n.39 del 14.02.2017 (Parte Seconda)
Approvazione del “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici in Emilia-Romagna per il triennio 2016-2018” redatto ai sensi della L.R. n. 28 del 2009. (Proposta della Giunta regionale in data 28 novembre 2016, n. 2013)
L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale, progr. n. 2013 del 28 novembre 2016 recante ad oggetto: “Proposta all’Assemblea legislativa di approvazione del “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici per il triennio 2016-2018” redatto ai sensi della L.R. 28/2009";
Preso atto:
- del parere favorevole espresso dalla commissione referente “Territorio, Ambiente, Mobilità” di questa Assemblea legislativa, giusta nota prot. AL/2017/4066 in data 27 gennaio 2017 e delle segnalazioni di errori materiali;
Visti:
- la Decisione n. 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 che istituisce il Sesto Programma Comunitario di Azione Ambientale stabilendo, all’art. 3.6, che “è necessario promuovere una politica di appalti pubblici verdi che consenta di tener conto delle caratteristiche ambientali e di integrare eventualmente nelle procedure di appalto considerazioni inerenti al ciclo di vita”;
- il Trattato che istituisce la Comunità Europea (G.U.C.E. C 325 del 24 dicembre 2002) che, all’art. 6, afferma “le esigenze connesse con la tutela dell’ambiente devono essere integrate nella definizione e nell’attuazione delle politiche e azioni comunitarie di cui all’art. 3, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile”;
- la Comunicazione della Commissione Europea sulla Politica Integrata di Prodotto, COM 2003/302, per migliorare le performance ambientali dei beni e dei servizi;
- la Direttiva 2004/18/CE sul “Coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi”, che ha inserito la qualità ambientale come criterio di valorizzazione dell'offerta, iniziativa ripresa e sviluppata dalla Comunicazione della Commissione Europea COM (2008) 400 «Appalti pubblici per un ambiente migliore»;
- la Direttiva Europea 2004/17/CE che “Coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali” e la Direttiva Europea 2004/18/CE e il manuale “Acquistare Verde”, pubblicato nel 2004 dalla Commissione Europea, che hanno chiarito le opportunità e modalità di utilizzo dei criteri di preferibilità ambientale negli appalti pubblici;
- la Comunicazione n. 302/2003, con la quale la Commissione Europea ha invitato gli Stati membri ad adottare i Piani d’Azione nazionali sul GPP;
- la Comunicazione della Commissione Europea n. 397/ 2008, che ha stabilito precisi target quantitativi, indicatori e sistemi di monitoraggio comuni a tutta l’Unione Europea, proponendo come obiettivo da conseguire, entro il 2010, il 50% di acquisti ‘verdi’ (sia come numero di appalti che come volume di acquisti);
- la Comunicazione “Europa 2020 una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” della Commissione Europea COM(2010) 2020 del 3 marzo 2010, per promuovere la transizione verso un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse e a basse emissioni di carbonio, anche attraverso il ricorso agli “appalti verdi”;
- la Decisione n. 1386/2013/CE del 20 Novembre 2013 su un programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020 “Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta” dove nell’allegato 1, Obiettivo prioritario 2 (Trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva), al punto 38 viene ribadito che è auspicabile che gli Stati membri e le regioni intraprendano ulteriori iniziative per raggiungere l’obiettivo di applicare i criteri sugli appalti pubblici verdi ad almeno il 50% delle gare pubbliche;
- il Libro Verde del 27 gennaio 2011, che sottolinea il ruolo strategico degli appalti pubblici, sul presupposto che la domanda di beni e servizi ambientalmente sostenibili possa orientare, nel tempo, la produzione e quindi i modelli di consumo;
- la Comunicazione della Commissione Europea n. 398/ 2014 “verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”;
- le Direttive Europee 2014/23/UE, 2014/24/UE, 2014/25/UE, che favoriscono il ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’aggiudicazione degli appalti pubblici, anche al fine di includere gli aspetti ambientali e sociali come criteri premianti per l’aggiudicazione;
- il Decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 8 maggio 2003, n. 203 che prevede “Norme affinché gli uffici pubblici e le società a prevalente capitale pubblico coprano il fabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da materiale riciclato nella misura non inferiore al 30% del fabbisogno medesimo”;
- la Legge 27 dicembre 2006, n. 296 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (finanziaria 2007) che ha previsto, all’art. 1, commi 1126, 1127 e 1128, l’elaborazione di un Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nei settori della Pubblica Amministrazione;
- il Decreto 11 aprile 2008, n. 135 con il quale è stato approvato il sopracitato Piano e che, all’art. 2, prevede l’emanazione di “criteri ambientali minimi” per le diverse categorie merceologiche indicate al punto 3l.6 del PAN GPP e successivamente aggiornato con Decreto Ministeriale del 10 aprile 2013, che identifica le categorie di beni, servizi e lavori prioritari per i quali definire i CAM;
- il Decreto Ministeriale 12 ottobre 2009, n. 111 che ha adottato i criteri ambientali minimi per Ammendanti e Carta in risme;
-il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 22 febbraio 2011, n. 21 che ha adottato i criteri ambientali minimi per prodotti: tessili, arredi per ufficio, illuminazione pubblica, apparecchiature informatiche (computer, stampanti, apparecchi multifunzione, fotocopiatrici), come successivamente modificato con DM 23/12/2013);
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 25 luglio 2011 che ha adottato i criteri ambientali minimi per Ristorazione collettiva e derrate alimentari e Serramenti esterni;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 7 marzo 2012 che ha adottato i criteri ambientali minimi per: Servizi energetici per edifici - servizio di illuminazione e forza motrice - servizio di riscaldamento/raffrescamento;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare dell’8 maggio 2012, che ha adottato i criteri ambientali minimi per Acquisizione dei veicoli adibiti al trasporto su strada;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 24 maggio 2012, che ha adottato i criteri ambientali minimi per i Servizi di pulizia;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 6 giugno 2012, che ha adottato la Guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 4 aprile 2013, che ha adottato i criteri ambientali minimi per acquisizione di Carta per copia e carta grafica;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 13 dicembre 2013, che ha adottato i criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione del verde pubblico, per acquisto di Ammendanti - aggiornamento 2013, acquisto di piante ornamentali e impianti di irrigazione (Allegato 1) e forniture di attrezzature elettriche ed elettroniche d’ufficio - aggiornamento 2013 (Allegato 2);
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 13 febbraio 2014, che ha adottato i criteri ambientali minimi per acquisizione di toner e gestione dei Rifiuti urbani;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 5 febbraio 2015, che ha adottato i criteri ambientali minimi per acquisizione di Arredo urbano;
- il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 24 dicembre 2015, che ha adottato i criteri ambientali minimi per Edilizia e Ausili per incontinenza;
- la Legge n. 221 del 28 dicembre 2015 (c.d. ex collegato ambientale alla legge di stabilità 2014) “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” che ha previsto l’obbligatorietà del Green Public Procurement per le stazioni appaltanti italiane prescrivendo l’applicazione dei CAM (criteri ambientali minimi) nella documentazione di gara;
- Il Decreto Legislativo 18/04/2016, n. 50 “Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture” c.d. “Codice degli Appalti e delle Concessioni” che, all’art. 34, pone l’obbligo per le stazioni appaltanti di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Pan GPP attraverso l’inserimento nella documentazione di gara delle specifiche tecniche contenute nei CAM;
- la Legge regionale n. 28 del 29 dicembre 2009 (Introduzione di criteri di sostenibilità ambientale negli acquisti della pubblica amministrazione) che, all’art. 2, prevede l’approvazione di un Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici di durata triennale finalizzato alla definizione di un programma operativo per l’introduzione di criteri ambientali nelle procedure d’acquisto di forniture di beni e servizi;
- la Legge regionale n. 16 del 5 ottobre 2015 (Disposizioni a sostegno dell’economia circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale 19 agosto 1996, n.31), nell’ambito della quale, in particolare all’art. 3, è previsto nello specifico che la Regione, nell'ambito delle politiche della promozione degli acquisti verdi ai sensi della L.R. n. 28 del 2009, promuove l'acquisto e l'utilizzo di materiali riutilizzabili nei servizi di refezione pubblica, nonché i centri comunali per il riuso, quali strutture dove portare i beni di cui il possessore non intende più servirsi, ma ancora suscettibili di vita utile, nelle condizioni in cui sono o tramite ripristino funzionale, attraverso pulizia, smontaggio, riparazione o altra manutenzione atta al loro reimpiego, per la cui concreta realizzazione sono definite dalla Regione apposite linee guida applicative;
Premesso che:
- il Green Public Procurement (GPP) - Acquisti Verdi nelle Pubbliche Amministrazioni - è un sistema di acquisti pubblici, Enti Locali e Pubblica Amministrazione, di prodotti e servizi che hanno un ridotto effetto sulla salute umana e sull’ambiente rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo, con l’obiettivo di:
- ridurre l’uso delle risorse naturali;
- sostituire le fonti energetiche non rinnovabili con quelle rinnovabili;
- ridurre la produzione di rifiuti, le emissioni inquinanti, i pericoli ed i rischi ambientali;
Ricordato che:
- con Delibera di Assemblea Legislativa n. 91 del 2 ottobre 2012 veniva approvato il primo Piano di azione per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici in Emilia-Romagna ai sensi della L.R. n. 28 del 2009; (Proposta della Giunta regionale in data 10 settembre 2012, n. 1305).
Considerato che:
- il Decreto Legislativo n. 50/2016 in cui, all’art. 34, pone l’obbligo per le stazioni appaltanti di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal PAN GPP attraverso l’inserimento nella documentazione di gara delle specifiche tecniche contenute nei CAM specificando in particolare che entro il 31 dicembre 2016 le Amministrazioni sono tenute a rispettare almeno il 50% del valore a base d’asta a cui riferire l’obbligo per le seguenti categorie merceologiche:
- prodotti tessili, arredi per ufficio;
- servizi di ristorazione e derrate alimentari;
- servizi di pulizia;
- criteri sociali;
- carta per copia e carta grafica;
- ammendanti e acquisto piante ornamentali;
- toner, gestione dei rifiuti urbani;
- arredo urbano;
- il Decreto Legislativo n. 50/2016 medesimo, all’art. 34, pone l’obbligo per le stazioni appaltanti di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal PAN GPP attraverso l’inserimento nella documentazione di gara delle specifiche tecniche contenute nei CAM specificando in particolare che entro il 31 dicembre 2016 le Amministrazioni sono tenute a rispettare il 100% del valore a base d’asta a cui riferire l’obbligo per le seguenti categorie merceologiche:
- illuminazione pubblica;
- IT prodotti elettronici;
- servizi energetici;
- criteri sociali;
- veicoli su strada;
- edilizia;
- secondo quanto indicato nel Piano Nazionale per gli acquisti verdi di cui al Decreto del 10 aprile 2013 le stazioni appaltanti devono tenere conto degli obiettivi della politica comunitaria del GPP quale sistema di orientamento dei consumi pubblici verso beni e servizi ambientalmente preferibili che comportino, altresì, un vantaggio economico per l’amministrazione pubblica tenendo conto dei costi sostenuti lungo l’intero ciclo di utilizzo del prodotto;
Richiamato il Piano d’Azione per la Diffusione delle Tecnologie ambientali (ETAP) con il quale la Commissione Europea ha elaborato apposite Linee Guida per la predisposizione di Piani d’Azione Nazionali per gli Acquisti Verdi da parte degli Stati Membri;
Dato atto che la Deliberazione 2 agosto 2002, n. 57 del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia”, a livello nazionale ha auspicato che la Pubblica Amministrazione si impegni a “istituzionalizzare l’integrazione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto” ponendo l’obiettivo di “modifica dei capitolati di acquisto di beni e servizi, inserendo i requisiti ambientali senza contravvenire alle norme comunitarie”;
Considerato, altresì, che il settore pubblico può:
- ridurre in maniera significativa gli impatti ambientali, acquistando prodotti e servizi verdi, grazie alla consistenza degli acquisti che a livello europeo costituiscono circa il 13% del PIL ed a livello nazionale circa il 17% del PIL;
- accrescere la disponibilità e la competitività dei prodotti e servizi più verdi sul mercato e contribuire alla diffusione delle tecnologie ambientali;
- influenzare il comportamento dei cittadini privati, ma soprattutto delle istituzioni private e delle imprese, e spingerli verso acquisti più sostenibili;
- utilizzare il GPP come strumento operativo per il raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale nelle politiche settoriali. Il GPP può contribuire significativamente all’attuazione delle politiche per una economia circolare;
Rilevato che gli acquisti verdi dell’Ente saranno implementati attraverso il Piano d’Azione triennale, come previsto dall’art. 2 della L.R. n. 28 del 2009, in cui sono state individuate azioni e strumenti per facilitare l’introduzione del GPP, unito al presente atto quale parte sostanziale;
Ritenuto di perseguire i seguenti obiettivi:
- limitare, sostituire o eliminare progressivamente l'acquisto di prodotti tossici, pericolosi, difficilmente smaltibili o comunque a significativo impatto ambientale;
- preferire prodotti/servizi a più lunga durata, facilmente smontabili e riparabili, ad alta efficienza energetica, ottenuti con materiali riciclati/riciclabili, recuperati o da materie prime rinnovabili, e che minimizzano la produzione di rifiuti;
- promuovere nelle proprie scelte di acquisto la diffusione di tecnologie ecologicamente compatibili, sistemi di produzione a ridotto impatto ambientale e sistemi pubblici di etichettatura ecologica dei prodotti (es. Regolamento CE 66/2010) che tengano conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti/servizi che si intende acquistare;
- inserire nei criteri di aggiudicazione elementi ambientali che comportino un vantaggio economico all'amministrazione, tenendo conto dei costi sostenuti lungo l'intero ciclo di utilizzo del prodotto/servizio;
- incentivare una politica di sostegno al Green Public Procurement (GPP) nelle procedure di acquisto di beni e servizi secondo criteri di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo del raggiungimento entro il 2018 di un sistema di acquisti rispondente a criteri verdi pari al 50% del fabbisogno regionale per le categorie merceologiche non espressamente richiamate dal Codice degli Appalti e delle Concessioni;
- di incrementare l’attività di promozione del Green Public Procurement (GPP) presso gli Enti Locali regionali, nonché opportune iniziative per promuovere - in collaborazione con le Associazioni di categoria - nei settori delle attività imprenditoriali, produttive e di servizio il ricorso a strumenti volontari di certificazione ambientale di processo e di prodotto;
Considerato, inoltre, che non appare necessario lo svolgimento di una procedura di VAS ai sensi del Decreto legislativo n. 152 del 2006 e della L.R. n. 9/2008, in quanto le previsioni e le azioni contenute nel Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici per il triennio 2012-2015 della Regione Emilia-Romagna non rientrano nell’ambito di applicazione del suddetto Decreto legislativo;
Dato atto del parere di regolarità amministrativa sulla proposta della Giunta regionale all’Assemblea legislativa n. 2013 del 28 novembre 2016 (qui allegato)
Previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,
delibera
1) di perseguire i seguenti obiettivi:
- limitare, sostituire o eliminare progressivamente l'acquisto di prodotti tossici, pericolosi, difficilmente smaltibili o comunque a significativo impatto ambientale;
- preferire prodotti/servizi a più lunga durata, facilmente smontabili e riparabili, ad alta efficienza energetica, ottenuti con materiali riciclati/riciclabili, recuperati o da materie prime rinnovabili, e che minimizzano la produzione di rifiuti;
- promuovere nelle scelte di acquisto la diffusione di tecnologie ecologicamente compatibili, sistemi di produzione a ridotto impatto ambientale e sistemi pubblici di etichettatura ecologica dei prodotti (es. Regolamento CE 66/2010) che tengano conto dell'intero ciclo di vita dei prodotti/servizi che si intende acquistare;
- inserire nei criteri di aggiudicazione elementi ambientali che comportino un vantaggio economico all'amministrazione, valutato tenendo conto dei costi sostenuti lungo l'intero ciclo di utilizzo del prodotto/servizio;
- incentivare una politica di sostegno al Green Public Procurement (GPP) nelle procedure di acquisto di beni e servizi secondo criteri di sostenibilità ambientale, con l’obiettivo del raggiungimento entro il 2018 di un sistema di acquisti rispondente a criteri verdi pari al 50% del fabbisogno regionale;
- di incrementare l’attività di promozione del Green Public Procurement (GPP) presso gli Enti Locali regionali, nonché opportune iniziative per promuovere - in collaborazione con le Associazioni di categoria - nei settori delle attività imprenditoriali, produttive e di servizio il ricorso a strumenti volontari di certificazione ambientale di processo e di prodotto;
2) l’approvazione del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi pubblici per il triennio 2016-2018 della Regione Emilia-Romagna, che costituisce l’allegato 1, parte integrante e sostanziale della presente delibera, che in linea con quanto disposto dal Codice deli Appalti e delle Concessioni individua i prodotti e servizi sui quali applicare l’introduzione di criteri verdi da inserire nelle procedure di acquisto da effettuare sia in forma centralizzata attraverso Intercent-ER che in forma diretta dalle Direzioni regionali e definisce interventi per la sensibilizzazione e la formazione del personale regionale e degli enti pubblici del territorio regionale in materia di Green Public Procurement;
3) di dare mandato alla Giunta di costituire un gruppo di lavoro GPP costituito da un referente di ciascun settore che all’interno della amministrazione regionale effettua acquisti, istituito e coordinato dalla Direzione Generale Cura del Territorio e Ambiente insieme ad Intercent-ER; tale Gruppo di lavoro ha l’obiettivo di:
- attivare un sistema di monitoraggio annuale, così come previsto dalla L.R. 28 del 2009 che permetta di verificare l’attuazione del Piano e il raggiungimento degli obiettivi prefissati;
- definire un programma di informazione, sensibilizzazione e formazione sugli Acquisti Verdi a tutto il personale regionale con particolare riguardo ai responsabili degli acquisti regionali;
- progettare e coordinare azioni di sensibilizzazione verso gli enti locali e le imprese regionali in tema di acquisti verdi e di prodotti/servizi sostenibili;
4) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna.