n.88 del 31.03.2021 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2539 - Risoluzione per impegnare la Giunta all'adozione di misure di sostegno alle attività coreutiche ed alla loro didattica, nonché allo sviluppo di un "sistema danza". A firma della Consigliera: Piccinini

L’Assemblea legislativa

Premesso che

le scuole di danza in Italia sono molto numerose, al punto che si stima superino le 15.000 unità, presenti anche in molti comuni minori;

altrettanto numerosi gli allievi che, sommando le diverse discipline e tecniche, raggiungerebbero i due milioni, fra i quali, ovviamente moltissimi bambini e bambine, adolescenti, giovani: d’altronde l'adesione a questa forma d'arte trova ampio riscontro nella storia italiana, in considerazione del ruolo che svolto danzatrici, danzatori, coreografi italiani, che hanno imposto e diffuso nel mondo tradizioni e stili propri della nostra cultura;

in questo contesto l’Emilia-Romagna è presente con grandi istituzioni, eccellenti autori, interpreti, stagioni, eventi e manifestazioni.

Considerato che:

la danza è sostanzialmente priva di strumenti di supporto, regolazione e riconoscimento, come invece avviene per altre forme di espressione artistica ed è in una posizione ancillare anche rispetto al sistema delle attività fisiche e sportive;

questa assenza sta pesando gravemente sul vastissimo mondo della danza, fra i più colpiti, peraltro dai contraccolpi durissimi dall’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19, che ha comportato la chiusura delle scuole di danza per tutto il lockdown nella prima fase pandemica, ha reso particolarmente difficile e lento il riavvio estivo, ha segnato la ripresa da settembre, mai divenuta realmente tale e, più di altre attività, trasformatasi in un fermo sostanziale che dura ormai da un anno.

Richiamato che

nella generale gravissima sofferenza del settore artistico, l’ambito delle arti performative ha subito contraccolpi ancora peggiori; e il campo della danza, che più di altri necessita di spazi, di esibizioni e di contatti, anche nella sua didattica, ha sofferto ancora di più, essendo completamente esposto agli effetti di una crisi da contrastare innanzitutto evitando i contagi, quindi i contatti e le relazioni;

oggi tutto il mondo della danza, in sé vastissimo, è allo stremo, provato in misura quasi letale non solo dalla pandemia, ma anche dalle condizioni con le quali si confronta quotidianamente e che, a dispetto della tradizione di quest’arte nel nostro paese, dei numeri e della qualità della sua pratica e delle prospettive per il suo sviluppo, risultano spesso inadeguate;

il Coronavirus può rappresentare un colpo mortale per il settore della danza, per la sua didattica, per la sua programmazione; lo può essere per gli spettacoli come per la formazione;

questo è un colpo durissimo in sé, ma purtroppo con effetti ancora più gravi alla luce delle fragilità strutturali che caratterizzano nel nostro paese il mondo della pratica, della didattica e dell’esecuzione artistica della danza, costituito prevalentemente da soggetti operanti attraverso strumenti pensati per altre realtà o a fianco di altre realtà: le scuole di danza sono ASD (rientranti cioè nel campo della pratica sportiva) e gli spettacoli, le stagioni, le esecuzioni, i laboratori hanno una diffusione largamente inferiore a quella di altre arti.

Valutato che

oggi la danza non ha bisogno “solo” di una ripartenza, ma di una vera e profonda riprogettazione, analoga a quella tentata e realizzata con successo in altre realtà a noi prossime, quali Francia e Germania, e che, non a caso, rappresentano l’abituale punto di approdo di moltissimi professionisti italiani;

l’Emilia-Romagna può rappresentare anche nel campo delle attività coreutiche un’azione di guida, come, per limitarsi a qualche esempio, già è stato compiuto in tempi recenti con la definizione della specifica qualifica formativa del maestro di danza, nell’ambito del sistema regionale delle qualifiche formative, oppure attraverso la consolidata attività di istituzioni quali ATER Balletto, ed oggi della Fondazione nazionale della danza.

Dato atto che

il settore della danza necessita di un quadro di regolazione nuovo e completo;

la legge 22 novembre 2017, n. 175 “Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia” definiva, all’articolo 2, obiettivi, condizioni, criteri e termini, successivamente scaduti con la fine della XVII legislatura, per l’adozione di una complessiva disciplina del settore; anche nel corso della XVIII Legislatura sono stati depositati disegni di legge di analoga finalità;

è necessario:

- lavorare al più presto per consentire la ripartenza di questo settore;

- lavorare perché la ripartenza possa essere anche l’occasione per una rinascita del settore, una sua nuova progettazione che riesca ad assicurare, come avvenuto in altri paesi, anche a questa grande realtà lo spazio d’esercizio di cui ha bisogno;

- la ripartenza e la riprogettazione del settore della danza comportano la definizione:

- delle condizioni attraverso le quali riaprire in sicurezza anche le attività didattiche,

- delle misure per sostenere l’attività di imprese, associazioni, operatori,

- della fiscalità sia per le società sia per i professionisti sia per i praticanti,

- delle prospettive per le prossime stagioni teatrali.

Considerato che

in Emilia-Romagna sono da tempo presenti soggetti di particolare rilievo nel campo coreutico, dal lavoro svolto da ATER alla Fondazione Nazionale della Danza, ai percorsi scolastici in essere, alle stagioni realizzate nel territorio, alla grande diffusione ed all’elevato livello qualitativo sia delle scuole private sia dei progetti in integrazione con la Scuola.

Impegna la Giunta e sè stessa, per quanto di competenza

a sollecitare il Parlamento ed il Governo, anche attraverso il coinvolgimento della Conferenza delle Regioni, affinché adottino una normativa nazionale per la complessiva disciplina del settore della danza, con particolare riferimento all'istituzione delle scuole di danza e al controllo e vigilanza sulle medesime, nonché, al fine di regolamentare e garantire le professionalità specifiche nell'insegnamento della danza in questi contesti, per l’individuazione di criteri e requisiti necessari all'abilitazione di tale insegnamento, tramite la definizione di percorsi formativi e professionalizzanti certificati e validi su tutto il territorio nazionale;

a verificare le condizioni per l’elaborazione di un’iniziativa legislativa regionale alle Camere, raccogliendo anche le istanze del settore della nostra Regione, insediando un tavolo regionale dedicato e coinvolgendo la Commissione assembleare competente, anche attraverso l’audizione dei diversi attori, per favorire lo sviluppo del “sistema danza”;

alla definizione di misure per consentire la ripartenza e la riprogettazione del settore come richiamato in premessa.

Approvata all’unanimità dalla Commissione V Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 4 marzo 2021.

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