno n. 17 collegato all'oggetto 5315 Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2023-2025". A firma dei Consiglieri: Soncini, Maletti, Zappaterra, Costa, Pillati, Bondavalli, Zamboni, Amico, Costi, Pigoni, Daffadà, Bulbi, Gerace, Mori, Rontini, Taruffi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

dall'inizio della pandemia a oggi la Regione Emilia-Romagna ha investito fortemente sulla sanità pubblica, assumendo a tempo indeterminato oltre 17.300 lavoratori, di cui quasi 2.400 medici e poco meno di 7.200 infermieri, con una percentuale di turnover per il personale a tempo indeterminato che ha raggiunto il 148%;

nel 2022 le assunzioni a tempo indeterminato sono già state 2.300, con un turnover che raggiunge il 104%;

rispetto alla situazione pre-pandemica la sanità regionale può contare su quasi 6miIa unità di personale in più tra medici, infermieri, OSS, amministrativi, dirigenti sanitari e altri operatori, con una percentuale del personale a tempo determinato del 5%: percentuale tra le più basse in Italia.

Premesso che

questa regione dall'anno scorso ha praticamente raddoppiato il numero dei posti disponibili per la formazione dei MMG, che sono passati da 180 a 350, sia l'anno scorso sia quest'anno. Questo passaggio è stato fatto sostanzialmente quasi tutto attraverso un finanziamento della RER. Però gli effetti di questa soluzione strutturale si vedranno nell'arco di due o tre anni; quindi, era importante riuscire a prendere dei provvedimenti che ci consentissero di gestire la situazione in questi due o tre anni. (Accordo MMG).

Considerato che

la chiusura dei bilanci regionali 2021 ha costituito un elemento di forte criticità a causa dell'insufficiente rimborso da parte dello Stato dei costi sostenuti dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano per contrastare la pandemia da Covid-19, e che tale criticità rischia di ripetersi maggiormente per la chiusura dei bilanci 2022. Tale criticità è stata evidenziata, su sollecitazione unanime degli Assessori regionali alla sanità, anche dal Presidente della Conferenza delle Regioni, il governatore Massimiliano Fedriga, in una recente comunicazione al Premier Draghi;

nell'anno 2021 il volume di costi Covid-19 sostenuti dalle Regioni per fronteggiare la gestione emergenziale Covid-19 e l'attuazione della campagna vaccinale è stato significativamente superiore alle risorse emergenziali stanziate per l'anno 2021 dal livello nazionale di oltre 3,8 mld. ln assenza di un congruo livello dei finanziamenti emergenziali, alcune Regioni hanno finanziato i costi sostenuti per fronteggiare l'emergenza da Covid-19 e l'attuazione della campagna vaccinale anche attraverso l'impiego di risorse regionali e di risorse straordinarie che non saranno ripetibili negli esercizi successivi;

anche per l'anno 2022 si prospetta un significativo scostamento tra risorse attese dal livello nazionale (1,7 mld) e la stima di costi direttamente correlati alla gestione emergenziale e all'attuazione della campagna vaccinale (pari ad oltre 6,4 mld di euro), stante anche la necessità di dare attuazione in tempi brevi alle indicazioni nazionali di somministrazione della quarta dose. A questo scostamento, si assommano anche i maggiori energetici, inflattivi e contrattuali che graveranno considerevolmente sui bilanci sanitari e che al momento non trovano un adeguato livello di finanziamento. ln particolare, lo stanziamento di 200 milioni previsto dall'Art.40 del DL 50/22 - ad integrazione del livello di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per l'anno 2022 - a concorso dei maggiori costi determinati dall'aumento dei prezzi delle fonti energetiche è di gran lunga insufficiente rispetto al reale andamento dei costi che registrano, in valore assoluto, un incremento stimato dalle Regioni e PA nell'anno 2022 che si avvicina ad 1 mld.

Considerato altresì che

l'attuale disciplina in materia di personale contenuta nel C.d. decreto Calabria (decreto-legge n. 35 del 2019) determina nella sostanza, un vincolo rigido alle risorse dei fondi accessori per il personale delle Aziende sanitarie, nonostante gli incrementi degli organici che si sono determinati per far fronte all'esigenza di contrastare efficacemente l'emergenza pandemica, nonché per effetto delle ulteriori necessità di rafforzare strutturalmente i servizi sanitari regionali, anche per il recupero delle liste d'attesa.

Rilevato che

la Regione Emilia-Romagna ha promosso nell'ambito della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni l'approvazione di una proposta di emendamento diretta a modificare la vigente disciplina legislativa che stabilisce i vincoli alle spese di personale delle aziende sanitarie, contenuta nel C.d. decreto Calabria (decreto-legge n. 35 del 2019) che, in particolare, non consente di aumentare i fondi per lo stipendio accessorio anche nel caso in cui vi sia un ampliamento del personale in servizio, andando così a determinare una contrazione della parte accessoria del salario e una penalizzazione irragionevole a carico dei lavoratori del SSR che hanno dovuto fronteggiare sfide di natura eccezionale.

Atteso che

gli obiettivi di qualificazione del Servizio Sanitario Regionale perseguiti dalla programmazione regionale richiedono, come necessario presupposto, la capacità delle Aziende sanitarie di offrire un lavoro stabile, ben remunerato e con adeguate prospettive di crescita e sviluppo professionale.

Impegna la Giunta regionale

a insistere in tutte le sedi istituzionali affinché alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano venga riconosciuto il ristoro dei costi covid 2021, già coperti con ingenti risorse proprie dalle regioni, e 2022 ancora in corso, per proseguire il contrasto alla pandemia, che continua a determinare maggiori costi sull'assistenza sanitaria nonostante la dichiarata fine emergenziale;

a richiedere al Governo di disporre le modifiche legislative necessarie per il superamento dei vincoli vigenti relativi alla composizione e al tetto del fondo accessorio, consentendo in tal modo alle aziende del SSN di riconoscere ai lavoratori del comparto sanità quanto dovuto attraverso i diversi istituti finanziati con le risorse dei fondi (lavoro straordinario, condizioni di lavoro, sviluppo professionale, sistema degli incarichi del comparto e della dirigenza, trattamento collegato agli obiettivi di performance, ecc.);

a richiedere la copertura da parte del livello nazionale dell'incremento dei costi energetici rappresentati per l'anno 2022 dalle Regioni, attraverso l'istituzione di un fondo di 1 mld di euro da ripartire tra le Regioni e Province autonome sulla base dell'incidenza percentuale degli incrementi dei costi energetici stimati per l'anno 2022 rispetto all'anno 2021;

a proseguire l’interlocuzione con il Ministero già avviata sul ripristino dei punti nascita;

a proseguire nel percorso di riforma del sistema sanitario regionale anche attraverso il Piano sociale e sanitario regionale con il coinvolgimento della competente commissione.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 27 luglio 2022

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